Categoria: Salute e Sanità Pagina 4 di 9

inquinamento atmosferico

L’altro giorno ad una conferenza sulla mobilità intelligente al Politecnico di Torino un docente ha iniziato mostrando questa immagine:
tratta da un articolo pubblicato dall’ESA (l’agenzia spaziale europea…equivalente europea della statunitense NASA).
Questo il link all’articolo in questione nel quale si commenta la fotografia fatta da un satellite che rileva la concentrazione di diossido d’azoto nell’atmosfera.
Il diossido d’azoto è tossico per inalazione…insomma…più ce n’è e più fa male.
Si forma con le combustioni (produzione energia elettrica nelle centrali, motori delle automobili, riscaldamento delle abitazioni…) e siccome  è più pesante dell’aria tende a rimanere al suolo così ce lo respiriamo tutto noi…giustamente visto che lo produciamo noi.
Cercatevi nella cartina e vedete quanto è tossica l’aria che respirate.
Qui un’altra immagine della stessa questione.

La verità di Gianni Lannes sulle “navi dei veleni” nucleari in Italia

Il giornalista Gianni Lannes è stato a Caorso, nella più importante centrale nucleare e qui ha scoperto entrando di nascosto, senza autorizzazione, che il governo ha affidato lo smantellamento delle centrali nucleari alla ‘ndrangheta, che sta dietro una società che si chiama Ecoge che ha sede a Genova. Questa società carica i rifiuti nucleari in dei container che da Caorso vanno a Genova e poi a La Spezia, in attesa di navi su cui caricarli e verranno affondate. La Stampa ha impedito a Lannes di pubblicare l’inchiesta e nessun altro giornale l’ha voluta questa inchiesta. Questo video amatoriale è una bomba a orologeria, aiutiamo e sosteniamo questo giornalista Gianni Lannes, che ha un coraggio da Leone affermando ciò che dice con prove tangibili e documentate…


dentisti solidali e volontari

CopiaIncollato dall’articolo di NICCOLÒ ZANCAN su La Stampa di oggi:

Dottor Mario Ansaldi, perché lo fa? «Perché ci credo. Perché lo ritengo doveroso. Perché è un aiuto concreto in un momento di sofferenza diffusa. Perché, come si diceva una volta: dove c’è posto per un figlio, possono mangiare anche in due». E lei, dottor Ettore Bresci, perché viene qui ad aggiustare il sorriso dei torinesi che non possono pagarsi le cure dentarie? «Perché ho fatto un giuramento come medico. E ho fatto un giuramento anche come massone: assistere i miei fratelli. Non mi nascondo. A chi resta perplesso, rispondo: la massoneria sta alla P2 come il comunismo sta alle Brigate Rosse. Ci sono stati errori e deviazioni, ma questa è un’altra storia».

Questa è la storia di un posto unico in città. Asili Notturni Umberto I, via Ormea 119. Dove ogni giorno si dà da mangiare a chi ne ha bisogno: 50 mila pasti caldi l’anno. Dove si offrono 20 posti letto senza chiedere nulla in cambio. Dove dodici medici volontari, in un laboratorio odontoiatrico all’avanguardia, spendono un po’ del loro tempo gratis perché ci credono: 2050 interventi nel 2010. La massoneria, che in quanto tale ancora ha il potere di agitare fantasmi e paure, qui è scoperta. Scopertissima. Ci sono squadra e compasso sulla porta d’ingresso, i simboli dell’ordine. I finanziamenti per il lavoro quotidiano arrivano in parte dal Gran Oriente d’Italia: 50 mila euro nell’ultimo bilancio. Il motto del 1886 – anno di fondazione – è ancora quello di oggi: «Labor, virtus, caritas». Mentre l’anima di tutto questo è un signore che si presenta con un sorriso dolce e ironico insieme: «Sì, sono Sergio Rosso, il massone».

