Arte Primitiva

Con il termine Arte Primitiva si intende quel fenomeno culturale che, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, ha messo in evidenza l’interesse per l’arte dei popoli primitivi da parte degli artisti delle avanguardie storiche occidentali ma anche di numerosi loro predecessori e successori. Molto presto, tuttavia, l’uso di questo termine si è esteso a tutte quelle forme d’espressione artistica estranee alla visione e tecnica di rappresentazione rinascimentale tipica dell’insegnamento accademico occidentale. Fa parte di questo ambito, quindi, l’arte precolombiana, dei persiani, dei pazzi, dei bambini, le stampe giapponesi, l’arte tribale oceanica e africana (art nègre). La crescente attenzione per queste forme d’espressione artistica nasce, prevalentemente, dalla necessità di trovare una valida alternativa alle regole della civiltà classica occidentale, ormai avvertite come inadeguate a soddisfare le nuove esigenze stilistiche, estetiche ma anche morali e di vita. Il primo artista a mostrare un vivissimo interesse per le civiltà primitive è Paul Gauguin ma importanti influenze “primitive” si ritrovano anche nelle opere di Picasso, Klee, Matisse, Brancusi, Giacometti, Masson, Kirchner, Modigliani, Ernst e moltissimi altri.

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  1. robyars

    A proposito di “Arte Primitiva” riferisco la prefazione di Pietro Maria Bardi al libro EX VOTO, Aries Editora, 1986, di Mario Cravo Neto. Libera traduzione.
    “ Gli archeologi, giudicando giunta l’epoca di prendere in considerazione le produzioni delle civiltà non incluse nell’area mediterranea, stabilirono il termine “ extraclassico “ per classificare ciò che si creò nelle terre dell’Asia, dell’estremo oriente, del Messico dagli Aztechi e dagli Incas, non attribuendo la dovuta importanza alle meraviglie scoperte.
    Extraclassico significava, praticamente, ciò che non valeva, o che si trovava tanto lontano da Atene e da Roma: perdita di tempo curiosare, poiché la “pazzia” e la “incompetenza” erano tanto evidenti da confermare l’extra.
    La stessa considerazione per l’Africa, tant’è, poiché non obbediva alla “bellezza ideale” essendo intollerabile qualsiasi altra estetica. Il fantastico per i seguaci del classico era pura mostruosità. Ma i tempi cambiano se pensiamo che Charles Baudelaire attribuisce alle figure allegoriche di Goya
    l’appellativo di “mostri” considerandole tuttavia vitali e in qualche maniera “armoniche”, un “possibile assurdo”………………….
    In effetti colui che si improvvisa artista concentra nell’oggetto il suo sapere e i suoi simboli, individua un atto di pura poetica, a volte raggiungendo grandi momenti di espressione. Vale il talento incorrotto del primitivo, la sua tradizione, il suo fare-sapere, lontano dai sofismi e dagli artifici dell’arte colta…………………………
    Aggiungerei un passo preso da “Anatomia dell’irrequietezza” di Bruce Chatwin:
    L’arte delle civiltà urbane tende alla staticità, alla solidità, alla simmetria. E’disciplinata dalla rappresentazione del corpo umano e dalle conoscenze matematiche attinenti all’architettura monumentale. L’arte nomade tende, in maggiore o minore misura, ad essere portatile, asimmetrica, dissonante, irrequieta, incorporea ed intuitiva. Le rappresentazioni naturalistiche di animali, spesso in violento movimento, si combinano con una tendenza compulsava all’ornamentazione……………
    Il colore è violento, massa e volume sono rifiutati a favore di nitidi profili e di una tecnica a traforo di spirali, graticci e intrecci geometrici. Gli animali sono rappresentati da entrambi i lati, con la testa sovrapposta a formare una maschera frontale…………………………………..
    Le somiglianze tra esperienza allucinatoria e arte nomade non si possono spiegare come fatti puramente casuali.

  2. thalia

    …molto molto interessante, andrò quanto prima a comprare i libri suggeriti!!… 🙂

  3. thalia

    …appena comprato “anatomia dell’irrequietezza” di Chatwin!!! bellissima copertina, come tutte quelle delle edizioni Adelphi del resto! 🙂

  4. robyars

    dubito che teoverai Ex Voto, l’ho comperato in Brasile nell’86, fresco di stampa.

  5. thalia

    …infatti è introvabile! ormai fuori stampa… 🙁

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