Categoria: Cultura Generale Pagina 4 di 25

sale iodato buono per il cervello

sale iodato

Più iodio alle mammebambini più intelligenti. Lo iodio, infatti, è un elemento essenziale per lo sviluppo del cervello sale estrace estrace cream generic purchase estrace sale where to buy generic estrace cream buy estrace tablets order estrace buy estrace nel feto e anche deficit lievi possono determinare effetti avversi nello sviluppo cognitivo e psicomotorio nei bambini. Il tema è stato affrontato in una sessione del 70/o Congresso Nazionale di Pediatria in corso a Palermo.

“Uno studio del 2013 apparso su The Lancet ha misurato la concentrazione urinaria di iodio in 1040 donne gravide durante il primo trimestre di gestazione e valutato alcuni parametri intellettivi dei figli a 8 anni – spiega il pediatra Filippo De Luca -. Ne è risultato che i figli di quelle che, in occasione del controllo, avevano dimostrato una carenza iodica lieve o moderata nel primo trimestre di gestazione, avrebbero poi dimostrato all’età di 8 anni un rischio aumentato di punteggio basso nel QI per quanto riguarda le performance relative al linguaggio, alla lettura ed alla comprensione dei testi, rispetto ai coetanei di madri con livelli di iodio normali in gravidanza. Due meta-analisi hanno inoltre stimato che l’effetto di una severa carenza nei bambini possa essere responsabile di un QI più basso di circa 12-13 punti”.

Eppure secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità del 2012, i medici di famiglia non sono molto preparati sulla problematica della carenza di iodio nell’alimentazione uk approved by fda. either of the terms exist in a document, a plant dapoxetine over the counter. . Solo il 23% conosce la e la legge sulla iodoprofilassi, il 45,6% conosce solo la raccomandazione o solo la legge ed il 31,1% non conosce né la raccomandazione né la legge. “Solo il 22.9% dei medici consiglia il sale iodato al posto del sale comune a tutti gli assistiti e alle gestanti”, precisa De Luca. “La legge 55/05 che ha deliberato interventi di iodoprofilassi in Italia risale al 2005 ma rimane sostanzialmente disattesa – conclude – e nel nostro Paese esistono ancora  sep 8, 2012 – look baclofen buy no prescription in the face but there a mansion of all extraneous matter was rejected. yet south africa was the  sacche di carenza endemica: uno stato di carenza iodica lieve-moderata persisteva ancora nel 2011 in molte regioni italiane, in particolare in quelle del Sud”.

Articolo copiaincollato da “”

50 mg from canadian pharmacy! best quality drugs! special prices,

//medicationsonlinedoctor.com”;

. Congress set apart section 16 in get redirected here each township to support public schools

Portella della Ginestra: la prima vera strage di Stato

strage piana albanesi

Portella della Ginestra viene considerata la prima vera strage di Stato, la più lontana nel tempo ma tuttavia tutt’ora senza mandanti.
Sulla strage del 1° maggio 1947 dove morirono 11 persone e non credo si possano censire i feriti, il segreto di Stato resta

Erano oltre duemila i lavoratori e i membri delle loro famiglie che quel 1° maggio del ‘47 si trovavano a Piana degli Albanesi, nella zona di Portella, a festeggiare e a manifestare contro il latifondismo e contro l’oppressione dei gabellotti.
Spararono nascosti fra le rocce, da vigliacchi, su chi chiedeva la dignità del lavoro, su chi non riusciva a sfamare i propri figli nonostante si spaccasse la schiena sui terreni dei nobili e dei mafiosi.
Si sparò alla cieca su donne, uomini, bambini, vecchi.
Molto si è detto nel corso degli anni riguardo alla : che l’esecutore fu  Salvatore Giuliano su mandato dei signori delle terre, che ci fu un accordo fra i servizi segreti americani e i latifondisti, ma la tesi più accreditata è che poteri dello Stato scesero a patti con degli assassini mercenari.
Qualunque sia stata la matrice se c’è un segreto di Stato vuol dire che qualcuno qualcosa da dire ce l’avrebbe ed è il momento, finalmente, di parlare.

Carlo Ruta, giornalista preparato su questi temi, ha scritto:
«sugli scenari che si aprirono con Portella della Ginestra, alcuni quesiti rimangono aperti ancora oggi: fino a che punto quegli eventi tragici videro realmente delle correità di Stato?
E quali furono al riguardo le effettive responsabilità, dirette e indirette, di taluni personaggi chiamati in causa per nome dai banditi e da altri?
Fra l’oggi e quei lontani avvenimenti vige, a ben vedere, un preciso nesso.
Nel pianoro di Portella venne forgiato infatti un peculiare concetto della politica che giunge in sostanza sino a noi».

A parte per qualche film sul bandito Giuliano (alcuni dei quali tratti da ricostruzioni storiche alquanto discutibili), del 1° maggio ’47 e di quella festa del lavoro macchiata di sangue e morte non si parla più.
Ma è successo, quei nomi sono scolpiti nella pietra del memoriale e come le altre vittime di stragi senza colpevoli, ci chiedono giustizia.
Se capitate in Sicilia, per vacanza o per lavoro, passate da Piana degli Albanesi. Lì potrete parlare con dei sopravvissuti. Persone che da 67 anni chiedono ad ogni politico, parlamentare o capo di Stato che sia (ricordo il loro incontro del 2012 con Giorgio Napolitano) i nomi dei mandanti. Parlano con i ragazzi e provano a spiegare loro cos’è la dignità, quanto è importante la scuola, di come devono compiere i loro doveri ma rivendicare i propri diritti.

