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Riassuntone dalla cabina elettorale italiana degli ultimi 30 anni

Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.
Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.
Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.
Da 18enne, nel 1994, ero completamente estraneo alle riflessioni politiche e per pura ignoranza (in famiglia non se ne parlava, con gli amici men che meno, a scuola non capivo i riferimenti, mentre giornali e tg mi sembrava parlassero arabo), a causa dell’influenza mediatica, votai B. (non riesco a scriverlo per intero qui). Che per fortuna durò pochi mesi, sostituito come premier da Dini. Io ero entrato in quegli anni in un gruppo di Varazze nel quale avevo conosciuto gente bella che porto ancora nel cuore: iniziò il mio vero percorso politico, e un anno dopo le elezioni stavo a litigare per la strada con i sostenitori di Fini (Alleanza nazionale, estrema destra, alleati di Berlusconi). Al successivo turno elettorale, nel 1996, avevo votato Bertinotti, Rifondazione Comunista. Ho passato un periodo in cui addirittura andavo casa per casa a Savona a consegnare “Lotta comunista”, ma dopo un po’ avevo pensato, da dentro, che fossero invasati (una volta smesso di andare alle riunioni hanno continuato a chiamarmi al telefono di casa per anni – non esistevano ancora i cellulari). Ero rimasto per un bel po’ con la sinistra più estrema di Rifondazione che quella volta era persino entrata come sostegno esterno al primo Governo Prodi (uno dei principali autori di quella che forse è la più grande truffa al nostro popolo, l’ingresso nell’euro). Questo Governo di “sinistra” non fece nulla per scongiurare il pericolo democratico che era emerso con Berlusconi, nessun conflitto di interessi. Due anni dopo proprio Rifondazione lo fece cadere non dando la fiducia, apparentemente per una questione di orario di lavoro (roba da incompetenti totali: un Governo che cade per un solo tema). Seguirono i Governi D’Alema e poi Amato. Nel 2001 Travaglio andò da Luttazzi a Satyricon, in quella storica puntata dopo la quale nessuno poté più ignorare i legami tra Forza Italia e la mafia. E poco dopo, nel 2001, ci furono nuove elezioni. Votai di nuovo Rifondazione Comunista (o forse Italia dei Valori di Di Pietro) e vinse Berlusconi. Seguirono 5 anni di Berlusconi. Devastanti. Governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel 2006 per disperazione votai l’Ulivo (cioè l’ex PD) che con Prodi aveva fatto una grande Unione (c’era dentro persino Rifondazione Comunista), pensando che fosse l’unica possibilità di contrastare Berlusconi. Ci credevo che “sinistra” significasse ancora qualcosa in Italia. Nacque il Governo Prodi II, che vinse solo per un pelo su B. (dopo che aveva governato per 5 anni! mi spiego? vivevamo un incubo) e questa “sinistra” di nuovo non fece NULLA per smontare le 60 leggi vergogna di B. In DUE anni. Anzi fece le peggiori leggi contro la Giustizia. Il Prodi II duró di nuovo due anni e nel 2008 nuove elezioni. Impotenza totale, votai l’Italia dei valori, perché Di Pietro sembrava l’unico contro B. (che pensavo fosse il male peggiore) ma che ora era in coalizione con il centro sinistra, quindi con gli amici ormai evidenti di Berlusconi (o forse avevo votato la Sinistra arcobaleno, quindi un voto chiaramente buttato già in principio). Veramente, quello era stato il peggio per me, mi sentivo in un regime, con nessuna speranza. E rivinse Berlusconi: Governo Berlusconi IV. Un anno dopo nacque ufficialmente il M5S: 4 ottobre 2009. Nel 2011 subentrò Monti perché lo spread era alle stelle. Due anni in cui i poveri in Italia aumentarono vertiginosamente e le imprese morirono come mosche. Elezioni 2013: nuovo cambiamento, questa volta vero: finalmente con forza, speranza e convinzione: M5S. Un gruppo che si organizza per mettere al centro la questione morale e che vuole fare una politica controllata dal basso e libera dall’influenza economica di qualsiasi gruppo di potere (quelli che finanziano tutti gli altri partiti). Vinse il PD per un pelo: Governi Letta, poi Renzi, poi Gentiloni. I poveri a 5 milioni. Disastro. Ma il mio voto era stato giusto: nessuna mia aspettativa era stata delusa: il M5S per cinque anni aveva fatto esattamente quanto sempre detto, e cresceva l’organizzazione. Elezioni 2018: voto M5S, che vince; Governo Conte, e di nuovo, finora, nessuna mia aspettativa è stata delusa dal M5S. Non c’erano alternative alla Lega. E la Lega fa una cosa su dieci: negativa, ma è una su dieci. Chi si informa lo sa. Anzi: mi sorprende la velocità con cui quelli del M5S hanno fatto già tante delle cose sempre dette. Come quando si mangia con fame. Hanno realizzato e iniziato a realizzare cose che fino a ieri non si poteva nemmeno sognare.

Mi sembra un poco come in Vita di P. Lui che cambia religioni senza preconcetti perché vuole provare, vedere, seguire cervello e cuore. Ecco, io mi sento così, di aver cambiato tante volte e di aver a volte anche forzato la scelta (contro la “pancia”) per fare la cosa che mi sembrava più logica. Ma soprattutto, questo è il punto, a me piace accorgermi della necessità di cambiare: vuol dire crescere. Mi piace accorgermi di aver sbagliato, non mi affeziono a un’idea.

Ecco, chi oggi vota “la sinistra” perché c’è Salvini e i migranti eccetera sa benissimo in cuor suo di non sapere, ma è incapace del giusto approccio. È un fedele in chiesa, un fideista, un tifoso.

Guerra generazionale

Quando ero piccolo io negli anni Ottanta, bastava studiare e la questione era risolta. Una vita gloriosa si stendeva davanti a noi, che avremmo potuto studiare, non avremmo dovuto emigrare, avremmo avuto una vita piena e ricca di soddisfazioni. L’Italia pompava fatturato, i Mondiali di Italia 90 erano la rappresentazione chiarissima di come stava evolvendo e crescendo e godendo questo Paese.

Poi, sarà che siamo arrivati terzi ai Mondiali, sarà che all’improvviso il Pentapartito non c’era più con il bel faccione di Craxi a rassicurarci, sarà che quello che era considerato il più grande imprenditore italiano si è buttato in politica, insomma, la situazione è degenerata. E non solo qui da noi, che alla fine dei conti eravamo abituati ad arrangiarci, ma in tutto l’Occidente, mentre il rising billion del Terzo mondo cominciava a dirci “Ehi, pure noi vogliamo le robe fighe che avete voi!”. I segnali c’erano ma non li sapevamo cogliere, quando ancora Roberto Baggio sbagliava i rigori a Usa 94.

Insomma, ci siamo ritrovati laureati e abbiamo cominciato a scrivere “Dott.” o “Dott.ssa” alla fine dei curriculum ma a nessuno fregava più niente del fatto che fossimo Dott. o Dott.ssa. Bisognava studiare ancora, fare un Master, fare i debiti, e poi raccapezzarsi a passare una vita saltando da un lavoro all’altro.

Insomma, dopo che tutti ci avevano detto “Studia così starai bene”, ci siamo accorti che non era così. E hanno pure cominciato a dire che era colpa nostra che eravamo stati abituati bene e che dovevamo adattarci. E a me viene da dire che non l’avevamo chiesto noi di essere trattati bene, non eravamo stati noi a creare le pubblicità del Mulino Bianco dove tutto andava sempre bene, non eravamo noi ad aver girato i film con Jerry Calà ed Ezio Greggio che ci avevano riempito la testa di successo, di vita bella e soldi facili. L’avevate fatto voi, che oggi siete sessantenni o settantenni e dopo averci riempito di palle sul fatto che voi avevate lavorato duramente ma adesso noi non avremmo fatto la stessa fine vi siete ritrovati con la casa di proprietà mentre noi fatichiamo a mettere insieme il pranzo con la cena. Vi siete ritrovati con più macchine nel garage mentre noi faticavamo a fare l’abbonamento dei mezzi. Ci avete bruciato, maledizione, e ci abbiamo messo anni ad accorgercene. E non avete fatto nulla per prepararci allo sfascio, ce lo siamo ritrovati davanti, e l’unica cosa che avete saputo dirci era: “Adeguati, non c’è budget”. E dove cazzo sono finiti tutti quei soldi? Stanno lì, nelle vostre pensioni con il sistema retributivo, nei pensionati a 50 anni che poi hanno aperto un’altra attività, stanno negli aiuti di Stato alle aziende che mettono gli operai in cassa integrazione, nei telegiornali che appena c’è uno sciopero in un qualsiasi cazzo di stabilimento FIAT fanno parlare i sindacati che se ne escono dicendo “Gli operai!!! Il lavoro!!! Le pensioni!!!” e poi quando vai a parlare con loro dicendo “Sono un precario, mi servirebbe una mano per un prestito” ti rispondono che non sei un operaio, che dovresti imparare a lavorare, che loro non sono preparati sui contratti atipici, che non sanno di cosa stai parlando perché loro devono preoccuparsi degli operai, degli insegnanti di ruolo e dei pensionati. E se vai a parlare in banca ti chiedono se hai una casa di proprietà, e ti ritrovi a quarant’anni a far firmare dei documenti ai tuoi che devono garantire per te neanche fossimo ancora al liceo a farci firmare le giustificazioni.

Sapete che c’è? Avete vinto voi. Questa guerra l’avete vinta voi. Ora, però, basta.

Perché dopo averci riempito la testa di cacate sul posto fisso, sul lavoro, su tutto, abbiamo capito che oggi non funziona così. Noi l’abbiamo capito, voi no.

E quindi ci siamo adattati, ma non come volevate voi. Abbiamo messo su famiglia lo stesso, abbiamo cominciato a fare 15 lavori diversi, lavori che non riusciamo manco a descrivervi e che a un certo punto ci saremmo anche rotti il cazzo di descrivervi mentre siamo lì ad aiutarvi perché “Non funziona Google”, e a 30 anni abbiamo più voci noi nel curriculum che voi a 60. E quasi mai, se ci offrono il posto fisso, lo vediamo come il posto in cui lavoreremo fino alla fine dei nostri giorni, ma come il posto in cui abbiamo qualche certezza di lavorare per qualche anno senza essere sbattuti fuori a calci appena il vento gira, e dopo qualche anno siamo noi che ce ne andiamo, perché non abbiamo più stimoli e vogliamo averne di nuovi.

Siamo noi che sappiamo come usare i social network che voi usate solo per giocare e mandarvi i buongiornissimi, sappiamo che alcuni giornali sono attendibili e altri no, non ci facciamo fregare dai titoli del Corriere e di Repubblica o dal telegiornale su Rai Uno che pensavate dicesse sempre la verità.

Volevamo fare quello che sognavamo da piccoli, e lo facciamo. Magari non ci prendiamo dei soldi ma continuiamo perché vogliamo farlo, non abbandoniamo quello che volevamo fare solo perché vorreste vederci sistemati.

Non ci sistemeremo, fatevene una ragione, non per ribellione ma perché è impossibile fare quello che avete fatto voi negli ultimi anni del Novecento. Purtroppo o per fortuna, non è dato saperlo.

Abbiamo quarantanni e ci vestiamo ancora con le magliette dei gruppi rock e andiamo ancora ai concerti e guardiamo i film e le serie tv perché il limite della giovinezza si è spostato, anche se voi ci considerate giovani fino a 35 anni se dobbiamo chiedere un prestito o partecipare a un bando di concorso, giovane fino a 50 se invece dobbiamo chiedere un aumento al lavoro.

Siamo noi che stiamo sistemando la situazione anche se ci avete regalato una macchina rotta. E non ci avete fatto neanche gli auguri quando ci siamo saliti sopra ma ci avete detto “Vai piano”. Col cazzo che andiamo piano, non possiamo andare piano, rendetevene conto.

Abbiamo fatto pace con quello che ci avevate promesso e non avete mantenuto. Non avremo la pensione? E vaffanculo, faremo senza. Non avremo una casa di proprietà? E vaffanculo, ce ne andremo da un’altra parte dove gli affitti costano meno. Non avremo la macchina? E vaffanculo, tanto la macchina non serve più a nessuno.

Lavoriamo spesso più duramente di voi, perché voi davanti avevate il sogno realizzabile di sistemarvi, noi invece abbiamo il sogno irrealizzabile di mettere in banca qualcosa una volta pagato tutto. E non ce la faremo, e quindi vaffanculo, andiamo avanti lo stesso.

Metteremo in piedi startup, aziende, studi e cooperative, e assumeremo i ventenni pagandoli davvero perché non passino le stesse disgrazie che abbiamo passato noi, e se non riusciremo a pagarli per qualche motivo non ci nasconderemo dietro il “Almeno fai esperienza” oppure dietro il “Fai un lavoro che ti piace, vuoi anche essere pagato?” come troppo spesso fate voi che pensate che oggi sia possibile lavorare come una volta.

Insegneremo ai nostri figli che la vita è difficile, molto difficile, ma che possono fare qualsiasi cosa e non gli romperemo il cazzo dicendo “E allora quando ti sposi?” oppure “Non vieni mai a trovarci!”. Si sposeranno e faranno figli quando vorranno, se vorranno, e non ci metteremo in mezzo. Ci verranno a trovare quando avranno voglia loro, non costringendoli col ricatto sentimentale dopo avergli costruito attorno la gabbia della famiglia che ancora oggi continua a ingabbiare migliaia di persone che a cinquantanni si sentono ancora figli prima che uomini o donne.

Nessuno dovrà passare quello che abbiamo passato e stiamo passando noi, quello che voi non riuscite ancora a capire perché per voi gli anni Settanta non sono mai finiti, pensate ci siano ancora le lotte operaie, Guccini alla Festa dell’Unità e il Festival di Sanremo con il superospite internazionale.

Sapete che c’è? Avete vinto quella guerra, ma quella che stiamo combattendo noi, voi non sapete neanche che è in corso. Cazzi vostri, non possiamo starvi appresso in eterno, abbiamo da fare.

Di Ciccio Rigoli

https://medium.com/@cicciorigoli/come-hanno-fottuto-i-trenta-quarantenni-51c295050a6c

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Vaccini: contestualizzare = capire meglio

L’argomento è importantissimo: negli anni 20 in europa sono morte circa (ovviamente, quindi non lo ripeterò più in questo post) 75 milioni di persone per l’influenza h1n1. Il problema si è risolto nei decenni grazie ai vaccini.

Questo mio post non è affatto “contro” i vaccini ma pro informazione e contestualizzazione libera e corretta. Perchè quando il business è big, la giustizia e la verità diventano small.

Vaccinazione obbligatoria oggi in italia per:

etano (non contagioso)
Polio
Epa B
Pertosse
Mengi B
Mengi C
Pertosse
Rosalia
Morbillo
Parotite

Varicella

Difterite

Difterite
Tetano (non contagioso)
Polio
Epa B
Pertosse
Mengi B
Mengi C
Pertosse
Rosalia
Morbillo
Parotite
Varicella
30’000 morti di fame al giorno nel mondo di cui metà bambini
1.3 miliardi di morti all’anno di incidenti stradali nel mondo (4 mila in italia)
Più di mille morti all’anno in ita sul lavoro
350 mila morti anno in eu a causa dell’inquinamento atmosferico
2500 morti in ita nel 2015 a causa dei vaccini (dato stranamente poco affidabile…ma guarda un pò…chissà come mai…)
35 miliardi di € fatturato smith kline 2008 farmaci compresi vaccini
600 milioni € tangente presa nel 1991 dal ministro de lorenzo by smith klyne per rendere obbligatorio il vaccino epatite b (by smith klyne).
Difterite morti in ita nel 2016: 1
Meningite morti in ita nel 2016: 200 casi ma pare 0 morti
Parotite, pertosse, varicella etc morti in ita nel 2016: dati non chiari, pare 0
(se qualcuno trova link precisi prego pubblicarli nei comenti così aggiorno e correggo)

