Categoria: Società e Costume Pagina 2 di 19

gente comune con difficoltà aiutata da gente comune col cuore ed ignorata da gente comune senza senso del sociale

Milano. Ieri sera esco dalla Feltrinelli di Corso Buenos Aires e mi ferma una tizia su una sedie a rotelle che mi sbiascica qualche parola incomprensibile.
Sono di fretta perché devo andare ad un appuntamento e do quindi poca attenzione alla cosa.
Sto per salire in macchina e mentre salgo mi viene il classico rimorso che mi fa tornare indietro a verificare di cosa avesse bisogno la signora.
La osservo e mi rendo conto che la signora è probabilmente malata di SLA, è gonfia che peserà almeno 100 kg, tutta sporca, piena di sacchetti, ha i piedi aperti a 180 gradi e riesce a muovere a stento solo le dita della mano destra con cui pilota la sedia a rotelle e qualche muscolo della faccia con cui a fatica dice qualche parola.
Le chiedo di cosa avesse bisogno e mi dice che cercava qualcuno che la potesse aiutare ad entrare nel portone e nell’ascensore di casa ma che per farlo sapeva già c’era bisogno i almeno 4 uomini.
Con a fianco questa signora cerco di fermare qualche passante per organizzare il gruppo ma è l’orario di uscita dall’ufficio, sono tutti di fretta, è l’ora dell’aperitivo e vedo che tutti mi scansano con diffidenza e fastidio.
Ad un certo punto riesco a fermare un ragazzo che aveva appena finito una telefonata al cellulare, gli spiego la situazione ed accetta di aiutarmi anche se gli leggo in viso una espressione di fastidio.
Mentre cerco di trovare altri 2 volenterosi mi giro e vedo che il ragazzo che si era fermato se l’è data a gambe… è letteralmente scappato !!!
Alla fine gli unici che si sono fermati a darmi una mano sono stati una coppia gay (uno maestro elementare e l’altro impiegato in una libreria) ed un ragazzo un po’ rapper.
Non entro nei dettagli dell’operazione per mettere la signora nell’ascensore ma dico solo che per fare 45 metri + ingresso portone + sollevamento gradino + passaggio su un’altra carrozzina + ingresso in ascensore + telefonata a qualche Santo che l’aspettava al piano di casa, ci abbiamo messo 40 minuti circa.
Di tutta questa storia le cose che mi hanno davvero impressionato sono la fuga dello “STRONZO” che si era fermato e poi è scappato, l’indifferenza ed il fastidio della folla alla richiesta di aiuto, la serena rassegnazione della signora in carrozzina e soprattutto il fatto che c’era qualche persona meravigliosa (parente, sorella, nipote o chissà chi altro ) che aspettava la signora al piano e che quotidianamente se ne prende cura in tutti gli aspetti della vita.
Dentro di me pensavo che si dovrebbe parlare molto di più dell’eroismo quotidiano di questa gente sconosciuta che quotidianamente sopporta l’insopportabile ed invece alle nostre TV e giornali piace parlarci di psicopatici, dell’omicidio di Yara, di quello di Avetrana, dei ladri, dei corrotti, dei così detti VIP, del dimagrimento di Rocco Siffredi, della beghe dei nostri politici e di tutte le minchiate il cui scopo sembrerebbe di portarci i cuori in basso lontano dal cielo.Looking for reliable home buyers? Visit https://www.cash-for-houses.org/kansas/ to get cash for your property.

la DIS-informazione statale attraverso i social networks

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I social network, inizialmente luoghi virtuali di incontri e scambi di opinione, hanno ormai il ruolo di informare, ma si tramuteranno presto in una arma per la controinformazione.

Distinguere i tratti corretti da quelli che intendono sviare la realtà è estremamente complesso, soprattutto se la deception ( in italiano) è formulata da professionisti. La negazione dei dati, intesi come territorio inviolabile di uno Stato sovrano, piuttosto che di un’organizzazione transnazionale quanto di una azienda privata, passa per la guerra cognitiva, od anche per la guerra post-eroica.

Le operazioni psicologiche, , subiranno un upgrading con i Facebook Warriors voluti dall’intelligence britannica.

I nuovi soldati della disinformazione sono inquadrati nel 77mo battaglione dell’esercito inglese come unità delle Forze Speciali. Ciò si traduce in personale altamente addestrato in operazioni complesse e coperte che tendono allo sviluppo di strumenti adatti alla deception, ma anche alla distruzione, interdizione, degradazione ed usurpazione delle reti di mappature, come precisato in un documento dell’USAF.
Una delle tattiche con la quale combatteranno è definita: “controllo del riflesso”. Adottata principalmente dai sovietici, consiste nel confezionare ad arte informazioni false in tal modo da indurre il soggetto bersaglio a reazioni già previste e programmate. Una sorta di false flag combattuta su facebook e twitter, dove ad uso degli utenti verranno diffuse disinformazione e verità abilmente mescolate tra loro da non poter distinguere deve sia celato l’inganno.
I del 77mo battaglione, così denominati a ricordo dell’unità partigiana che operò in Birmania dal 1942 al 1945, diverranno operativi dall’aprile 2015 ed il raggruppamento sarà composto da 1500 guerrieri dello spazio virtuale.
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Biografia:

Emilio Marco Piano, “”. The Globalist, 2015

…articolo copiaincollato da

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Il terrorismi e l’islam spiegati da un somalo musulmano

di Abdullahi Ahmed

Basta che una persona gridi Allahu Akbar

per essere il rappresentante di un miliardo e mezzo di persone?