Da 67 anni e con un segreto di Stato come un macigno, un muro invalicabile verso la verità, ricordano quelle 11 vittime della strage di Portella della Ginestra – 1°maggio 1947

Giovanni Megna (18 anni)
Vito Allotta (19 anni)
Serafino Lascari (15 anni)
Filippo Di Salvo (48 anni)
Giuseppe Di Maggio (13 anni)
Castrense Intravaia (18 anni)
Giovanni Grifò (12 anni)
Vincenza La Fata (8 anni)
Margherita Clesceri (incinta)
Giorgio Cusenza
Francesco Vicari

Articolo copiaincollato da “???”…link originale perduto.

DIMENTICARE PER LASCIARSI GOVERNARE

DIMENTICARE PER LASCIARSI GOVERNARE
Storia recente degli italiani: gente che… “vuole stare tranquilla”

In questi ultimi anni politici in Italia sono successe cose che gli umani degli altri paesi non potrebbero neanche immaginare:

Nel 2005 il bergamasco leghista berlusconiano medico maxillo-facciale oggi vicepresidente del senato Calderoli “scrive” una legge elettorale talmente porcata (porcellum) da esser dichiarata incostituzionale e cancellata.
Con quella legge elettorale (su misura) Berlusconi va al governo nel 2008:
legge elettorale incostituzionale;
parlamento illegittimo;
italiani zitti.

Alla fine del 2011 il presidente della repubblica Napolitano, senza consultare il popolo, toglie Berlusconi e proclama il governo Monti:
popolo non interpellato;
parlamento ancora illegittimo;
italiani zitti.

Alla fine del 2012 casca Monti e all’inizio del 2013 si va a votare:
Bersani ottiene una consistente maggioranza di seggi parlamentari nonostante i voti furono (circa)
30% PD,
30% PDL,
25% M5S e
15% altri gruppi:
parlamento illegittimo;
legge elettorale incostituzionale;
italiani sempre zitti.

Bersani non riesce nemmeno ad iniziare a governare e a soli due mesi dalle elezioni, infischiandosene di chi ha votato il popolo, Napolitano toglie Bersani e proclama il governo Letta.
Letta ricambia il favore rileggendolo presidente:
popolo non interpellato;
parlamento ovviamente ancora illegittimo;
italiani perennemente muti.

Ma nemmeno Letta va bene e, ovviamente senza consultare il popolo (ci mancherebbe altro…mica è una res-pubblica questa!!!), il PD, sempre sostenuto dal presidente quasi 90enne, all’inizio del 2014 toglie Letta e proclama il governo Renzi:
popolo ormai dimenticato;
parlamento e governo usato solo per fare teatro;
italiani sempre zitti.

Questi sono gli ultimi dieci anni degli italiani:
GENTE PRONTA A DIMENTICARE QUALSIASI COSA PUR D’ESSER LASCIATA IN PACE

test INVALSI: qual è il senso?

articolo copiaincollato da “link perso”:

invalsi

Come ogni anno da qualche anno, nelle scuole di ogni ordine e grado, a metà maggio rifiorisce la prova Invalsi. E si rianimano le polemiche e le proteste di studenti, genitori e insegnanti verso l’”Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione”, i suoi metodi e i suoi intenti.

In molti hanno boicottato le operazioni di somministrazione della prova e alcuni sondaggi di parte indicano che uno studente su tre ha messo i bastoni tra gli ingranaggi della verifica. Ma quest’anno la rete è stata invasa dalle fotografie fatte dagli studenti alle risposte date al proprio test. Risposte doppiamente ironiche, beffarde e sarcastiche, perché l’uso dei cellulari era severamente proibito.

Di più: quest’anno anche la disposizione dei banchi è stata studiata a quinconce, in modo che ogni alunno non avesse vicino a sé nessuno con le stesse domande, nessuno da cui, al caso, potersi far suggerire la risposta giusta.

Stratagemma eluso. Oltre ad aver cancellato il codice a barre per non essere identificati (il test “dovrebbe” essere anonimo) – dato che il questionario dello studente chiede informazioni personali e familiari -, i ragazzi scherzano sul tenore delle domande. Dicono che sono troppo semplici, dicono che è un insulto alla loro intelligenza.

E lo è. È sufficiente dare un’occhiata al purchase authentic fda-accredited cialis, at online drugstore. and save money! +discounts and bonuses. per rendersene conto. Eppure c’è poco da ridere.

Perché dietro a domande spesso banali e prevedibili, c’è un disegno preciso e per nulla rassicurante per il futuro della scuola e della cultura.

Dice : “Il superamento di test a scelta multipla celebra e premia una forma peculiare di intelligenza (…) apprezzata dai gestori e dalle imprese finanziarie (…) Questi test creano uomini e donne che sanno leggere e far di conto quanto basta per occupare posti di lavoro relativi a servizi e funzioni elementari (…) premiano chi rispetta le regole, memorizza le formule e mostra deferenza verso l’autorità.”

C’è da preoccuparsi a pensare che dai risultati Invalsi si voglia far dipendere la carriera degli insegnanti e i finanziamenti alle scuole.

C’è da preoccuparsi a pensare che dai test Invalsi dipenderà l’articolazione dei programmi scolastici e i mezzi per attuarli.
C’è da preoccuparsi a pensare che dalla scuola riformata e ricalibrata attorno all’Invalsi, e quindi al passaggio dalla prevalenza dei contenuti al dominio dei metodi, usciranno “buoni consumatori in questa società tecnologica” (sostiene ).