La storia di Rosso merita un capitolo a parte. Nel 2003 viene travolto da un’inchiesta giudiziaria: «Truffa sull’alluvione». È accusato di aver favorito un risarcimento ingiusto per la concessionaria «Autovallere» di Agostino Tocci. Lavorava come consulente dell’assessore regionale Matteo Brigandì. Titoloni sulle cronache: «Storia di Rosso, il massone amico dell’avvocato di Bossi». Risultato: dopo sette anni e tre gradi di giudizio, è stato assolto con formula piena. Ha ottenuto anche un risarcimento danni. «Umanamente è una vicenda che mi ha fatto molto male – racconta – però forse è stato un segno del destino, perché mi ha portato a fare una svolta radicale nella mia vita. Avevo una grossa partecipazione in un’azienda dell’indotto, ho venduto tutto per dedicarmi agli Asili. Ora sono più gratificato. Mi sento utile, le endorfine che produco mi danno gioia». Cosa significa per lei essere un massone? «Cercare di affrontare dentro me stesso i problemi dell’uomo. Cercare i valori universali: fraternità, libertà e uguaglianza. Qui nessuno prende un euro per quello che fa, neppure un rimborso spese. Qui nessuno segue trame di natura politica. Nessuno cerca vantaggi personali. Il bilancio annuale degli Asili non supera i 120 mila euro l’anno, di cui 10 mila euro finanziati dal Comune di Torino».

Non bisogna per forza essere massoni per imbarcarsi nell’avventura. Contano le intenzioni. Come spiega il dentista Maurizio Damonte: «Non so nulla di massoneria. Collaboro anche con i camilliani e presto forse con Emergency. Quello che mi interessa è il rapporto umano che si instaura con i pazienti e con gli altri volontari».

Gli Asili crescono. Oggi verrà presentato l’ampliamento della struttura odontoiatrica, due nuove sale operatorie comunicanti. Alta tecnologia al servizio di chi sta peggio. Fra i pazienti dell’ultimo anno: 95 ammalati con patologie infettive, 65 tossicodipendenti, 16 alcolisti, 3 trapiantati. Anche la squadra di dentisti volontari sta crescendo, da dodici a venti. Fanno i turni per non lasciare giorni scoperti.

La coda che si forma davanti all’ingresso, invece, è per i posti in mensa. Distribuiscono i numeri per evitare discussioni. La gente sta aumentando, perché cresce la povertà e diminuiscono i centri d’accoglienza. Nella città dei santi sociali restano solo due posti dove mangiare gratis di sera. Gli Asili notturni dei massoni e il convento dei frati Cappuccini. Vorrà dire qualcosa?

aDieta.it – salute ed educazione alimentare: OTTIMO sito

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aDieta.it :  tutto quel che c’è da sapere sul cibo, fitness e salute in generale!
Un sito fatto veramente bene: completo, di rapida e chiara lettura e di facilissima consultazione.
Qui troverete:
le tabelle della composizione di qualsiasi alimento: dal kiwi alla birra alla pizza;
un “piccolo” forum pubblico;
tanti articoli ricchi e dettagliati sul “goloso e delicato” universo dell’alimentazione;
altrettanti articoli randomici dedicati allo sport al fitness e alla “linea”;
una marea di sane ricette perfettamente organizzate in argomenti e categorie;
l’immancabile vetrina “compra – vendi”;
e ancora, una ricca area riservata alle “news”;
ed un efficientissimo motore di ricerca (powered by google ovviamente!) interno per cercare informazioni su problemini di salute…dall’influenza alla psoriasi all’afta…

Complimenti aDieta.it

Auto Elettriche: la loro storia

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Mi hanno mandato il seguente file pps. Inquietante!!!

N.B.: Dopo aver cliccato sopra il link per aprire il file, cliccate poi su apri, una volta aperto per mandare avanti le scritte e le immagini cliccate sul pulsante sx del mouse, non importa puntarlo su qualche cosa.

