Mese: Gennaio 2011

dentisti solidali e volontari

CopiaIncollato dall’articolo di NICCOLÒ ZANCAN su La Stampa di oggi:

Dottor Mario Ansaldi, perché lo fa? «Perché ci credo. Perché lo ritengo doveroso. Perché è un aiuto concreto in un momento di sofferenza diffusa. Perché, come si diceva una volta: dove c’è posto per un figlio, possono mangiare anche in due». E lei, dottor Ettore Bresci, perché viene qui ad aggiustare il sorriso dei torinesi che non possono pagarsi le cure dentarie? «Perché ho fatto un giuramento come medico. E ho fatto un giuramento anche come massone: assistere i miei fratelli. Non mi nascondo. A chi resta perplesso, rispondo: la massoneria sta alla P2 come il comunismo sta alle Brigate Rosse. Ci sono stati errori e deviazioni, ma questa è un’altra storia».

Questa è la storia di un posto unico in città. Asili Notturni Umberto I, via Ormea 119. Dove ogni giorno si dà da mangiare a chi ne ha bisogno: 50 mila pasti caldi l’anno. Dove si offrono 20 posti letto senza chiedere nulla in cambio. Dove dodici medici volontari, in un laboratorio odontoiatrico all’avanguardia, spendono un po’ del loro tempo gratis perché ci credono: 2050 interventi nel 2010. La massoneria, che in quanto tale ancora ha il potere di agitare fantasmi e paure, qui è scoperta. Scopertissima. Ci sono squadra e compasso sulla porta d’ingresso, i simboli dell’ordine. I finanziamenti per il lavoro quotidiano arrivano in parte dal Gran Oriente d’Italia: 50 mila euro nell’ultimo bilancio. Il motto del 1886 – anno di fondazione – è ancora quello di oggi: «Labor, virtus, caritas». Mentre l’anima di tutto questo è un signore che si presenta con un sorriso dolce e ironico insieme: «Sì, sono Sergio Rosso, il massone».

La storia di Rosso merita un capitolo a parte. Nel 2003 viene travolto da un’inchiesta giudiziaria: «Truffa sull’alluvione». È accusato di aver favorito un risarcimento ingiusto per la concessionaria «Autovallere» di Agostino Tocci. Lavorava come consulente dell’assessore regionale Matteo Brigandì. Titoloni sulle cronache: «Storia di Rosso, il massone amico dell’avvocato di Bossi». Risultato: dopo sette anni e tre gradi di giudizio, è stato assolto con formula piena. Ha ottenuto anche un risarcimento danni. «Umanamente è una vicenda che mi ha fatto molto male – racconta – però forse è stato un segno del destino, perché mi ha portato a fare una svolta radicale nella mia vita. Avevo una grossa partecipazione in un’azienda dell’indotto, ho venduto tutto per dedicarmi agli Asili. Ora sono più gratificato. Mi sento utile, le endorfine che produco mi danno gioia». Cosa significa per lei essere un massone? «Cercare di affrontare dentro me stesso i problemi dell’uomo. Cercare i valori universali: fraternità, libertà e uguaglianza. Qui nessuno prende un euro per quello che fa, neppure un rimborso spese. Qui nessuno segue trame di natura politica. Nessuno cerca vantaggi personali. Il bilancio annuale degli Asili non supera i 120 mila euro l’anno, di cui 10 mila euro finanziati dal Comune di Torino».

Non bisogna per forza essere massoni per imbarcarsi nell’avventura. Contano le intenzioni. Come spiega il dentista Maurizio Damonte: «Non so nulla di massoneria. Collaboro anche con i camilliani e presto forse con Emergency. Quello che mi interessa è il rapporto umano che si instaura con i pazienti e con gli altri volontari».

Gli Asili crescono. Oggi verrà presentato l’ampliamento della struttura odontoiatrica, due nuove sale operatorie comunicanti. Alta tecnologia al servizio di chi sta peggio. Fra i pazienti dell’ultimo anno: 95 ammalati con patologie infettive, 65 tossicodipendenti, 16 alcolisti, 3 trapiantati. Anche la squadra di dentisti volontari sta crescendo, da dodici a venti. Fanno i turni per non lasciare giorni scoperti.

La coda che si forma davanti all’ingresso, invece, è per i posti in mensa. Distribuiscono i numeri per evitare discussioni. La gente sta aumentando, perché cresce la povertà e diminuiscono i centri d’accoglienza. Nella città dei santi sociali restano solo due posti dove mangiare gratis di sera. Gli Asili notturni dei massoni e il convento dei frati Cappuccini. Vorrà dire qualcosa?

