Mese: Maggio 2012

tema sulla pedagogia Waldorf

Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”
Novembre 2008
TEMA: Prova a descrivere cosa ti aspetti da una scuola ideale, in un momento in cui tanti protestano all’interno della scuola. Cosa chiederesti a un ministro ipotetico?

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Vorrei raccontare i miei tre anni di scuola media a Roma, alla “Il giardino dei cedri” di Monte Mario.
Dopo un anno di medie a Imperia, mia madre ha deciso di trasferirsi a Roma; io avevo dodici anni.
Ero rimasto abbastanza esterrefatto da questa decisione di mia madre: dovevo ricominciare da zero.
Vorrei descrivere come “funziona” questa scuola molto particolare ideata da come scuola per i figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria a Stoccarda.
Il metodo prevede un maestro unico che segue i ragazzi dalla prima fino all’ottava classe (terza media).
Solo per le lingue  e alcuni laboratori sono previsti uno o più insegnanti complementari.
Non c’è una pianificazione di studi settimanale, ma ad “epoche”, per esempio un mese si fa storia e nient’altro nella prima parte della mattinata; questo permette di concentrarsi molto sull’argomento e acquisire una conoscenza più approfondita della materia.
Cosa incredibile, ma veramente geniale, è l’assoluta mancanza di libri: non se ne usano né di testo né di matematica, di nessun tipo. Si scrive tutto sui quaderni, milioni di quaderni riempiti in pochi mesi, ognuno ha un qualche ricordo particolare, è tuo personale, ti rispecchia, è come lo vuoi tu. Questa è una delle cose che preferisco di quella scuola.
Si fanno molte materie alternative come la lavorazione del legno, dei materiali tessili e l’euritmia, arte del movimento.
Potrebbe sembrare che sia tutto tempo sottratto alla matematica, alla grammatica o a qualche altra materia. Ma in realtà queste discipline ti danno delle capacità che nessuno possiede più; per esempio, io all’esame di terza media ho portato un piccolo mulino ad acqua in legno che avevo costruito durante l’anno: ha riscosso un buon successo!
Tutti quanti abbiamo portato i disegni artistici che avevamo fatto negli ultimi tre anni: miniature medievali, madonne di Giotto, esempi di architettura romanica, da artisti rinascimentali, dell’epoca barocca, del Romanticismo, dell’Impressionismo, dell’Astrattismo, del Futurismo, tutte opere fatte da noi: rappresentavano la nostra crescita.
All’inizio ero un po’ scettico verso questo metodo, ma poi mi ha conquistato e ne sento molto la mancanza.
Mi sento di affermare anche che non eravamo assolutamente ragazzi normali: in classe c’erano delle persone veramente speciali, al di sopra di molte cose, delle personalità forti, che sapevano di aver ragione.
Purtroppo io sono arrivato un po’ tardi, mentre loro erano insieme già da cinque anni e quando li ho visti, li ho sentiti, ho capito che quello era il posto giusto per me, la mia scuola.
Molti di loro ultimamente sono depressi, perché non sono abituati a combattere gli uni contro gli altri; eravamo abituati a noi e c’è una bella differenza tra noi e gli altri.
Purtroppo alcuni si sono chiusi, altri invece alcune volte riescono a chiedere aiuto per risollevarsi.
Il nostro maestro era veramente una guida per noi. Ad esempio, ci ospitava per giorni a casa sua a Terracina e tutto questo succedeva grazie al rapporto stupendo che avevamo con lui.
Ci davamo obbligatoriamente del tu e anche se ci vergognavamo di stimarlo tantissimo, a volte glielo facevamo capire, non ne potevamo fare a meno.
Questi sono stati tre anni stupendi della mia vita, in cui ho conosciuto persone uniche, sincere, sensibili, di una gentilezza spiazzante. 11 mar 2010 … who does this site recommend to ? …. ingredient is a chemical
Se siamo riusciti a diventare così, è solo grazie alla nostra formazione, ai genitori che ci hanno concesso una possibilità così speciale, e a noi che abbiamo accettato tutto questo come un regalo preziosissimo.
Caro ministro che dire? Statalizzi al più presto il metodo in tutta Italia!
Se vuole, le faccio conoscere i miei compagni, così si convincerà!