Auto Elettriche

Ricerca storica e salute sul lavoro

Ho appena ricevuto un’ e-mail (che qui vi riporto) in cui si parla di questioni gravissime e molto urgenti che tutti saremmo tenuti a conoscere perchè tutti possiamo dare il nostro contributo prima che sia troppo tardi!!!!

Carissimi signori e signore
come sapete in questi giorni si sta decidendo la chiusura di numerosi centri di ricerca, in modo superficiale e a tappeto, senza approfondimenti e senza confrontarsi con gli obiettivi e i risultati che ogni ente di ricerca persegue e raggiunge
I ricercatori che difendono gli istituti di ricerca, non lo fanno per il loro stipendio, la maggior parte di loro infatti verrà semplicemente trasferita, lo fannonell’interesse per la qualità della ricerca, per la conoscenza, perchè smembrare un istituto di ricerca è un danno gravissimo per tuti i contribuenti che fino ad oggi hanno investito in quella ricerca!
 
Ad Atene esiste da più di cento anni una Scuola Arceologica Italiana
E’ l’unico centro di ricerca italiano all’estero!
ospita studiosi di storia, archeologia, architettura, filologia classica, letteratura, fotografi,
Vi ho trascorso due anni della mia ricerca di dottorato, ho seguito lezioni tenute dai maggiori nomi della archeologia internazionale
ho potuto parlare e confrontarmi con ricercatori e docenti italiani e stranieri
Ho accumulato sapere e ricchezza: ogni libro letto, ogni lezione, ogni confronto scientifico è fonte di ricchezza
Tutta questa ricchezza che si crea a costi modesti negli istituti e nelle persone che vi studiano e vi creano relazioni con i colleghi e con il territorio, corrisponde a  miliardi di euro perduti quando un centro di ricerca viene chiuso!
 
la ricerca ha bisogno del confronto continuo tra studiosi
la ricerca ha bisogno di luoghi in cui studiare, di biblioteche
La scuola archeologica italiana, non solo è la base per ricerca archeologica per tutti coloro che scavano in grecia e in turchia,
ma è la migliore biblioteca archeologica di proprietà dello stato italiano
La Scuola Archeologica Italiana ha rapporti con le scuole inglesi, americana, tedesca, francese, danese, norvegese, svizzera di Atene e con tutti gli istituti di ricerca internazionali, oltre che, ovviamente, con le università greche.
Grazie alla mediazione della scuola ogni studioso può accedere a tutte le biblioteche degli istituti di ricerca internazionali presenti in grecia, avere colloqui con i migliori docenti e ricercatori che si occupavano del suo argomento, soggiornare presso i centri di ricerca e i siti archeologici coinvolti nella ricerca.
 
La Scuola Archeologica Italiana di Atene pubblica attualmente libri e riviste e ospita decine e decine di rcercatori;
 è un fiore all’occhiello per il nostro Paese, ha conquistato credibilità in oltre un secolo di impegno e gode della fiducia scientifica internazionale.
Prego chiunque abbia mai avuto un interesse storico o creda che conoscere il passato sia indispensabile per capire il presente,
di voler firmare una petizione affinchè la chiusura di un ente come questo venga almeno rimessa in discussione!
 
http://www.petizionionline.it/petizione/cessazione-dei-finanziamenti-alla-saia-cronaca-di-una-morte-annunciata/1363
 
 
 
mi permetto inoltre di sottoporre la vostra attenzione anche ad un altr problema, che riguarda tutti in modo assoluto, a prescindere dagli interessi, dal lavoro e dalle convinzioni personali
 
 
Oggetto: Contro la soppressione dell’ISPESL
L’ISPESL è, semplificando, l’unico istituto di ricerca (autonomo dal mondo dell’industria) che si occupa della sicurezza sul lavoro, degli incidenti professionali, delle morti ‘bianche’, delle morti, malattie o disabilità derivate dal lavoro, dai macchinari e dalle sostanze con cui entriamo in contatto nel corso delle nostre attività professionali.
La soppressione dell’ISPESL è un gravissimo danno e un enorme passo indietro rispetto alle conquiste dei lavoratori a difesa della salute loro e più in generale di tutta la popolazione. Il passaggio all’ INAIL costituisce sostanzialmente una drastica interruzione della ricerca, uno smembramento dell’istituto e una gravissima e irrecuperabile dispersione dei saperi, in sostanza una perdita di conoscenze e diritti quantificabile in svariati miliardi di euro per ciascuno noi
Amianto, sostanze cancerogene utilizzate nei comparti produttivi, inquinamento, hanno ucciso e continuano ad uccidere migliaia di lavoratori e di persone su tutto il territorio nazionale
E’ nell’interess di tutti cercare di contrare questa decisione ed impedire la chiusura dell’ISPESL
Diffondete questo appello e sottoscrivete la petizione per la sopravvivenza dell’ISPESL e la sua autonomia.
 
un saluto
cristina
 
 
 


Cristina Miedico.
Dottore di Ricerca in Archeologia Classica

cristina.miedico@gmail.com
Via Lorenzo di Credi 31, 20149 Milano
Cell. 339.8582522

Industria del Tonno: una “schifezza” da conoscere

Come al solito nell’industria alimentare, anche in quella del pesce, l’economia sembra OSCENAMENTE essere l’ UNICO parametro seguito dalle grandi aziende.
Gli interessi economici contro la tutela dell’ambiente…maliziosa assenza di controlli…etichette poco trasparenti..disinformazione mirata.
Qui di sotto un completo ed interessantissimo report sull’argomento.
Se non avete voglia/tempo di guardarveli tutti, riassumo qui le informazioni più rilevanti.

PER QUANTO RIGUARDA IL TONNO IN SCATOLA:
Innanzi tutto come al solito la cosa più importante è ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ ALL’ACQUISTO. Siamo noi acquirenti che, comprando i loro prodotti, permettiamo a questa o quell’altra azienda di fare questo o quest’altro. SIAMO NOIIIIII.
Incredibilmente in Europa non è ancora obbligatorio scrivere sulle confezioni LA PROVENIENZA e la SPECIE di tonno che si sta per comprare così, spesso, anzi, di solito, crediamo di comprare tonno “nostrano” mentre invece è tonno dell’oceano indiano.
Il business della pesca industriale al tonno, nel solo Oceano Indiano, sembra essere di circa 1,5 miliardi di euro (credo all’anno).
Quanti tonni si possono pescare prima di…finirlo?!?
Il tonno in scatola è la “conserva” più diffusa al mondo.
Pare che il 30% del “tonno giallo” provenga da navi pirata.
Pochi soldi investiti nella ricerca della “materia prima” tonno.
Dopo 30 anni di caccia industriale i dati dicono che si sta iniziando a indebolire la specie.
Le regole sono ancora molto lasche e spesso vengono pescati pesci talmente giovani che non si sono ancora riprodotti…l’ipersfruttamento…un grave rischio per la specie.
E’ inoltre consistente il fattore “cattura accidentale”…cioè…nelle reti, assieme al tonno da inscatolare, finiscono centinaia di altre SPECIE…alcune protette…altre a rischio estinzione. Ricordate lo scandalo dei sette milioni di delfini pescati accidentalemente assieme ai tonni fino agli anni ’90?!? Le tecniche di pesca sono cambiate e i delfini sono “salvi” ma nelle reti finisce ancora tantissimo pesce che poi, “inutile”, viene rigettato in mare, morto.
I lavoratori dell’industria visitata nel documentario (Indian Tuna Factory) guadagnano meno di 20$ al giorno e lavorano dalle 8 alle 9,5 ore al giorno, sette giorni la settimana per due anni di seguito, dormendo in 5 in stanze di 30 metri quadri. Siamo nelle Seychelles (a nord del Madagascar).
Nota Bene: la Bolton (proprietaria, tra gli altri, del marchio Rio Mare) invece non ha lasciato dichiarazioni e ha impedito ai giornalisti di visitare gli stabilimenti etc.

PER QUANTO RIGUARDA IL TONNO CRUDO:
Quello che si mangia crudo è (o meglio “dovrebbe essere”) della specie Tonno Rosso (BlueFin).
E’ una moda alimentare (from Japan) recentissima in Italia. Se ne consuma in quantità consistente solo dal 2000/2005.
A Roma per esempio ci sono 120 risporanti “Giapponesi” che servono sushi e sashimi compreso il “Tonno Rosso”. Di questi pare che solo 2 siano gestiti veramente da giapponesi. Gli altri, ovviamente, tutti cinesi “ridipinti” 🙂 …mitici i cinesi…la pizza…il sushi…a quando i gelati e gli hamburger?!?
Il Tonno Rosso è in via d’estinzione! …e non è COLPA solo DEI GIAPPONESI…ora che lo sai, se ne mangi la responsabilità di questa estinzione sarà ANCHE TUA.
Questo pesce arriva a costare 500€/kg (il prezzo varia a seconda della quantità di grasso presente nel singolo pesce) e i giapponesi ne mangiano 400’000 tonnellate all’anno.
Nei decenni passati la pesca intensiva e incontrollata di questo magnifico animale ha spopolato gli oceani di tutto il mondo e dagli anni ’80 si pesca anche, e sempre di più, quello del piccolo Mar Mediterraneo. Continuando così, presto, scomparirà del tutto.
Nel solo Mediterraneo e nel solo 2004, il WWF ha “scoperto” che le quote legali sono state sforate di ben 700 tonnellate. Nel 2007 addirittura si pesca tanto Tonno Rosso “legale” (30’000 tonnellate) quanto Tonno Rosso “illegale” (30’000 tonnellate). Chi paga?!? I tonni!!! Che si estinguono. E chi sono i “mandanti di questo disastro? Noi che lo mangiamo!
Il 18 marzo 2010, 170 paesi si sono incontrati in un consiglio CITES per decidere se proibire completamente e definitivamente il Tonno Rosso dai mercati (come è stato fatto con gli elefanti per le zanne…salvandoli dall’estinzione). La maggioranza vota contro la proibizione del commercio. I giapponesi esultano e i Tonni Rossi forse si estingueranno.
Il pesce crudo può portare con se alcuni problemi sanitari. Come ad esempio l’Anisakis (link1, link2), una larva che si può trovare nei pesci crudi e che se ingerita può causare problemi di salute fino alla perforazione di stomaco e intestino. Larva che viene uccisa tenendo il pesce a -20°C per 24h. Questa procedura in Italia è OBBLIGATORIA per i ristoranti dove si serve pesce crudo. Si spera lo facciano tutti.
Inoltre il tonno deve rimanere sempre sotto i 2°C per contenere la crescita dei valori di Istamina (link1, link2, link3), una sostanza chimica che, se presente in quantità alta, può portare allo svenimento. Se il tonno “pizzica” significa che c’è troppa istamina. L’istamina è termostabile quindi ce n’è anche nel tonno cotto e in quello in scatola.
La “mattanza” tradizionale/storica italiana è estinta. Non si fa più da qualche anno.
Il business del Tonno Rosso è in mano a sole 5 multinazionali che facendo cartello ne determinano il prezzo. La Mitsubishi controlla il 40% del mercato globale di questa “preziosa merce”.
…in realtà però, il Tonno, è un “semplice” animale…cercate di non dimenticarlo!