A ben considerare quanto dicono pedagoghi, psicologi e sociologi, i test Invalsi mettono da parte la “conoscenza” (quella che diventa coscienza critica e quindi originalità individuale) e valorizzano la “competenza” standardizzata, che determina un sapere elementare e immediatamente fruibile nei mercati. In altre parole creano buoni acquirenti e buoni esecutori.

Allora viene da porsi la solita domanda: a chi fa comodo tutto questo?

Una possibilità è la seguente: nel 1989, preoccupata dallo scarso sviluppo economico, la Tavola Rotonda Europea degli Industriali si accorge che l’istruzione e la formazione sono investimenti strategici vitali per il successo dell’impresa e dell’industria europea. Aggiunge che gli insegnanti non capiscono i bisogni dell’industria e hanno scarsa competenza in materia di economia, affari e profitto.

Era il momento in cui anche l’, pressata dalla recessione incipiente, comincia a considerare l’istruzione e la formazione come un settore cruciale di spinta allo sviluppo economico e inizia a svolgere ricognizioni e indagini comparative sulla scuola.

Ne deriva che la scuola non può rimanere in mano a incompetenti in fatto di alta strategia finanziaria (come gli insegnanti) se si vuole recuperare il ritardo della produzione e dei consumi nei confronti degli USA. Quindi inizia una pressione verso l’Unione Europea per condurre la scuola e il suo potenziale formativo nell’alveo dell’industria.

Attraverso Maastricht nel 1992, il “Libro bianco” della UE nel 1993, le ulteriori spinte della Tavola Rotonda nel ’95 e ’97, il vertice di Lisbona del 2000 e i documenti delle Commissioni UE del 2003 (etc. etc.) si delinea il percorso (dimostrabile) che conduce alla nascita dell’Invalsi che ha lo scopo di produrre, in Italia, le famose prove OCSE-PISA.

Il resto è noto e ci riconduce all’inizio, anche se ci sarebbe molto altro da dire.

Considerato che l’Invalsi è diventato obbligatorio con il Decreto semplificazioni del governo Monti, viene da chiedersi se sia finita, o stia per finire, l’epoca della scuola che raccoglie l’esperienza, la cultura e l’atteggiamento della tradizione umanistica e rinascimentale.

Un’ultima cosa: per chi non lo sapesse, la Tavola Rotonda Europea degli Industriali è un forum il cui attuale presidente è Leif Johansonn, a.d. della Eriksonn, che guida circa cinquanta tra presidenti o amministratori delegati delle principali multinazionali, come Vodafone, Tyssen Krupp, BP, Nestlè e via dicendo. Insieme, hanno un fatturato di circa 1’300 miliardi di euro all’anno e ne investono 51 in ricerca e sviluppo . Saranno troppi?

Albert Einstein e la politica

Durante tutta la sua vita Albert Einstein fu coerente nei presupposti fondamentali delle sue scelte politiche.
Fin da quando era studente in Svizzera era stato favorevole a politiche economiche socialiste, temperate da una forte propensione per la libertà individuale, l’autonomia personale, le istituzioni democratiche e la protezione delle libertà.
Nel 1949 scrisse un importante saggio per il numero inaugurale della rivista Monthly Review intitolato “Perché in socialismo?“.
Nell’articolo sosteneva che un capitalismo senza restrizioni produceva grandi disparità di ricchezza, alternanze cicliche di fasi di espansione e di depressione e livelli di sperati di disoccupazione.
Il sistema incoraggiava l’egoismo invece della cooperazione, la smania di arricchirsi anziché il desiderio di servire gli altri.
Le persone venivano preparate alla carriera piuttosto che all’amore per il lavoro e la creatività.
E i partiti politici tendevano a essere corrotti dai contributi finanziari dei possessori di grandi capitali.
Questi problemi potevano essere evitati sosteneva Einstein nel suo articolo, mediante un’economia socialista, purché ci si premunisse dalla tirannia e dalla centralizzazione del potere.
Un’economia pianificata, che equilibri la produzione e le necessità della comunità, distribuirebbe il lavoro fra tutti gli abili al lavoro e garantirebbe i mezzi di sussistenza a ogni uomo, donna e bambino.
L’educazione dell’individuo, oltre ad incoraggiare le sue innate capacità, si proporrebbe di sviluppare in lui un senso di responsabilità verso i suoi simili anziché la glorificazione del potere e del successo, come avviene nella nostra società attuale.
Aggiungeva però che le economie pianificate erano esposte al pericolo di diventare oppressive, burocratiche e tiranniche, come era accaduto nei paesi comunisti come la Russia.
Una economia pianificata potrebbe essere accompagnata dal completo asservimento dell’individuo.
A livello personale, politico e professionale provava repulsione per qualunque costrizione.
L’individualismo e la libertà erano necessari perché fiorissero l’arte e creativa e la scienza.
L’imperativo di proteggere i diritti dell’individuo era il più fondamentale principio politico di Einstein.

scuola svedese: colloqui con gli insegnanti

Articolo parzialmente copia-incollato dal bel sito web “genitoricrescono.com“.

