Autore: tulliola

Siria senza democrazia né pace

La Siria è una repubblica ma assomiglia molto ad una dittatura della famiglia Asad (al governo dal 1970) e le cose sembra non vadano molto bene…leggete qui di seguito e firmate la petizione.

Il regime siriano ha raggiunto un nuovo record dell’orrore: le sue squadre della morte stanno utilizzando le ambulanze e gli ospedali per uccidere i manifestanti feriti. Ma la Russia, alleato chiave e fornitore di armi alla Siria, potrebbe mettere fine a questa carneficina.

Due governi possono influenzare la Russia: la Turchia e la Germania. Entrambe sostengono i manifestanti siriani pro-democrazia e hanno forti legami con la Russia. Se ci rivolgeremo a loro ora, potremo aggiungere ulteriore pressione a quella già presente nella regione, e spingere il Presidente Medvedev a smettere di sostenere questo regime brutale e aiutare un’urgente azione globale.

Gli ospedali dell’orrore siriani sono solo l’ultimo capitolo di una spirale di crimini inenarrabili contro i manifestanti pacifici. Finora nessuno ha chiesto alla Russia di rendere conto dei rifornimenti d’armi destinati a queste atrocità, ma insieme potremo cambiare le cose. Costruiamo una petizione enorme rivolta alla Merkel e a Erdogan per alzare la voce ora e per lavorare insieme alla Lega Araba per fermare queste atrocità. Firma ora e fai il passaparola con tutti: sarà consegnata ai Ministri degli esteri questa settimana.

Qui il link per la petizione e l’articolo originale

la parabola etico-economica della “crisi degli asini”

LA CRISI DEGLI ASINI

Un uomo in giacca e cravatta apparve un giorno in un villaggio di contadini.
In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto.
I contadini erano effettivamente un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
L’uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali.
Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.
Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che la settimana successiva avrebbe comprato asini a 500 € e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio tutti gli asini che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie a 400 € l’una.
Vedendo la possibilità di realizzare la settimana successiva un utile di 100 € ad asino, tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.
Come era prevedibile, i due uomini d’affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con tanti asini senza valore e debiti fino sopra ai capelli.
Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti.
Il prezzo dell’asino era crollato. Gli animali furono sequestrati dal banchiere ed affittati ai loro precedenti proprietari.
Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che, se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).
Eppure quest’ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio nè quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti i Comuni decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità…venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici. Furono abbassati i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un’isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato.
Molto generosamente, essi hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.
Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio…
E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete?

Bici e Basta: la community dei ciclisti (torinesi)

La bicicletta è il mezzo del futuro.

In città la bicicletta è il mezzo di trasporto più efficiente. Per il cittadino significa beneficiare di un mezzo che è statisticamente più veloce (raggio 1 – 6 Km), ragionevolmente più comodo(nessun problema di parcheggio), estremamente più economico, a impatto zero sull’ambiente e, se convogliato su una rete ciclabile, più sicuro, come ampiamente dimostrato dalle città che da anni investono sulla mobilità ciclabile.

Per le istituzioni pubbliche cittadine, investire sulla mobilità ciclabile, significa promuovere un sistema che ridurrebbe pesantemente l’impatto del traffico in città migliorando simultaneamente la qualità dell’aria e incrementando la sicurezza stradale. Un’equazione impensabile per qualunque altro investimento sulla mobilità.

Ciononostante la bicicletta rimane ancora il mezzo di trasporto più sottovalutato dai cittadini e trascurato dalle istituzioni.

A partire da questi presupposti si sono poste le basi per il progetto Bici e Basta.

Bici e Basta nasce da un piccolo coordinamento di ciclisti urbani che, a partire dalle potenzialità della rete e dei social network, si è posto l’obiettivo di creare una rete di diffusione, promozione e sviluppo della mobilità ciclabile.

Bici e Basta si configura come una web-community (torinese, per ora) dei ciclisti urbani e i suoi obiettivi primari sono:

  • Connettere e rafforzare la rete fra i soggetti interessati – ciclisti urbani – associazioni – movimenti – istituzioni affinché possano nascere i presupposti per legittimare socialmente una categoria, quella dei ciclisti urbani, tuttora inesistente e inascoltata nonostante il continuo e considerevole aumento dei cittadini che hanno scelto e stanno scegliendo, nonostante un contesto urbano pericoloso e inaccogliente, questa forma alternativa di mobilità
  • Diffondere la cultura della mobilità ciclabile al fine di aumentare il numero di ciclisti urbani e diminuire il traffico cittadino, al fine di rispettare il principio di tutela della sicurezza  di tutti i cittadini e di tutte le forme di mobilità
  • Concretizzare l’unione stabilitasi mediante la rete per ideare, condividere e proporre progetti concreti sulla mobilità ciclabile alle istituzioni competenti

Manca la consapevolezza che il ciclista urbano sia “soggetto sociale” culturalmente considiviso, come lo sono il pedone e l’automobilista. Bici e Basta vuole creare una movimento forte e credibile che appoggi le iniziative a favore dei ciclisti e favorisca la nascita di una politica che privilegi le modalità di trasporto che offrono maggiori vantaggi economici, sociali e ambientali alla città ed ai cittadini.  Unendo le forze e sfruttando le potenzialità della rete, sarà possibile rivoluzionare la mobilità Torinese e far di Torino una città all’avanguardia nell’ambito della mobilità sostenibile.

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