Infermiera SENZA STIPENDIO SI SVENAVA per PROTESTA: MORTA dopo tre giorni di coma

Napoli, si conclude in tragedia l’eclatante protesta di Mariarca Terracciano, 45 anni, che per giorni si è prelevata 150 mg di sangue. Lunedì si era sentita male: non si è mai ripresa

Roma, 14 maggio 2010 – Si conclude in tragedia la protesta-choc di un’infermiera dell’ospedale San Paolo di Napoli. Mariarca Terracciano, 45 anni, per giorni si è prelevata 150 mg di sangue al giorno per protestare contro il mancato pagamento dello stipendio nella Asl 1 di Napoli, e lunedì scorso, come riferisce il quotidiano ‘Il Mattino’, ha avuto un malore, è finita in coma e dopo tre giorni si è spenta.

La protesta della donna era iniziata il 30 aprile ed era comparsa anche su YouTube, dove l’infermiera per rendere più eclatante il suo gesto si era ripresa con la siringa al braccio nell’atto del prelievo del sangue. “Lo stipendio è un diritto – dice la donna nel video su Youtube – io ho lavorato e pretendo i miei soldi. Può sembrare un gesto folle, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti”.

Il 3 maggio, finalmente, le erano stati pagati gli arretrati, ma il suo fisico minuto non ha retto, e pochi giorni dopo si è sentita male mentre era al lavoro in ospedale, finendo in rianimazione e morendo tre giorni dopo. La Asl 1 di Napoli aveva pagato in ritardo gli stipendi di aprile per mancanza di fondi, e la vertenza si è sbloccata grazie all’intervento diretto del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Matriarca lascia due bambini, di 10 e 4 anni.

IL DIRETTORE SANITARIO – “Da questa drammatica morte potranno ritrovare la vita altre persone, perchè Mariarca ha donato gli organi”, dice Maurizio Di Mauro, il direttore sanitario dell’ospedale San Paolo di Napoli. Dopo il decesso, sono stati espiantati cuore, cornee e reni.
“La morte di Mariarca mi ha sconvolto umanamente – continua – Lei era in servizio quando si è sentita male, ha avuto un arresto cardiocircolatorio improvviso. Era una bella persona, di grande umanità e professionalità”.

GRUPPO SU FACEBOOK – La comunità del web si mobilita per Mariarca Terracciano: a poche ore dalla diffusione della notizia della sua morte, su Facebook è già nato un primo gruppo intitolato “Io ricordo la lotta di Mariarca Terracciano”. Indignazione e rabbia sono i sentimenti più diffusi che trapelano dai primi commenti lasciati in bacheca dai membri del gruppo, che in pochi minuti ha già superato quota 60 iscritti, dedicato alla memoria dell’infermiera.

“Non si puo morire cosi non è giusto – scrive uno degli membri – I politici mangiano sulla nostra pelle e poi si comprano le case al Colosseo a prezzi stracciati…provo solo un senso di vergogna!”. “Voleva essere un gesto eloquente – scrive qualcun altro – di come la cattiva amministrazione riduce le persone che lavorano…e le è costato la vita”. Ma c’è anche chi si spinge oltre e scrive: “Morti sul lavoro: Mariarca Terracciano, Donna. Omicidio di Stato!”.

AMICI E PARENTI   – Una vita intera dedicata agli altri, dall’inizio alla fine e anche dopo: così le amiche e una zia della donna dicordano Mariarca. Proprio non riescono a spiegarsi la sua morte: “Era una persona sana – ha detto un’amica – La conoscevo da 27 anni e non abbiamo capito com’e’ successo. Era una donna meravigliosa. Siamo preoccupati per i bambini – ha affermato una zia – Chi si occupera’ di loro? Non e’ giusto che crescano senza la loro mamma”.

Un passo indietro vs i MANICOMI: un progetto di legge per la psichiatria italiana

ANI-Bruno-BozzettoNel silenzio generale in questi giorni è in calendario alla Commissione Affari Sociali della Camera un progetto di legge della maggioranza di governo che, se approvato, cambierà in modo drastico la 180 e la psichiatria italiana.