Mercoledì 7 gennaio, quando sono accaduti i fatti di Parigi, la mattina presto mi sono svegliato, ho pregato, ho fatto colazione, sono andato al centro per l’impiego per avere il certificato di disoccupazione e poi mi sono recato all’informagiovani di Settimo dove svolgo il servizio civile.

Al bar, prima di entrare in ufficio, un mio amico si rivolge a me: “Ma cosa avete combinato?”.

Io non sapevo nulla di ciò che era accaduto a Parigi, mi ha colto alla sprovvista, non capivo a cosa si riferisse. Mi mostra un sito: “Allahu Akbar, Allahu Akbar, terroristi islamici uccidono i componenti della redazione di Charlie Hebdo”, o qualcosa del genere. Gli ho subito fatto una domanda: “Scusa, ma basta che una persona gridi Allahu Akbar per essere il rappresentante di un miliardo e mezzo di persone?”. Al che lui mi ha risposto che noi musulmani “moderati” avremmo dovuto prendere le distanze dai fatti accaduti.

Più che prendere le distanze da un fatto che non appartiene agli insegnamenti del profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), e che quindi non appartiene neanche lontanamente a me, vorrei raccontarvi ciò che abbiamo “combinato” come comunità islamica di Torino.

A luglio, alla fine del mese del Ramadan, un momento di tensione e tristezza, perché erano in corso i bombardamenti di Gaza, la Moschea Omar ibn al-Khattab, l’Associazione Azeytouna (Olivo di Torino) in collaborazione con i Giovani Musulmani D’Italia (sezione di Torino) e la comunità Musulmana hanno interrotto il digiuno (IFTAR) e organizzato una cena  insieme alla comunità cristiana, ebraica di San Salvario a cui tutti potevano partecipare, gratis. Abbiamo voluto ribadire la nostra volontà di pace. è stato un momento di grande condivisione.

Il 21 settembre la comunità islamica di Torino (e non solo) ha partecipato all’evento “una fiaccolata per la vita” contro il terrorismo e autoproclamato stato islamico, in piazza affari a Milano.

buy without prescription – order now!!! tags: uk . baclofen buy online uk. baclofen buy. canada. baclofen cheap. baclofen purchase  Il 27 settembre l’associazione Giovani Musulmani d’Italia, sezione di Torino, ha partecipato a “torino spiritualità”, organizzando l’incontro “Un tè al gusto di Pace”, nella Moschea Omar ibn al-Khattab. La partecipazione è stata alta, abbiamo avuto modo di conoscere molte persone e di dialogare.

Il 27 ottobre si è tenuta la XIII Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico a Torino. Questa volta ad ospitare l’incontro interreligioso è stato per la prima volta un centro di culto musulmano, la Moschea Taiba. Hanno partecipato Musulmani, cristiani, e comuni cittadini, in totale più di 400 donne e uomini di tutte le età. Ci siamo riuniti attorno alle radici comuni della Misericordia e della Compassione, che peraltro era il tema scelto per l’edizione di quest’anno.

L’8 gennaio, il giorno dopo il massacro di Parigi, la comunità islamica di Torino (e penso tutte le comunità islamiche nel mondo) ha ovviamente condannato il massacro e ha anche partecipato alle manifestazioni per ribadire la vicinanza alle vittime.

Queste sono solo alcune delle iniziative a cui ho personalmente contribuito, le prime che mi sono venute in mente. Questo è il mio-nostro modo di combinare qualcosa.

Conoscete Lassana Bathily? è il giovane Musulmano che ha svolto un ruolo decisivo nella protezione e nel salvataggio di alcuni ostaggi durante l’assalto al supermercato kosher di Parigi, il giorno dopo alla strage. è stato premiato con la cittadinanza francese! La richiesta è arrivata direttamente dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, per ringraziarlo del suo «atto di coraggio». Sapete cosa ha dichiarato lui? «Io non ho nascosto degli Ebrei, ho nascosto degli Esseri Umani». Io mi chiedo perché a questo ragazzo non viene chiesto “cosa ha combinato”.

Lo stesso poliziotto che è stato ucciso a sangue freddo il giorno prima dai terroristi era musulmano. E anche lui ha gridato Allahu Akbar prima di morire.

