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Acqua in plastica

Acqua in bottiglia.
Siamo un paese pieno di acqua potabile, la sprechiamo con le fontanelle a getto continuo, scarichiamo il wc con acqua potabile, eppure beviamo acqua in bottiglia. Bottiglie di plastica. Ma quante? Quanta plastica consumiamo in Italia per bere acqua potabile quanto quella del rubinetto?

La piemontese “Fonti di Vinadio Spa” con il marchio Sant’Anna è il primo brand sul mercato italiano ed ha una quota (del settore delle acque minerali) superiore al 14% ed un fatturato di oltre 230 milioni di euro nel 2013 (triplicato rispetto a dieci anni prima) ed è passato da 60 milioni all’anno di bottiglie vendute del 2000 ai circa 750 milioni.

Fonte: pagina linkedin della Sant’Anna quindi ritengo affidabili questi dati.
Li ho interpolati e questi sono i risultati:

750’000’000/0.14 = 5’357’142’857 bottiglie di acqua consumate in Italia in 1 anno
Cioè circa 2 bottiglie a settimana a testa (che, contando la ristorazione etc mi sembra effettivamente ragionevole)
Una bottiglia di plastica da 1.5 litri pesa circa 35 grammi. In totale quindi consumiamo circa 175k tonnellate di plastica all’anno.

L’italia butta nell’immondizia ogni anna 5 miliardi di bottiglie di plastica solo ed esclusivamente per l’acqua.

Voglio smettere

critica razionale al significato della vita moderna

In questo momento si potrebbe essere ovunque, fare qualsiasi cosa. Invece ci si siede da solo prima di una schermata. Allora, cosa ci impedisce di fare quello che vogliamo? Essere dove vogliamo essere?