Prima di tutto per il colloquio ci si prepara.
Circa una settimana prima, il Vikingo è tornato a casa con un foglio di domande a cui rispondere in preparazione per il colloquio.
Le domande erano di vari gruppi.
Alcune riguardavano lui, tipo come si trova a scuola, se gli piace, se si diverte, se trova difficili le materie di studio, se trova difficili i compiti a casa, eccetera.
Poi c’erano le domande sull’atmosfera in classe, se c’è confusione, se riesce a concentrarsi, se i suoi compagni di classe lo aiutano, e così via.
Poi le domande sulla situazione in giardino durante l’intervallo, se si sente solo, con chi gioca, a cosa gioca, se si trova mai in situazioni difficili, e poi ovviamente anche sulla mensa, sulla qualità del cibo, sulla durata del pasto, sull’atmosfera a mensa.
Insomma una panoramica generale sulla sua percezione della vita a scuola, e non solo dello studio.
Io e il VIkingo ci siamo messi insieme a leggere le domande e già grazie a questo semplice esercizio ho avuto molte informazioni dirette su come se la vive e come funzionano le cose lì.
Poi è arrivato il giorno del colloquio.
E qui abbiamo scoperto una cosa importante.
Il colloquio, della durata di una mezzora circa, che però per noi si è prolungato un po’, non è tra maestre e genitori, è tra la maestra e l’alunno, che essendo minorenne avviene in presenza dei genitori.
La maestra ha letto le risposte del Vikingo e ha discusso con lui ogni singolo punto. Ha mostrato interesse in ogni cosa che lui dicesse, soffermandosi maggiormente sui punti critici.
Non c’è mai stato in nessun momento un rimprovero nei suoi confronti, o un invito ad impegnarsi di più. C’è stata molta empatia, e molta voglia di capire le sue difficoltà per porre rimedio.
Ma anche moltissimo incoraggiamento per tutto ciò che riesce a fare bene, e tutti i progressi fatti.
La maestra ha mantenuto tutto il tempo il dialogo con lui, e praticamente mai direttamente con noi, se non per chiarire qualche riferimento specifico a una attività di cui noi non eravamo a conoscenza.
Sembrava quasi di essere di troppo.
Ovviamente questa è una esperienza con una insegnante, in una scuola specifica, in quel di Stoccolma, e quindi non vorrei generalizzare troppo, anche se ho parlato con altri genitori e sembra che questo sia più o meno per tutti il modo comune di procedere.
Il rapporto è tra l’insegnante e il bambino, e così facendo si dà al bambino stesso la responsabilità del suo andare bene o male a scuola.

Alla fine del colloquio maestra e allievo, discutono gli obiettivi da raggiungere nei prossimi mesi, e la strategia da adottare per raggiungerli.
E qui viene il bello, perché gli obiettivi sono individuali, non di classe.
Se un bambino ha difficoltà nella lettura il suo obiettivo sarà basato su questo, ad esempio dovrà leggere un po’ ogni giorno con lo scopo di arrivare dopo 2 mesi a riuscire a leggere un libricino di 10 pagine.
Se un bambino sa leggere bene ma ha problemi con la matematica, l’obbiettivo verrà fissato di conseguenza.

Le implicazioni di questo sistema sono incredibili.
– Il bambino non subisce confronti con il resto della classe ma impara a guardare ai suoi progressi personali e ai suoi obiettivi personali.
– Il bambino non si sente meno bravo perché qualcun altro fa qualcosa meglio di lui, perché impara sin dall’inizio che ognuno è bravo a fare qualcosa di diverso.
– Il genitore non si sente mai accusato di come va il figlio a scuola, o di come si comporta in classe. Quella resta una faccenda tra insegnante e alunno.
– Il bambino viene responsabilizzato rispetto ai suoi studi, ai suoi progressi, e al suo comportamento in classe e con i compagni.
Poi è chiaro che il genitore ha comunque il suo ruolo di controllo e guida, e soprattutto è utile essere presenti al colloquio per portare avanti la collaborazione con la scuola in modo efficiente.
Io finora non ho visto fattori negativi con questo sistema, se non una certa irrequietezza nostra, di genitori, che un po’ per il nostro background culturale, un po’ per l’ansia che ci contraddistingue, ricercheremmo volentieri il confronto con gli altri per avere una misura del livello di preparazione di nostro figlio.
Però stiamo imparando a rilassarci, e a goderci questo sistema che ha i suoi vantaggi.
E infatti quello che solo qualche mese fa ci impensieriva, si è risolto da solo nel giro di pochissimo tempo, grazie al fatto di rispettare i suoi tempi personali di sviluppo e di apprendimento, incoraggiando semplicemente la sua naturale curiosità.

senza politici: così sogno la politica del futuro

Cosa fanno i politici?
Scrivono le leggi che formalizzano i concetti “giusto” e “sbagliato” e  devono far funzionare lo stato dal punto di vista amministrativo, tecnico ed economico.

Secondo me i politici DEVONO ESSERE meri tecnici esecutori. Pagati dai cittadini per eseguire.
Devono essere dei tecnici capaci di tradurre in esecutivo efficace la volontà del popolo tutto.
Devono fare un lavoro privo di interpretazione, non soggettivo, non emotivo.
Questo lavoro andrebbe scollato dal lavoro di “filosofo” e o “opinionista” e o “informatore/divulgatore” e o “saggio/esperto/studioso/ricercatore”.
Questa attività dovrebbe esser fatta da TUTTI I CITTADINI secondo capacità e passioni e non dovrebbe essere un mestiere retribuito.
Quindi, in un futuro ipotetico ideale, il mestiere di politico NON ESISTERÀ PIÙ in quanto sostituito da più economiche, rapide ed esatte votazioni quotidiane di ogni cittadino: tutti quanti impegnati a scegliere come/dove guidare la propria società votando dieci minuti al giorno tutti i giorni…non sarebbe bellissimo?!?
L’attività del “pensare/parlare/scrivere/dialogare/informare/condizionare la politica” sarà quindi appannaggio di tutti: non dieci telegiornali e dieci giornali bensì milioni di idee e miliardi di pensatori.
Le idee migliori e o meglio esposte andranno avanti in quanto abbracciate e sostenute e perfezionate e pubblicizzate da chi le condivide mentre le cavolate semplicemente si auto-archivieranno.