Ora vorrei rivolgermi al mio caro amico: sai che il 90% delle vittime del terrorismo è di fede islamica? In Somalia, il paese in cui sono nato, (in cui non ci sono cristiani ebrei o occidentali) ci sono attentati e morti tutti i giorni.  Quindi, ti dico, è da quando sono abbastanza adulto per poter ragionare che prendo distanza dal terrorismo e dalla violenza, di qualunque matrice (religiosa o non). L’Islam non è violenza, e non ci puoi accomunare ai terroristi. è ovvio che io (come qualsiasi altra persona ragionevole) prendo le distanze dal massacro delle persone innocenti.

Devi sapere che il mondo oggi spende 12 volte di più in investimenti militari che in aiuti ai paesi in via di sviluppo. Questo è difendere la pace?

Dice Pino Arlacchi nel suo articolo Terrorismo: qualche cifra scomoda: «Sai quanti sono i cittadini americani caduti vittime del fondamentalismo islamico dall’11 settembre 2001 al 2013? Sono 37. Tre ogni anno. E il loro numero è più o meno uguale a quello che si registrava prima dell’abbattimento delle due torri e del diluvio mediatico-militare conseguente. E per quanto riguarda l’Europa? Tra il 2006 e il 2013 sono state 10 (poco più di una all’anno). 124 sono state invece le vittime di tutti i tipi di eversione negli stessi anni, secondo il rapporto annuale dell’Interpol.

Bisognerebbe chiedersi perché si mette l’accento sulle vittime del terrorismo di matrice islamica piuttosto che su quello di altra ispirazione».

Ecco due link per approfondire il tema:

Il Profeta Muhammad (pbsdl) era una misericordia per tutti. Noi musulmani vogliamo semplicemente seguire gli insegnamenti che traiamo dalla sua retta vita. best prices for all customers! priligy generic dapoxetine 60mg . cheapest rates, purchase discount medication! pills. express delivery, cheap meds online. trial pack.

<p style="margin: 0px;padding: 0px 0px 12px;font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;font-size: 14px;line-height: 21px”>Concludo con alcuni dei sui detti:

1. il Profeta ha detto: «Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso».

buy from an official licenesed inrenational pharmacies. cheap prednisone without prescription and free bonus pills for every order . 2. il Profeta ha detto: L’angelo Gabriele mi ha consigliato senza posa di prendermi cura del mio prossimo fino a che sono giunto a pensare che Allah (Dio) lo avrebbe reso mio erede.

3. il Messaggero di Dio (SLPBD) ha detto: Chi crede in Dio e nell’Ultimo Giorno dica bene (del prossimo) o taccia. Chi crede in Dio e nell’Ultimo Giorno sia generoso con il vicino. Chi crede in Dio e nell’Ultimo Giorno sia generoso con l’ospite»

4. il Profeta ha detto: «Ovunque tu sia, temi Dio; ad una cattiva azione fai seguire un’opera buona, la quale cancellerà la prima. Tratta la GENTE benevolmente».

5. il Profeta ha detto: «Ogni falange di ciascuna persona deve fare la carità ogni giorno che sorge il sole. Agire equamente tra due persone è carità; aiutare un uomo a salire in groppa alla propria cavalcatura e caricarvi le sue cose è carità; una parola buona è carità; ogni passo compiuto per andare a fare la preghiera rituale è carità; togliere dalla strada ciò che reca danno è carità».

Articolo copiaincollato da conexion.it

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la politica italiana, il teatrino, la maionese e Topolino

La “politica” Italian style:
Topolino ama il cioccolato, è allergico (ma non mortalmente) alla maionese e morirebbe mangiasse caviale
Topolino è nemico di Gambadilegno
Gambadilegno odia (ma non mortalmente) la maionese, morirebbe mangiasse il cioccolato e ama il caviale
Quando Topolino organizza una festa, per fare dispetto a Gambadilegno, serve solo maionese
Quando Gambadilegno organizza una festa, per fare dispetto a Topolino, serve solo maionese
Ora
Ci sono 3 problemi GRAVI in tutto ciò:
1) nessuno s’incula nemmeno di striscio cosa piace/serve agli altri 59 milioni di invitati
2) nessuno ha i coglioni di servire la pietanza mortifera…d’altronde si sa…senza Gambadilegno le storie di Topolino sarebbero troppo noiose e perderebbero pubblico e viceversa, senza Topolino, Gambadilegno non avrebbe alcun senso d’esistere
3) i banchetti organizzati da Topolino e Gambadilegno sono finanziati integralmente dai 59 milioni di commensali che, nonostante paghino profumatamente, mangiano da 100 anni sempre e solo schifosissima maionese
…questa non è Politica (l’arte di gestire la cosa pubblica). Questa roba qua è uno squallido teatrino di borgata: senza coraggio, senza responsabilità, mostruosamente costoso ed inefficace, grottescamente autoreferenziale e patetico.
PER QUANTO MI RIGUARDA È DEFINITIVAMENTE INSOSTENIBILE
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Topolino ama il cioccolato, è allergico (ma non mortalmente) alla maionese e morirebbe mangiasse caviale
Topolino è nemico di Gambadilegno
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Quando Topolino organizza una festa, per fare dispetto a Gambadilegno, serve solo maionese
Quando Gambadilegno organizza una festa, per fare dispetto a Topolino, serve solo maionese
Ora
Ci sono 3 problemi GRAVI in tutto ciò:
1) nessuno s’incula nemmeno di striscio cosa piace/serve agli altri 59 milioni di invitati
2) nessuno ha i coglioni di servire la pietanza mortifera…d’altronde si sa…senza Gambadilegno le storie di Topolino sarebbero troppo noiose e perderebbero pubblico e viceversa, senza Topolino, Gambadilegno non avrebbe alcun senso d’esistere
3) i banchetti organizzati da Topolino e Gambadilegno sono finanziati integralmente dai 59 milioni di commensali che, nonostante paghino profumatamente, mangiano da 100 anni sempre e solo schifosissima maionese
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amare sopra la paura e il dolore

