Alan Mathison Turing nacque a Londra il 23 giugno 1912.
È stato un matematico, logico e crittografo ed ha elaborato le teorie pionieristiche in materia di calcolo digitale.
Ha avuto una vita personale travagliata ed un ruolo decisivo nell’esito della seconda guerra mondiale.

È considerato uno dei più grandi matematici del XX secolo e uno dei padri della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale, da lui teorizzate già negli anni trenta (ben prima del primo computer).
Il lavoro di Turing è lo spartiacque tra coloro che hanno fornito la logica (Leibniz in testa) e coloro che hanno poi costruito le macchine (John Von Neumann).
A soli 24 anni scrisse uno dei trattati più brillanti e innovativi della sua epoca, influendo sugli studi di chi poi avrebbe effettivamente realizzato la “macchina universale“: secondo Turing sarebbe stato possibile realizzare una macchina che potesse essere utilizzata per qualsiasi sequenza computabile. La novità di questa teoria è che si dimostrava che una macchina poteva essere codificata come un numero e viceversa, introducendo il concetto di ciò che oggi chiameremmo software.
I computer reali però non si basano sul modello di Turing (sarebbero estremamente lenti e inefficienti) ma si basano sul modello ideato da  John Von Neumann.
Quest’ultimo tra l’altro conobbe Turing all’università di Princeton e dopo il dottorato gli propose un posto come suo assistente. Turing rifiutò l’offerta e tornò in Inghilterra, dove partecipò al programma di decrittazione dei codici con i quali i tedeschi comunicavano ai sommergibili gli obiettivi militari da colpire, il famoso sistema Enigma. John Von Neuman invece, nel 1953, realizzò con un gruppo di fisici e ingegneri il primo calcolatore programmabile.

Purtroppo la sua esistenza venne irreversibilmente sconvolta dalla ignoranza umana:
nel 1952, Turing (quarantenne) si rivolse alla polizia per denunciare un amico che aveva ospitato in casa e che l’aveva derubato. Da questa denuncia, le autorità britanniche arrivarono a concludere che Turing intrattenesse abitualmente rapporti omosessuali, lo arrestarono e lo trascinarono in tribunale. Turing non fece mistero dei propri gusti sessuali e dichiarò semplicemente che non ci trovava nulla di male ma all’epoca l’omosessualità era ancora reato in Gran Bretagna e il matematico fu costretto a scegliere tra due opzioni irricevibili: la galera o la castrazione chimica.
Per un anno intero, Turing si sottopose a iniezioni di estrogeni, vide la sua libido calare e sviluppò ginecomastia (crescita dei seni).
Nonostante l’umiliazione e la tortura di stato, continuò a lavorare ma durò poco: l’8 giugno 1954 fu ritrovato morto suicida nella sua stanza.

Su questo grande uomo e tremenda storia sta per uscire un film che promette d’essere molto ben fatto: “The Imitation Game“.
Inoltre Robert Harris è autore del romanzo di fantasia (ma non troppo) “Enigma“.
E c’è anche il fumetto “Enigma” di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni.