I tuoi SCHIAVI

WHAT? SLAVES WORK FOR ME?

Sappiamo che esistono ancora condizioni di lavoro discutibili. Aziende che sfruttano manodopera, eccetera. Ma comprare, vendere e trafficare esseri umani? Se questo accade, dev’essere solo in culture selvagge e diverse dalla mia, ben lontano dalla mia possibilità di azione.

Si?

Inserisci il luogo dove vivi e scopri quanti schiavi hai.

…questa la mappa che mostra la distribuzione del lavoro minorile.

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Thomas Sankara

  1. Ormai da tempo, tutte le nazioni del mondo si sono impegnate ad emanare leggi, alcune più efficaci, altre meno, alcune più rispettate, altre meno, contro la riduzione degli uomini in schiavitù e contro la tratta di esseri umani.
    Queste leggi si è dimostrato necessario applicarle soprattutto in quei paesi del cosiddetto terzo mondo, dove queste pratiche erano più diffuse, ma lo schiavismo non esiste solo dove c’è la povertà, anzi, esistono schiavi anche in quel paese che pretende di chiamarsi la ‘più grande democrazia del mondo’.
    Da quanto si legge sui libri di storia, dopo molti decenni ed una guerra civile, nel 1865 fu definitivamente abolito lo schiavismo negli Stati Uniti d’America, che abbandonarono la loro consolidata prassi di sfruttare il lavoro gratuito di manodopera africana in catene, donando loro una specie di libertà, limitata dalle leggi razziali. Questo almeno è quanto viene raccontato nelle scuole, ma nella realtà questa pratica non si è mai fermata.
    La tratta dei moderni schiavi, almeno di quelli destinati a sbarcare in America, ha sostituito il suo bacino africano di risorse umane con il sud est asiatico, segue metodi diversi, da un certo punto di vista quasi più umani, ma soprattutto ha modi diversi di ottenere profitti.
    Ognuna di tutte queste storie, che finiscono nelle piantagioni americane, comincia da paesi come la Thailandia o l’Indonesia, nazioni povere, i cui abitanti che non vivono nelle città sono principalmente contadini, famiglie intere di coltivatori di soia e riso, con raccolti che al massimo possono garantire loro quel minimo sostentamento di cui hanno bisogno, ma solitamente nulla di più, è proprio in questi posti che i moderni schiavisti trovano le loro prede.
    Ma questi non sono commercianti di uomini come quelli del settecento, nel duemila gli schiavi non vengono comprati, vengono reclutati direttamente da chi poi li userà, ed arrivano in America di loro spontanea volontà, nel terzo millennio l’Amistad non ha più motivo di esistere.
    Chi ha il dovere di trovare tutta questa manodopera viene mandato sul posto dai grandi proprietari terrieri e dalle multinazionali dell’agricoltura, che possiedono terre principalmente alle Hawaii, in California ed in Florida.
    La prima destinazione della ricerca sono le campagne ed i villaggi più poveri, in cui si soffre di più la fame e nei quali è molto probabile trovare persone facili da illudere. Agli uomini più forti viene spiegato in cosa consiste l’affare, gli si prospetta un futuro più florido e sicuro, nel ‘Paese delle grandi opportunità’, visto da loro come la Terra Promessa e finalmente la felicità per le loro famiglie, bisogna solo coltivare la terra in America invece che in Asia, per molti più soldi ed in condizioni migliori, devono soltanto attraversare l’oceano con un viaggio gratuito.
    Tutti questi uomini, spinti dal desiderio e dalla disperazione, lasciano casa, campo e famiglia per guadagnare di più negli USA e poter garantire un futuro migliore ai propri figli quando torneranno in patria.
    Al loro arrivo alla tenuta che dovranno lavorare passaporti e documenti vengono sequestrati e viene loro spiegato come stanno realmente le cose e come, di fatto, sono imprigionati. Il viaggio che hanno fatto, che era stato spacciato per gratuito, viene messo in conto ad ognuno di loro e, dato che nessuno può pagarselo, diventa un debito, con interessi da usura, da saldare lavorando. Inoltre vitto ed alloggio bisogna pagarseli con lo stipendio ricevuto. Alla fine, per queste persone, il risultato è quello di trovarsi a dormire stipati in container dopo aver lavorato ore nelle piantagioni, con un debito che non può essere saldato in alcun modo, in un paese straniero, senza documenti, sotto il ricatto di ritorsioni sulle famiglie in caso di fuga.
    Il risultato ottenuto dai proprietari terrieri è lo stesso di qualche secolo prima, quello di avere grandi quantità di schiavi che lavorano nelle loro piantagioni a bassissimo prezzo.
    La piaga dello sfruttamento di esseri umani è praticata dalle stesse aziende in tutto il mondo, ovunque ci sia povertà e possibilità di sfruttare i più deboli, ma si stima che, solo negli USA, ci siano circa quarantamila persone ancora in queste condizioni, cui viene negata la libertà di tornare in patria o anche solo di contattare le loro famiglie.

    di Giacomo Dolzani
    http://linformatoresociale.wordpress.com/2011/10/15/schiavi-di-oggi-nelle-coltivazioni-del-nuovo-mondo/

  2. …sono finalmente riuscito a fare il questionario (il sito target del link non ha funzionato per qualche giorno).
    Mi è servita una manciata di minuti (diciamo 10) ma è estremamente interessante e ringrazio IMMENSAMENTE “paz” per la condivisione.
    Risulta che ho 20 schiavi principalmente in Cina, India per soddisfare la mia “sete” di vestiti e gadget elettronici.
    E la vergogna cresce e cresce e cresce.
    E pensare che ho già fatto fuori: l’automobile, metà dei vestiti, due computer, 40 metri quadri di appartamento, la lavatrice, il frigorifero, la TV e 3/4 dei libri…insomma…il problema è che sono Italiano!!!
    Praticamente ho sul groppone la mia parte di “debito umano” contratto dalla società in cui sono involontariamente nato…bella storia… 🙁

