Autore: franzmarc Pagina 1 di 2

GREEN The Film (by Patrick Rouxell)

CONSUMO CRITICO è l’unico comportamento ACCETTABILE

Green The Film, diretto dal regista del regista Patrick Rouxell, racconta attraverso i ricordi di un orango in fin di vita, l’eccezionale vitalità delle foreste pluviali dell’Indonesia, e l’avanzare della loro distruzione per fare spazio alle piantagioni di acacia e palma da olio, per la produzione di legname, carta, biodiesel, olio alimentare e cosmetico etc.

Immagini forti e poetiche di una tragedia dimenticata.
GREEN è stato giudicato il miglior lungometraggio al 7° Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità ed ha ricevuto molti altri premi.

La diversità della vita sulla terra è costituita dall’insieme degli esseri viventi che la popolano. Questa diversità prende il nome di BIODIVERSITA’.
La biodiversità indica una misura della varietà di specie animali e vegetali nella biosfera; essa è il risultato di lunghi processi evolutivi. L’evoluzione è il meccanismo che da oltre tre miliardi di anni permette alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla terra e che deve continuare a operare perché questa possa ancora ospitare forme di vita in futuro.
La biodiversità è intesa non solo come il risultato dei processi evolutivi, ma anche come il serbatoio da cui attinge l’evoluzione per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi.
La biodiversità si può considerare almeno in tre livelli diversi:
– a livello di geni in una specie (o popolazione)
– a livello di specie
– a livello di ecosistemi
La terra è popolata da numerosi esseri viventi, animali e vegetali che non conosciamo: oggi sono state classificate appena un milione di specie, mentre le stime elaborate dai biologi vanno dai 5 ai 10 milioni.
Diventa, quindi, ancor più urgente ed importante occuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di sparire per sempre a causa dell’uomo, ancora prima di essere scoperti.
E’ noto che alcuni biomi risultano più importanti rispetto ad altri in termini di ricchezza di specie: le barriere coralline, gli estuari dei fiumi e le foreste tropicali che accolgono oltre la metà degli esseri viventi, pur ricoprendo il 6% della superficie terrestre, sono i più importanti. Perché la diversità nell’ambito di una comunità biologica possa essere considerata una risorsa deve essere caratterizzata da un adeguato numero di specie, da un’alta valenza ecologica e da un legame con le condizioni ambientali. Inoltre è necessaria un’uniforme e approfondita conoscenza dei dati di base e la disponibilità di dati recenti.
La biodiversità è l’assicurazione sulla vita del nostro pianeta. Quindi la conservazione della biodiversità deve essere perseguita senza limiti poiché essa costituisce un patrimonio universale, che può offrire vantaggi immediati per l’uomo:
– mantenimento degli equilibri climatici sia a scala locale che planetaria; infatti le specie vegetali oltre ad essere l’unica fonte di ossigeno sul nostro Pianeta, hanno anche un ruolo fondamentale negli equilibri idrici e in quelli gassosi.
– fonte di materiale di studio: lo studio della Biodiversità permette di avere fondamentali conoscenze anche per comprendere meccanismi biologici analoghi nell’uomo.
– uso sostenibile della flora per fini alimentari e medicinali: per quanto riguarda l’uso della flora per l’alimentazione c’è da dire che oggi viene sfruttata solo una minima parte delle infinite possibilità alimentari fornite dalle piante. Invece utilizzando meglio tali risorse si potrebbero soddisfare i problemi di nutrizione in molte parti del mondo, senza alterare equilibri essenziali per l’ambiente.

CocoRosie “Lemonade”

Industria del Tonno: una “schifezza” da conoscere

Come al solito nell’industria alimentare, anche in quella del pesce, l’economia sembra OSCENAMENTE essere l’ UNICO parametro seguito dalle grandi aziende.
Gli interessi economici contro la tutela dell’ambiente…maliziosa assenza di controlli…etichette poco trasparenti..disinformazione mirata.
Qui di sotto un completo ed interessantissimo report sull’argomento.
Se non avete voglia/tempo di guardarveli tutti, riassumo qui le informazioni più rilevanti.