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Un anno fa, il 25 aprile, uscii per la prima volta con un ragazzo che mi aveva presentato il mio migliore amico settimane prima. Fu uno dei giorni più belli della mia vita perché mi sentivo tranquillo, felice e compreso. Purtroppo sono una persona eccessivamente timida, introversa, ed allora ero ossessionato dai miei genitori, i quali mi spiavano con ogni mezzo e non approvavano molto che uscissi con dei ragazzi, tutto questo aggravato dalla mia paura di essere aggredito o picchiato per strada (nonostante viva in una città universitaria abbastanza moderna e aperta).

Per questo futile motivo non riuscivo a dimostrare il mio affetto al ragazzo che mi piaceva, non riuscivo a tenerlo per mano a stargli vicino in pubblico, solo raramente trovavo il coraggio di baciarlo per strada, andavamo sempre in un bellissimo parco, quasi sempre deserto, ma io provavo timore, vergogna e paura anche solo di tenerci per mano. Mi vergognavo ad uscire con lui quando erano presenti le sue amiche o i suoi amici, anche se loro erano felici di vedermi o addirittura curiosi. Ho fatto tantissime figure di merda e tantissime scenate, lui ci rimaneva male, ma la cosa che mi distruggeva era che lui mi perdonava sempre…

Siamo stati insieme tre mesi, nonostante le mie paranoie sono stati i mesi più belli e ricchi della mia vita, io cercavo di migliorarmi ma non ci riuscivo molto, ero molto legato a lui e lui mi voleva bene e comprendeva le mie paure, lui appariva così solare come se non gli interessassero le opinioni degli altri.
Ma scoprii presto che lui se la passava peggio di me, che la situazione nella sua casa non era delle migliori a causa del suo orientamento: anche se i suoi non lo hanno mai trattato male mi disse che non mi avrebbero mai voluto accettare, perché ero più grande di lui (di soli tre anni), ed anche perché ero un ragazzo. Mi confessò di essere depresso. Era molto misterioso, sempre arrabbiato, io non c’entravo nulla, ma sicuramente non ho migliorato le cose con la mia insicurezza.

Mi lasciò dopo tre mesi e mezzo di relazione e non voleva più parlarmi, era strano, con tutti. Sono stato male per lui per tutta l’estate e continuavo a cercarlo nonostante non volesse più parlare con me. Mi disperava l’idea che il tutto potesse essere colpa mia. Lo rividi un’ultima volta, in inverno, ma era scontroso un po’ con tutti e si arrabbiava per nulla, come se fosse stato molto stressato. Non voleva parlare ed io avevo tanto bisogno di lui.

Quel pomeriggio il mio migliore amico mi telefonò e mi disse di restare calmo e di ascoltare quello che aveva da dire. Cercò di spiegarmi che il mio ex ragazzo si era impiccato il giorno prima e che ora si trovava in ospedale. Io non riuscivo a capire cosa avrei dovuto rispondere, neppure riuscii a pensare in quel momento, nella mia mente c’era solo il vuoto più totale, era come se il terreno mi fosse crollato sotto i piedi. Sono partito per l’ospedale, ci sono stato un pomeriggio, poi sono tornato a casa, pensai di tornarci ancora dopo pochi giorni ma fu troppo tardi.

La mattina del suo funerale ero troppo sconvolto e persi quel maledetto treno, non potei neppure salutarlo per un ultima volta. Ma qualche tempo più tardi realizzai che non avrei mai potuto reggere se ci fossi andato. Ero prosciugato, totalmente, in me non c’era un grammo di voglia di vivere. Solo due persone conoscono la mia esperienza: non i miei genitori, non i parenti o gli amici, neppure i suoi genitori sanno chi sono stato per lui… io sono stato il suo primo ragazzo e lui lo è stato per me: il suo ed il mio primo bacio e non sono riuscito a dirlo a nessuno.

All’inizio fu terribile, Le mie intere giornate ruotavano attorno a lui, non riuscivo a passare un minuto senza sentire il vuoto che aveva lasciato. Era la mia ombra che mi tormentava, avevo attacchi di panico continui, non mangiavo, non dormivo, non studiavo, non riuscivo più ad uscire.

Con il tempo sono riuscito a trasformare questa cosa in un dono: il dono di avere sempre vicina la persona che ho amato, a cui ho voluto tanto bene, tramite i ricordi e le emozioni. Visito continuamente i posti dove andavamo insieme, lo immagino vicino a me nella panchina del parco dove sedevamo sempre, vado spesso a trovarlo e sto ore a sedere parlando con lui di mille ricordi. Ora è diventata la mia luce, che mi segue ovunque vado, è la mia ispirazione, la mia ragione di vita. Prima quando sentivo parlare di episodi di omofobia avevo paura, terrore, vivevo nel silenzio, nell’imbarazzo, nella vergogna. Prima non sarei mai riuscito a reagire in alcun modo, adesso ho la forza di reagire, per qualsiasi cosa penso a lui, alla sua dolcezza e alla sua testardaggine, lui mi spingeva a reagire, e mi spinge a reagire e a lottare anche ora.
Infatti sto iniziando a parlare di me ad altre persone, amici, e mi sento sempre più libero; ma la mia esperienza la riesco a condividere con pochi perché molto seria e molto personale… scusate la lunghezza di questa mia lettera ma per me era importante condividerla con qualcuno. Grazie.

Vorrei aggiungere che quello che ho raccontato è strettamente personale e il mio scopo è quello di trasmettere la tolleranza verso le persone e non l’odio, non voglio una vendetta insensata, perchè il problema da risolvere è un altro, è l’odio tra gli abitanti di questo pianeta e non voglio che persone sconosciute vengano offese, perchè nè io nè gli altri sappiamo davvero come sono andate le cose. L’unica cosa certa è che in questo mondo esiste un confitto tra quello che siamo e quello che vogliono gli altri, il mio obbiettivo è far capire che se una persona è eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, donna, mancina, nera o asiatica non va contro i diritti di nessun’altro e che voler cambiare la vita di qualcuno per farlo diventare un’altra persona, per motivi religiosi o nascodendosi dietro un’opinione è inutile e pericoloso e lede il diritto alla felicità, al benessere e alla vita stessa di un individuo.

La vita è corta, è troppo corta per odiare gli altri, amate le altre persone, state vicino a chi ne ha bisogno, non abbandonate le persone, perche da un giorno all’altro potrebbero scomparire sotto i vostri occhi. An additional 52 percent say that they speak spanish at home, but https://samedaypaper.org/ that they speak english very well

Fulvio Ervas “se ti abbraccio non aver paura”

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Fulvio Ervas “se ti abbraccio non aver paura
Il libro del viaggio di Franco e Andrea

Il racconto di un viaggio, un viaggio lungo migliaia di chilometri, un viaggio lungo due mesi attraverso nord, centro e sud america, ma anche un viaggio lungo tutta la vita attraverso il rapporto di un padre ed un figlio diciassettenne.
Un viaggio tra le persone, tra le case, le spiagge, le strade e le piazze e tra i fiumi e i laghi e le foreste.
Un viaggio abbracciati ad un disturbo misterioso, l’autismo, che rende ogni cosa agrodolce.
Un viaggio in moto in macchina, a piedi, a nuoto, in traghetto, in aereo, in moto alla ricerca di un miracolo o una magia…forse trovata…forse no…
Il racconto di un viaggio…

Franco e Andrea

i nuovi valori ed il senso della vita

È cambiato il senso della vita.
C’è meno spiritualità e più materialismo.
La tecnologia è stata male interpretata: ogni conquista scientifica e tecnologica viene colta come un passo verso il compimento del piacere (meno fatica) ed un allontanamento da qualsiasi forma di credo.
L’egoismo è la negazione della vita alla quale viene preferita una condizione di puro piacere personale.
Credere in qualche cosa significa sostanzialmente avere la consapevolezza di far parte di un disegno più vasto.
Chiudersi nel proprio egoismo è non partecipare al disegno, addirittura opporsi.
“…questa nostra civiltà è fallita culturalmente…”
Le ultime generazioni hanno cancellato ogni riferimento, a cominciare dal più importante: il valore ed il ruolo della famiglia.
I gesti quotidiani son cambiati perché i valori son diversi. Dai gesti semplici nascono i grandi cambiamenti quotidiani.
Nel bene e nel male è cambiato il senso della vita.
C’è meno spiritualità e più materialismo.
La tecnologia è stata male interpretata: ogni conquista scientifica e tecnologica viene colta come un passo verso il compimento del piacere (meno fatica) ed un allontanamento da qualsiasi forma di credo.
L’egoismo è la negazione della vita alla quale viene preferita una condizione di puro piacere personale.
Credere in qualche cosa significa sostanzialmente avere la consapevolezza di far parte di un disegno più vasto.
Chiudersi nel proprio egoismo è non partecipare al disegno, addirittura opporsi.
Modern Family

il sistema scolastico cubano: ottimo

cuba school kids

Il sistema di Istruzione di Cuba è uno dei migliori al mondo.
La spesa di L’Avana nell’istruzione si aggira intorno al 23,6% del Pil contro il 3/4% dell’Italia.
Non solo, negli ultimi 35 anni il governo rivoluzionario ha investito più di ogni altro in termini di fondi, strutture, elaborazione teorica e modernizzazione di metodi e programmi.

