…oggi ho imparato una parola nuova…
…il concetto è (almeno da me) usato svariate volte al giorno tutti i giorni, ma siccome “chiamare le cose con il loro nome è l’inizio della saggezza”, pubblico con entusiasmo il significato di “Eudaimonia“:

Con il termine eudaimonia i Greci antichi intendevano una “vita realizzata”, una “vita degna di essere vissuta”, capace di essere in sintonia con le più profonde caratteristiche dell’essere umano.

La concezione eudaimonica propone di interpretare il ben essere come una particolare condizione di vita, una vita compiuta, in cui le capacità proprie di ciascuna persona possano trovare, nei diversi contesti, espressione e maturazione.

Per troppo tempo la vita lavorativa è stata tenuta separata dall’idea di “buona esistenza”. Ingabbiato nei principi dell’efficienza e del tornaconto, il lavoro ha subito un progressivo processo di impoverimento esistenziale. Con drammatiche conseguenze sulla più generale qualità del nostro vivere.

L’eudaimonia lavorativa designa l’insieme delle condizioni di lavoro atte a permettere a ciascuna persona la piena realizzazione di sè, un’adeguata qualità di esistenza, l’espressione delle sue costitutive capacità.

Eudaimonica è quell’organizzazione che crea le giuste condizioni ambientali, sociali, relazionali, culturali affinchè chi lavora sia messo in condizione di vivere una vita professionale davvero arricchente e appagante.

(da albertoperetti.it)