+40€ (26 gennaio 2011)

per ora abbiamo ricevuto due donazioni
una di 30 via bonifico e l’altra di 10 in cash
per un totale di 40€

ringraziamo e alleghiamo alla presente le “ricevute” delle suddette somme così tutto rimane completamente e sempre controllabile e verificabile quindi trasparente

bonifico 30€10€

mercoledì 26 gennaio 2011 Flash Mob di PROTESTA a Torino

PROTESTIAMO PACIFICAMENTE CONTRO QUESTI POLITICI MARCI FINO AL MIDOLLO
TUTTI I TORINESI A RACCOLTA A PORTA NUOVA OGGI (MERCOLEDI’ 26) ALLE 18:30

se non sapete cos’è un Flash Mob guardate qua e poi finite di leggere questo articolo

FLASH MOB di protesta civile:
L’ITALIA NON E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SULLA PROSTITUZIONE! Dimissioni subito!

Avere una valigia di Louis Vuitton al braccio e Lele Mora come autista…pretendono di farci credere che sia la massima ambizione di una donna! Partecipare a tristi festini travestite da oggetto del piacere di un vecchio e patetico miliardario ossessionato dalla sua virilità… Pretendono di farci credere che sia per le donne il più autorevole attestato di affermazione sociale! Non ci hanno convinte! Nonostante quindici anni di lavaggio del cervello, di audience tv cercato mostrando donne nude e mute, di una classe politica sempre più volgare e sfacciata. Non ci hanno convinte! È ora di prendere la parola per dire basta.
Dimissioni subito!

Quando: Mercoledì 26 gennaio, dalle ore 18:30 alle 18:45 (puntualità imprescindibile)
Durata: 15 minuti
Dove: Stazione Porta Nuova Torino, atrio binari, sotto tabellone orari principale
Cosa: un flash mob di protesta civile, un’azione dimostrativa inattesa e carica di valenza simbolica. Una moltitudine di persone che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, attuando un’azione insolita per un breve periodo di tempo, per poi disperdersi.
Tratti riconoscibili dei partecipanti:
PRESENTARSI CON:
– Abiti neri
– Grandi occhiali da sole
– Rossetto rosso sulle labbra

L’iniziativa è aperta a tutti, donne e uomini.

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…IL GIORNO DOPO…
700 persone
pacifiche
di ogni età
tutti insieme
riuniti in poche ore
un coro compatto e chiaro copre ogni rumore
e crea speranza:
DI-MI-SSIO-NI
DI-MI-SSIO-NI
DI-MI-SSIO-NI
DI-MI-SSIO-NI
DI-MI-SSIO-NI
DI-MI-SSIO-NI
…appena caricheranno i video e le foto le carico…
…a chi non c’era peccato
…a chi c’era grazie

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/torino/lstp/16395/


politici italiani: trattamento economico

Pubblico questa lista di dati sul trattamento economico dei politici italiani.
Ignoro la provenienza dei dati (a me è arrivata una email) quindi potrebbero essere sbagliati…comunque…vale la pena approfondire…

STIPENDIO Euro 19’150 al mese
STIPENDIO BASE circa Euro 9’980 al mese
PORTABORSE circa Euro 4’030 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2’900 al mese
INDENNITA’ DI CARICA (da Euro 335 circa a Euro 6’455)

Inoltre:
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS – METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1’472’000).

E ancora:
Hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre i cittadini dopo 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!!).
Circa Euro 103’000 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione un ufficio, una segretaria, l’auto blu ed una scorta sempre al suo servizio).

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2’215 al MINUTO !!

TUTTI ESENTASSE

Il gioco d’azzardo in Italia nel 2010

Ignorare significa non comprendere. Meno si capisce più si è soggetti a truffe e inganni.
Il gioco d’azzardo sono un modo SICURO per buttare i soldi nel cesso.
Nessuno guadagnerà mai NULLA giocando tanto al Lotto o ai gratta e vinci o alla lotteria.
Tutto è PROGETTATO ad hoc dalle società che gestiscono questi affari al fine di arricchirsi (loro, le società) sfruttando l’IGNORANZA del cittadino medio.
Scommettere a questi giochi è perdere. Non esiste altra possibilità. Ovviamente.

Qui di seguito mi permetto di trascrivere alcuni numeri estratti dalla conferenza di GiovedìScienza del 13 gennaio 2010 dal titolo “FATE IL NOSTRO GIOCO: la matematica del gioco d’azzardo” di Paolo Canova e Diego Rizzuto (qui il link al video della conferenza).

Con il presente articolo intendo aiutare la diffusione delle informazioni raccolte sull’argomento da questi due bravissimi ragazzi.

Le probabilità di fare sei al SuperEnalotto sono una su 622 milioni.
Ecco alcuni eventi che, statisticamente, sono moooolto più probabili:
morire in un incidente stradale: una su 20 mila circa.
morire in un incidente aereo: una su 500 mila.
azzeccare il numero telefonico del vostro beniamino digitando a caso: una su 10 milioni.