Come spadroneggiare in poche facili mosse

1] nasci nel posto fortunato senza deserti e con acqua potabile in abbondanza. Anche alberi per costruire e bruciare e da mangiare non guastano.
2] ovviamente convinciti del fatto che tu hai tutto perché te lo sei meritato e forte del tuo benessere inventati tante belle teorie per non sentirtene in colpa, viaggia pochissimo, tramanda ai figli tutta la tua arrogante ignoranza
3] per tenere allenata la bestia che è in te fai a botte col vicino. Sempre. Comunque. Ovunque. Per qualsiasi motivo. Quando mancano i motivi inventali.
4] quando scopri una risorsa altrui saccheggiala e falla tua. Usa la tua morale artificiale per giustificarti e la violenta arroganza delle tue avanzate tecnologie belliche
5] usa le ricchezze rubate agli altri per ingrassare e fortificare la tua ignoranza. Taglia l’istruzione. Obbliga per legge tutti a contribuire al PIL. Investi in armamenti. Diffondi la tua morale via etere 24/365. Addita i diversi e se non capiscono picchiali o bruciali o docciali.
6] ovviamente costruisci muri e cancelli e porte blindate e zanzariere e grate e filtri e firewall e antifurti per difendere dagli altri quelli che hai rubato loro. Tienitelo con la forza. Non cedere di un passo. Mai. Mi raccomando i muri, la morale e gli armamenti ma soprattutto la propaganda e i tagli all’istruzione.
7] la tua immondizia buttala lontano: occhio non vede cuore non duole. In fondo agli oceani o oltreoceano mi sembra perfetto. Alla disperata bruciala (lontano dal tuo naso ovviamente)
8] ad ogni passo avanti togli diritti e aumenta i doveri di tutti (tranne i tuoi ovviamente). Qualcuno dovesse lamentarsene inventa uno spaventapasseri qualsiasi e usa la propaganda, taglia la cultura e rendi complicati i viaggi con ferie da prenotare e rate da pagare e pigliaculate pubbliche sul fancazzismo e disadattamento. Funziona da millenni, continuerà a funzionare, la gente è idiota. Lo spread e i terroristi e gli stranieri e l’uomo nero vanno di moda nel 21imo secolo. Ma come i panta a zampa torneranno anche le streghe e le magie nere. L’importante è che capiscano bene che per difendersi da questi incubi serve darti più potere
9] inibisci lo sviluppo delle capacità cognitive. Lo stupido non chiude i pensieri e ripete a pappagallo quel che va di moda. Mai nessuno deve dire più di tre volte di seguito che dare più potere a te = perdere libertà individuale
10] tocco di classe: come ai saldi che alzano per poi abbassare i prezzi, dopo aver tolto liberta poi regala loro mezze libertà. Ti adoreranno e lavoreranno 45 ore a settimana felici
11] bombardali di pubblicità e finti bisogni. Ricorda: l’assenza di desideri è la felicità. L’uomo felice non consuma. Se non consuma non paga le tasse. E tu devi comprare la villa nuova, la trentaduesima
12] instaura il siatema del debito. Ma non farlo capire a nessuno. Usa paroloni e fai finta che sia troppo complicato da capire
13] fai andare di moda qualsiasi cosa tranne i libri e la cultura
14] quando la gente arriverà a lavorare tutto l’anno per comprarsi il macchinone per andare a lavorare saprai di aver vinto tutto
1] nasci nel posto fortunato senza deserti e con acqua potabile in abbondanza. Anche alberi per costruire e bruciare e frutta e animali in abbondanza da mangiare non guastano.
2] ovviamente convinciti del fatto che tu hai tutto perché te lo sei meritato. Forte del tuo benessere inventati tante belle teorie per non sentirtene in colpa. Viaggia pochissimo. Tramanda ai figli tutta la tua arrogante ignoranza. Ripetiti in continuazione che sei assolutamente il migliore. Scrivilo ovunque. Sui soldi è una ottima idea
3] per tenere allenata la bestia che è in te fai a botte col vicino. Sempre. Comunque. Ovunque. Per qualsiasi motivo. Quando mancano i motivi inventali
4] quando scopri una risorsa altrui saccheggiala e falla tua. Usa la violenta arroganza delle tue avanzate tecnologie belliche e la tua morale artificiale per giustificarti
5] usa le ricchezze rubate agli altri per ingrassare e fortificare la tua ignoranza. Taglia l’istruzione. Obbliga per legge tutti a contribuire al PIL. Investi in armamenti. Diffondi la tua morale via etere 24/365. Addita i diversi e se non capiscono picchiali o bruciali o docciali
6] ovviamente costruisci muri e cancelli e porte blindate e zanzariere e grate e filtri e firewall e antifurti per difendere dagli altri quelli che hai rubato loro. Tienitelo con la forza. Non cedere di un passo. Mai. Mi raccomando i muri, la morale e gli armamenti ma soprattutto la propaganda e i tagli all’istruzione
7] la tua immondizia buttala lontano: occhio non vede cuore non duole. In fondo agli oceani o oltreoceano mi sembra perfetto. Alla disperata sotterrala o bruciala (lontano dal tuo naso ovviamente)
8] ad ogni passo avanti togli diritti e aumenta i doveri di tutti (tranne i tuoi ovviamente). Se mai qualcuno dovesse lamentarsene inventa uno spaventapasseri qualsiasi ed intensifica la propaganda. Funziona da millenni, continuerà a funzionare, la gente è idiota. Lo spread e i terroristi e gli stranieri e l’uomo nero vanno di moda nel 21imo secolo. Ma come i panta a zampa torneranno anche le streghe e le magie nere. L’importante è che capiscano bene che per difendersi da questi incubi serve darti più potere
9] taglia la cultura e rendi complicati i viaggi con ferie da prenotare e rate da pagare e pigliaculate pubbliche sul fancazzismo e disadattamento
10] inibisci lo sviluppo delle capacità cognitive. Lo stupido non chiude i pensieri e ripete a pappagallo quel che va di moda. Mai nessuno deve dire più di tre volte di seguito che dare più potere a te = perdere libertà individuale
11] tocco di classe: come ai saldi che alzano per poi abbassare i prezzi, dopo aver tolto liberta poi regala loro mezze libertà. Ti adoreranno e lavoreranno 45 ore a settimana felici
12] bombardali di pubblicità e finti bisogni. Ricorda: l’assenza di desideri è la felicità. L’uomo felice non consuma. Se non consuma non paga le tasse. E tu devi comprare la villa nuova, la trentaduesima
13] spendi più di quel che incassi. Sistematicamente. Mi raccomando. È importante. Quindi instaura il siatema del debito. Ma non farlo capire a nessuno. Usa paroloni e fai finta che sia troppo complicato da capire
14] fai andare di moda qualsiasi cosa tranne i libri e la cultura

15] quando la gente arriverà a lavorare tutto l’anno per comprarsi il macchinone per andare a lavorare saprai di aver vinto tutto
16] lì dove non c’è più nulla da rubare, saccheggiare, sporcare o schiavizzare, purtroppo c’è sempre e comunque il rischio del diverso. Mi raccomando non sottovalutiamo il minaccia del diverso. Il diverso è faticoso da assoggettare perché non riconosce la tua autorità ed ha priorità diverse da quelle insegnate nei secoli al tuo amatissimo popolo libero contribuente. Una opzione è isolare fisicamente il diverso: ricordati i muri e mi raccomando proibisci i visti sul passaporto dei tuoi schiavi…ehm…cittadini. Una seconda opzione è la guerra per liberarli: vai e bombardali finché saranno uguali alla tua società. Avrai asfaltato un pericolo, ti fai bello e santo agli occhi dei tuoi ed avrai allargato il bacino del tuo export tassato. Terza opzione è far finta che non esistano: scomparsa la parola, scomparsa la cosa.

Governi italiani legittimamente illegittimi da 11 anni

Aggiungo una postilla al punto 1} perché vedo al riguardo molte polemiche di chi fa finta di non capire:
Sappiamo tutti (spero) che il governo (Presidente del Consiglio e i “suoi” Ministri) non è espressione DIRETTA del popolo ma viene incaricato dal Presidente Della Repubblica.
Altrettanto tutti sanno (ma qui siamo nella pura logica) che il PDR sceglie il PdC affinché questo abbia la fiducia della maggioranza dei parlamentari.
I parlamentari sono eletti DIRETTAMENTE dai cittadini alle “politiche”.
La composizione finale del parlamento dipende dal voto dei cittadini E dalla legge elettorale (che è la funzione matematica che trasforma i milioni di voti in un numero intero di seggi).
Quindi, de facto, il neo PdC, per poter “sciogliere la riserva” (cioè iniziare ufficialmente a governare) deve ottenera la fiducia del parlamento cioè deve “convincerere” al minimo la maggioranza dei parlamentari.
Ribadisco al volo che i parlamentari sono in numero dipendente dalle politiche e dalla legge elettorale.
Eccomi quindi alla mitica frase “quarto governo consecutivo illegittimo” e/o “non eletto dal popolo”.
Questa frase, nonostante sia lucida, semplice e chiara, si sta dimostrando troppo approssimativa e troppo breve per gli italiani.
Gli italiani aborrono il succo del discorso per predilirvi immancabilmente: l’esercizio dell’arte dialettica come una mazza chiodata, la polemica purchè sterile, l’adorazione dell’esibizione egoica della padronanza dei formalismi borghesi, ed il virile combattimento virtuale sui social.
Quindi gli italiani in questi giorni si stanno scannando sulla frase incriminata invece che sul problema sottostante.
Come riassunto prima, ribadisco: IL PROBLEMA degli ultimi governi non è formale perché, appunto, la prassi è tutta formalmente ineccepibile: ci mancherebbe altro, la forma è (come già detto) una nostra passione!
IL PROBLEMA è grave e reale in quanto sostanziale, politico, etico e morale:
A – il parlamento che ha appena promosso Paolo Gentiloni nuovo PdC è stato eletto dal popolo alle politiche del 2013…solo 3 anni fa ma ben 4 governi fa e un migliaio di ere geologiche politiche fa,
B – inoltre all’epoca venne usata una legge elettorale (Italicum) dichiarata incostituzionale quindi de facto la distribuzione dei seggi parlamentari è illegittima. Seppur la forma (come sempre) è intonsa perché riguardo l’italicum la consulta disse (parafrasando): “è incostituzionale ma la frittata ormai è fatto quindi per ora dobbiamo quindi tenerci questo parlamento”.
Ma QUESTO PROBLEMA ESATTO identico a se stesso è ripetuto in loop almeno dal 2008.
Infatti, secondo chi (come me) crede che non sia sufficiente rispettare le regole e i formalismi per essere “OK” ma, soprattutto in politica, bisogna avere anche il valore aggiunto di un eccellento spessore etico-morale, i governi “eticamente illegittimi” sono ormai
1) 2006 Prodi: approvato dalla maggioranza di parlamentari eletti attraverso la nuovissima (ma incostituzionale!!!) legge elettorale “porcellum” di Calderoli,
2) 2008 Berlusconi: a seguito delle nuove politiche ma sempre col porcellum incostituzionale,
3) 2011 Monti: proclamato da Napolitano, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale,
4) 2013 Bersani: dopo le politiche ma sempre con parlamento secondo l’incostituzionale “porcellum”,
5) 2013 Letta: proclamato da Napolitano (rielegge Napolitano!), nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale,
6) 2014 Renzi: proclamato da Napolitano, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale,
7) 2016 Gentiloni: proclamato dal nuovo PDR Mattarella, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale.
De facto quindi siamo come minimo al settimo governo consecutivo con parlamento secondo “porcellum” incostituzionale.
11 anni sono passati e nessuna legge elettorale legale è ancora stata scritt.
Nel frattempo i governi hanno governato e legiferato cotando OGNI SINGOLA VOLTA con una quantità di seggi INCOSTITUZIONALE.
Nota conclusiva sulle leggi elettorali:
Dal 1946 al 1993: Proporzionale.
Dal 1993 al 2005: il mattarellum di Mattarella fu una mostruosità ibrida mista tale da meritare l’appellativo “minotauro”.
Dal 2005 al 2016: il porcellum di Calderoli venne dichiarato incostituzionale nel 2014 ma ha comunque composto il parlamento di ben 7 governi.
Dal 2016 al 2017: l’italicum di Renzi e Berlusconi (patto del Nazareno) è stato scritto ma mai usato, è incostituzionale e comunque varrebbe solo per il senato.

Dal 2017: l’italicum bis raddrizzato a martellate dalla cSappiamo tutti (spero) che il governo (Presidente del Consiglio e i “suoi” Ministri) non è espressione DIRETTA del popolo ma viene incaricato dal Presidente Della Repubblica.

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Sappiamo tutti (spero) che il governo (Presidente del Consiglio e i “suoi” Ministri) non è espressione DIRETTA del popolo ma viene incaricato dal Presidente Della Repubblica.
Altrettanto tutti sanno (ma qui siamo nella pura logica) che il PDR sceglie il PdC affinché questo abbia la fiducia della maggioranza dei parlamentari.
I parlamentari sono eletti DIRETTAMENTE dai cittadini alle “politiche”.
La composizione finale del parlamento dipende dal voto dei cittadini & dalla legge elettorale (che è la funzione matematica che trasforma i milioni di voti in un numero intero di seggi).
Quindi, de facto, il neo PdC, per poter “sciogliere la riserva” (cioè iniziare ufficialmente a governare) deve ottenere la fiducia del parlamento cioè deve “convincerere” al minimo la maggioranza dei parlamentari.
Ribadisco al volo che i parlamentari sono in numero dipendente dalle politiche e dalla legge elettorale.
Eccomi quindi alla mitica frase “quarto governo consecutivo illegittimo” e/o “non eletto dal popolo”.
Questa frase, nonostante sia lucida, semplice e chiara, si sta dimostrando troppo approssimativa e troppo breve per gli italiani.
Gli italiani aborrono il succo del discorso per predilirvi immancabilmente: l’esercizio dell’arte dialettica come una mazza chiodata, la polemica purchè sterile, l’adorazione dell’esibizione egoica della padronanza dei formalismi borghesi, ed il virile combattimento virtuale sui social.
Quindi gli italiani in questi giorni si stanno scannando sulla frase incriminata invece che sul problema sottostante.
Come riassunto prima, ribadisco: IL PROBLEMA degli ultimi governi non è formale perché, appunto, la prassi è tutta formalmente ineccepibile: ci mancherebbe altro, la forma è (come già detto) una nostra passione!
IL PROBLEMA è grave e reale in quanto sostanziale, politico, etico e morale:
A – il parlamento che ha appena promosso Paolo Gentiloni nuovo PdC è stato eletto dal popolo alle politiche del 2013. Sono quindi passati solo tre anni ma ben quattro governi…ed un migliaio di ere politiche,
B – inoltre all’epoca venne usata una legge elettorale (porcellum) dichiarata incostituzionale quindi de facto la distribuzione dei seggi parlamentari è illegittima. Seppur la forma (come sempre) è intonsa perché riguardo la consulta disse (parafrasando): “è incostituzionale ma la frittata ormai è fatta quindi per ora dobbiamo tenerci questo parlamento”.
Ma QUESTO PROBLEMA ESATTO identico a se stesso è ripetuto in loop almeno dal 2006.
Infatti, secondo chi (come me) crede che non sia sufficiente rispettare le regole e i formalismi per essere “OK” ma, soprattutto in politica, si debba esibire anche il valore aggiunto di un “eccellente spessore etico-morale”, i governi “eticamente illegittimi” sono ormai una nutrita lista:
1) 2006 Prodi: approvato dalla maggioranza di parlamentari eletti attraverso la nuovissima (ma incostituzionale!!!) legge elettorale “porcellum” di Calderoli,
2) 2008 Berlusconi: a seguito delle nuove politiche ma sempre col porcellum incostituzionale,
3) 2011 Monti: proclamato da Napolitano, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale delle politiche 2008,
4) 2013 Bersani: dopo le politiche ma ancora con parlamento secondo l’incostituzionale “porcellum”,
5) 2013 Letta: proclamato da Napolitano (e poi Letta rielegge Napolitano!), nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale e come da politiche di inizio anno,
6) 2014 Renzi: proclamato da Napolitano, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale e come da politiche del 2013,
7) 2016 Gentiloni: proclamato dal nuovo PDR Mattarella, nessuna votazione quindi parlamento sempre come da “porcellum” incostituzionale e come da politiche del 2013.
De facto quindi siamo come minimo al settimo governo consecutivo con parlamento secondo “porcellum” incostituzionale.
Undici anni sono passati e nessuna legge elettorale legale è ancora stata scritta.
Nel frattempo i governi hanno governato e legiferato votando OGNI SINGOLA VOLTA con una quantità di seggi INCOSTITUZIONALE.
Nota conclusiva sulle leggi elettorali:
Dal 1946 al 1993: proporzionale.
Dal 1993 al 2005: il mattarellum di Mattarella fu una mostruosità ibrida mista tale da meritare l’appellativo “minotauro”.
Dal 2005 al 2016: il porcellum di Calderoli venne dichiarato incostituzionale nel 2014 ma ha comunque composto il parlamento di ben 7 governi.
Dal 2016 al 2017: l’italicum di Renzi e Berlusconi (patto del Nazareno) è stato scritto ma mai usato, è incostituzionale e comunque varrebbe solo per il senato.
Dal 2017: l’italicum bis raddrizzato “a martellate” dalla consulta della Corte Costituzionale.