Ogni giorno ci svegliamo nella stessa stanza e seguire lo stesso percorso, a vivere lo stesso giorno di ieri. Eppure un tempo ogni giorno era una nuova avventura. Lungo il percorso è cambiato qualcosa. Davanti ai nostri giorni sono stati senza tempo, ora i nostri giorni sono in programma.
E ‘questo ciò che significa essere cresciuti? Essere libero? Ma siamo davvero liberi?
Cibo, acqua, terra.
Gli elementi stessi che abbiamo bisogno per sopravvivere sono di proprietà di multinazionali. Non c’è cibo per noi sugli alberi, senza acqua dolce nei corsi d’acqua, nessun terreno per costruire una casa. Se si tenta di prendere ciò che la terra offre sarai rinchiuso. Così noi obbediamo loro regole.
Scopriamo il mondo attraverso un libro di testo. Per anni ci si siede e rigurgitare ciò che ci è stato detto. Testato e classificati come soggetti in un laboratorio. Sollevato di non fare la differenza in questo mondo, ha sollevato di essere diverso. abbastanza intelligente per fare il nostro lavoro, ma non mettere in discussione perché lo facciamo. Quindi lavoriamo e il lavoro, lasciato con il tempo di vivere la vita che lavoriamo. Fino a quando un giorno in cui siamo troppo vecchi per fare il nostro lavoro. E ‘qui che sono lasciati a morire. I nostri figli prendere il nostro posto nel gioco.
Per noi, il nostro percorso è unico, ma insieme abbiamo non sono altro che di carburante. Il carburante che alimenta l’elite. L’elite che si nascondono dietro i loghi delle multinazionali. Questo è il loro mondo. E la loro risorsa più preziosa non è nel terreno. Si tratta di noi.
Costruiamo le loro città, corriamo loro macchine, noi combattiamo le loro guerre. Dopo tutto, il denaro non è ciò che li spinge. E ‘il potere. Il denaro è semplicemente lo strumento che usano per controllarci. pezzi di carta senza valore che dipendono per nutrire noi, ci muoversi, noi divertire.
Ci hanno dato i soldi e in cambio abbiamo dato loro il mondo. Dove c’erano alberi che pulivano la nostra aria ora sono fabbriche che avvelenano esso. Dove c’era acqua da bere, è rifiuti tossici che puzza. Se gli animali correvano liberi, sono allevamenti in cui sono nati e macellati senza fine, per la nostra soddisfazione. Oltre un miliardo di persone stanno morendo di fame, nonostante noi avere abbastanza cibo per tutti. Da dove viene tutto andare? Il 70% del grano si cresce è alimentato per ingrassare gli animali che si mangia per cena. Perché aiutare gli affamati? Non si può trarre profitto fuori di loro.
Siamo come una piaga spazzare la terra, lacerando l’ambiente stesso che ci permette di vivere. Noi vediamo tutto come qualcosa da vendere, come un oggetto da possedere. Ma cosa succede quando abbiamo inquinato l’ultimo fiume? Avvelenato l’ultima boccata d’aria? Non avere l’olio per i camion che ci portano il nostro cibo? Quando capiremo il denaro non può essere mangiato, che non ha alcun valore?
Non stiamo distruggendo il pianeta. Stiamo distruggendo ogni forma di vita su di esso. Ogni anno migliaia di specie si estinguono. E il tempo sta per scadere prima che siamo successivo. Se si vive in America c’è una possibilità del 41% si otterrà il cancro. La malattia di cuore uccide uno su tre americani. Prendiamo la prescrizione di farmaci per affrontare questi problemi, ma le cure mediche è la terza causa di morte dopo il cancro e malattie cardiache. Ci è stato detto tutto può essere risolto da buttare i soldi a scienziati in modo che possano scoprire una pillola per rendere i nostri problemi andare via. Ma le case farmaceutiche e le società di cancro si affidano alla nostra sofferenza per realizzare un profitto. Pensiamo che stiamo correndo per una cura, ma in realtà stiamo scappando dalla causa. Il nostro corpo è un prodotto di ciò che consumiamo e il cibo che mangiamo è progettato esclusivamente per il profitto. Riempiamo noi stessi con sostanze chimiche tossiche. I corpi di animali infestati con i farmaci e le malattie. Ma non vediamo questo. Il piccolo gruppo di società che possiedono i media non vogliono farci. che ci circonda con una fantasia che è stato detto è la realtà.
E ‘divertente pensare l’uomo, una volta pensato che la terra era al centro dell’universo. Ma poi di nuovo, ora vediamo noi stessi come il centro del pianeta. Segnaliamo per la nostra tecnologia e dire che siamo il più intelligente. Ma i computer, le automobili e le fabbriche davvero illustrano come intelligente siamo? Oppure si mostrano come siamo diventati pigri. Abbiamo messo questo “civile” maschera. Ma quando si striscia che via ciò che siamo?
In quanto tempo si dimentica solo entro ultimi cento anni abbiamo potuto permettere alle donne di votare; permettono neri di vivere come eguali. Ci comportiamo come se fossimo esseri onnisciente, ma c’è molto che non riusciamo a vedere. Camminiamo lungo la strada ignorando tutte le piccole cose. Gli occhi che guardano. Le storie hanno in comune. Vedendo tutto come sfondo a ‘me’.
Forse abbiamo paura che non siamo soli. Che siamo una parte di un quadro molto più grande. Ma non riusciamo a effettuare la connessione. Stiamo bene uccidere maiali, mucche, polli, sconosciuti da terre straniere. Ma non i nostri vicini, non i nostri cani, i nostri gatti, quelli che hanno imparato ad amare e capire. Chiamiamo le altre creature stupido ancora segnaliamo a loro per giustificare le nostre azioni. Ma lo fa uccidere solo perché siamo in grado, perché abbiamo sempre, fare bene? Oppure è mostrare quanto poco abbiamo imparato. Che continuiamo ad agire fuori originale aggressività piuttosto che il pensiero e la compassione.
Un giorno, questa sensazione che chiamiamo vita ci lascerà. I nostri corpi marciranno, i nostri oggetti di valore raccoglimento. le azioni di ieri tutti che rimangono. La morte ci circonda costantemente, ancora sembra così lontana dalla nostra realtà di tutti i giorni. Viviamo in un mondo sull’orlo del collasso. Le guerre di domani non avranno vincitori. Per la violenza non sarà mai la risposta; distruggerà ogni possibile soluzione.
Se tutti noi guardiamo al nostro desiderio più profondo, vedremo i nostri sogni non sono così diversi. Condividiamo un obiettivo comune. Felicità. Abbiamo strappare il mondo a parte in cerca di gioia, senza mai guardare in noi stessi. Molte delle persone più felici sono quelli che possiedono il minimo. Ma siamo davvero molto soddisfatti del nostro iPhone, i nostri grandi case, le nostre auto di fantasia?
Siamo diventati scollegato. Idolatrare le persone che non abbiamo mai incontrato. Assistiamo la straordinaria sugli schermi, ma ordinario ovunque. Vi aspettiamo per qualcuno di portare il cambiamento senza mai pensare di cambiare noi stessi.
Le elezioni presidenziali potrebbe anche essere un lancio della moneta. Si tratta di due facce della stessa medaglia. Abbiamo scelto quale faccia vogliamo e l’illusione della scelta, del cambiamento è stato creato. Ma il mondo rimane lo stesso. Non riusciamo a capire i politici non ci servono; servono coloro che li finanziano al potere.
Abbiamo bisogno di leader, non politici. Ma in questo mondo di seguaci, ci siamo dimenticati di portare noi stessi. Smettere di aspettare per il cambiamento e di essere il cambiamento che vuoi vedere. Non siamo riusciti a questo punto da seduto su nostri asini. La razza umana non è sopravvissuto perché siamo più veloci o più forti, ma perché abbiamo lavorato insieme.
Abbiamo imparato l’atto di uccidere. Ora del Maestro la gioia di vivere.
Non si tratta di salvare il pianeta. Il pianeta sarà qui se siamo o no. Terra è stata in giro per miliardi di anni, ognuno di noi sarà la fortuna di durare ottanta. Siamo un lampo nel tempo, ma il nostro impatto è per sempre.
Spesso voluto ho vissuto in un’epoca prima che i computer, quando non avevamo schermi per distrarci.
Ma mi rendo conto non c’è una ragione per cui questa è l’unica volta che voglio essere vivo. Perché qui oggi, abbiamo l’opportunità non abbiamo mai avuto prima. Il Internet ci dà il potere di condividere un messaggio e unire milioni in tutto il mondo. Mentre siamo ancora in grado dobbiamo usare i nostri schermi per portarci insieme, piuttosto che più lontani.
Nel bene e nel male, la nostra generazione determinerà il futuro della vita su questo pianeta. Siamo in grado di scegliere se continuare a servire questo sistema di distruzione fino a quando non la memoria della nostra esistenza resta o possiamo svegliare. Rendiamo conto che non stiamo evolvendo verso l’alto, ma piuttosto cadere … non ci resta che schermi in faccia in modo da non vedere dove stiamo andando.
Questo momento presente è ciò che ogni passo, ogni respiro e ogni morte ha portato a. Noi siamo i volti di tutti coloro che sono venuti prima di noi. E ora è il nostro turno. Si può scegliere di ritagliarsi il proprio percorso o seguire la strada innumerevoli altri hanno già preso.
La vita non è un film. Lo script non è già scritto. Noi siamo gli scrittori.
Questa è la tua storia, la loro storia, la nostra storia.

