Tiziano Terzani sul vegetarianesimo

Consiglio la visione di questa intervista a Tiziano Terzani sul vegetarianesimo:

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  1. thalia

    …ho ascoltato l’intervista sulla scelta di essere vegetariani e si, devo dire che gli esempi che Terzani cita, e sono solo alcuni!, fanno molto riflettere. Siamo davvero arrivati ad un livello esagerato di perversa degenarazione.
    Comprendo la scelta di chi non riesce più a restare indifferente difronte a tanta barbarie, difronte alla pretesa che tutto ci sia dovuto, che sempre ognuno di noi debba essere messo nelle condizioni di entrare in un supermercato e scegliere qualunque cosa! MA DOVE STA SCRITTO CHE ALL’UOMO SIA TUTTO PERMESSO.
    Personalmente non ho ancora compiuto la scelta di diventare vegetariana. Non credo che la soluzione a certe profonde crudeltà e ingiustizie e cattiverie stia nell’approdare ad una forma di esagerazione contraria alla naturale esigenza del corpo umano. Non voglio sentirmi in colpa perchè anch’io, allo stesso modo di un gatto, una tigre, un cane, una lucertola sento il bisogno di mangiare carne. L’uomo è un animale onnivoro. Se togliessimo a un bimbo le preziosissime proteine della carne e del pesce nuoceremmo gravemente alla sua crescita e salute. Il punto è un altro. BASTA CON LE ESAGERAZIONI, CON LA VIOLENZA, CON LA MANCANZA DI RISPETTO PER LA VITA, CON LA PRETESA DI DOVER AVERE TUTTO E SEMPRE.
    Quanto è difficile mantenere un equilibrio.

  2. cassandra

    Concordo con Thalia: è difficile mantenere un equilibrio.
    Tuttavia, se si osserva la natura così come si è organizzata nei millenni, nelle sue bellezze e crudeltà, si rimane stupiti e increduli davanti all’equilibrio che si è creato fra specie animali e piante.
    L’evoluzione insegna che, dove questo equilibrio si è rotto, specie animali e piante si sono estinte.
    Mi viene da pensare che l’intelligenza umana proprio per la sua complessità ha molta più difficoltà a mantenere quest’equilibrio rispetto a tutte le altre specie animali, con un’intelligenza meno complessa.
    La presunzione di superiorità dell’essere umano in virtù della sua intelligenza, lo fa sentire più in diritto di vivere rispetto a tutto il creato e di sentire quest’ultimo come qualcosa che gli appartiene incondizionatamente e per cui può farne quel che vuole.
    Ma dove sta scritto o chi ha scritto (se non l’essere umano) che la nostra vita abbia più valore di quella di una formica? Se sapessimo stupirci e ammirare la piccola vita di una formica, così diversa da noi, eppure anche lei così incredibilmente straordinaria, proprio perché viva, forse avremmo più rispetto della vita in generale. Come, ad es., fanno i cosidetti popoli “primitivi” e come facevano i nostri nonni. La terra per questi ultimi era sì fatica, ma anche quella che dava sostentamento e doveva essere rispettata.
    La cosidetta “civilizzazione”, nei suoi più biechi aspetti, non ha fatto altro che snaturarci, allontandoci dalla terra fuori e dentro di noi, e snaturare. E la cosa più assurda che più siamo snaturati e viviamo in un ambiente snaturato, più siamo infelici e nevrotici.
    L’intelligenza, ad un certo punto della nostra storia “civilizzata”, è come se ci avesse fatto dimenticare di essere anche noi animali e di avere prima di tutto bisogni animali. Come se essere animali (e considerando questi ultimi inferiori) fosse un qualcosa che stridesse con l’intelligenza.
    La complessità dell’intelligenza umana non si è così solo trasformata in una risorsa, ma, al contrario in un complesso e pertanto in una debolezza.
    Chissà se il nostro complesso di superiorità non verrà da un lontano passato, in cui l’uomo essendo meno armato fisicamente rispetto gli altri animali, si sentisse debole e inferiore. Sarà forse questo complesso d’inferiorità, di vulnerabilità che ci fa desiderare di avere sempre più cose, che non ci necessitano veramente?
    Incredibilmente la straordinaria intelligenza umana, è un’arma a doppio taglio, come ci fa sentire più forti, allo stesso tempo ci fa essere più consapevoli di essere incerti e vulnerabili.
    Ma anziché andare dentro di noi a risolvere quest’incertezza, cerchiamo di cambiare ciò che è all’infuori di noi stessi, affastellando cose su cose e stravolgendo la natura; non accettando mai in finale che la bellezza della vita comprende anche la sua vulnerabilità e caducità, che non possiamo e potremmo mai risolvere.

  3. gli allevamenti intensivi e TUTTE le schifezze che si fanno in giro agli animali da allevamento sono INGIUSTIFICABILI oggi qui
    ma
    c’è una cosa che proprio non mi va giù:
    il giorno che riusciremo a “comunicare” con una pianta di riso (e soia e pomodoro e patata etc)…e quel giorno arriverà, è ovvio, ne sono certo…scopriremo in modo irrefutabile che pure i vegetali (come è ovvio che sia) sono vivi e soffrono e godono…e allora noi che si farà?!?…in nome del “non si mangia la vita” ci sarà chi si lascerà morire di digiuno appena compiuti i 18 anni?!?

    I popoli “occidentali” spendono di più per dimagrire che per mangiare…secondo me tanto basta a riassumere la FOLLIA della situazione odierna ma la questione, appunto, è tutta un’altra (assodata l’inaccettabilità delle crudeltà tutte):

    IL CONTROLLO DELLE NASCITE
    +
    LA MASSIMIZZAZIONE DELL’EFFICIENZA DI TUTTI I PROCESSI ANTROPICI.

  4. aggiungo solo la mia personale esperienza sul vegetarianesimo al volissimo

    Sono maschio, bianco, under 30, sano, mediamente attivo (un pò di sport, lavoro, bici, amici, cinema…insomma…normale vita di città nel 2010), 75 chili, non grasso.
    Dono il sangue da anni e qualche anno fa ho “provato” (ciascuno dice la sua al riguardo e volevo provare la questione di persona) a non mangiare carne per 6 mesi (il tempo di 2 donazioni di sangue).
    E’ stao bello. La carne rossa mi mancava ma ho imparato a domare la voglia e ho “scoperto” i legumi e tanto altro cibo che normalmente si mangia in quantità minimissime.
    Fisicamente e psicologicamente non ho notato cambiamenti, nè in positivo nè in positivo (a parte la popò che era tendenzialmente più “densa”).
    ma
    le analisi del sangue hanno iniziato a mostrare “scompensi” che hanno “allarmato” il dottore a sufficienza da fargli dire:
    “o riprendi a mangiare carne o devo cancellarti dalla lista dei donatori”.
    Ho ripreso a mangiare carne.
    E’ ovvio che siamo tutti diversi e ciascuno reagisce in modo differente agli stimoli quindi questa mia esperienza non può e non vuole essere una “regola”.
    Non escludo di riprovarci ma con l’assistenza di un bravo dietologo nella speranza di riuscire a trovare una quadra stabile nell’equazione
    carne no ma sangue ok.

    Ciao a tutti…
    🙂

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