Perchè i politici mi fanno incazzare come una bestia

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main-qimg-73e3cc462cadd3f6218ced46d05774d7-cHanno imposto false priorità alla nazione.
Hanno bloccato il parlamento per mesi (approssimando gravemente per difetto).
Sono stati scardinati principi fondamentali della comunicazione cambiando significato a parole importanti ed antiche.
Hanno usato illegittimamente (fiducia,…) strumenti illegittimi (canguri, decreti l,egge milleproroghe…) con una maggioranza illegittima.
Hanno provato a vincere pure con le fritture di pesce…figurati quel che NON sappiamo.
Hanno detto qualsiasi cosa ed il contrario di tutto a giorni alterni.
Hanno ignorato molti risultati referendari a loro uso e consumo.
Da generazioni evitano il gabbio con immunità parlamentari che nulla hanno a che fare con la libertà politica.
Sono collusi con sistemi di criminalità organizzata ma le prescrizioni (da loro stabilite) lascia loro la libertà di scrivere altre leggi (che poi valgono per tutti).
Hanno monopolizzato i media informativi pubblici e “old” (tv e carta stampata) per violentare le menti di chi tv e stampa usa per informarsi: gli anziani.
Hanno omesso sistematicamente, con palese metodo consapevole e calcolatorio anni di informazioni e dati.
Hanno provato a comprare consenso coi vari 80€ etc nel migliore stile “voto di scambio”.
Hanno ignorato i diritti del popolo per portare sulle nostre tovaglie a quadri gli interessi di pochi poteri extranazionali.
Hanno depenalizzato il reato di abuso della credulità popolare per poi mentire senza pudore.
Hanno abusato del potere e denaro per far valere le proprie ragioni ignorando il raziocinio, la sostanza, e la logica.
Hanno obbligato al lavoro non conseziente e non retribuito migliaia di studenti.
Hanno dato il denaro dei cittadini ai loro creditori.
Si incontrano segretamente tra di loro per organizzare compatte strategie pubbliche contro il cittadino comune.
Hanno dato ordini che hanno ucciso ragazzi in piazza.
Confondono i milioni coi miliardi e sempre a loro vantaggio dialettico.
Hanno finto per decenni di difendere il giusto e l’etico.
Hanno tradito il loro passato e la nostra storia e la libertà e il nobile significato del mestiere.
Nei decenni hanno scardinato la base della sana società: la scuola e la cultura.
Tradiscono la costituzione (articolo 11) ogni anno senze più nemmeno il buon gusto di farlo segretamente.
Tengono segreti i nomi e i valori dei loro finanziamenti illeciti.
Si passano lo scettro di mano in mano infischiandosene del diritto/dovere del popolo elettore.
Destinano fiummi di soldi a priorità discutibili trascurandone altre mortali (aggiornamento antisismico, sicurezza edifici pubblici, ricerca scientifica, inquinamento…).
Mandano i loro figli alle scuole private e parlano di scuola pubblica.
Vanno a curarsi in cliniche private e parlano di ospedali pubblici.
Hanno dissolto migliaia di miliardi nel nulla dei giochi finanziari del debito sul debito sul debito.
Decidono fino a quati anni devi spaccarti la schiena prima di prendere la pensione mentre hanno benefici e stipendi a vita anche se lavorano 3 mezze giornate alla settimana per 2 mesi in tutta la vita.
Non si preoccupano di aggiornarsi sulle materie di cui opinano e legiferano.
Non parlano inglese e spesso nemmeno l’italiano.
Mentono pure sui loro passati scolastici.
Sono sempre apocalitticamente arroganti coi cittadini (loro datori di lavoro) e zerbini coi loro padroni segreti.
Gestiscono ed operano società segrete illegali e criminogene da svariati decenni.
Quando riuniti in parlamento detenfono il record nazionale si densità criminale nazionale (il doppio di scampia!).
Comprano immobili al costo di lecca lecca.
Senza obbligo alla responsabilità colposa sfasciano attività commerciali con pressioni fiscali ingestibili.
Insiltano sistematicamente l’intelligenza del cittadino bestemmiando slogan e pensierini da prima elementare adducendo la spiegazione che “non possiamo addentrarci”.
Sappiamo che si drogano regolarmente (iene qualche anno fa) ma giudicano come santi.
Alimentano mercati illegali con comportamenti illegali (prostituzione, droghe…).
Spesso sono loro stessi “imprenditori” di attività illegali.
Raccomandano parenti e amici per dieci generazioni.
Esibiscono con orgoglio il disprezzo delle regole come “status symbol” da ammirare e desiderare e imitare (senza documenti a votare?!!!,…).
Fanno della incoerenza morale e logico intellettuale una pratica quotidiana.
Ma soprattutto, mancano di essere eccellenti in ogni campo, loro che da noi son pagati per essere eccellenti; mancano di essere guida e ispirazione; ed il “mancato guadagno” che ne segue è assolutamente incalcolabile, il danno è irrecuperabile e durerà per secoli e secoli.
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In politica certamente le parole e gli stili comunicativi sono fondamentali.
Sono fondamentali perché la sostanza non lo è più.
Non lo è più perché la dimentichiamo ogni giorno.
“Ma chi dimentica la storia è condannato a ripeterla” (George Santayana):
Hanno imposto false priorità alla nazione.
Hanno bloccato il parlamento per mesi (approssimando gravemente per difetto).
Sono stati scardinati principi fondamentali della comunicazione cambiando significato a parole importanti ed antiche.
Hanno usato illegittimamente (fiducia,…) strumenti illegittimi (canguri, decreti l,egge milleproroghe…) con una maggioranza illegittima.
Hanno provato a vincere pure con le fritture di pesce…figurati quel che non sappiamo.
Hanno detto qualsiasi cosa ed il contrario di tutto a giorni alterni.
Hanno ignorato molti risultati referendari a loro uso e consumo.
Da generazioni evitano il gabbio con immunità parlamentari che ormai nulla più hanno a che fare con la libertà politica.
Sono collusi con sistemi di criminalità organizzata ma le prescrizioni (da loro stabilite) lasciano loro la libertà di scrivere altre leggi (che poi valgono per tutti).
Hanno monopolizzato (proprietà diretta o controllo) i tradizionali media informativi pubblici e (tv e carta stampata) per violentare le menti di chi tv e stampa usa ancora per informarsi: gli anziani.
Hanno omesso sistematicamente, con palese metodo consapevole e calcolatorio, anni di informazioni e dati.
Hanno provato a comprare consenso (coi vari 80€ etc) nel migliore stile “voto di scambio”.
Hanno ignorato i diritti del popolo per portare sulle nostre tovaglie a quadri gli interessi di pochi poteri extranazionali.
Hanno depenalizzato il reato di “abuso della credulità popolare” per poi mentire senza pudore.
Hanno abusato di potere e denaro per far valere le proprie ragioni ignorando il raziocinio, la sostanza, e la logica.
Hanno obbligato al lavoro non conseziente e non retribuito migliaia di studenti.
Usano denaro dei cittadini per saldare loro debiti personali.
Si incontrano segretamente tra loro per organizzare compatte strategie pubbliche contro il cittadino comune.
Hanno dato ordini che hanno ucciso ragazzi in piazza.
Confondono spesso i milioni coi miliardi…ma sempre a loro vantaggio dialettico.
Hanno finto per decenni di difendere il giusto e l’etico.
Hanno tradito il loro passato e la nostra storia e la libertà e il nobile significato del loro mestiere.
Nei decenni hanno scardinato la base della sana società: la scuola e la cultura.
Tradiscono la costituzione (articolo 11) ogni anno senze più nemmeno il buon gusto di farlo di nascosto.
Tengono segreti i nomi e i valori dei loro finanziamenti illeciti.
Si passano lo scettro di mano in mano infischiandosene del diritto/dovere del popolo elettore.
Destinano fiummi di soldi a priorità discutibili trascurandone altre mortali (aggiornamento antisismico, sicurezza edifici pubblici, ricerca scientifica, ambiente, inquinamento…).
Mandano i loro figli alle scuole private e parlano di scuola pubblica.
Vanno a curarsi in cliniche private e parlano di ospedali pubblici.
Hanno dissolto migliaia di miliardi nel nulla dei giochi finanziari del debito sul debito sul debito.
Decidono fino a quati anni devi spaccarti la schiena prima di prendere la pensione mentre hanno benefici e stipendi a vita anche se lavorano 3 mezze giornate alla settimana per 2 mesi in tutta la vita.
Non si preoccupano di aggiornarsi sulle materie di cui opinano e legiferano.
Non parlano inglese e spesso nemmeno l’italiano.
Mentono pure sui loro passati scolastici.
Sono sempre apocalitticamente arroganti coi cittadini (loro datori di lavoro) e zerbini coi loro padroni segreti.
Gestiscono ed operano società segrete illegali e criminogene da svariati decenni.
Quando riuniti in parlamento detengono il record nazionale si densità criminale (il doppio di scampia!).
Comprano immobili al costo di lecca lecca…a loro insaputa.
Senza obbligo alla responsabilità colposa sfasciano attività commerciali con pressioni fiscali ingestibili.
Insultano sistematicamente l’intelligenza del cittadino bestemmiando slogan e pensierini da prima elementare adducendo la spiegazione del “non possiamo addentrarci in questa sede”.
Sappiamo che si drogano regolarmente (iene qualche anno fa) ma giudicano come fossero santi.
Dicono di essere cristiani cattolici ma si sposano 3 volte e nel matrimonio vanno pure a puttane…regolarmente.
Alimentano mercati illegali con comportamenti illegali (prostituzione, droghe…).
Spesso sono loro stessi “imprenditori” di attività illegali.
Raccomandano (e piazzano) parenti e amici per due generazioni…minimo…tutti…nessuno escluso.
Esibiscono con orgoglio il disprezzo delle regole come “status symbol” da ammirare e desiderare e imitare (senza documenti a votare?!!!,…).
Fanno della incoerenza morale e logico-intellettuale una pratica quotidiana.
Ma soprattutto, mancano di essere eccellenti in ogni campo.
Loro che da noi son pagati per essere eccellenti mancano di essere guida e ispirazione.
Ed il “mancato guadagno” che ne segue è assolutamente incalcolabile, il danno è irrecuperabile e durerà per secoli e secoli.