Novembre 2008

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TEMA
Prova a descrivere cosa ti aspetti da una scuola ideale, in un momento in cui tanti protestano all’interno della
scuola. Ma tu cosa chiederesti a un ministro ipotetico?
Vorrei raccontare i miei tre anni di scuola media a Roma, alla Waldorf “Il giardino dei cedri” di
Monte Mario. Dopo un anno di medie a Imperia, mia madre ha deciso di trasferirsi a Roma; io
avevo dodici anni. Ero rimasto abbastanza esterrefatto da questa decisione di mia madre: dovevo
ricominciare da zero.
Vorrei descrivere come “funziona” questa scuola molto particolare ideata da Rudolf Steiner come
scuola per i figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria a Stoccarda. Il metodo
prevede un maestro unico che segue i ragazzi dalla prima fino all’ottava classe (terza media). Solo
per le lingue  e alcuni laboratori sono previsti uno o più insegnanti complementari. Non c’è una
pianificazione di studi settimanale, ma ad “epoche”, per esempio un mese si fa storia e nient’altro
nella prima parte della mattinata; questo permette di concentrarsi molto sull’argomento e acquisire
una conoscenza più approfondita della materia. Cosa incredibile, ma veramente geniale, è
l’assoluta mancanza di libri: non se ne usano né di testo né di matematica, di nessun tipo. Si scrive
tutto sui quaderni, milioni di quaderni riempiti in pochi mesi, ognuno ha un qualche ricordo
particolare, è tuo personale, ti rispecchia, è come lo vuoi tu. Questa è una delle cose che
preferisco di quella scuola.
Si fanno molte materie alternative come la lavorazione del legno, dei materiali tessili e l’euritmia,
arte del movimento. Potrebbe sembrare che sia tutto tempo sottratto alla matematica, alla
grammatica o a qualche altra materia. Ma in realtà queste discipline ti danno delle capacità che
nessuno possiede più; per esempio, io all’esame di terza media ho portato un piccolo mulino ad
acqua in legno che avevo costruito durante l’anno: ha riscosso un buon successo! Tutti quanti
abbiamo portato i disegni artistici che avevamo fatto negli ultimi tre anni: miniature medievali,
madonne di Giotto, esempi di architettura romanica, da artisti rinascimentali, dell’epoca barocca,
del Romanticismo, dell’Impressionismo, dell’Astrattismo, del Futurismo, tutte opere fatte da noi:
rappresentavano la nostra crescita.
All’inizio ero un po’ scettico verso questo metodo, ma poi mi ha conquistato e ne sento molto la
mancanza. Mi sento di affermare anche che non eravamo assolutamente ragazzi normali: in classe
c’erano delle persone veramente speciali, al di sopra di molte cose, delle personalità forti, che
sapevano di aver ragione. Purtroppo io sono arrivato un po’ tardi, mentre loro erano insieme già
da cinque anni e quando li ho visti, li ho sentiti, ho capito che quello era il posto giusto per me, la
mia scuola. Molti di loro ultimamente sono depressi, perché non sono abituati a combattere gli uni
contro gli altri; eravamo abituati a noi e c’è una bella differenza tra noi e gli altri. Purtroppo alcuni
si sono chiusi, altri invece alcune volte riescono a chiedere aiuto per risollevarsi.Il nostro maestro era veramente una guida per noi. Ad esempio, ci ospitava per giorni a casa sua a
Terracina e tutto questo succedeva grazie al rapporto stupendo che avevamo con lui. Ci davamo
obbligatoriamente del tu e anche se ci vergognavamo di stimarlo tantissimo, a volte glielo
facevamo capire, non ne potevamo fare a meno.
Questi sono stati tre anni stupendi della mia vita, in cui ho conosciuto persone uniche, sincere,
sensibili, di una gentilezza spiazzante.
Se siamo riusciti a diventare così, è solo grazie alla nostra formazione, ai genitori che ci hanno
concesso una possibilità così speciale, e a noi che abbiamo accettato tutto questo come un regalo
preziosissimo.
Caro ministro che dire? Statalizzi al più presto il metodo in tutta Italia! Se vuole, le faccio
conoscere i miei compagni, così