In questo momento potresti essere ovunque, fare qualsiasi cosa. Invece sei seduto davanti ad uno schermo.

Cosa ci impedisce di fare quello che vogliamo? Essere dove vogliamo essere?
Ogni giorno ci svegliamo nella stessa stanza e seguiamo lo stesso percorso, a rivivere lo stesso giorno di ieri.
Eppure un tempo ogni giorno era una nuova avventura. Lungo il percorso è cambiato qualcosa.
Prima i nostri giorni erano senza tempo, ora i nostri giorni sono iper-programmati.
E ‘questo ciò che significa essere cresciuti? Essere liberi?

Ma siamo davvero liberi?
Cibo, acqua, terra, gli elementi stessi di cui abbiamo bisogno per sopravvivere, sono di proprietà di multinazionali.
Non c’è cibo per noi sugli alberi, non è potabile l’acqua dei corsi d’acqua, sul terreno non possiamo costruire liberamente una casa.
Se si tenta di prendere ciò che la terra offre, si viene rinchiusi. Così obbediamo alle loro regole.

Scopriamo il mondo attraverso un libro di testo.
Per anni stiamo immobili e seduti a ingurgitare tutto ciò che ci viene detto.
Testati e classificati come oggetti in un laboratorio. Cresciuti per non fare la differenza in questo mondo, cresciuti per essere tutti uguali.
Abbastanza intelligenti per fare il nostro lavoro, ma non per mettere in discussione perché lo facciamo.
Quindi lavoriamo e lavoriamo, e rimaniamo senza il tempo di vivere la vita per cui lavoriamo.
Fino a quando arriva il giorno in cui siamo troppo vecchi per fare il nostro lavoro.
Ed allora veniamo lasciati a morire e i nostri figli prendono il nostro posto nella giostra.
Ad ognuno di noi la propria storia sembra unica, ma insieme non siamo altro che carburante.
Il carburante che alimenta l’elite.

L’elite che si nascondono dietro i loghi delle multinazionali.
Questo è il loro mondo.
E la loro risorsa più preziosa non è nel terreno. Siamo noi.
Costruiamo le loro città, facciamo funzionare i loro macchinari, combattiamo le loro guerre.
Dopo tutto, il denaro non è ciò che li spinge; è il potere.
Il denaro è semplicemente lo strumento che usano per controllarci: pezzi di carta senza valore da cui dipendiamo per nutrirci, per muoverci, per divertirci.
Ci hanno dato i soldi e in cambio abbiamo dato loro il mondo.
Dove c’erano alberi che pulivano la nostra aria ora sono fabbriche che avvelenano.
Dove c’era acqua da bere, ora ci sono rifiuti tossici che puzzano.
Gli animali correvano liberi, ora nascono e vengono macellati imprigionati in allevamenti dai quali non usciranno mai, per la nostra soddisfazione.