Giocando al SuperEnalotto tre volte alla settimana per 1.4 milioni di anni si raggiunge una probabilità su due di vincere.

Gli italiani nel 2001 hanno speso in giochi d’azzardo 14.4 miliardi di Euro.
In soli dieci anni (2010) questo giro d’affari già enorme è QUADRUPLICATO raggiungendo la cifra stratosferica di 61 miliardi (di cui in Slot Machine 26.5 miliardi).
Cioè in media mille euro a testa.
Sempre nel 2010 gli italiani hanno speso meno (38 miliardi) in automobili e in abbigliamento (43 miliardi).
Il PIL Italiano è di circa 2’000miliardi di Euro quindi i 61 miliardi spesi in gioco d’azzardo equivalgono a circa il 2.6% del PIL.
Lo Stato Italiano nel 2010 ha incassato 9 miliardi (il 15% dei 61 spesi).

Gioco Azzardo Patologico: sono stimati in circa 700 mila gli italiani malati dipendenti patologici al gioco.

Alla lunga, calcoli alla mano, inevitabilmente si PERDE SEMPRE.
Quanto?
Il bilancio (soldi PERSI/soldi GIOCATI) di un giocatore accanito è  di circa:
20% se “gratta e vinci” o “slot machines”, circa 40% giocando al “Lotto ambo”, circa 60% giocando al “Lotto terno”, circa 70% giocando alla “Lotteria Italia”, circa 90% giocando al “Lotto cinquina”.
…cioè se giocate 100€ alle slot ne perderete 20 mentre se comprate 100€ di biglietti della lotteria ne perderete 90.
Ulteriori dettagli in questa immagine estratta dal video della conferenza.

quanto si perde giocando

quanto si perde giocando

Durante la conferenza i due esperti spiegano molto chiaramente (nel filmino al minuto 55′ circa) anche la questione dei “Numeri Ritardatari del Lotto”.
Il riassunto è (ovviamente) che, matematicamente, non ha senso puntare su un ritardatario.

Luca Bitta32 (nato comico)

Un ragazzo (1988) con un sogno ed un “dono”: la satira!
…fa ridere…intelligentemente…semplicemente…
Sono sincero…provare per credere:

…sì certo…è acerbo e ancora molto ispirato ad altri (Celestini in primis alle mie orecchie)
ma secondo me ha talento da vendere e, considerata l’età, brilla forte nello scenario perfettamente mediocre che ci circonda.

L’ho contattato per complimentarmi e invitarlo a scrivere lui queste due righe ed ho scoperto un ragazzo semplice e modesto:
“Purtroppo per quanto sia indispensabile buttare dentro, la cosa più difficile resta sempre “ripulirsi”. Imparare a sfrondare. Quindi se avessi la sensazione e sapessi come evitare di sembrare “sborone” lo farei di corsa. Ma credo s’impari negli anni.
Realisticamente non avrei niente da dire in una biografia.
In ogni caso mi fa piacere il tuo interessamento, non perdiamoci di vista.
Ciao, buona giornata”
…così mi ha risposto…

e allora…Luca…un grande in bocca al lupo…di Cuore

Il Capitalismo (secondo Michael Moore)

Michael Moore è un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, vincitore dell’Oscar al miglior documentario con “Bowling a Columbine” (2002) e della Palma d’oro al Festival di Cannes con “Fahrenheit 9/11” (2004).
Attraverso i propri documentari e libri ha affrontato con spirito critico i problemi e le contraddizioni del sistema politico, economico e sociale degli Stati Uniti, conquistando un grande successo di pubblico, ma procurandosi anche una folta schiera di detrattori, che ne hanno messo in discussione idee e metodi.

Il documentario (qui sopra presentato) “Capitalism: A Love Story” (presentato in concorso alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2009) si concentra sulla crisi finanziaria mondiale scoppiata nel 2006 negli Stati Uniti “per colpa” dei mutui subprime.

Moore in questo film affrontare il problema che è al centro di tutta la sua opera: l’impatto disastroso che il dominio delle corporation ha sulla vita quotidiana degli americani (e, quindi, anche del resto del mondo). Ma questa volta il colpevole è molto più grande della General Motors e la scena del crimine ben più ampia di Flint, Michigan. Dalla Middle America fino ad arrivare ai corridoi del potere a Washington e all’epicentro finanziario globale di Manhattan, Michael Moore porterà ancora una volta gli spettatori su una strada inesplorata. Con umorismo e indignazione, Capitalism: A Love Story di Michael Moore esplora una domanda tabù: qual è il prezzo che l’America paga per il suo amore verso il capitalismo? Anni fa, quell’amore sembrava assolutamente innocente. Tuttavia, oggi il sogno americano sembra sempre più un incubo, mentre le famiglie ne pagano il prezzo, vedendo andare in fumo i loro posti di lavoro, le case e i risparmi. Moore ci porta nelle abitazioni di persone comuni, le cui vite sono state stravolte, mentre cerca spiegazioni a Washington e altrove. Quello che scopre sono dei sintomi fin troppo familiari di un amore finito male: bugie, maltrattamenti, tradimenti… e 14.000 posti di lavoro persi ogni giorno. Capitalism: A Love Story rappresenta una summa delle precedenti opere di Moore, ma è anche uno sguardo su un futuro nel quale una speranza è possibile. E’ il tentativo estremo di Michael Moore di rispondere alla domanda che si è posto in tutta la sua carriera di regista: chi siamo e perché ci comportiamo in questo modo? (link articolo originale)