Europa vs Africa: una storia di merda

Carissimi africani, come va? Qui è l’Europa che vi parla! Da Bruxelles, avete presente?

Pensate che proprio da qui giusto un secolo e mezzo fa ci si divertiva a farvi lavorare gratis nelle piantagioni e nelle miniere per la maggior ricchezza di re Leopoldo, però dai, ragazzi, noi ci si conosceva già da parecchio prima: quando tutti insieme – inglesi, olandesi, portoghesi, spagnoli etc – abbiamo messo in catene 12 milioni di voi per venderli in America, e anche lì è stato un bel business. D’accordo, un paio di milioni ci sono rimasti durante la navigazione, ma pazienza: su quel lucrosissimo commercio triangolare abbiamo costruito la nostra rivoluzione industriale, quella che voi non avete avuto.

Poi però portarvi di là in catene non ci bastava più e allora abbiamo pensato di prendere direttamente le vostre terre, perché abbiamo scoperto che erano piene di roba che ci poteva essere utile. I francesi hanno iniziato dal nord e gli inglesi da sud, un po’ di stragi a schioppettate ed è diventato tutto roba nostra. Anche i belgi, si diceva, si sono dati da fare, pensate che a un certo punto il loro impero era composto al 98 per cento di terre africane. Poi si sono mossi i tedeschi, infine gli italiani, insomma dopo un po’ non c’era più un fazzoletto di continente che fosse vostro, che ridere.

A proposito degli italiani, come sempre sono arrivati ultimi, però si sono rifatti con il record di prima nazione al mondo che ha usato i gas sui civili, a un certo punto donne e bambini si ritrovavano dentro una nuvola di iprite e morivano a migliaia tra orrendi spasmi. «Mica vorranno che gli buttiamo giù confetti», disse il generale De Bono, che simpatico burlone. Il bello è che chi si trovava nei dintorni moriva anche una settimana dopo, il corpo pieno di devastanti piaghe, per aver bevuto l’acqua dei laghi piena di veleno, che fresconi che siete stati a non accorgervene.

Finito il colonialismo – ormai vi avevamo rubato quasi tutto, dai diamanti alle antiche pergamene amhare – non è che ci andasse proprio di levare le tende e allora abbiamo continuato a controllare la vostra politica e la vostra economia, riempiendo d’armi i dittatori che ci facevano contratti favorevoli, quindi comprando a un cazzo e un barattolo quello che ci serviva in Europa, devastando i vostri territori e imponendo le nostre multinazionali per quello che abbiamo deciso dovesse essere il vostro sviluppo. Voi creduloni ci siete cascati ancora e ci siamo divertiti così per un altro mezzo secolo.

Se poi un dittatore si montava un po’ la testa e pensava di fare da solo, niente di grave: lo cambiavamo con un altro, dopo aver bombardato un po’ di città e aver rifornito di cannoni le milizie che ci stavano simpatiche per massacrare quelle che ci stavano antipatiche. Del resto da qualche parte le mitragliatrici o i carrarmati che produciamo li dobbiamo pure piazzare, qui in Europa siamo in pace da settant’anni e mica possiamo rinunciare a un settore così florido.

Negli ultimi venti-trent’anni poi abbiamo creato un modello nuovo che si chiama iperconsumismo e globalizzazione, allora abbiamo scoperto che l’Africa era perfetta per comprarsi tutto quello che noi non volevamo più perché noi dovevamo possedere roba nuova e con più funzioni, così abbiamo trasformato il porto di Lomé in un immenso centro di svendita dei nostri vecchi telefonini e delle nostre vecchie tivù, tanto voi sciocchini vi comprate tutto pur di cercare di essere come noi.

Già che c’eravamo, abbiamo usato i vostri Paesi come discarica dei nostri prodotti elettronici ormai inutilizzabili, quelli che nemmeno voi potevate usare. Pensate che curiosa, la vita di un nostro accrocco digitale: inizia grazie al coltan per cui vi ammazzate nelle vostre miniere e finisce bruciando tra gas cancerogeni nelle vostre discariche; in mezzo ci siamo noi che intanto ci siamo divertiti o magari abbiamo scritto post come questo.

Insomma, ragazzi, siete nella merda fino al collo e ci siete da tre-quattrocento anni, ma a noi di avere avuto qualche ruolo in questa merda non importa proprio niente, non abbiamo voglia di pensarci e abbiamo altro da fare.

Negli ultimi tempi poi, con questa storia dei televisori, dei computer e delle parabole satellitari, purtroppo siete cascati in un altro increscioso equivoco, e cioè vi siete messi in testa che qui in Europa si sta meglio: ma come fa a venirvi in mente che vivere in una casa con l’acqua corrente e l’elettricità sia meglio di stare in mezzo al fango e tra quattro pareti di lamiera ondulata? Bah, che strani che siete. Anche questa cosa che avere un ospedale è meglio che morire di parto, o che uscire di casa a prendere un autobus sia meglio che uscire di casa e prendere una mina, o che mangiare tre volte al giorno sia meglio che morire di dissenteria per malnutrizione, che noia, mamma mia.

Così alcuni di voi, di solito i più sfigati, hanno iniziato a lasciare la baracca e le bombe per attraversare prima il deserto poi il mare e venire qui a rompere i coglioni a noi.

D’accordo, quelli che lo fanno alla fine sono poche decine di migliaia rispetto a oltre un miliardo di voi, perché non a tutti piace l’idea di morire nella sabbia o in acqua, e gli emigranti sono pochini anche rispetto a noi, che siamo mezzo miliardo, ma insomma, ve lo dobbiamo dire: ci stanno sui coglioni lo stesso e quindi non li vogliamo, perciò abbiamo deciso che devono tornare nel buco di culo di posto da cui vengono, anche se lì c’è la guerra, la fame, la malaria e tutto il resto di quelle cose lì. Tanto più che quelli che vengono qui mica stanno sempre bene, alcuni hanno pure la scabbia, e a noi non è che ci interessaperché hanno la scabbia, ci interessa che non vengano qui, è chiaro?

Concludendo, con tutta l’amicizia e senza nessun razzismo – ci mancherebbe, noi non siamo razzisti – dovreste gentilmente stare fuori dalle palle e vivere tutta la vita nell’inferno che vi abbiamo creato. E se fate i bravi, un lavoro in un cantiere di Addis o in una miniera di Mbomou per due dollari al giorno potete anche trovarlo, con un po’ di culo, purché naturalmente a quella cifra lavoriate dieci ore dal lunedì al sabato a chiamata giornaliera, e non diciate troppo in giro quanta gente ci schiatta ogni giorno.