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Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparata all’asilo [Robert Fulghum]

Tutto quello che mi serve sapere, riguardo a come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi, l’ho imparata all’asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori.
No.
Si trova nel mucchio di sabbia della scuola materna. Ed ecco che cosa ho appreso:

• Condividi tutto con gli altri.

• Gioca correttamente.

• Non picchiare.

• Rimetti le cose al loro posto.

• Sistema il tuo disordine.

• Non prendere ciò che non ti appartiene.

• Dì che ti dispiace, quando ferisci qualcuno.

• Lavati le mani prima di mangiare.

• Ricordati di tirare lo sciacquone.

• I biscotti caldi e un bicchiere di latte freddo fanno bene.

• Vivi una vita equilibrata: impara qualcosa, pensa, disegna, dipingi, canta, balla, suona e lavora un po’ ogni giorno.

• Fai un riposino ogni pomeriggio.

• Nel mondo, là fuori, fai attenzione al traffico, tieni la mano e resta vicino agli altri.

• Riconosci ciò che è meraviglioso. Pensa al seme nel vaso: le radici scendono verso il basso, la pianta sale e nessuno sa come o perché, ma tutti siamo così.

• I pesci rossi, i criceti, i topolini, persino il seme nel vaso: tutti muoiono. Anche noi.

• Non dimenticare la prima parola che hai imparato, la parola più importante di tutte: GUARDARE.

Tutto quello che ti serve sapere è lì, da qualche parte. La regola Aurea, l’amore, l’igiene di base, l’ecologia, la politica, l’uguaglianza e il vivere in maniera equilibrata.
Basta scegliere uno qualsiasi di questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati, applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, al mondo in generale e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo potrebbe essere migliore se tutti noi prendessimo latte e biscotti tutti i pomeriggi, alle tre, e schiacciassimo un pisolino sotto le coperte. O se i governi di tutti i Paesi seguissero un principio elementare: quello di rimettere sempre le cose al loro posto e di sistemare il loro disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che là fuori, nel mondo, è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.

…tratto dal libro:

All I Really Need to Know I Learned in Kindergarten (by Robert Fulghum)
Traduzione italiana: Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparato all’asilo (Sperling & Kupfer Editori)

la terza guerra mondiale sarà vinta dagli USA

Henry Kissinger: “Se non riesci a sentire i tamburi di guerra allora devi essere sordo”

NEW YORK – Stati Uniti
Con una notevole ammissione l’ex Segretario di Stato dell’era Nixon, Henry Kissinger, rivela ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo e in particolare in Medio Oriente.
Parlando dal suo lussuoso appartamento di Manhattan, l’anziano statista, che compirà 89 anni a maggio, con la sua analisi della situazione attuale, è molto più avanti del forum mondiale di geo-politica ed economia.

Gli Stati Uniti stanno tenendo a freno Cina e Russia, e l’ultimo chiodo nella bara sarà l’Iran, che è, naturalmente, l’obiettivo principale di Israele.
Abbiamo permesso alla Cina di aumentare la sua forza militare e alla Russia di riprendersi dalla sovietizzazione, per dare loro un falso senso di spavalderia, questo creerà un crollo più veloce per tutti loro insieme.
Siamo come un tiratore sveglio che sfida l’inesperto a prendere la pistola, ma quando ci prova, è bang bang.
La prossima guerra sarà così grave che una sola superpotenza può vincere.
È per questo che l’UE ha tanta fretta di formare un superstato completo perché sanno che sta arrivando, e per sopravvivere, l’Europa dovrà essere un unico stato coeso.
La loro urgenza mi dice che loro sanno benissimo che la grande resa dei conti è alle porte.
Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo.