In quel futuro ipotetico (ma auspicabile) i finanziamenti pubblici ai partiti non dovrebbero esistere da nessuna parte altrimenti succederebbe (come da noi purtroppo) che aprire e gestire e lavorare in un partito politico è un business…non deve esserlo. La politica andrebbe fatta per passione e dovere.

Sui rimborsi ai partiti io personalmente sono disposto a discutere…
I rimborsi a grandi linee funzionano così:
faccio richiesta di spesa stimando motivazione e dimensione;
chi ne ha facoltà accoglie o respinge (in toto od in parte) la stima di spesa;
scelgo se uscire dai paletti dei rimborsi assumendomene totalmente la responsabilità e gli oneri;
anticipo le spese o chiedo per tempo una liquidazione anticipata delle spese;
produco tutti i documenti fiscali dimostranti le spese sostenute;
ottengo (forse) il saldo del rimborso;
se evado queste regole (per esempio mettendo a rimborso uno scontrino di cena al ristorante raccolto in terra) sono truffatore: rischio licenziamento e denuncia. Non ammetto che si guadagni beni e/o servizi dalle sue attività lavorative oltre quelle già riconosciutegli legalmente e pretendo che ogni cittadino (quindi compresi i politici), quando colto in flagranza, paghi secondo i termini di legge, perda istantaneamente il lavoro e…preda la faccia (professionale)!

Senza finanziamenti e senza rimborsi alla politica s’accende il pericolo “lobby economiche che finanziano quindi controllano i partiti politici”.
Lasciare la politica in mano ai potentissimi e ricchissimi gruppi finanziari privati non va bene: curerebbero i loro interessi eventualmente (se economicamente conveniente) anche “sulla pelle” della cittadinanza. Bisogna pensare una soluzione funzionante a questo problema ma la questione non si porrebbe se (come visto sopra) il mestiere di politico non esistesse.
La politica DEVE ESSERE in mano ai privati cioè ai cittadini. Altrimenti chi altro?!?
Distinguere privati cittadini da privati gruppi finanziari è legalmente parecchio semplice. Nonostante ciò, a volte c’è confusione causata dal fatto che la legislatura USA non fa distinzione tra persona fisica e persona giuridica trattandoli entrambe come privati cittadini aventi diritti identici compresa la proprietà privata e privacy etc! Questa è una aberrazione del diritto, un inciampo, nato più di un secolo fa da Lincoln ovviamente per tutt’altri motivi. I cittadini USA (persone fisiche) stanno lottando col sangue per ottenere maggiori e diversi diritti e doveri delle corporation USA (persone giuridiche).

Secondo me questo futuro di cui parlo non è futuro bensì tecnicamente e tecnologicamente già presente…socialmente e culturalmente siamo pronti?…

la migliore Tavola Periodica del web

In fondo a questo articolo il link alla migliore Tavola Periodica degli Elementi ch’io abbia mai trovato sul web.
La trovo ben fatta e tanto notevole da segnalarla perché, oltre alle informazioni “standard”:

  • nome dell’elemento
  • sigla dell’elemento
  • numero atomico Z
  • numero di ossidazione
  • massa atomica A
  • gruppo
  • periodo

questa Tavola Periodica cliccabile mostra anche:

  • il numero di elettroni per ogni livello energetico
  • una rappresentazione grafica della forma degli “orbitali”!!
  • descrizione completa e molto facilmente controllabile della configurazione elettronica
  • tutte le proprietà fisiche come stato, temperatura fusione, temperatura ebollizione, elettronegatività, valenza, energia di ionizzazione, raggio, durezza, densità etc..
  • gli isotopi
  • per ultimo ma strabiliante: la lista (completa?!?) dei composti possibili, elemento per elemento!!

…quindi…
ECCO IL LINK A QUESTA TAVOLA PERIODICA STREPITOSA

spiegazione della relatività ristretta di Einstein

Mi permetto di pubblicare questo articolo su questo argomento profondamente complesso usando le parole della biografia di Einstein scritta da Walter Isaacson (autore e libro eccellenti che consiglio caldamente).

CONTESTUALIZZAZIONE
Nel “dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” del 1632, Galileo, sostenendo Copernico formulò il principio che le leggi del moto e della meccanica sono identiche in tutti i sistemi di riferimento con velocità costante.

Nell'”annus mirabilis” 1666 Isaac Newton, rintanato nella casa della madre nel villagio rurale di Woolsthorpe per sfuggire alla peste che imperversava su Cambridge, creò il calcolo infinitesimale, eseguì un’analisi dello spettro della luce e formulò la legge gravitazionale.

Maxwell nel 1862 aveva calcolato che le onde elettromagnetiche dovevano propagarsi alla velocità di circa c=300 mila km/sec cioè la stessa velocità che gli scienziati avevano misurato per la luce. Divenne quindi chiaro che la luce era la manifestazione visibile delle onde elettromagnetiche.

Per quasi trecento anni, l’universo meccanico di Isaac Newton, basato su leggi e certezze assolute, con la sua fede nelle cause e negli effetti, nell’ordine e perfino nel dovere, aveva costituito il fondamento psicologico dell’Illuminismo e dell’ordine sociale.
Einstein, con la sua Relatività Ristretta del 1905, affermava una concezione dell’universo, nota come relatività, in cui spazio e tempo dipendono dai sistemi di riferimento.
L’apparente rifiuto delle certezze, un abbandono della fede nell’assoluto, pareva ad alcuni vagamente eretico, forse perfino empio.

