Gli Albatros sono uccelli marini di grandi dimensioni.
Ne esistono una ventina di specie.
L’albatro urlatore e quello reale sono gli uccelli dalla maggiore apertura alare (fino a 3,5 metri) viventi sulla terra.
Vivono principalemente negli oceani meridionali.

Personalmente li ho visti a Taiaroa (NZ) ed è stata una esperienza semplicemente magica che mi ha REALMENTE cambiato la vita.

Sono creature maestose e magnifiche…in grado di volare a pochi centimetri dalle onde oceaniche, per centinaia e centinaia di miglia…ininterrottamente .
Trovano nutrimento esclusivamente dal mare e vengono sulla terra ferma solo per nidificare.
Sono immensi ma magnificamente aggraziati, planano senza quasi mai battere le ali sfruttando al meglio i forti venti oceanici.
Sano in grado di volare centinaia di chilometri al giorno per settimane di seguito…un animale con satellitare ha percorso 6’000 km in 12 giorni.
Vivono circa 50 anni ed iniziano a riprodursi non prima dei 5/10.
Da quel momento, per il resto della vita, la coppia è fissa e monogama.
La “rottura” della coppia avviene solo se si manifesta sterilità o se uno dei due non fa ritorno all'”appuntamento uovo”.
L’albatro vive tutta la vita in mare aperto…in totale solitudine ma, regolarmente, puntualmente, la coppia si ritrova nel posto giusto e nel giorno e mese giusto sulla terra ferma per riprodursi.
A volte uno dei due è qualche giorno in ritardo allora il compagno attenderà.
Se il ritardatario non tornerà, l’altro aspetterà per settimane intere poi volerà via e tornerà l’anno successivo.
Se ancora manca il partner allora, forse, si cercherà un nuovo sposo…forse…se il cuore glielo permetterà nuovamente.
Un uovo solo è deposto dalla femmina (di solito ogni due anni) e al “piccolo” serviranno molti mesi (dai 5 ai 10 dipende dalle specie) prima di prendere il volo.
In questo lungo periodo i due genitori vanno a pesca nei “dintorni” del nido e rientrano un paio di volte al giorno per nutrirlo. Ma a volte per cercare cibo stanno via giorni…a volte gli adulti fanno 3000 km per cercare il cibo per il piccolo.
Mentre il pulcino ingrassa (fino anche a 12 kg) i genitori dimagriscono considerevolmente perchè rigurgitano parte del loro pasto per nutrire il figlio.
Nel periodo finale, quando le piume da volo iniziano a farsi vedere, i genitori tengono il figlio “a dieta” per portarlo al “peso forma” di circa 10 kg (per l’albatro reale…quello che ho avuto il privilegio di vedere in NZ).
Un giorno il figlio decollerà, senza avvertire i genitori che troverranno il nido vuoto. Non è dato sapere se in mare si reincontreranno mai…è possibile che il figlio tornerà a nidificare lì dove è nato.

Ingegneristicamente l’albatro è semplicemente straordinario…un autentico capolavoro…
Il notevolissimo allungamento alare (ala molto larga (destra – sinistra) e poco lunga (avanti – dietro)) permette una efficienza da record (perdendo quota fa tantissima strada in avanti).
L’ala infatti è così tanto portante che a volte, quando c’è tanto vento, l’unica possibilità che ha di atterrare è chiudere le ali e lasciarsi “cadere” a terra…se le ali stanno aperte è impossibile andar giù!!!
L’ala è talmente grande che si piega in tre parti…tutti gli altri uccelli in due.
L’albatro ha un sistema osseo unico nel regno animale che blocca, meccanicamente, le ali nella posizione “aperta”. Grazie a questo “trucchetto” l’albatro usa pochissimo i muscoli (ha infatti dei pettorali piccolissimi…fatte le dovute proporzioni).
L’albatro ingerisce troppo sale ma questo viene smaltito grazie ad un organo “magico” (una specie di desalinizzatore) posto alla base del cranio. Qui viene prodotto un liquido saturo di sale che viene espulso attraverso le narici. Il becco dell’albatro è solcato da due scanalature che uniscono le narici alla punta adunca.
In oceano aperto spesso sulla punta del becco si forma una “lacrima”. I marinai hanno per questo motivo creduto per secoli che questo magnifico uccello fosse triste e piangesse per il dolore di una vita passata in solitudine nell’immensità dell’oceano.

C’è un problema…un problema grave…gravissimo…mortale:
la maggioranza degli albatri sono a rischio di estinzione.
L’uomo lo sta estinguendo.
Le reti da pesca affioranti, la scarsità di pesce, la distruzione (o anche il “disturbo”) dei luoghi (una manciata in tutto il mondo) di riproduzione, l’alterazione (volontaria o involontaria, consapevole o inconsapevole) degli ecosistemi in generale, e, dagli anni ’60 sempre di pù, l’ingestione di plastica galleggiante.
Gli albatri vivono distanti migliaia di chilometri dall’uomo e nonostante ciò, pescano e mangiano etti e etti di plastica…accendini, sacchetti e tappi di coca cola galleggiano ovunque, anche nei più remoti e selvaggi oceani del sud, e vengono ingeriti dagli uccelli marini che, non potendola digerire, muoiono. Quando “fortunati” muoiono velocemente di blocco intestinale, quando sfortunati muoiono di fame, lentamente, nonostante mangino, perchè lo stomaco, pieno di plastica, non riesce a digerire tutto il pesce.

Qui trovate una carrellata di foto drammatiche.
Qui un buon sito dove potete informarvi, aiutare e anche “supportare” per cercare di salvare questo magnifico animale.