Questa volta Michael Moore prende le mosse da lontano, addirittura dall’Impero Romano, per mostrare come i segnali di decadenza di quella potenza antica siano tutti rintracciabili nella realtà odierna. La domanda è più che mai esplicita e con la risposta già incorporata: quanto è alto il prezzo che il popolo americano paga a causa della confusione operata tra il concetto di Capitalismo e quello di Democrazia? Per Moore i due termini non coincidono anzi sono in più che netta opposizione soprattutto ora, dopo la crisi mondiale di cui tutti paghiamo le conseguenze.
Per sostenere la sua tesi questa volta il polemista di Flint (cittadina a cui fa ancora una volta ritorno vent’anni dopo Roger & Me) fa un uso molto più ridotto di gag verbali e visive (anche se non ci risparmia un nuovo doppiaggio del Gesù di Zeffirelli in versione liberistico-sfrenata). Perché questa volta il tema è talmente serio che lo spazio per la risata non può che essere ridotto. È ora di passare all’azione secondo Moore. Ancora una volta non per sovvertire un sistema ma per riportarlo alla purezza delle origini.
In una società in cui può esistere un gruppo immobiliare che si autodefinisce gli Avvoltoi (il cui compito è acquistare a prezzi stracciati case già pignorate per poi rivenderle facendo profitti) e in cui la classe media vede falcidiati i propri beni primari dalla rapacità di banche prive di qualsiasi seppur remoto scrupolo, Moore non può sentirsi a suo agio. E non può non solidarizzare con chi pensa che i rapinatori non siano solo quelli proposti in sequenza nelle immagini delle televisioni a circuito chiuso di banche e negozi. Oggi ci sono rapinatori che agiscono sulla sorte di milioni di persone. Qualcuno di loro comincia a pagare ma l’indignazione non è ancora giunta al livello necessario.
Il livello di cui Franklin Delano Roosevelt aveva fatto proprie le istanze ipotizzando una nuova Costituzione Americana in cui i diritti fondamentali dei cittadini venissero riconosciuti in modo assolutamente dettagliato e inequivocabile. Il Presidente morì prima di essere riuscito a farla diventare legge. Oggi il popolo americano paga questo vuoto legislativo con i posti di lavoro persi e le abitazioni letteralmente divorate da avvoltoi di diverse specie. Moore, da vero americano, auspica un ritorno al passato perché la parola futuro possa tornare ad avere un significato positivo. Quando mostra vescovi e sacerdoti schierarsi senza indugio a fianco di chi sta perdendo il lavoro viene in mente l’abusata terminologia nostrana ‘cattocomunista’. Non si tratta di ‘comunismo’ in questo film ma di diritti basilari che la ricerca sfrenata del guadagno non può mai (in nessuna occasione e per nessun pseudo motivo di ‘interesse generale’) calpestare.
Moore porta come esempio positivo, tra le altre, la nostra Costituzione. Faremmo bene ogni tanto a rileggerla.
Magari dopo avere visto Capitalism: A Love Story. (link all’articolo originale e altro ancora sul film).

la “manipolazione mediatica” secondo Chomsky

by Stefano Palma

by Stefano Palma

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base.

Noam Chomsky ci aiuta a svelare l’inganno.

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria.
Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

-67.5€ (14 gennaio 2011)

Bonificati 67,5€ a MyMadaDev come “donazione” per ringraziarli del lavoro in corso sullo sviluppo del sito nuovo di CuboSphera

mymadadev

…sono arrivati a destinazione solo 124’550 ar (equivalenti a 45€)!
…significa che questo bonifico bancario dall’Italia al Madagascar è costato circa 23€!!!

gli eBook a scuola

…sarebbe un miglioramento mostruoso dare gli eBook agli studenti:
le famiglie risparmierebbero una montagna di soldi,
i ragazzi si porterebbero dietro moooolto meno peso,
si risparmierebbe una marea di carta stampata,
l’intero processo scelta/acquisto/consegna/ammodernamento/errata corrige dei libridi testo sarebbe infinitamente più semplice e veloce ed efficiente

etc…

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