PER QUANTO RIGUARDA IL TONNO IN SCATOLA:
Innanzi tutto come al solito la cosa più importante è ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ ALL’ACQUISTO. Siamo noi acquirenti che, comprando i loro prodotti, permettiamo a questa o quell’altra azienda di fare questo o quest’altro. SIAMO NOIIIIII.
Incredibilmente in Europa non è ancora obbligatorio scrivere sulle confezioni LA PROVENIENZA e la SPECIE di tonno che si sta per comprare così, spesso, anzi, di solito, crediamo di comprare tonno “nostrano” mentre invece è tonno dell’oceano indiano.
Il business della pesca industriale al tonno, nel solo Oceano Indiano, sembra essere di circa 1,5 miliardi di euro (credo all’anno).
Quanti tonni si possono pescare prima di…finirlo?!?
Il tonno in scatola è la “conserva” più diffusa al mondo.
Pare che il 30% del “tonno giallo” provenga da navi pirata.
Pochi soldi investiti nella ricerca della “materia prima” tonno.
Dopo 30 anni di caccia industriale i dati dicono che si sta iniziando a indebolire la specie.
Le regole sono ancora molto lasche e spesso vengono pescati pesci talmente giovani che non si sono ancora riprodotti…l’ipersfruttamento…un grave rischio per la specie.
E’ inoltre consistente il fattore “cattura accidentale”…cioè…nelle reti, assieme al tonno da inscatolare, finiscono centinaia di altre SPECIE…alcune protette…altre a rischio estinzione. Ricordate lo scandalo dei sette milioni di delfini pescati accidentalemente assieme ai tonni fino agli anni ’90?!? Le tecniche di pesca sono cambiate e i delfini sono “salvi” ma nelle reti finisce ancora tantissimo pesce che poi, “inutile”, viene rigettato in mare, morto.
I lavoratori dell’industria visitata nel documentario (Indian Tuna Factory) guadagnano meno di 20$ al giorno e lavorano dalle 8 alle 9,5 ore al giorno, sette giorni la settimana per due anni di seguito, dormendo in 5 in stanze di 30 metri quadri. Siamo nelle Seychelles (a nord del Madagascar).
Nota Bene: la Bolton (proprietaria, tra gli altri, del marchio Rio Mare) invece non ha lasciato dichiarazioni e ha impedito ai giornalisti di visitare gli stabilimenti etc.

PER QUANTO RIGUARDA IL TONNO CRUDO:
Quello che si mangia crudo è (o meglio “dovrebbe essere”) della specie Tonno Rosso (BlueFin).
E’ una moda alimentare (from Japan) recentissima in Italia. Se ne consuma in quantità consistente solo dal 2000/2005.
A Roma per esempio ci sono 120 risporanti “Giapponesi” che servono sushi e sashimi compreso il “Tonno Rosso”. Di questi pare che solo 2 siano gestiti veramente da giapponesi. Gli altri, ovviamente, tutti cinesi “ridipinti” 🙂 …mitici i cinesi…la pizza…il sushi…a quando i gelati e gli hamburger?!?
Il Tonno Rosso è in via d’estinzione! …e non è COLPA solo DEI GIAPPONESI…ora che lo sai, se ne mangi la responsabilità di questa estinzione sarà ANCHE TUA.
Questo pesce arriva a costare 500€/kg (il prezzo varia a seconda della quantità di grasso presente nel singolo pesce) e i giapponesi ne mangiano 400’000 tonnellate all’anno.
Nei decenni passati la pesca intensiva e incontrollata di questo magnifico animale ha spopolato gli oceani di tutto il mondo e dagli anni ’80 si pesca anche, e sempre di più, quello del piccolo Mar Mediterraneo. Continuando così, presto, scomparirà del tutto.
Nel solo Mediterraneo e nel solo 2004, il WWF ha “scoperto” che le quote legali sono state sforate di ben 700 tonnellate. Nel 2007 addirittura si pesca tanto Tonno Rosso “legale” (30’000 tonnellate) quanto Tonno Rosso “illegale” (30’000 tonnellate). Chi paga?!? I tonni!!! Che si estinguono. E chi sono i “mandanti di questo disastro? Noi che lo mangiamo!
Il 18 marzo 2010, 170 paesi si sono incontrati in un consiglio CITES per decidere se proibire completamente e definitivamente il Tonno Rosso dai mercati (come è stato fatto con gli elefanti per le zanne…salvandoli dall’estinzione). La maggioranza vota contro la proibizione del commercio. I giapponesi esultano e i Tonni Rossi forse si estingueranno.
Il pesce crudo può portare con se alcuni problemi sanitari. Come ad esempio l’Anisakis (link1, link2), una larva che si può trovare nei pesci crudi e che se ingerita può causare problemi di salute fino alla perforazione di stomaco e intestino. Larva che viene uccisa tenendo il pesce a -20°C per 24h. Questa procedura in Italia è OBBLIGATORIA per i ristoranti dove si serve pesce crudo. Si spera lo facciano tutti.
Inoltre il tonno deve rimanere sempre sotto i 2°C per contenere la crescita dei valori di Istamina (link1, link2, link3), una sostanza chimica che, se presente in quantità alta, può portare allo svenimento. Se il tonno “pizzica” significa che c’è troppa istamina. L’istamina è termostabile quindi ce n’è anche nel tonno cotto e in quello in scatola.
La “mattanza” tradizionale/storica italiana è estinta. Non si fa più da qualche anno.
Il business del Tonno Rosso è in mano a sole 5 multinazionali che facendo cartello ne determinano il prezzo. La Mitsubishi controlla il 40% del mercato globale di questa “preziosa merce”.
…in realtà però, il Tonno, è un “semplice” animale…cercate di non dimenticarlo!

