Alda Merini

Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) è stata una poetessa e scrittrice italiana.
Nata in una famiglia di condizioni modeste, minore di tre fratelli, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nella sua poesia.
Alda Merini frequenta da ragazza le scuole professionali e cerca, senza riuscirci per non aver superato la prova di italiano, di essere ammessa al Liceo Manzoni.
Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato.
Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico.
Nel 1947, Merini incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro.
Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo.
Nel 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso, come scrive Maria Corti “il suo capolavoro”: “La Terra Santa” con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.
Ma le pene della scrittrice non sono finite. Nel 1981 muore il marito e la scrittrice, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario cerca inutilmente di far ascoltare la sua voce.

Tra il 1953 e il 2009 pubblicha più di 100 opere.

Il 18 marzo 2002 è stata insignita del Sigillo longobardo, onorificenza assegnata ogni anno dal Consiglio regionale della Lombardia nell’ambito della tradizionale “Festa dello Statuto”.
Il 16 ottobre del 2007 le viene concessa dalla Facoltà di Scienze della Formazione di Messina, la laurea magistrale honoris causa, in “Teorie della comunicazione e dei linguaggi”.
In più occasioni è stata avanzata la sua candidatura al premio Nobel per la Letteratura.

Pubblico qui una sua breve poesia:
Sono
molto
irrequieta
quando
mi legano
allo spazio.

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  1. thalia

    Una donna assolutamente straordinaria!
    Grazie franzmarc per averla inserita. Davvero non poteva mancare una figura di tale levatura!! Soprattutto in considerazione della sua recente scomparsa! (tra l’altro pochissimo considerata dai media, a mio avviso…).
    La sua poesia è così profonda, assoluta, capace di toccare le più riposte e sofferte pieghe dell’anima che per me è difficilissimo accostarla! Ogni volta mi prova emotivamete in modo quasi insostenibile.
    Scrivici ancora di lei franz! se a te piace e riesci a “sostenerla”.
    La Merini è cibo per l’anima e tutti ne abbiamo bisogno! 🙂

  2. Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi, e grandi perdoni. Quelle come me non tradiscono mai, quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
    Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato.
    Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
    Quelle come me donano l’anima, perché un’anima da sola, è come una goccia d’acqua nel deserto.
    Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
    Quelle come me guardano avanti,
    anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
    Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano, tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
    Quelle come me quando amano, amano per sempre, e quando smettono d’amare è solo perché piccoli frammenti di essere giacciono
    inermi nelle mani della vita.
    Quelle come me inseguono un sogno,
    quello di essere amate per ciò che sono e non per ciò che si vorrebbe fossero.
    Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai, sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
    Quelle come me vorrebbero cambiare, ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
    Quelle come me urlano in silenzio,
    perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
    Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso, purtroppo, fondano la loro esistenza.
    Quelle come me passano inosservate, ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
    Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.

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