La legge 180, Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori, del 13 maggio 1978, meglio nota come legge Basaglia (dal suo promotore in ambito psichiatrico, Franco Basaglia) è una nota e importante legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio ( in questo sito il suo effettivo funzionamento) istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Successivamente la legge confluì nella legge 833/78 del 23 dicembre 1978, che istituì il Servizio Sanitario Nazionale.

La legge fu una vera e propria rivoluzione culturale e medica, basata sulle nuove (e più “umane”) concezioni psichiatriche, promosse e sperimentate in Italia da Franco Basaglia.

Prima di allora i manicomi erano poco più che luoghi di contenimento fisico, dove si applicava ogni metodo di contenzione e pesanti terapie farmacologiche e invasive, o la terapia elettroconvulsivante (che per alcuni casi viene tuttora utilizzata).

Le intenzioni della legge 180 erano quelle di ridurre le terapie farmacologiche ed il contenimento fisico, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali.

Basaglia sosteneva che il medico non deve solo saper osservare la malattia, soffermarsi sui suoi sintomi, pretendere di darne una spiegazione. Il medico deve anche saper avvicinare il paziente mettendosi dalla sua parte, stabilire una relazione con un ascolto attento e partecipe senza temere l’esperienza dell’immedesimazione e della sofferenza. Lo psichiatra avvicinandosi al paziente deve prendere in carico tutta la persona, il suo corpo e la sua mente, il suo essere nel mondo e dunque la sua storia e la sua vita.

 

« Comprendere significa avvicinarsi all’esperienza vivente nei suoi stessi termini, mobilitando non il semplice intelletto, ma tutte le capacità intuitive del nostro animo, per penetrarne l’intima essenza senza ridurla ad ipotesi casuali precostituite »

Il cambiamento drastico della 180  nel  progetto di legge  attuale è molto preoccupante in particolare per tre ragioni:

Si introduce il TSOP (Trattamento Sanitario Obbligatorio Prolungato). Sarà possibile rinchiudere per sei mesi rinnovabili una persona che rifiuti le cure per “curarla e rabilitarla”.

Il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) verrà prolungato dai sette giorni attuali a 30 giorni, rinnovabili.

Nel progetto di legge il TSO e il TSOP sono effettuati anche in istituti privati, che potrebbero avere vari interessi economici nel trattenere più a lungo del bisogno effettivo il paziente.

Per far intendere quanto tale progetto vada contro gli stessi principi innovatori e rispettosi della dignità umana di Basaglia, basta leggere come egli si esprimeva a proposito della follia.

  « La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere »

Psicoradio sta raccogliendo adesioni all’appello tra le altre “radio della mente”, associazioni di persone con sofferenze psichiche e familiari.

Qui puoi leggere l’appello e i motivi della contrarietà al progetto di legge, le adesioni vanno inviate a psicoradio@gmail.com

Psicoradio è una testata radiofonica di persone che hanno avuto o hanno sofferenze psichiche. La trasmissione è in onda sulle frequenze di Città del Capo ogni giovedì alle 15 e ogni domenica alle 13. Il giovedì su tutte le radio del circuito di Popolare Network.

Ailati

AILATI, un paese al contrario.

Cosa vuol dire, che significato ha la parola AILATI vi starete chiedendo in questo momento..

È semplice, Italia al contrario. Sarà un caso’ ma se la dividiamo otteniamo AI LATI, cioè agli estremi, al limite..DELL’ASSURDO!

Ecco un piccolo ed apparentemente innocuo esempio di quello che rispecchia l’andamento del nostro paese, posto bellissimo in cui le cose però funzionano al contrario.

Le foto sono state fatte dal sottoscritto, oggi 22 Aprile 2010 all’ospedale Molinette di Torino (per chi non lo sapesse).

AILATI, un paese al contrario!

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