Se poi trasportate sacchi anche la domenica full time vi diamo qualcosa di più, così magari tra un po’ potete comprarvi un altro nostro televisore di scarto, però – mi raccomando – da usare lì, nella baracca piena di merda di capra in cui vivete.

Contenti?

Di Alessandro Gilioli

copiincollato da qui http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/06/14/qui-e-leuropa-che-vi-parla/

la politica italiana, il teatrino, la maionese e Topolino

La “politica” Italian style:
Topolino ama il cioccolato, è allergico (ma non mortalmente) alla maionese e morirebbe mangiasse caviale
Topolino è nemico di Gambadilegno
Gambadilegno odia (ma non mortalmente) la maionese, morirebbe mangiasse il cioccolato e ama il caviale
Quando Topolino organizza una festa, per fare dispetto a Gambadilegno, serve solo maionese
Quando Gambadilegno organizza una festa, per fare dispetto a Topolino, serve solo maionese
Ora
Ci sono 3 problemi GRAVI in tutto ciò:
1) nessuno s’incula nemmeno di striscio cosa piace/serve agli altri 59 milioni di invitati
2) nessuno ha i coglioni di servire la pietanza mortifera…d’altronde si sa…senza Gambadilegno le storie di Topolino sarebbero troppo noiose e perderebbero pubblico e viceversa, senza Topolino, Gambadilegno non avrebbe alcun senso d’esistere
3) i banchetti organizzati da Topolino e Gambadilegno sono finanziati integralmente dai 59 milioni di commensali che, nonostante paghino profumatamente, mangiano da 100 anni sempre e solo schifosissima maionese
…questa non è Politica (l’arte di gestire la cosa pubblica). Questa roba qua è uno squallido teatrino di borgata: senza coraggio, senza responsabilità, mostruosamente costoso ed inefficace, grottescamente autoreferenziale e patetico.
PER QUANTO MI RIGUARDA È DEFINITIVAMENTE INSOSTENIBILE
La “politica” Italian style:
Topolino ama il cioccolato, è allergico (ma non mortalmente) alla maionese e morirebbe mangiasse caviale
Topolino è nemico di Gambadilegno
Gambadilegno odia (ma non mortalmente) la maionese, morirebbe mangiasse il cioccolato e ama il caviale
Quando Topolino organizza una festa, per fare dispetto a Gambadilegno, serve solo maionese
Quando Gambadilegno organizza una festa, per fare dispetto a Topolino, serve solo maionese
Ora
Ci sono 3 problemi GRAVI in tutto ciò:
1) nessuno s’incula nemmeno di striscio cosa piace/serve agli altri 59 milioni di invitati
2) nessuno ha i coglioni di servire la pietanza mortifera…d’altronde si sa…senza Gambadilegno le storie di Topolino sarebbero troppo noiose e perderebbero pubblico e viceversa, senza Topolino, Gambadilegno non avrebbe alcun senso d’esistere
3) i banchetti organizzati da Topolino e Gambadilegno sono finanziati integralmente dai 59 milioni di commensali che, nonostante paghino profumatamente, mangiano da 100 anni sempre e solo schifosissima maionese
…questa non è Politica (l’arte di gestire la cosa pubblica). Questa roba qua è uno squallido teatrino di borgata: senza coraggio, senza responsabilità, mostruosamente costoso ed inefficace, grottescamente autoreferenziale e patetico.
PER QUANTO MI RIGUARDA È DEFINITIVAMENTE INSOSTENIBILE

trasporto pubblico gratuito…si può fare

free transport

TRASPORTO PUBBLICO GRATUITO? SI PUÒ FARE! VE LO DIMOSTRIAMO SCIENTIFICAMENTE

“Ormai da due anni in Italia sta nascendo un movimento di opinione che ha come obiettivo la realizzazione del trasporto pubblico gratuito.
Detta così sembra un’assurdità.
La prima obiezione che viene da fare è: chi paga? Perchè io, che non prendo mai il mezzo pubblico, debbo pagare per una persona che lo prende?
Domande giuste, obiezioni corrette.
Analizziamo scientificamente il problema.

Da un punto di vista finanziario abbiamo studiato alcuni conti economici di società che si occupano di trasporto pubblico.
Nello specifico abbiamo studiato la società che si occupa del trasporto pubblico in Trentino, la quale ha la sua attività sia nell’ambito urbano sia extraurbano.
Il conto economico di Trentino Trasporti Esercizio ha un valore della produzione pari a 93,7 milioni di Euro.
Questo dato è sostanzialmente il fatturato totale dell’azienda di trasporto, che si compone di:

77,3 milioni di €: contributi da enti pubblici (Contributi in Conto Economico);
1,3 milioni di €: ricavi vari non meglio specificati;
15,1 milioni di €: ricavi delle vendite e prestazioni.
Andando più nel profondo quest’ultima voce si compone di:
2,6 milioni di €: servizi urbani turistici e noleggi;
12,5 milioni di €: incassi dalle linee.
Possiamo quindi dire che i biglietti contribuiscono nel sistema gestito da TTE, che comprende i trasporti urbani, extraurbani del Trentino e la ferrovia Trento-Malè, per circa il 13,3% del totale del costo di esercizio.
Un calcolo fatto, che è sicuramente per difetto, indica che i costi per la produzione, distribuzione e controllo dei biglietti possa aggirarsi intorno ai 6 milioni di €.
I ricavi dalle linee risultano quindi intorno ai 6,5 milioni di €.
Un misero 6,9% del totale del costo operativo del trasporto pubblico deriva dall’emissione dei biglietti.
Possiamo quindi affermare che il trasporto pubblico in Trentino gravi sulle tasse dei cittadini per il 93,1 %.
Tale dato non deve stupire, è circa lo stesso dato che riscontriamo in tutte le società di trasporto pubblico locale. Siamo riusciti ad effettuarlo in Trentino in quanto la società pubblico sul proprio sito i dati da cui si evincono i calcoli effettuati.
Andando a vedere il costo sociale dei soli incidenti in provincia di Trento, approssimativamente raggiungiamo la ragguardevole cifra di 150 milioni annui. Solo per gli incidenti automobilistici.
Gli studi dimostrano che una diminuzione del traffico implica una diminuzione esponenziale degli incidenti, e quindi dei costi sanitari legati.
Le città che hanno implementato il trasporto pubblico gratuito hanno ottenuto un aumento fino a 3 volte dei passeggeri trasportati con una diminuzione del 30% del traffico urbano in pochi anni di esercizio.
Città come Hasselt e comunità come Aubagne hanno cambiato la propria immagine e l’urbanistica grazie all’utilizzo di tale procedura.
Minor traffico, minore inquinamento, possibilità di trasformare le strade in giardini e piste ciclabili. Maggior sicurezza per pedoni e ciclisti, aumentata consapevolezza di un uso sociale del trasporto.
Tutto questo ha trasformato le relazioni. Ha aumentato la sicurezza sugli autobus, in quanto più affollati, e ha permesso alle città di investire maggiormente sul trasporto pubblico rispetto ad asfaltare terreni e a creare parcheggi.
L’economia delle città ne è risultata rivitalizzata, in quanto le persone acquistano più volentieri in un contesto tranquillo e senza traffico, e il valore degli immobili è cresciuto.
Certo occorre sperimentare, ma vista l’esiguità dell’investimento, occorrerebbe più coraggio nelle amministrazioni affinchè il trasporto pubblico diventi il vero asse portante di una mobilità sostenibile del territorio.
Il trasporto pubblico deve diventare il trasporto primario dei cittadini, in quanto è il vero sistema per diminuire il consumo del territorio, dei combustibili fossili ed è l’unico metodo per abbattere immediatamente l’inquinamento da traffico permettendo la libertà di movimento ai cittadini.
Se anche un’impresa automobilistica come la Ford sta guardando al mercato del trasporto pubblico come ad un settore su cui investire e in crescita vuol dire che anche per le imprese automobilistiche inizia ad essere una realtà da seguire con attenzione”.

Paolo Vergnano

il sistema scolastico cubano: ottimo

cuba school kids

Il sistema di Istruzione di Cuba è uno dei migliori al mondo.
La spesa di L’Avana nell’istruzione si aggira intorno al 23,6% del Pil contro il 3/4% dell’Italia.
Non solo, negli ultimi 35 anni il governo rivoluzionario ha investito più di ogni altro in termini di fondi, strutture, elaborazione teorica e modernizzazione di metodi e programmi.

