Mese: Luglio 2011

GREEN The Film (by Patrick Rouxell)

CONSUMO CRITICO è l’unico comportamento ACCETTABILE

Green The Film, diretto dal regista del regista Patrick Rouxell, racconta attraverso i ricordi di un orango in fin di vita, l’eccezionale vitalità delle foreste pluviali dell’Indonesia, e l’avanzare della loro distruzione per fare spazio alle piantagioni di acacia e palma da olio, per la produzione di legname, carta, biodiesel, olio alimentare e cosmetico etc.

Immagini forti e poetiche di una tragedia dimenticata.
GREEN è stato giudicato il miglior lungometraggio al 7° Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità ed ha ricevuto molti altri premi.

La diversità della vita sulla terra è costituita dall’insieme degli esseri viventi che la popolano. Questa diversità prende il nome di BIODIVERSITA’.
La biodiversità indica una misura della varietà di specie animali e vegetali nella biosfera; essa è il risultato di lunghi processi evolutivi. L’evoluzione è il meccanismo che da oltre tre miliardi di anni permette alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla terra e che deve continuare a operare perché questa possa ancora ospitare forme di vita in futuro.
La biodiversità è intesa non solo come il risultato dei processi evolutivi, ma anche come il serbatoio da cui attinge l’evoluzione per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi.
La biodiversità si può considerare almeno in tre livelli diversi:
– a livello di geni in una specie (o popolazione)
– a livello di specie
– a livello di ecosistemi
La terra è popolata da numerosi esseri viventi, animali e vegetali che non conosciamo: oggi sono state classificate appena un milione di specie, mentre le stime elaborate dai biologi vanno dai 5 ai 10 milioni.
Diventa, quindi, ancor più urgente ed importante occuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di sparire per sempre a causa dell’uomo, ancora prima di essere scoperti.
E’ noto che alcuni biomi risultano più importanti rispetto ad altri in termini di ricchezza di specie: le barriere coralline, gli estuari dei fiumi e le foreste tropicali che accolgono oltre la metà degli esseri viventi, pur ricoprendo il 6% della superficie terrestre, sono i più importanti. Perché la diversità nell’ambito di una comunità biologica possa essere considerata una risorsa deve essere caratterizzata da un adeguato numero di specie, da un’alta valenza ecologica e da un legame con le condizioni ambientali. Inoltre è necessaria un’uniforme e approfondita conoscenza dei dati di base e la disponibilità di dati recenti.
La biodiversità è l’assicurazione sulla vita del nostro pianeta. Quindi la conservazione della biodiversità deve essere perseguita senza limiti poiché essa costituisce un patrimonio universale, che può offrire vantaggi immediati per l’uomo:
– mantenimento degli equilibri climatici sia a scala locale che planetaria; infatti le specie vegetali oltre ad essere l’unica fonte di ossigeno sul nostro Pianeta, hanno anche un ruolo fondamentale negli equilibri idrici e in quelli gassosi.
– fonte di materiale di studio: lo studio della Biodiversità permette di avere fondamentali conoscenze anche per comprendere meccanismi biologici analoghi nell’uomo.
– uso sostenibile della flora per fini alimentari e medicinali: per quanto riguarda l’uso della flora per l’alimentazione c’è da dire che oggi viene sfruttata solo una minima parte delle infinite possibilità alimentari fornite dalle piante. Invece utilizzando meglio tali risorse si potrebbero soddisfare i problemi di nutrizione in molte parti del mondo, senza alterare equilibri essenziali per l’ambiente.

i 10 più grandi dittatori africani

Freedom in Africa

Freedom in Africa

Il mondo arabo è attraversato da un vento di proteste e di libertà. Popoli che si ribellano contro i poteri dei dittatori che governano da decenni. Il movimento è partito dalla Tunisia e ha subito raggiunto alcuni paesi arabi. Dei 54 paesi che compongono l’Africa, più della meta dei presidenti hanno fatto ciascuno più di 10 anni al potere, mentre una decina di loro addirittura un ventennio. Tiranni che governano paesi spesso ricchissimi di materie prime i cui guadagni provenienti dalle loro  estrazioni vengono spartiti tra una ristretta classe di dirigenti corrotti.

Ecco per ordine decrescente, la classifica dei 10 più grandi dittatori africani in funzioni da 20 anni.

10 – Meles Zenawi ( 20 anni al potere). Presidente dell’Etiopia dal 1991.

9 – Idris Debby (21 anni al potere ). Presidente del Ciad dal 1990.

8 – Omar Hassan al – Bashir (22 anni al potere). Presidente del Sudan dal 1989.

7 – Blaise Compaoré ( 24 anni al potere ). Presidente del Burkina Faso dal 1987.

6 – Yoweri Museveni ( 25 anni al potere ). Presidente dell’Uganda dal 1986.

5 – Paul Biya (29 anni al potere). Presidente del Camerun dal 1982

4 –  Teodoro Obiang Nguema (31 anni al potere). Presidente della Guinea Equatoriale dal 1979.

3 – Robert Mugabe (31 anni al potere ). Presidente dello Zimbabwe dal 1980

2 – Muammar Gheddafi (42 anni al potere ). Presidente della Libia dal 1969.

1 – La famiglia Bongo ( 44 anni al Potere ).  La dinastia dei Bongo governa il Gabon da 44 anni.

Il patriarca Omar Bongo ha governato il paese per 42 anni, dal 1967 fino alla sua morte

nel 2009. Il suo figlio Ali Bongo è al potere da 2 anni.

Questi sono Presidenti dittatori che governano i loro paesi con pugno di ferro. Ci sono molti altri tiranni con meno anni di potere. Tuttavia, non si può dimenticare quei paesi dove, anche con grande fatica, si è istaurata una democrazia con vere alternanze politiche.

La guerra per la libertà e la democrazia condotta dall’Occidente in Libia, se fosse veramente nell’interesse del popolo libico, come hanno tuonato a gran voce i paesi che lo sostengono economicamente e militarmente con la benedizione delle Nazioni Unite, ci sarebbero in Africa oggi molte altre guerre in tanti paesi e sotto la protezione dell’ONU o dell’OTAN, per cacciare via altri dittatori sanguinari. Purtroppo molti di loro sono sostenuti proprio da queste nazioni ricche e democratiche. Il colonnello Gheddafi che è combattuto oggi, era osannato e glorificato qualche mese fa dagli stessi che lo combattono. I paesi ricchi e democratici se ne fregano della liberta dei popoli africani, loro si preoccupano esclusivamente dei loro interessi e nient’altro. L’Africa non sarà mai libera con l’intervento delle potenze straniere. I rivoltosi tunisini ed egiziani non hanno avuto bisogno delle forze straniere per cacciare dal  potere Ben Ali e Mubarack, due tiranni che godevano di ogni tipo di supporto in Occidente.

Qualunque rivoluzione ( militare o democratica) che si farà nei paesi dittatoriali in Africa, dovrebbe essere prima di tutto un affare interno ad ogni paese. Solo cosi, questi paesi potranno dichiararsi veramente liberi.

Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!

Jivis Tegno

Editorialista di “Informare Per Resistere”, pagina di informazione su Facebook.fr con 456.000 Fans iscritti.

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