Mese: Maggio 2019

Riassuntone dalla cabina elettorale italiana degli ultimi 30 anni

Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.
Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.
Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.
Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.

Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.

Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.

I vini pregiati (scientificamente)

La questione (ricerche a doppio cieco fatte e rifatte) è la seguente: gli esperti di vino sono tali semplicemente perché li riconoscono a memoria dal sapore. Ma solo se li hanno già assaggiati e memorizzati. Più è infallibile questa “memoria gustativa” e più è esteso il “catalogo memoria” e più è bravo l’esperto.
Un sapore sconosciuto risulta NON CATALOGABILE. Addirittura è stato dimostrato (tingendo dei vini bianchi con coloranti insapori) che essi non sono in grado di distinguere nemmeno un bianco da un rosso: sentono nel bianco tinto rosso i sapori tipici del rosso. Questo fenomeno è perfettamente catalogato dagli psicologi e dagli scienziati del cervello che hanno scoperto che le info provenienti dal gusto sono postelaborate dalla parte (del cervello) emotiva che si basa su pregiudizi e desideri. De facto quindi l’essere umano è biologicamente impossibilitato ad essere obiettivo in fatto di cibo.
Siccome anche gli esperti di vino possono solo riconoscere qualcosa già conosciuto, allora (anche per loro) se è un vito caro allora è buono e viceversa, null’altro. Se si presenta loro un sapore nuovo non posson decidere se è buono o no finché non ne vedono l’etichetta (anche su questo placebo sono stati fatte tutte le indagini dovute).
Il valore commerciale del vino quindi dipende da tanti fattori: di mercato, di strategia e contingentazione volontaria e consapevole, di costi di produzione e di industria e commercio ma NON dal “sapore”.
Insomma è tutta una gigatruffafuffa fatta di pubblicità e boccaloni. Nient’altro.
Esattamente come i diamanti.

La questione (ricerche a doppio cieco fatte e rifatte) è la seguente: gli esperti di vino sono tali semplicemente perché li riconoscono a memoria dal sapore. Ma solo se li hanno già assaggiati e memorizzati. Più è infallibile questa “memoria gustativa” e più è esteso il “catalogo memoria” e più è bravo l’esperto.

Un sapore sconosciuto risulta NON CATALOGABILE. Addirittura è stato dimostrato (tingendo dei vini bianchi con coloranti insapori) che essi non sono in grado di distinguere nemmeno un bianco da un rosso: sentono nel bianco (tinto rosso) i sapori tipici del rosso. Questo fenomeno è perfettamente catalogato dagli psicologi e dagli scienziati del cervello che hanno scoperto che le info provenienti dal gusto sono postelaborate dalla parte (del cervello) emotiva che si basa su pregiudizi e desideri. De facto quindi l’essere umano è biologicamente impossibilitato ad essere obiettivo in fatto di cibo.


Siccome anche gli esperti di vino possono solo riconoscere qualcosa già conosciuto, allora (anche per loro) se è un vino caro, allora è buono e viceversa, null’altro. Se si presenta loro un sapore nuovo non posson decidere se è buono o no finché non ne vedono l’etichetta (anche su questo placebo sono stati fatte tutte le indagini dovute).


Il valore commerciale del vino quindi dipende da tanti fattori: di mercato, di strategia e contingentazione volontaria e consapevole, di costi di produzione e di industria e commercio ma NON dal “sapore”.

Insomma è tutta una gigatruffafuffa fatta di pubblicità e boccaloni. Nient’altro.


Esattamente come i diamanti.

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