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Riassuntone dalla cabina elettorale italiana degli ultimi 30 anni

Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.
Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.
Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.
Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.

Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.

Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.

Il tormentone immigrati!

Il Parlamento italiano ha varato il “Pacchetto Sicurezza” che contiene anche la legge sugli immigrati clandestini! È legittimo che un paese civile deve proteggere la vita dei suoi cittadini e tutti coloro che ci vivono, usando tutti i mezzi necessari a sua disposizione per raggiungere tale obiettivo.
L’Italia è la meta di molti immigrati tra cui numerosi africani. Immigrati giunti nel bel paese per motivi economici, intellettuali o per fuggire dalle persecuzioni politiche nei loro paesi. È ovvio che tutti coloro che vengono in Italia non sono tutti dei santi!!! Il clandestino è sempre stato un problema per l’ordine pubblico, perché non disponendo di risorse economiche, diventa una “preda” facile per l’arruolamento nella mala vita! Non è un caso che molti reati come per esempio lo spaccio di droga, rapine, stupri siano compiuti da loro. I carceri italiani sono pieni di immigrati clandestini che non hanno, nella maggior parte dei casi, nessun dato all’anagrafe del Ministero dell’Interno.
La nuova legge potrà combattere il fenomeno immigrato clandestino? Difficile dare una risposta concreta. Tuttavia viene spontaneo porsi alcune domande: Visto i lunghi tempi processuali in Italia, come farà la giustizia a processare migliaia di immigrati clandestini che si aggiungeranno ai numerosi processi che sono pendenti da anni in Italia? Ci vuole per esempio un minimo di 3 anni per un processo civile e di 6 anni per quello penale! Dove verranno rinchiusi i condannati per reati di clandestinità? Le prigioni italiane sono già affollate. Ecco solo alcune domande a cui le autorità italiane dovranno rispondere per tranquillizzare gli scettici sull’applicabilità e l’efficacia di questa ennesima legge sugli immigrati clandestini. Nel frattempo, si polemizza!
D’altra parte, l’immigrazione e la sicurezza sono temi che portano voti durante gli scrutini elettorali. La destra sa “sfruttare” meglio di chiunque questi temi populisti. Non è un caso che in tutta l’Europa, c’è da preoccuparsi per la crescita delle formazioni politiche xenofobe di estrema destra. Se è vero che ogni paese è libero di fare approvare la legge a lui favorevole per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina, ci chiediamo cosa fa altrettanto quel paese per attuare una vera politica di integrazione? Per ora, gli immigrati regolari che risiedono in Italia vivono il loro inferno quotidiano. Ottenere la cittadinanza italiana diventa un vero incubo. Rinnovare il permesso di soggiorno rimane tuttora un vero calvario per tutti. Per farlo, lo sfortunato di turno dovrebbe alzarsi alle 2 – 3 di notte per recarsi alla questura, fare la fila, per essere servito solo a partire dalle 9 della mattina. Poi deve aspettare più di 2 anni per entrare in possesso del suo prezioso documento, permesso senza il quale, l’immigrato non può uscire dal territorio durante tutto questo lungo tempo di attesa. Inoltre, i figli nati da genitori immigrati devono vivere ininterrottamente in Italia fino all’età di 18 anni, solo in quel momento potranno richiedere la cittadinanza italiana. Prima dei 18 anni, sono senza patria!!!
Con la nuova legge, le cose diventano ancora più complicate anche per gli immigrati che una volta erano regolari. Per mancanza di un’occupazione dovuta alla grande crisi mondiale, molti hanno perso il lavoro e diventeranno clandestini perché al momento di rinnovare loro documenti, non avranno un impiego per giustificare il motivo del permesso di soggiorno. Per questo, gli verrà ritirarato il permesso di soggiorno e non importerà se lo straniero avrà lavorato e contribuito nelle casse dello stato per molti anni. L’immigrato diventerà clandestino, ma verrà soprattutto arrestato e condannato con la nuova legge. Lo straniero è ridotto alla sola forza lavorativa e basta. Se non ha un’occupazione (se capita che il rinnovamento del permesso di soggiorno coincida con il periodo di disoccupazione), perde tutto. La sua integrazione è lontana. Le leggi proposte di frequente non aiutano la loro integrazione anzi!!!
La salvezza degli immigrati verrà soltanto quando ci sarà una legge che permetterà a costoro, il diritto di voto almeno per le elezioni amministrative, per chi lavora e non ha nessuna condanna penale e risiede in Italia da un minimo di tempo. Solo in quelle condizioni, gli stranieri saranno presi in considerazione. L’uomo politico considera solo chi lo può far vincere o dargli il voto. Purtroppo, in Italia, oggi, l’immigrato non ha queste caratteristiche, anzi viene strumentalizzato. La sinistra che è tendenzialmente più vicino agli immigrati, non ha mai avuto il coraggio di fare una tale proposta di legge in Parlamento quando era maggioritaria. Fu l’attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini, allora Presidente della sua defunta formazione politica, Alleanza Nazionale, a parlare apertamente del diritto di voto agli immigrati. Da quando il personaggio politico è diventato la terza carica dello Stato, l’uomo sorprende sempre di più con le sue dichiarazioni pragmatiche, visionarie ed opportuniste. Fini sa bene che prima o poi, per facilitare une vera politica d’integrazione, l’Unione Europea richiederà alle Nazioni membri di concedere il diritto di voto agli immigrati che vi risiedono da un minimo di tempo. In altri paesi come il Belgio e l’Olanda, gli immigrati regolari e senza nessuna condanna possono votare in alcune elezioni. Non mi sorprenderà un giorno se Fini proporrà alla sua coalizione di governo, di approvare un tale proposta di legge. Un atto simile, sarebbe un danno grosso alla politica esitante della sinistra in materia di immigrazione perché gli immigrati che tendenzialmente approvano le politiche immigratorie delle sinistre, potranno cambiare orientamento politico e votare per il gruppo o la coalizione di destra che avrebbe concesso per la prima volta questa grande opportunità di voto. Solo con il diritto di voto, gli immigrati potranno essere trattati dignitosamente e non come accade oggi, dove vengono umiliati, usati e sfruttati ore e ore nelle fabbriche, nei campi, per essere incarcerati quando perderanno dopo il lavoro, se capita che il rinnovamento del permesso di soggiorno coincida con il periodo di disoccupazione. Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi.
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