Italia: finita la democrazia. Potere alle banche!

Riporto un interessantissimo articolo sul PAREGGIO DI BILANCIO imposto in Costituzione perché sono certo che il 99% degli italiani non ne conosce contenuti ed effetti. E’ un invito alla riflessione. Alla fine si potrà sempre dire …. “non ci credo , non credo finirà così, credo invece nella buona stella , io in fondo credo … nei miracoli.”

Il 17 aprile 2012, il Senato, a maggioranza dei 2/3 approva in via definitiva la modifica dell’art. 81 della Costituzione. Viene introdotto il pareggio di bilancio.
Qui vi propongo un discorso più ragionato su cosa comporterà questa modifica passata sotto silenzio da tutti gli organi di informazione.

Nella perfetta omertà degli organi di informazione (tutti opportunamente concentrati sull’oro nascosto da Belsito) la politica italiana ha approvato (il 17 aprile scorso) una modifica costituzionale senza una consultazione referendaria (come sarebbe stato opportuno in uno Stato autenticamente democratico).
Purtroppo però siamo in Italia. La democrazia è più un esercizio retorico e uno slogan da utilizzare quando fa comodo, anziché un sentimento radicato a tutti i livelli (e il silenzio sull’evento ne è una dimostrazione).
Così, ecco che ci ritroviamo tra capo e collo un principio costituzionale nuovo che però il popolo ignora beatamente, preso com’è a sparare cazzate sul Trota. Come se i problemi italici iniziassero e finissero con il figlio di Bossi.

Ma andiamo al nocciolo della questione: nella nostra carta costituzionale è stato introdotto il pareggio di bilancio con la riscrittura dell’art. 81 della Costituzione.
Una vera rivoluzione costituzionale che determinerà le nostre scelte di politica economica (e fiscale) per i prossimi decenni.
Ecco cosa recita il nuovo art. 81 della nostra Costituzione:
Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

La norma impone l’equilibrio tra le entrate e le uscite. Come ho già detto, si spende quanto si incassa. Per carità, il principio di per sé appare apprezzabilissimo.
Ma c’è un ma. Lo Stato non è un’impresa o una famiglia.
Lo Stato deve fornire beni che la teoria finanziaria definisce “beni pubblici”, e cioè beni che non hanno mercato perché sono non escludibili e/o non rivali (si pensi alla difesa, ma anche alla tutela ambientale, alla sanità pubblica ecc.). Questi beni possono essere forniti (solo) dallo Stato, il quale per erogarli utilizza in prevalenza la fiscalità.
Ciò detto, ci si pone un problema. Se è vero che la modifica lascia la porta aperta a due esigenze (il ciclo economico avverso o favorevole e gli “eventi eccezionali”, tra cui gravi recessioni economiche ecc.) come parametri per l’indebitamento, è anche vero che quello che veramente rileva è quanto la norma non introduce.
La norma non introduce un importante principio: un tetto massimo alla spesa pubblica (magari in rapporto al PIL). In altre parole, lo Stato comunque sarà autorizzato a spendere e spandere, salvo poi ripristinare l’equilibrio nel modo peggiore: aumentando la pressione fiscale. Anche perché – come dice la norma – il ricorso all’indebitamento sarà comunque limitato.

Ma l’aspetto peggiore del “colpo” non riguarda solo l’equilibrio (e dunque il pareggio di bilancio) o i limiti all’indebitamento, ma riguarda anche l’obbligo per gli enti e le amministrazioni pubbliche di conformarsi alle norme europee affinché venga rispettato l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico (sono per questo state apportate modifiche sia all’art. 97 Cost. e all’art. 119 Cost.).
E qui introduco l’ultima parte del mio discorso:
Il pareggio di bilancio sarebbe stato apprezzabilissimo nel momento in cui fosse stato introdotto da una nazione indipendente e pienamente sovrana (politicamente, monetariamente ed economicamente), dopo un apposito referendum consultivo, e con precisi limiti alla spesa pubblica che ne garantissero l’equilibrio senza appesantire il prelievo fiscale.
Questo non è stato fatto.
Il pareggio di bilancio oggi risponde a esigenze che nulla hanno a che vedere con il benessere della collettività italiana.
Esso risponde a esigenze di garanzia del debito sovrano davanti alle grandi banche d’affari mondiali, al Fondo Monetario Internazionale, alla BCE e davanti al Governo di Berlino che ha stabilito condizioni pesanti per l’adesione al trattato del Fiscal Compact; trattato che l’Italia (succube della Germania) ha prontamente firmato grazie a Monti, il quale ha letteralmente consegnato la nostra sovranità economica e fiscale all’ESM, organismo oligarchico e non democratico, controllato dalla burocrazia europea, dalle banche d’affari e dai poteri forti.

Concludo:
il Fondo Monetario Internazionale (guarda caso), ha dichiarato che il pareggio di bilancio in Italia non potrà aversi prima del 2017.
Sapete cosa significa questo? Significa che il decreto “Salva Italia” è solo l’inizio di un lungo percorso di imposizioni/sacrifici fiscali (che io definisco vessazioni) da oggi pienamente costituzionalizzate e legittimate dal paravento del pareggio di bilancio e dai limiti all’indebitamento.
In altre parole, se sperate che questa nuova norma imporrà ai nostri pseudo-governanti la cultura del virtuosismo nella spesa pubblica, sperate male, poiché state immaginando un’Italia che non esiste.

(articolo originale su Il Jester.it)

1 comment to Italia: finita la democrazia. Potere alle banche!

  • RoMa

    Quando il 16 Novembre del 2011, Mario Monti giurò sulla costituzione di servire l’esclusivo interesse nazionale dell’Italia, giurò il falso. Lui quel giorno era nel direttivo della più grande banca d’affari al mondo, la Goldman Sachs. Era nel direttivo di una delle tre grandi agenzie di rating, Moody’s. Era nel direttivo del Gruppo Bilderberg. Così come era il Presidente Europeo della Commissione Trilaterale. Parliamo delle istituzioni che rappresentano i poteri finanziari forti, e che sono all’origine della speculazione finanziaria….

    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=db3y0xUYyGw

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