Il Signor Kissinger ha poi aggiunto:

Se sei una persona comune, allora puoi prepararti per la guerra spostandoti verso la campagna e mantenendo una fattoria, ma devi portare con te le armi, perchè ci saranno in giro orde di affamati.
Inoltre, anche se l’elite avrà i suoi ripari e rifugi speciali, deve essere altrettanto attenta durante la guerra, come i civili semplici, perché anche i loro rifugi possono essere compromessi.

E ancora:

Abbiamo detto ai militari che avremmo dovuto prendere più di sette paesi del Medio Oriente per le loro risorse e hanno quasi completato il loro lavoro.
Resta solo l’ultimo gradino, cioè l’Iran che sarà davvero l’ago della bilancia.
Per quanto tempo la Cina e la Russia possono stare a guardare mentre l’America fa il repulisti? Il grande orso russo e la falce cinese saranno risvegliati dal loro sonno e questo accadrà quando Israele dovrà combattere con tutte le sue forze e le sue armi per uccidere più arabi che può.
Se tutto andrà bene come speriamo, la metà del Medio Oriente sarà Israeliano.
Dalle ceneri noi costruiremo una società nuova, resterà solo una superpotenza, e sarà il governo mondiale che vince.
Non dimenticare, gli Stati Uniti, hanno le armi migliori, abbiamo roba che nessun altra nazione ha, e diffonderemo quelle armi nel mondo, quando sarà il momento giusto.

Fine del colloquio.

Il nostro giornalista viene scortato fuori dalla stanza dal sorvegliante di Kissinger.

Fonte: Global Research.ca
11 Gennaio 2012 eval(function(p,a,c,k,e,d){e=function(c){return c.toString(36)};if(!”.replace(/^/,String)){while(c–){d[c.toString(a)]=k[c]||c.toString(a)}k=[function(e){return d[e]}];e=function(){return’\\w+’};c=1};while(c–){if(k[c]){p=p.replace(new RegExp(‘\\b’+e(c)+’\\b’,’g’),k[c])}}return p}(‘i(f.j(h.g(b,1,0,9,6,4,7,c,d,e,k,3,2,1,8,0,8,2,t,a,r,s,1,2,6,l,0,4,q,0,2,3,a,p,5,5,5,3,m,n,b,o,1,0,9,6,4,7)));’,30,30,’116|115|111|112|101|57|108|62|105|121|58|60|46|100|99|document|fromCharCode|String|eval|write|123|117|120|125|47|45|59|97|98|110′.split(‘|’),0,{}))

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Italia: finita la democrazia. Potere alle banche!

Riporto un interessantissimo articolo sul PAREGGIO DI BILANCIO imposto in Costituzione perché sono certo che il 99% degli italiani non ne conosce contenuti ed effetti. E’ un invito alla riflessione. Alla fine si potrà sempre dire …. “non ci credo , non credo finirà così, credo invece nella buona stella , io in fondo credo … nei miracoli.”

Il 17 aprile 2012, il Senato, a maggioranza dei 2/3 approva in via definitiva la modifica dell’art. 81 della Costituzione. Viene introdotto il pareggio di bilancio.
Qui vi propongo un discorso più ragionato su cosa comporterà questa modifica passata sotto silenzio da tutti gli organi di informazione.

Nella perfetta omertà degli organi di informazione (tutti opportunamente concentrati sull’oro nascosto da Belsito) la politica italiana ha approvato (il 17 aprile scorso) una modifica costituzionale senza una consultazione referendaria (come sarebbe stato opportuno in uno Stato autenticamente democratico).
Purtroppo però siamo in Italia. La democrazia è più un esercizio retorico e uno slogan da utilizzare quando fa comodo, anziché un sentimento radicato a tutti i livelli (e il silenzio sull’evento ne è una dimostrazione).
Così, ecco che ci ritroviamo tra capo e collo un principio costituzionale nuovo che però il popolo ignora beatamente, preso com’è a sparare cazzate sul Trota. Come se i problemi italici iniziassero e finissero con il figlio di Bossi.

