
Una “Banca etica” è un normale istituto bancario.
Fondamentalmente una “banca etica” si distingue dalle altre banche perchè NON investe i risparmi del cliente in settori non consoni ad una visione “etica” dell’impiego del denaro (es: aziende implicate in produzione armamenti, aziende inquinanti, etc…).
A titolo di esempio riporto un estratto della “carta etica” (orientamenti valoriali e i principi deontologici che guidano le scelte strategiche, le linee politiche e i comportamenti operativi di tutti coloro che, a vario titolo e a livelli diversi, contribuiscono alla sua gestione) di una impresa di questo genere:
- la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche;
- il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano;
- l’efficienza e la sobrietà sono componenti della responsabilità etica;
- il profitto ottenuto dal possesso e scambio di denaro deve essere conseguenza di attività orientate al bene comune e deve essere equamente distribuito tra tutti i soggetti che concorrono alla sua realizzazione;
- la massima trasparenza di tutte le operazioni è un requisito fondante di qualunque attività di finanza etica;
- va favorita la partecipazione alle scelte dell’impresa, non solo da parte dei soci, ma anche dei risparmiatori;
- l’istituzione che accetta i princìpi della finanza etica orienta con tali criteri l’intera sua attività;
- stimolare chi riceve il credito a sviluppare le competenze, le capacità e l’autonomia necessarie ad acquisire la responsabilità economica, sociale ed ambientale;
- garantire il risparmiatore in ordine alla precisione, all’efficienza della gestione e all’uso degli affidamenti, all’attenzione all’uso delle risorse (sobrietà) ed alla ripartizione dei profitti, in modo coerente con le proprie attese;
- agire nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente e delle specificità culturali dei contesti territoriali in cui opera la banca, per una migliore qualità della vita, orientando coerentemente le attività della banca stessa;
- permettere l’accesso al credito ai soggetti dell’Economia Sociale: imprese, persone e progetti valutati principalmente per la loro capacità di produrre “valore sociale”;
- garantire al cliente la massima trasparenza su quali investimenti e come sarà gestito il risparmio;
- fornendo direttamente al cliente la possibilità di scegliere i settori di impiego del risparmio (es: socio-educativo, tutela del territorio, etc…);
- viene praticato il “microcredito”. Cioè la fornitura, verso la clientela maggiormente disagiata, di prestiti di importo anche molto basso e a interesse relativamente basso (anche nei Paesi in via di sviluppo).
Uno degli strumenti utilizzati per la selezione degli investimenti è l’Ethical Screening (o selezione etica), cioè la pratica di includere o escludere determinati investimenti dal portafoglio selezionabile dai clienti dell’istituto bancario sulla base di giudizi etici sulle attività sottostanti ciascun investimento.
Alcune banche di tipo tradizionale offrono investimenti in fondi definiti “etici”, che tipicamente devolvono una parte del proprio ricavato in qualche iniziativa benefica. Questa pratica NON è etica…serve solo per lavarsi la coscienza…la mano destra sporca e la mano sinistra pulisce.
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