Cecco Angiolieri fu uno dei maggiori esponenti della poesia comica toscana nel periodo a cavallo tra il XIII e XIV secolo.
Rampollo dell’alta borghesia senese, condusse una vita piuttosto “gaudente” e dissoluta, volta a scialaquare il patrimonio di famigla più che a consolidarlo. Per questo fu sempre in rotta con il padre e la madre.
In un’epoca storica dominata culturalmente dalla poesia del Dolce Stil Novo (volta a nobilitare i sentimenti amorosi come anche la figura della donna) Cecco Angiolieri, irriverente e provocatorio, ribalta tutti i nobili canoni dell’amor cortese e dei sani valori etici, morali e religiosi del tempo, dando una versione della vita assai terrena, prosaica, effimera, a tratti volgare.
La poesia ‘S’i fosse foco’ è sicuramente l’opera più conosciuta, grazie anche ad una mirabile versione musicale che ne dà Fabrizio De Andrè nel 1968.
Divertente 🙂
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;
s’i’ fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristïani imbrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti taglierei lo capo a tondo.
S’i’ fosse morte, andarei da mi’ padre;
s’i’ fosse vita, non starei con lui:
similemente faria da mi’ madre,
S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.
cassandra
A quanto pare questa settimana stiamo su una scia storico-letteraria 🙂
Beh, questa poesia, mi ricordo che quando la studiammo a scuola ci piacque molto in classe perché irriverente, in un periodo come quello dell’adolescenza in cui piace ribellarsi.
L’importante è che ci siano dele regole conosciute a cui ribellarsi, dove queste non ci sono, la ribellione diventa solo caos e in taluni casi comportamenti estremi.