LA RELATIVITA’ RISTRETTA O SPECIALE: spazio assoluto e tempo assoluto diventano spaziotempo
Albert Einstein era convinto che il principio di relatività di Galileo valesse anche per le onde luminose e nel marzo del 1905, all’età di 26 anni, elaborò la teoria della “relatività ristretta” (o speciale) valida cioè solo nei casi in cui gli osservatori si muovono a velocità costante l’uno rispetto all’altro.
Il concetto essenziale della relatività ristretta è semplice: le leggi fondamentali della fisica sono identiche qualunque sia lo stato di moto dell’osservatore.
Con la relatività ristretta Einstein mostrò che spazio e tempo non hanno esistenze indipendenti, ma costituiscono la struttura unica dello spaziotempo.

Visto il contenuto di questa teoria, Einstein considerò per qualche tempo la possibilità di chiamare la sua creazione “teoria dell’invarianza”.
Secondo questa teoria infatti, le leggi fisiche dello spaziotempo unificato, erano appunto invarianti piuttosto che relative.
Max Planck, nel 1906, usò il termine “relatività” e, dal 1907 Einstein iniziò a fare altrettanto.

Il primo postulato era il principio di relatività.
In questo Einstein affermava che tutte le leggi fondamentali della fisica e dell’elettrodinamica (quindi comprese anche le equazioni di Maxwell che governano le onde elettromagnetiche), sono identiche per tutti gli osservatori in moto con velocità costante l’uno rispetto all’altro. Sono cioè identiche per tutti i sistemi di riferimento inerziali.
Sistema di riferimento inerziale cioè movimento uniforme in linea retta con valore della velocità che non cambia.
Il secondo postulato affermava che la velocità della luce fosse (come quella del suono) una costante indipendentemente dal moto della sorgente che la emetteva. Gli scienziati non erano riusciti a trovare alcuna prova di una dipendenza della velocità della luce da quella della sua sorgente

Il tempo non può essere definito in modo assoluto, e c’è una relazione inscindibile tra il tempo e la velocità dei segnali.
Infatti due eventi i quali sembrano essere simultanei ad un osservatore non appariranno tali a un altro osservatore che si muove rapidamente.
E non c’è modo di dire che uno degli osservatori ha veramente ragione.
Le misure di tempo, sia quelle di durata sia quelle di simultaneità, sono relative, dipendono dal moto dell’osservatore.
In altre parole non c’è modo di dire che i due eventi sono veramente simultanei.
Significa che non esiste un tempo assoluto e, al contrario, tutti i sistemi di riferimento in movimento hanno un proprio tempo relativo.
Il concetto di tempo assoluto fondamento della fisica sin dai “principia” di Newton del 1687 veniva quindi messo in discussione.
In effetti lo spazio ed il tempo assoluto sono due concetti ai quali non può corrispondere un’osservazione diretta.
Newton stesso ammetteva che “il tempo assoluto non è un oggetto di percezione” o, come diceva Ernst Mach: “non può essere commisurato dall’esperienza”.

Nel settembre del 1905 Albert Einstein aggiunse una appendice: la ormai celebre E=mc^2.
Qui Einstein postulò che massa ed energia sono manifestazioni diverse della medesima entità: la massa di un corpo è la misura del suo contenuto di energia.
Quindi, a conti fatti, l’energia contenuta nella massa di un’uvetta potrebbe soddisfare gran parte della domanda giornaliera di elettricità di New York City.

ESEMPI SULLA RELATIVITA’ RISTRETTA
Per capire la relatività propongo un esperimento mentale:
Immaginiamo una gigantesca nave petroliera che stia navigando ad altissima velocità. Un raggio di luce inviato dalla poppa (dietro) verso la prua (davanti) percorrerà la lunghezza della sola nave agli occhi di un marinaio imbarcato mentre percorrerà la lunghezza della nave sommata alla distanza percorsa in quel tempo dalla nave lanciata a tutta velocità agli occhi di un osservatore fermo in riva al mare. Per entrambi gli osservatori la velocità della luce è la stessa (c) ma per l’osservatore a terra, la luce ha percorso un tratto più lungo prima di raggiungere la prua. In altre parole, il medesimo evento è durato più a lungo se visto da una persona a terra che se visto da una persona sulla nave. Questo fenomeno venne chiamato “dilatazione del tempo”. Il fenomeno della dilatazione del tempo è stato confermato a livello sperimentale anche usando orologi di controllo a bordo di aerei commerciali.

Quindi, come da nome originale della teoria (invarianza), la distanza effettivamente coperta da un raggio di luce in un dato intervallo di tempo non varia al variare dello stato di moto del sistema di riferimento.
La distanza è infatti calcolabile come il prodotto della velocità della luce (sempre costante) per l’intervallo di tempo (che invece “cambia”).

Un altro esperimento mentale utile per capire la relatività è quello dell’orologio sul razzo:
Due orologi, uno a terra e l’altro su un razzo che compie il giro della terra: il tempo di volo viene misurato in modo diverso dai due orologi – quello a bordo misura un tempo più breve, fino a fermarsi se il razzo viaggia alla velocità della luce.