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Quando si parla di Cuba molti radical chic arricciano quasi istintivamente il naso.
Difficile dar loro torto, del resto, in quanto Cuba, con la sua stessa esistenza, rappresenta la prova vivente che è possibile organizzare un Paese in modo socialista avendo contro un nemico formidabile come gli Stati Uniti, e quindi come l’Occidente in senso lato.
Quando si parla di Cuba molti di questi radical chic faranno immediato riferimento a e alle sue accuse al governo castrista, peccato che sia stato proprio , definendola come una donna ambiziosa che inventava letteralmente le notizie per fare audience e creare il suo personaggio.

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Nonostante gli sforzi fatti da personaggi di grande levatura come Gianni Minà, che hanno disperatamente cercato di lumeggiare la vera realtà di Cuba all’assopito e borioso pubblico occidentale, in molti pensano ancora che Cuba sia una sorta di inferno vivente.
Sarebbe forse opportuno ricordare loro che Cuba è molto ma molto differente da quanto viene raccontato da una propaganda anticastrista sempre più rozza, e soprattutto che la vita a Cuba per molti è sicuramente meglio della vita di cui potrebbero fruire in molti dei paesi del mondo cosiddetto “libero”.
In pochi sanno però che Cuba è un paese che, come pochi, ha saputo combattere una guerra senza quartiere contro l’analfabetismo e la povertà e denutrizione infantili, battaglie che ha saputo anche vincere.
Solo per fare un esempio nel 1959, quando la Rivoluzione di Fidel trionfò, a Cuba viveva qualcosa come un milione e mezzo di analfabeti e almeno mezzo milione di semi analfabeti, senza contare le centinaia di migliaia di ragazzi non scolarizzati.
Visto che all’epoca Cuba contava poco meno di sette milioni di abitanti ecco che Fidel Castro e i suoi rivoluzionari dovettero porre rimedio a una situazione drammatica.
Nel 1959 il 23,6% delle persone non sapeva leggere nè scrivere, vi erano 10’000 maestri disoccupati e le aule non erano nemmeno sufficienti a ospitare i pochi studenti presenti.
Del resto proprio Fidel Castro prese il potere annunciando che uno degli obiettivi della rivoluzione sarebbe stato quello di garantire a tutti uno dei diritti dell’essere umano: ovvero il diritto ad apprendere e sviluppare le proprie idee.
Negli ultimi 35 anni Cuba ha portato avanti questo lavoro in modo indefesso, continuando a investire nel campo dell’Istruzione sotto ogni punto di vista. E Cuba non è certo la Svizzera dal momento che ha a che fare ormai da anni con gravissimi problemi economici, ma non per questo ha mai abbassato la spesa pubblica per l’istruzione, a oggi pari al 23,6% contro il 3-4% italiano! Strano visto e considerato che per molti radical chic Cuba è invece un esempio di un turpe e illiberale regime, un regime che però considera l’insegnamento un diritto dovere di tutti i cittadini, e che offre il sistema educativo completamente gratuito e democratico a tutti i cubani.
Non solo, non esistono distinzioni di razza, sesso, credo religioso, origine e stato sociale; noi in Italia e in Europa possiamo dire lo stesso?
Comunque non è finita qui: lo Stato cubano offre anche un ampio sistema di borse di studio per tutti gli studenti e fornisce la possibilità a tutti i lavoratori di accedere a qualsiasi livello di istruzione.

Attualmente il tasso di scolarizzazione è del 100% fino agli 11 anni, e il tasso di analfabetismo è sceso all’1,9% della popolazione compresa tra 10 e 49 anni.
Il dato assoluto della popolazione analfabeta è del 3,8%, uno dei più bassi al mondo, compresa l’area G8.
Il tasso di analfabetismo funzionale degli adulti è di circa il 10% (in Italia è del 65% circa).
I laureati universitari sono uno ogni 15 abitanti, dei dati che renderebbero Cuba tra i primi anche nell’avanzatissima Europa.
Se poi pensate che sempre a Cuba si trovano 2’111 centri di educazione e 46 centri universitari distribuiti in tutto il territorio, ben si comprende che stiamo parlando forse del sistema educativo migliore al mondo se si contestualizza la situazione di Cuba.

Secondo tutte le organizzazioni internazionali inoltre il governo di Cuba in questi ultimi anni nonostante versi in difficoltà economiche oggettive non ha mai fatto mancare alla popolazione i servizi fondamentali, compresa l’istruzione.
“Le risorse assegnate dallo stato insieme agli sforzi degli operatori del settore hanno permesso di non chiudere una sola scuola, asilo o università, né di lasciare un solo maestro o insegnante senza lavoro”, come ha spiegato l’Unità.
Come vanno invece le cose negli altri paesi considerati saldi alleati di Washington? All’opposto, in quasi tutto il mondo “occidentale” si tende ormai a privatizzare tutto il privatizzabile, col risultato di espellere sempre più persone dall’Istruzione.
Ma Cuba propone un modello da studiare attentamente anche per un altro motivo: il sistema educativo cubano combina studio con lavoro, una caratteristica che rappresenta sul piano metodologico uno dei risultati più importanti della pedagogia cubana.
A ispirare questo sistema lavoro-studio fu l’insegnamento dell’eroe nazionale che aveva evidenziato la necessità di combattere il divorzio tra la teoria e la pratica, tra lo studio e il lavoro.
In pochi sanno che Cuba oggi è riuscita a tenere aperte quasi 14’000 scuole frequentate da oltre tre milioni di studenti.
Cuba secondo varie rilevazioni internazionali si trova al primo posto, con molti punti di vantaggio, nel mondo latino-americano, al punto che secondo molti sarebbe alla pari con la Finlandia.
Il corpo docenti conta qualcosa come trecentomila unità tra maestri e professori, mentre per l’insegnamento alle elementari Cuba può già contare su 18’000 maestri con istruzione universitaria.
Cosa ancora più difficile a credersi, ma vera, gli studenti cubani oltre a ricevere una istruzione di primordine completamente gratis, ottengono gratis anche il materiale scolastico e tutto quello che concerne con l’istruzione, dall’alloggio all’alimentazione passando per il vestiario e uno stipendio per le spese. Spese che non servono a coprire il servizio sanitario dal momento che tutti già ricevono un’assistenza medica gratuita e, nei limiti delle possibilità, il diritto alla ricreazione e al trasporto dai propri luoghi di residenza, talvolta anche molto lontani dalle scuole di appartenenza.


Nella scuola primaria cubana recentemente è stato raggiunto il 72% degli alunni che frequentano il sesto grado con la modalità del tempo pieno (in Sicilia abbiamo meno del 3%!!).
All’inizio della Rivoluzione a Cuba l’81% della popolazione studentesca frequentava le elementari e solo il 2% l’università, oggi si ha un 40% della popolazione alle elementari, un 47% alle medie e un 12% all’ università.

Insomma, piaccia o meno ai radical chic e ai fan della “democrazia” nostrani, Cuba è uno dei primi paesi nel mondo per quanto riguarda gli investimenti procapite nelle attività scolastiche.
Vi era poi una leggenda radicata, ovvero che i maestri cubani riceverebbero uno stipendio infame essendo così costretti a fare altri lavoretti degradanti per sopravvivere. Niente di più falso dal momento che i maestri ricevono uno stipendio tra i più alti a Cuba e soprattutto oggi L’Avana conta quasi dieci volte di più il numero di medici che aveva nel 1959.
In Italia il rapporto tra alunni e maestri è di 1 su 26, un numero dignitoso ma che impallidisce rispetto alla proporzione di Cuba di 1 su 13, ma stranamente nessuno vi parlerà di questo aspetto.
E mentre da noi in Europa si taglia il tagliabile, anche alle persone in difficoltà, a Cuba ci sono 512 scuole per l’istruzione differenziata con 63’000 iscritti per 7 specializzazioni, scuole rivolte a bambini o giovani con limitazioni fisiche e mentali, difficoltà nell’apprendimento e problemi seri come disturbi alla vista, all’udito, alla parola, ritardo mentale acuto, impedimento fisico-motorio.
A Cuba il 100% dei bambini malati è completamente scolarizzato.

Insomma leggete questi dati e riflettete, pensate davvero che viviamo in un Paese e in una società che sia in grado di dare giudizi di valore su Cuba?
E soprattutto, pensate davvero che il nostro definirci “democratici” ci metta su un gradino superiore rispetto a Cuba?
I dati lascerebbero pensare di no.

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