Nestlé implacabile…GreenPeace rilancia l’allarme

deforestazioni by Nestlé

deforestazioni by Nestlé

La gigantesca Nestlé (la più grande azienda alimentare del mondo) continua ad ignorare ogni invito a “darsi una regolata”.
L’aggressiva politica commerciale aziendale, da 50 anni, non si ferma davanti a niente.
Unico intento il fatturato: nel 2008 circa 75 miliardi di Euro.
280 mila persone accettano di lavorare per questa azienda senza scrupoli.
GreenPeace lancia ancora una volta un appello ai consumatori…SIETE RESPONSABILI ! …SIATELO !

industria alimentare: video inguardabili

L’inferno esiste, ma non è sotto ai piedi. E’ sulla Terra: gli animali sono dannati che soffrono in eterno, e noi siamo i demoni.
Ecco le sofferenze che ogni anno infliggiamo a 48 miliardi di animali.

La maggioranza delle industrie alimentari tengono conto solo del profitto economico. Gli animali vengono allevati in condizioni pazzesche e trasformati in cibo nel modo più economicamente efficiente possibile.

Non servono commenti…i video si commentano da soli.
Siate consumatori consapevoli e responsabili.

Cristina Donà “Settembre”

…il senso di “settembre” mi colpisce nell’attenzione alle cose circostanti, non più proiettate dal proprio pensiero, ma reali.

Tiziano Terzani sul vegetarianesimo

Consiglio la visione di questa intervista a Tiziano Terzani sul vegetarianesimo:

Tiziano Terzani e il concetto del male

Alda Merini

Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009) è stata una poetessa e scrittrice italiana.
Nata in una famiglia di condizioni modeste, minore di tre fratelli, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nella sua poesia.
Alda Merini frequenta da ragazza le scuole professionali e cerca, senza riuscirci per non aver superato la prova di italiano, di essere ammessa al Liceo Manzoni.
Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato.
Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico.
Nel 1947, Merini incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro.
Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo.
Nel 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso, come scrive Maria Corti “il suo capolavoro”: “La Terra Santa” con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.
Ma le pene della scrittrice non sono finite. Nel 1981 muore il marito e la scrittrice, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario cerca inutilmente di far ascoltare la sua voce.

Tra il 1953 e il 2009 pubblicha più di 100 opere.

Il 18 marzo 2002 è stata insignita del Sigillo longobardo, onorificenza assegnata ogni anno dal Consiglio regionale della Lombardia nell’ambito della tradizionale “Festa dello Statuto”.
Il 16 ottobre del 2007 le viene concessa dalla Facoltà di Scienze della Formazione di Messina, la laurea magistrale honoris causa, in “Teorie della comunicazione e dei linguaggi”.
In più occasioni è stata avanzata la sua candidatura al premio Nobel per la Letteratura.

Pubblico qui una sua breve poesia:
Sono
molto
irrequieta
quando
mi legano
allo spazio.

Pink Floyd “Eclipse”

Una delle mie canzoni preferite:

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