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Quando si parla di Cuba molti radical chic arricciano quasi istintivamente il naso.
Difficile dar loro torto, del resto, in quanto Cuba, con la sua stessa esistenza, rappresenta la prova vivente che è possibile organizzare un Paese in modo socialista avendo contro un nemico formidabile come gli Stati Uniti, e quindi come l’Occidente in senso lato.
Quando si parla di Cuba molti di questi radical chic faranno immediato riferimento a e alle sue accuse al governo castrista, peccato che sia stato proprio , definendola come una donna ambiziosa che inventava letteralmente le notizie per fare audience e creare il suo personaggio.

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Nonostante gli sforzi fatti da personaggi di grande levatura come Gianni Minà, che hanno disperatamente cercato di lumeggiare la vera realtà di Cuba all’assopito e borioso pubblico occidentale, in molti pensano ancora che Cuba sia una sorta di inferno vivente.
Sarebbe forse opportuno ricordare loro che Cuba è molto ma molto differente da quanto viene raccontato da una propaganda anticastrista sempre più rozza, e soprattutto che la vita a Cuba per molti è sicuramente meglio della vita di cui potrebbero fruire in molti dei paesi del mondo cosiddetto “libero”.
In pochi sanno però che Cuba è un paese che, come pochi, ha saputo combattere una guerra senza quartiere contro l’analfabetismo e la povertà e denutrizione infantili, battaglie che ha saputo anche vincere.
Solo per fare un esempio nel 1959, quando la Rivoluzione di Fidel trionfò, a Cuba viveva qualcosa come un milione e mezzo di analfabeti e almeno mezzo milione di semi analfabeti, senza contare le centinaia di migliaia di ragazzi non scolarizzati.
Visto che all’epoca Cuba contava poco meno di sette milioni di abitanti ecco che Fidel Castro e i suoi rivoluzionari dovettero porre rimedio a una situazione drammatica.
Nel 1959 il 23,6% delle persone non sapeva leggere nè scrivere, vi erano 10’000 maestri disoccupati e le aule non erano nemmeno sufficienti a ospitare i pochi studenti presenti.
Del resto proprio Fidel Castro prese il potere annunciando che uno degli obiettivi della rivoluzione sarebbe stato quello di garantire a tutti uno dei diritti dell’essere umano: ovvero il diritto ad apprendere e sviluppare le proprie idee.
Negli ultimi 35 anni Cuba ha portato avanti questo lavoro in modo indefesso, continuando a investire nel campo dell’Istruzione sotto ogni punto di vista. E Cuba non è certo la Svizzera dal momento che ha a che fare ormai da anni con gravissimi problemi economici, ma non per questo ha mai abbassato la spesa pubblica per l’istruzione, a oggi pari al 23,6% contro il 3-4% italiano! Strano visto e considerato che per molti radical chic Cuba è invece un esempio di un turpe e illiberale regime, un regime che però considera l’insegnamento un diritto dovere di tutti i cittadini, e che offre il sistema educativo completamente gratuito e democratico a tutti i cubani.
Non solo, non esistono distinzioni di razza, sesso, credo religioso, origine e stato sociale; noi in Italia e in Europa possiamo dire lo stesso?
Comunque non è finita qui: lo Stato cubano offre anche un ampio sistema di borse di studio per tutti gli studenti e fornisce la possibilità a tutti i lavoratori di accedere a qualsiasi livello di istruzione.

Attualmente il tasso di scolarizzazione è del 100% fino agli 11 anni, e il tasso di analfabetismo è sceso all’1,9% della popolazione compresa tra 10 e 49 anni.
Il dato assoluto della popolazione analfabeta è del 3,8%, uno dei più bassi al mondo, compresa l’area G8.
Il tasso di analfabetismo funzionale degli adulti è di circa il 10% (in Italia è del 65% circa).
I laureati universitari sono uno ogni 15 abitanti, dei dati che renderebbero Cuba tra i primi anche nell’avanzatissima Europa.
Se poi pensate che sempre a Cuba si trovano 2’111 centri di educazione e 46 centri universitari distribuiti in tutto il territorio, ben si comprende che stiamo parlando forse del sistema educativo migliore al mondo se si contestualizza la situazione di Cuba.