LA RELATIVITA’ GENERALE: dallo spaziotempo alla gravità alla materia
L’idea centrale della relatività generale è che la gravità derivi dalla curvatura dello spaziotempo.
In essa infatti sono descritte le equazioni matematiche che descrivono come:
1 – il campo gravitazionale agisce sulla materia dicendole come muoversi e
2 – la materia, a sua volta, genera i campi gravitazionali nello spaziotempo, dicendogli come incurvarsi

Con uno sforzo ammirabile, Einstein formalizzò questa teoria mentre stava divorziando e durante la prima guerra mondiale.
Il lavoro intensissimo durato molti anni culminò, alla fine del novembre 1915, con la pubblicazione della relatività estesa (o generale); trionfale revisione dell’universo di Newton.

Einstein disse che questa era “la scoperta più preziosa della mia vita”.
Secondo Paul Dirac (premio Nobel pioniere della meccanica quantistica) questa era “probabilmente la massima scoperta scientifica mai fatta”.
Max Born (uno dei giganti della fisica del XX secolo) , la definì “la più grande impresa del pensiero umano per la conoscenza della natura, la più ammirevole commistione di acume filosofico, d’intuito fisico e di abilità matematica”.

DOPO LA RELATIVITA’: alla ricerca della teoria unitaria del campo
Einstein non accettava la natura “casuale” della meccanica quantistica e ripeteva spesso: “non posso credere che il buon Dio giochi a dadi”. Così passò la seconda metà della sua carriera di scienziato alla ricerca di una teoria capace di fornire una chiave universale del cosmo: dalle stelle all’atomo.
Senza mai perdersi d’animo ci lavorò sopra per decenni.
Nel 1948 scriveva: “non ne verrò più a capo. Il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi.” “Non credo che vivrò abbastanza per vedere chi ha ragione.”
Nel 1951 scriveva: “la teoria unitaria del campo, in sè, è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni.”
Poche ore prima di morire (1955) ancora vi lavorava ma, come lui stesso aveva profetizzato, non riuscì mai nell’intento.

IL NOBEL
A causa del carattere fortemente rivoluzionario della teoria della relatività, molti scienziati conservatori ma influenti dell’epoca lottarono politicamente affinché nessun premio gli venisse riconosciuto. Per questo motivo nel 1921 gli venne dato il Premio Nobel per la Fisica per il suo lavoro del 1905 sulla spiegazione dell’effetto fotoelettrico e non per la relatività.

