Tag: disegno

Disegnare un albero

Bruno Munari, Disegnare un albero, ed. Corraini, Mantova, 1978.

Sarà un libro difficile da “scovare”, provate nelle librerie per ragazzi. Ma quando lo avrete davanti, copertina bianca col sintetico disegno di un albero scomposto nelle sue varie parti, capirete che si tratta di un piccolo tesoro! Sfogliatelo lentamente e scoprirete, guidati dal suo autore, che la realtà è fatta di cose semplici, gioiose e belle. Basta solo saper guardare e copiare…

ISTRUTTIVO!

Keith Haring

“Un vero artista è soltanto un veicolo per tutto ciò che passa attraverso di lui.
L’artista contemporaneo è responsabile verso l’umanità,
deve costantemente celebrare l’umanità e opporsi alla disumanizzazione della nostra cultura”

 

Keith Haring (scheda wiki) nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown in Pennsylvania.
Impara a disegnare da suo padre, e si appassiona ai fumetti e ai cartoni animati.
A 18 anni, dopo il liceo, va a New York e si iscrive alla School of Visual Art dove lavora sia al disegno sia alla performance e al video. Qui conosce artisti come Simone Forti, Keith Sonnier e Joseph Kosuth.
A cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta a New York si sviluppano due tendenze, quella del Neo-espressionismo e quella del movimento creativo dei “Graffitisti” (che disegnano e scrivono con vernice spray sui muri degli edifici o sui treni della metropolitana).
Haring nutre immediatamente un deciso interesse per quest’ultima corrente artistica e incomincia a disegnare a carboncino bianco sulla carta nera applicata dalla censura commerciale sulla pubblicità abusiva.
Nascono così le sue figure sinteticamente tratteggiate da cui traspare uno spirito dissacrante e ironico.
I suoi lavori, a metà fra graffito primordiale e fumetto, lo accomunano al lavoro di Andy Warhol per l’immediatezza espressiva e per il riferimento a temi conosciuti dal grande pubblico.
Divenuto un protagonista dell’arte newyorkese e internazionale si impegna alla sensibilizzazione sull’Aids, malattia che egli stesso contrae e di cui muore a soli 32 anni (febbraio 1990).

  

In maniera semplice e lineare gli uomini stilizzati di Keith Haring diventano il simbolo di una condizione esistenziale universale. Inizialmente affronta diversi temi per poi lasciarsi affascinare dagli eventi quotidiani e di attualità come le guerre, lo sfruttamento del terzo mondo, l’intolleranza, la lotta alla droga.
Keith sente l’importanza di comunicare concetti, idee, immagini che appartengono all’esperienza comune, alla conoscenza di tutti.
I suoi disegni decorano la città, rendendo uniche , singolari e cariche di energia le superfici metropolitane spesso squallide e insignificanti.

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