  3. Ma in realta’ ho fatto due conti e quei numeri non hanno senso, tutti otteniamo tra i 20 ed i 60 schiavi, per una media di una quarantina a testa. Se moltiplichi quel numero per la popolazione italiana, viene fuori 3 miliardi di persone, che significa che piu’ o meno c’e’ meta’ della popolazione mondiale “schiavizzata” dalla sola popolazione italiana. E vabbe’. Quindi intendono semplicemente operai in catene di montaggio che lavorano in situazioni da far sembrare il David Copperfield di Dickens un piccolo lord. Pero’ a rigore non sono “schiavi” ne’ tantomeno si puo’ dire che io “abbia degli schiavi” perche’ dei miei 44 schiavi, in realta’ molti li condividiamo un po’ tutti quanti. E’ la semplice situazione di un operaio in catena di montaggio, che baratta la vita per produrre centinaia di beni che non puo’ usare. E’ la produzione di massa, la globalizzazione, il capitalismo sfegatato, ma non e’ certo una vera e propria schiavitu’. Per carita’, lungi da me difendere il nostro stile di vita, qualcosa andrebbe fatto, MA dire che si “posseggano degli schiavi” e’ populismo piu’ puro, nonche’ falso. Altrimenti, come dicevo sul mio wall, io ho 44 schiavi e mi tocca ancora cucinare e lavare casa mia? Visto che li posseggo, mandatemente una decina di qui e poi vediamo. 😀 La verita’ e’ che nel sistema moderno manco noi “occidentali evoluti” possediamo un bel niente. Ma almeno ce la godiamo, quello si’. Li’ non possedono niente e in piu’ vengono sfruttati, ma tant’e’: se le cose continuano cosi’ in pochi anni si prenderanno la loro bella rivincita e tocchera’ a noi piangere sangue e miseria, sta gia’ succedendo.

  4. OVVIAMENTE quel numero non significa che sono TUTTI tuoi 24/7. Direi che sono “condivisi”…il bimbo che fa mattoni in cina beh…non li fa solo tutti per te…li fa anche per me.
    Il senso che apprezzo di questo “esercizio” è leggere quel che il sito racconta e sensibilizzarsi alla questione
    poi, in fondo, per fare il conto si fa veloce:
    7 miliardi di umani in tot (oggi) di cui 1 miliardo abbondante (noi “ricchi occidentali civilizzati”) che consumiamo la stragrande maggioranza (80%?…90%?) delle risorse (umane comprese) di tutto il pianeta.

  5. Io sono d’accordo col sensibilizzare, ma mi trovo meno d’accordo nel puntare il dito ed usare la demagogia. Ora, vero che il dire “avete 40 schiavi” effettivamente fa presa: ne stanno parlando in molti sui vari social network, e certi problemi e’ sempre meglio affrontarli, ma comunque la disinformazione e’ pur sempre disinformazione. Il motivo per cui il nostro stile di vita va cambiato e’ ben piu’ reale e stringente (dal nostro punto di vista, l’unico che conta) dei poveri 40 “schiavi” in cina. E’ che sta impoverendo e rendendo schiavi noi stessi. E non parlo di filosofia o di impoverimento della anime e dei valori, di quello me ne frega. Parlo di impoverimento vero: per avere piu’ di quello che possiamo permetterci (3 cellulari, 2 automobili, 4 computer, 20 paia di scarpe che non usiamo, 3 TV LCD per famiglia, Aria condizionata in ogni casa, etc. etc. il classico sistema americano dello spendi piu’ di quello che puoi davvero, ma che tanto sta piacendo anche in Italia) , siamo costretti a far costruire queste cose in Cina a manodopera che ci costa un centesimo. Perche’ siamo ingordi. Ma i cinesi non sono mica scemi e se potessero ci appenderebbero volentieri per le palle. Cosi’ ci ritroviamo a mandare le nostre ricchezze la’ per avere indietro i nostri beni a prezzo stracciato, col risultato che diamo lavoro a 1 “schiavo” li’ anziche’ a 50 operai qui (perche’ il lavoro di uno schiavo la’ e’ fatto da 50 normali lavoratori qui, pressapoco), questo significa che sul lungo periodo ci impoveriamo, travasando soldi senza ritorno vero e creando disoccupazione per nostra stessa colpa. E la pagheremo cara. Preferirei pagare un cellulare 1000 euro e potermene permettere uno ogni 5 anni, anziche’ due l’anno, ma sapere che e’ fatto qui e i nostri soldi vanno da me a te scambiando ricchezza ma non sprecando effettivamente nulla, cosi’ l’economia gira davvero altro che spendere a cazzo come dice Berlusconi; piuttosto che al cinese perche’ cosi’ facendo i soldi escono dal nostro sistema e vanno nel loro e noi li perdiamo per sempre. Io mi meraviglio che nessuno capisca questo, e’ una cosa tanto banale e fondamentale: se io pago te per un servizio, ho speranza che quei soldi restino in circolo e tornino indietro o comunque creino benessere qui, se io mando quei soldi in Cina, non li vedro’ mai piu’.

  6. …superficialmente e rapidamente evidenzio un mio semplice pensiero:
    IL sistema NON è gli USA o UE o “noi”
    bensì (secondo me)
    IL sistema è IL PIANETA INTERO
    omnicomprensivo:
    i fiumi, le nuvole, montagne e oceani, flora e fauna terrestre, flora e fauna marina, e i popoli tutti

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