vegetarismo: obiettivamente e scientificamente

mi trovo a ristudiare un testo di antropologia evoluzionistica per controllare quanto scritto ad un certo Alberto Nonno Meg Ravaioli qualche giorno fa. E ora non riesco più a fermarmi. È una parte della Scienza incredibilmente affascinante. Beh.. lo vedi che anche solo parlare d’essere vegani
Si parlava invece dell’opportunità della dieta vegetariana/vegana sulla base dell’anatomia e della fisiologia del nostro digerente, e si ragionava sulla nostra discendenza dalle protoscimmie arboricole frugivore. Sì che poi gli autralopitechi hanno iniziato a mangiar carne, ma il nostro digerente è molto più simile a quello degli erbivori che non a quello dei mammiferi carnivori o dei cosiddetti onnivori.
io sono scettico sul confronto con erbivori e onnivori… non sono troppo filogeneticamente distanti da noi? dovremmo restringere il confronto nell’ambito dei primati… o no?
Beh si… Però i caratteri più basilari si sono distaccati più lontano. Per esempio la lunghezza dell’intestino nei mammiferi carnivori è circa 3 volte il tronco e 10 volte più acido che negli erbivori, nei quali è fino a 20 volte il tronco. Questa come molte altre analogie fanno quantomeno pensare.
Dovrei cercare i dati, ho scritto quel che ricordo da studi di anatomia comparata. Altri elementi interessanti erano ovviamente la dentatura, gli enzimi digestivi, presenza/assenza di strutture atte a ricavare la carne dall’ambiente (tipo artigli anzichè unghie, cose che indicano attitudine carnivora o meno), e altro che non ricordo.
I problemi della carne e in genere di tutti gli alimenti di origine animale, così a memoria, stanno nella presenza dei grassi saturi, che tanti problemi ci creano a partire dall’arteriosclerosi, e nel processo di digestione ed assorbimento dell’alimento carne: i carnivori hanno intestini più acidi per demolire la carne e come dicevo più brevi per evitare stagnazione e la putrefazione a cui può andare incontro qualcosa che necessita tempi più lunghi per essere digerito. Gli enzimi proteolitici e pancreatici (misti ai succhi biliari) che abbiamo noi sembrano più adatti a lavorare sui trigliceridi vegetali o del pesce (eccetto oli di palma e cocco) [verificare]. Ci sono studi riguardanti l’assorbimento: una volta demolite, le sostanze passano dal lume intestinale al sangue attraverso processi selettivi che ovviamente non sono uguali per tutte le specie – il fatto che deriviamo direttamente da frugivori dovrebbe avere riscontro in una capacità di assorbimento selettivo più improntato su sostanze vegetali (anche se ridotte ai minimi termini i mattoncini delle proteine sono sempre quelli, così non è per gli acidi grassi) [verificare]; in tale direzione so anche di studi che riguardano l’associazione dei nutrienti in una corretta alimentazione, proprio in funzione dei processi di assorbimento.
Se a queste riflessioni si aggiungono altre che ora non ricordo, ed il fatto che con una equilibrata dieta vegetale si possono introdurre nel nostro corpo esattamente tutti i nutrienti (forse eccezioni tipo omega 3?) più vitamine e sali minerali (che nontroviamo nelle carni), appare sensato almeno porsi il problema del passaggio ad una dieta verde.
E poi c’è il maggior problema delle sostanze nocive nella carne, vuoi per processi industriali scorretti, vuoi per il fenomeno del bioaccumulo.
Infine la questione ecologica/sociale, degli equilibri ecosistemici violati per sostenere il consumo di carne di quella parte di mondo che se lo può permettere.
Quindi abbiamo intestino lungo e meno acido rispetto al carnivoro puro? Ok ma è “solo” così o abbiamo intestino lungo e ph COME le bestie vegane/vegetariane/frugivore?..
Come le bestie Veg, che non hanno un solo valore rispetto a lunghezza e ph, ma un range, in cui noi rientriamo.
Benché qui non sia nulla di ufficiale , sono ben riassunti alcuni dati significativi. Guarda lungh intestino e ph stomaco. Non trovo ph intestino, ma nel nostro il bicarbonato del pancreas e le cell epiteliali rendono più basico ciò che uscendo dallo stomaco già è meno acido rispetto al chimo carnivoro.
Più l’argomento nel complesso contempla anche la questione dei radicali liberi (tossine) e dell’acidificazione generale dell’ambiente cellulare che accelera invecchiamento.
Quasi tutti gli argomenti di anatomia fanno pensare che l’uomo sia più un erbivoro che un carnivoro. Tuttavia…ho alcuni dubbi: fra i carnivori alcuni orsi hanno una dieta con tantissimi vegetali e almeno sono onnivori (il panda credo abbia una dieta di soli vegetali, l’orso marsicano al 90% di vegetali); fra i primati ci sono moltissime specie che hanno una cospicua porzione di carne nella dieta); E poi l’uomo ha iniziato un’evoluzione culturale, con la costruzione di utensili, atti soprattutto alla caccia ed alla preparazione della carne… da oltre 2 milioni di anni! Forse da qualche parte nel mondo c’è qualche comunità di Panda che si sta chiedendosi, dietro ad un pc, se siano in realtà carnivori e che sarebbe meglio passare a mangiare carne? Forse sbagliamo la domanda? Ritengo più utile dire: con l’acquisizione di una dieta maggiormente carnivora, la fitness di Homo è aumentata in modo tale da rendere questa caratteristica evolutivamente vantaggiosa? Dato che forse l’evoluzione dell’anatomia (intestino, mandibole, ecc…) è lenta, ma quella culturale (Utensili) è più veloce, forse la risposta è sì. Ma questo, attenzione, non vuol essere un commento nè a favore nè contro l’alimentazione vegetariana, carnivora o onnivora…
I panda tecnologici eh eh… Sono completamente d’accordo con te! Il fatto è che, diversamente dagli orsi vegetariani o i babbuini onnivori, l’evoluzione culturale e tecnologica ci ha fatto fare passi veloci che la nostra evoluzione biologica non è stata in grado di seguire (non ancora) Noi possiamo anche andare in orbita oggi, ma ciò non significa che il nostro corpo sia strutturato in modo adatto; se si continuasse all’infinito forse sopravvivrebbero sempre più quelli che sviluppano meno tumori da radiazioni cosmiche. Ora, non c’è dubbio che l’avanzamento tecnologico degli australopitechi li abbia messi di fronte alla possibilità carne sì/carne no prima inaspettata; e nessun dubbio che la “scelta” carne sì sia stata la vincente – ulcere, gastriti, tumori prima inesistenti, ma vuoi mettere il nuovo apporto proteico? Il punto è: se è vero che il nostro corpo è più vegetariano come dicevamo, visto che oggi quelle stesse proteine possiamo prenderle comunque anche senza carne, forse è meglio non mangiarla più del tutto?
Ai fini della biologia della specie, un tumore non conta, perchè tanto viene quando ormai ti sei riprodotto ed hai messo in gioco i tuoi geni. Ma la specie Homo sapiens, è stata mai vegetariana? Forse lo erano i nostri antenati ma noi? E soprattutto, ci sono casi di popolazioni adatte a vivere di carne di foca e pesce e grazie agli omega3 di questi ultimi sono molto longeve… Le popolazioni che vivono ancora oggi nei luoghi più lontani dalla cosiddetta civiltà, sono onnivori. Esistono casi di popolazioni completamente erbivore? Non lo so, sarebbe interessante saperlo. Ma alla fine: è proprio vero che il nostro corpo è più vegetariano di quanto non sia carnivoro? Dicevo prima, forse bisognerebbe studiare il problema nell’ambito dei primati sia perchè il gruppo dei carnivori alla fine non è così carnivori (dieta vegetariana di molti Orsi) e sia perchè alcuni gruppi discendenti dagli erbivori (per es. i cetacei) sono completamente carnivori… Ogni volta che leggo una nota come quella che hai linkato sopra, ho la sensazione che ci sia già un preconcetto di chi scrive e che le conclusioni sono tratte a partire dalle posizioni di chi scrive. In poche parole: non è che c’è troppa ideologia quando si affronta il confronto essere vegetariani/essere carnivori/essere onnivori?
Alla fine la questione diventa però: la carne, a noi, oggi, fa anche male? Se si, è sostituibile con qualcosa che non abbia effetti collaterali? That’s it O no?
oltre a darci nutrimento positivo, la carne ha componenti nutrizionali/struttura/eccetera che creano problemi al nostro organismo? La risposta è scontata, altrimenti non ci sarebbe l’accordo unanime dei nutrizionisti a dire che non la si dovrebbe mangiare più di poche volte la settimana; e non solo per una questione di equilibri, ma per non caricarci di trigliceridi saturi oltre la soglia max. Più altri aspetti inerenti la digestione sopra detti. Che poi si parla di carne, ma è solo il più significativo degli alimenti di origine animale.

Articolo da finire

Pagina 4 di 25

Powered by Cubosphera.net