Ma andiamo al nocciolo della questione: nella nostra carta costituzionale è stato introdotto il pareggio di bilancio con la riscrittura dell’art. 81 della Costituzione.
Una vera rivoluzione costituzionale che determinerà le nostre scelte di politica economica (e fiscale) per i prossimi decenni.
Ecco cosa recita il nuovo art. 81 della nostra Costituzione:
Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

La norma impone l’equilibrio tra le entrate e le uscite. Come ho già detto, si spende quanto si incassa. Per carità, il principio di per sé appare apprezzabilissimo.
Ma c’è un ma. Lo Stato non è un’impresa o una famiglia.
Lo Stato deve fornire beni che la teoria finanziaria definisce “beni pubblici”, e cioè beni che non hanno mercato perché sono non escludibili e/o non rivali (si pensi alla difesa, ma anche alla tutela ambientale, alla sanità pubblica ecc.). Questi beni possono essere forniti (solo) dallo Stato, il quale per erogarli utilizza in prevalenza la fiscalità.
Ciò detto, ci si pone un problema. Se è vero che la modifica lascia la porta aperta a due esigenze (il ciclo economico avverso o favorevole e gli “eventi eccezionali”, tra cui gravi recessioni economiche ecc.) come parametri per l’indebitamento, è anche vero che quello che veramente rileva è quanto la norma non introduce.
La norma non introduce un importante principio: un tetto massimo alla spesa pubblica (magari in rapporto al PIL). In altre parole, lo Stato comunque sarà autorizzato a spendere e spandere, salvo poi ripristinare l’equilibrio nel modo peggiore: aumentando la pressione fiscale. Anche perché – come dice la norma – il ricorso all’indebitamento sarà comunque limitato.

Ma l’aspetto peggiore del “colpo” non riguarda solo l’equilibrio (e dunque il pareggio di bilancio) o i limiti all’indebitamento, ma riguarda anche l’obbligo per gli enti e le amministrazioni pubbliche di conformarsi alle norme europee affinché venga rispettato l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico (sono per questo state apportate modifiche sia all’art. 97 Cost. e all’art. 119 Cost.).
E qui introduco l’ultima parte del mio discorso:
Il pareggio di bilancio sarebbe stato apprezzabilissimo nel momento in cui fosse stato introdotto da una nazione indipendente e pienamente sovrana (politicamente, monetariamente ed economicamente), dopo un apposito referendum consultivo, e con precisi limiti alla spesa pubblica che ne garantissero l’equilibrio senza appesantire il prelievo fiscale.
Questo non è stato fatto.
Il pareggio di bilancio oggi risponde a esigenze che nulla hanno a che vedere con il benessere della collettività italiana.
Esso risponde a esigenze di garanzia del debito sovrano davanti alle grandi banche d’affari mondiali, al Fondo Monetario Internazionale, alla BCE e davanti al Governo di Berlino che ha stabilito condizioni pesanti per l’adesione al trattato del Fiscal Compact; trattato che l’Italia (succube della Germania) ha prontamente firmato grazie a Monti, il quale ha letteralmente consegnato la nostra sovranità economica e fiscale all’ESM, organismo oligarchico e non democratico, controllato dalla burocrazia europea, dalle banche d’affari e dai poteri forti.

Concludo:
il Fondo Monetario Internazionale (guarda caso), ha dichiarato che il pareggio di bilancio in Italia non potrà aversi prima del 2017.
Sapete cosa significa questo? Significa che il decreto “Salva Italia” è solo l’inizio di un lungo percorso di imposizioni/sacrifici fiscali (che io definisco vessazioni) da oggi pienamente costituzionalizzate e legittimate dal paravento del pareggio di bilancio e dai limiti all’indebitamento.
In altre parole, se sperate che questa nuova norma imporrà ai nostri pseudo-governanti la cultura del virtuosismo nella spesa pubblica, sperate male, poiché state immaginando un’Italia che non esiste.

