Se dormiamo male, il giorno siamo stanchi, irritabili, scarsamente produttivi e rischiamo di ammalarci.
La società sta perdendo il sonno. Il problema è che non siamo più capaci di dormire. Siamo “maleducati”.
Le buone abitudini si sono perdute per strada di pari passo con il cambiamento degli stili di vita, soprattutto fra i giovani.
Nel corso degli anni abbiamo perduto da 1,5 a 2 ore di sonno e questo per i giovani è un problema, a prescindere dalla facilità con cui si addormentano.
È scientificamente provato che se non hanno una buona qualità di sonno a scuola e nello studio tradiscono scarsa concentrazione e rendimento.
Ecco allora un decalogo per riposare al meglio:
I – L’attività sportiva deve anticipare di almeno 4-6 ore il momento di coricarsi
II – L’assunzione di alcolici e caffè (o tè, cioccolata, bevande con caffeina) deve anticipare di almeno 4-6 ore il momento di coricarsi
III – Bisogna mangiare se possibile più o meno alla stessa ora
IV – Evitare la sera pasti abbondanti o troppo calorici e ricchi di proteine (carne-pesce)
V – No al digiuno
VI – Per conciliare il sonno è consigliata la banana, la mela o un bicchiere di latte caldo.
VII – Evitare sonnellini durante il giorno, massimo 30-40 minuti all’inizio del pomeriggio.
VIII – Niente fumo, perché il tabacco è un eccitante.
IX – La luce eccessiva, emessa da computer, smartphone, tablet, inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che armonizza il ciclo sonno-veglia.
X – Non usare la camera da letto per usi diversi da quelli per cui esiste un determinato spazio nella casa; in camera da letto non bisogna mangiare né lavorare.
XI – La scelta del materasso deve essere accurata e così cuscino e lenzuola. Da evitare i tessuti che possono dare allergia.
XII – La temperatura giusta è di 18-20 gradi in ogni stagione.
XIII – In caso di insonnia (ne soffre il 10-15% degli italiani in forma cronica), anziché insistere, meglio alzarsi, andare in un’altra stanza e restare svegli finché gli occhi cominciano a chiudersi. Se anche dopo non va, ripetere il rito.
XIV – Le apnee notturne interessano 1 milione e 600mila persone e solo un terzo sono in cura.
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