Secondo tutte le organizzazioni internazionali inoltre il governo di Cuba in questi ultimi anni nonostante versi in difficoltà economiche oggettive non ha mai fatto mancare alla popolazione i servizi fondamentali, compresa l’istruzione.
“Le risorse assegnate dallo stato insieme agli sforzi degli operatori del settore hanno permesso di non chiudere una sola scuola, asilo o università, né di lasciare un solo maestro o insegnante senza lavoro”, come ha spiegato l’Unità.
Come vanno invece le cose negli altri paesi considerati saldi alleati di Washington? All’opposto, in quasi tutto il mondo “occidentale” si tende ormai a privatizzare tutto il privatizzabile, col risultato di espellere sempre più persone dall’Istruzione.
Ma Cuba propone un modello da studiare attentamente anche per un altro motivo: il sistema educativo cubano combina studio con lavoro, una caratteristica che rappresenta sul piano metodologico uno dei risultati più importanti della pedagogia cubana.
A ispirare questo sistema lavoro-studio fu l’insegnamento dell’eroe nazionale che aveva evidenziato la necessità di combattere il divorzio tra la teoria e la pratica, tra lo studio e il lavoro.
In pochi sanno che Cuba oggi è riuscita a tenere aperte quasi 14’000 scuole frequentate da oltre tre milioni di studenti.
Cuba secondo varie rilevazioni internazionali si trova al primo posto, con molti punti di vantaggio, nel mondo latino-americano, al punto che secondo molti sarebbe alla pari con la Finlandia.
Il corpo docenti conta qualcosa come trecentomila unità tra maestri e professori, mentre per l’insegnamento alle elementari Cuba può già contare su 18’000 maestri con istruzione universitaria.
Cosa ancora più difficile a credersi, ma vera, gli studenti cubani oltre a ricevere una istruzione di primordine completamente gratis, ottengono gratis anche il materiale scolastico e tutto quello che concerne con l’istruzione, dall’alloggio all’alimentazione passando per il vestiario e uno stipendio per le spese. Spese che non servono a coprire il servizio sanitario dal momento che tutti già ricevono un’assistenza medica gratuita e, nei limiti delle possibilità, il diritto alla ricreazione e al trasporto dai propri luoghi di residenza, talvolta anche molto lontani dalle scuole di appartenenza.


Nella scuola primaria cubana recentemente è stato raggiunto il 72% degli alunni che frequentano il sesto grado con la modalità del tempo pieno (in Sicilia abbiamo meno del 3%!!).
All’inizio della Rivoluzione a Cuba l’81% della popolazione studentesca frequentava le elementari e solo il 2% l’università, oggi si ha un 40% della popolazione alle elementari, un 47% alle medie e un 12% all’ università.

Insomma, piaccia o meno ai radical chic e ai fan della “democrazia” nostrani, Cuba è uno dei primi paesi nel mondo per quanto riguarda gli investimenti procapite nelle attività scolastiche.
Vi era poi una leggenda radicata, ovvero che i maestri cubani riceverebbero uno stipendio infame essendo così costretti a fare altri lavoretti degradanti per sopravvivere. Niente di più falso dal momento che i maestri ricevono uno stipendio tra i più alti a Cuba e soprattutto oggi L’Avana conta quasi dieci volte di più il numero di medici che aveva nel 1959.
In Italia il rapporto tra alunni e maestri è di 1 su 26, un numero dignitoso ma che impallidisce rispetto alla proporzione di Cuba di 1 su 13, ma stranamente nessuno vi parlerà di questo aspetto.
E mentre da noi in Europa si taglia il tagliabile, anche alle persone in difficoltà, a Cuba ci sono 512 scuole per l’istruzione differenziata con 63’000 iscritti per 7 specializzazioni, scuole rivolte a bambini o giovani con limitazioni fisiche e mentali, difficoltà nell’apprendimento e problemi seri come disturbi alla vista, all’udito, alla parola, ritardo mentale acuto, impedimento fisico-motorio.
A Cuba il 100% dei bambini malati è completamente scolarizzato.

Insomma leggete questi dati e riflettete, pensate davvero che viviamo in un Paese e in una società che sia in grado di dare giudizi di valore su Cuba?
E soprattutto, pensate davvero che il nostro definirci “democratici” ci metta su un gradino superiore rispetto a Cuba?
I dati lascerebbero pensare di no.

Portella della Ginestra: la prima vera strage di Stato

strage piana albanesi

Portella della Ginestra viene considerata la prima vera strage di Stato, la più lontana nel tempo ma tuttavia tutt’ora senza mandanti.
Sulla strage del 1° maggio 1947 dove morirono 11 persone e non credo si possano censire i feriti, il segreto di Stato resta

Erano oltre duemila i lavoratori e i membri delle loro famiglie che quel 1° maggio del ‘47 si trovavano a Piana degli Albanesi, nella zona di Portella, a festeggiare e a manifestare contro il latifondismo e contro l’oppressione dei gabellotti.
Spararono nascosti fra le rocce, da vigliacchi, su chi chiedeva la dignità del lavoro, su chi non riusciva a sfamare i propri figli nonostante si spaccasse la schiena sui terreni dei nobili e dei mafiosi.
Si sparò alla cieca su donne, uomini, bambini, vecchi.
Molto si è detto nel corso degli anni riguardo alla : che l’esecutore fu  Salvatore Giuliano su mandato dei signori delle terre, che ci fu un accordo fra i servizi segreti americani e i latifondisti, ma la tesi più accreditata è che poteri dello Stato scesero a patti con degli assassini mercenari.
Qualunque sia stata la matrice se c’è un segreto di Stato vuol dire che qualcuno qualcosa da dire ce l’avrebbe ed è il momento, finalmente, di parlare.

Carlo Ruta, giornalista preparato su questi temi, ha scritto:
«sugli scenari che si aprirono con Portella della Ginestra, alcuni quesiti rimangono aperti ancora oggi: fino a che punto quegli eventi tragici videro realmente delle correità di Stato?
E quali furono al riguardo le effettive responsabilità, dirette e indirette, di taluni personaggi chiamati in causa per nome dai banditi e da altri?
Fra l’oggi e quei lontani avvenimenti vige, a ben vedere, un preciso nesso.
Nel pianoro di Portella venne forgiato infatti un peculiare concetto della politica che giunge in sostanza sino a noi».

A parte per qualche film sul bandito Giuliano (alcuni dei quali tratti da ricostruzioni storiche alquanto discutibili), del 1° maggio ’47 e di quella festa del lavoro macchiata di sangue e morte non si parla più.
Ma è successo, quei nomi sono scolpiti nella pietra del memoriale e come le altre vittime di stragi senza colpevoli, ci chiedono giustizia.
Se capitate in Sicilia, per vacanza o per lavoro, passate da Piana degli Albanesi. Lì potrete parlare con dei sopravvissuti. Persone che da 67 anni chiedono ad ogni politico, parlamentare o capo di Stato che sia (ricordo il loro incontro del 2012 con Giorgio Napolitano) i nomi dei mandanti. Parlano con i ragazzi e provano a spiegare loro cos’è la dignità, quanto è importante la scuola, di come devono compiere i loro doveri ma rivendicare i propri diritti.

Da 67 anni e con un segreto di Stato come un macigno, un muro invalicabile verso la verità, ricordano quelle 11 vittime della strage di Portella della Ginestra – 1°maggio 1947

Giovanni Megna (18 anni)
Vito Allotta (19 anni)
Serafino Lascari (15 anni)
Filippo Di Salvo (48 anni)
Giuseppe Di Maggio (13 anni)
Castrense Intravaia (18 anni)
Giovanni Grifò (12 anni)
Vincenza La Fata (8 anni)
Margherita Clesceri (incinta)
Giorgio Cusenza
Francesco Vicari

Articolo copiaincollato da “???”…link originale perduto.

I pericoli del “pensiero leggero”

TELEVOTO E POLITICA
I pericoli del “pensiero leggero”

In questo paese è in corso una regressione culturale profonda e potenzialmente devastante.
Le “semplificazioni del pensiero” aprono le porte a pericolosissimi elementi autoritari.
Si parla di abolire il senato con la stessa (assenza di) serietà e responsabilità con cui si sceglie chi eliminare dalla casa del grande fratello televisivo.

Come illustrato brevemente nel post precedente, sono certamente minimo 10 anni che il volere politico del popolo italiano viene completamente ignorato dalle forze politiche che siedono illegittimamente e incostituzionalmente nelle camere.
Nonostante questa realtà gravissima il parlamento continua a legiferare!

Tra le tante leggi scritte e presentate (da parlamentari illegittimi) ed infine promulgate (dal presidente Napolitano che negli ultimi anni ha firmato sempre tutto) il parlamento ha approvato a marzo 2014 la “nuova” legge elettorale (italicum) nonostante (o forse proprio per questo motivo?!?) presenti gli stessi profili certi di incostituzionalità del porcellum (la legge elettorale Calderoli con la quale Berlusconi andò al governo nel 2008 ma dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale a fine 2013):
I – liste bloccate e assenza delle preferenze cioè con i deputati scelti dai capi di partito,
II – un sistema di premio di maggioranza tale da stravolgere completamente il volere degli elettori e trasformare de facto la legge elettorale da proporzionale a maggioritaria ed impedire la presenza in parlamento di tutti tranne le prime due forze politiche.

Con l’italicum, una popolazione ipoteticamente composta da

  • 10’000’000 avvocati,
  • 10’000’000 dottori,
  • 9’000’000 fattorini e
  • 21’500’000 tra baristi, ingegneri, professori, spazzini, autisti, disoccupati, casalinghe, studenti etc

verrebbe rappresentata in parlamento da

  • 55 avvocati e
  • 45 dottori

con buona pace dei diritti degli oltre 30 milioni tra fattorini, baristi, ingegneri, professori, spazzini, autisti, disoccupati, casalinghe, studenti etc

Questo governo (Renzi-Berlusconi/PD-FI) nonostante sia illegittimo, continuando a fare scempio della democrazia rappresentativa, oltre a proporre leggi elettorali incostituzionali sta cercando disperatamente di
I – riformare profondamente la Costituzione,
II – abolire il senato e
III – potenziare i poteri del presidente del consiglio.

La Costituzione non prevede la dittatura del premier: cioè il modello mostruoso che esce dalla combinazione dell’italicum, della controriforma del senato e del premierato forte.
Se si cancellerà il senato e si comporrà la camera con un sistema iper-maggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della repubblica parlamentare che sta in costituzione.

E dovremmo stare zitti e…sereni???!!!…

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