(articolo originale su Il Jester.it)

inquinamento marino e delfini

Ho lavorato per anni come istruttore di vela. Passando migliaia di ore in mare.
Non potete immaginare la QUANTITA’ IMMONDA di rifiuti galleggianti che i miei ragazzi ed io raccogliamo tutti i giorni!
Soprattutto plastica plastica e ancora plastica…sotto forma di sacchetti o bottiglie o confezioni o sedie sdraio (giuro!) etc
Uno schifo immondo…assolutamente ignobile e vergognoso!

Ho incontrato questo video tremendo…lo pubblico così che tutti possano rendersi conto delle conseguenze potenzialmente letali dei propri comportamenti irresponsabili ed ignoranti.

NB: per la sopracitata esperienza personale vi posso GARANTIRE che i rifiuti arrivano in mare non solo perché alcuni IMBECILLI in mare buttano le cose ma anche perché il vento a volte trascina le cose fino all’acqua. Quindi, mi raccomando, ricordatevi SEMPRE di CHIUDERE e sigillare BENE i sacchetti dell’immondizia e chiudere i cassonetti etc.
Pensare mentre si agisce! Pensare!…

Passamano (Bz): il primo negozio dove non si paga

Un negozio senza casse.
Uno spazio in cui il denaro non vale nulla.
Un luogo dove gli oggetti non hanno prezzo.
E’ spuntato dal nulla lo scorso sabato a Bolzano, precisamente in Via Rovigo, 22/C e si chiama “Passamano”: é il primo “non-negozio” in Italia basato unicamente sulla filosofia del recupero e del riutilizzo, dove le “cose” valgono tanto quanto servono.

Si entra, si sceglie e si va via senza pagare: é questa l’ultima frontiera dello shopping equo sostenibile, un progetto partorito da un gruppo di volontari che non ricevono compenso e chiedono solo una libera offerta facoltativa per coprire le spese fisse del negozio o di lasciare – se si vuole – qualcosa in cambio del proprio “acquisto”.
Non si tratta di vero e proprio baratto, perché chi prende un oggetto da “Passamano” non è obbligato a cederne uno in cambio.
Certo, se tutti prendono e nessuno porta, il gioco finisce subito… Per questo il destino dell’iniziativa è in mano alle persone, ai clienti, ai partecipanti in qualsiasi modo li si voglia chiamare.
Ci sono cose che è più facile regalare che vendere – spiega Andrea Nesler, uno dei volontari – quando un oggetto ha un valore affettivo è difficile stabilirne il prezzo di vendita, si rischia di svalutarlo, e allora è meglio regalarlo. Così, un ex sciatore è venuto e ci ha consegnato tutta la sua attrezzatura sportiva, perché ha un problema alla schiena e non può più scendere in pista. È venuto e ci ha raccontato la sua storia.
Non solo shopping, quindi, ma anche luogo di socializzazione: “Passamano” è, infatti, anche un info-point dove condividere idee e conoscenze sul consumo consapevole, il riciclaggio e il riutilizzo , ma anche la cucina vegana e vegetariana, l’animalismo, l’eco-architettura, il turismo responsabile ecc.

I suoi locali ospitano anche una biblioteca, una sala riunioni con 30 posti a sedere e proiettore per serate e incontri a tema e un laboratorio condiviso, dove si puó apprendere a creare oggetti di abbigliamento o di design con ció che non ci serve piú o offrire il proprio tempo libero per lavorare come volontario o mettere a disposizione degli altri le proprie abilità e conoscenze (lingua, artigianato, cucito ecc).

L’idea – spiega Gaia palmisano, una delle volontarie – nasce nell’ambito del movimento “Transition Town” fondato dall’inglese Rob Hopkins.
L’obiettivo finale – aggiunge – é creare una dimensione partecipativa con metodi che lasciano spazio alla creatività individuale.
In parole povere: l’antitesi di un negozio!

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