Oltre un miliardo di persone sta morendo di fame, nonostante ci sia cibo in abbondanza per tutti.
Dove finisce tutto questo cibo? Il 70% del grano raccolto serve per ingrassare gli animali che mangiamo a cena.
Perché aiutare gli affamati? Non si può trarre profitto da loro.
Siamo come una piaga che spazza la Terra, che sta distruggendo l’ambiente che ci permette di vivere.
Vediamo tutto come qualcosa da vendere, come un oggetto da possedere.
Ma cosa succederà quando avremo inquinato l’ultimo fiume? Avvelenato l’ultima boccata d’aria?
Quando non avremo la benzina per i camion che trasportano il nostro cibo?
Quando capiremo che il denaro non può essere mangiato, che non ha alcun valore? Non stiamo distruggendo il pianeta.
Stiamo distruggendo ogni forma di vita su di esso.
Ogni anno migliaia di specie si estinguono. E presto sarà l’ora della nostra specie.

Chi vive in USA ha il 41% di probabilità di sviluppare un cancro.
Le malattie cardiovascolari uccidono un americano su tre.
Prendiamo i farmaci prescritti per affrontare questi problemi, ma le cure mediche sono la terza causa di morte dopo il cancro e malattie cardiovascolari.
Ci è stato detto che qualsiasi problema può essere risolto dando più soldi agli scienziati in modo che possano scoprire una pillola per mandare via i nostri problemi.
Ma le case farmaceutiche e le società di ricerca sul cancro fanno profitto sulla nostra sofferenza.
Pensiamo che stiamo correndo verso una cura, ma in realtà stiamo scappando dalla causa.
Il nostro corpo è un fatto di ciò che consumiamo e il cibo che mangiamo è progettato esclusivamente per il profitto.
Ci rimpinziamo di sostanze chimiche tossiche, di corpi di animali infestati con farmaci e malattie.
Ma non ce ne accorgiamo: il piccolo gruppo di società che possiedono i media non vogliono e ci circondano con una fantasia spacciata per realtà.

Fa sorridere pensare che l’uomo una volta credeva che la terra fosse al centro dell’universo.
E poi, di nuovo, ora vediamo noi stessi come il centro del pianeta.
Pensiamo alla nostra tecnologia per dire che siamo i più intelligenti.
Ma i computer, le automobili, le fabbriche…davvero mostrano come siamo intelligenti? Oppure mostrano come siamo diventati pigri?
Indossiamo queste maschere di “civiltà”. Ma se le togliessimo cosa saremmo?
Ci siamo già dimenticati che solo negli ultimi cento anni abbiamo permesso alle donne di votare e ai neri di vivere come eguali?!
Ci comportiamo come se fossimo esseri onnisciente, ma c’è molto che non riusciamo a vedere.
Camminiamo lungo la strada ignorando tutte le piccole cose. Gli occhi che guardano. Le vite condivise.
Vediamo tutto come sfondo a noi stessi.
Forse abbiamo paura di non essere soli, d’essere solo una piccola parte di un quadro molto più grande.

Ma non riusciamo a effettuare la connessione.
Stiamo bene uccidendo maiali, mucche, polli e sconosciuti di terre lontane.
Basta che non siano i nostri vicini, i nostri cani, i nostri gatti, quelli che abbiamo imparato ad amare e capire.
Chiamiamo le altre creature stupide e poi le indichiamo per giustificare le nostre azioni.
Ma uccidere perché ne siamo capaci, perché l’abbiamo sempre fatto, lo fa diventare giusto?
Oppure è mostra di quanto poco abbiamo imparato? Che continuiamo ad agire secondo “l’attacco è la miglior difesa” piuttosto che con compassione ed intelligenza.

Un giorno, questa sensazione che chiamiamo vita ci lascerà.
I nostri corpi marciranno ed i nostri oggetti di valore verranno raccolti da altri. Invece le nostre azioni passate rimarranno tutte.
La morte ci circonda costantemente, eppure ci sembra così lontana dalla nostra realtà quotidiana.
Viviamo in un mondo sull’orlo del collasso.
Le guerre di domani non avranno vincitori. La violenza non sarà mai la risposta; distruggerà ogni possibile soluzione.
Se tutti noi guardiamo al nostro desiderio più profondo, vedremo che i nostri sogni non sono così diversi. Condividiamo un obiettivo comune: la felicità.
Facciamo il mondo a pezzi in cerca della gioia senza però mai guardare in noi stessi.
Molte delle persone più felici sono tra quelle che possiedono di meno.
Ma siamo davvero molto soddisfatti dei nostri cellulari, le nostre grandi case, le nostre luccicanti automobili?

Siamo diventati scollegati.
Idolatriamo persone che non abbiamo mai incontrato.
Osserviamo lo straordinario sugli schermi, ma l’ordinario è ovunque.
Aspettiamo che qualcuno porti il cambiamento senza mai pensare di cambiare noi stessi.
Le elezioni presidenziali potrebbe anche essere un lancio della moneta.
Si tratta di due facce della stessa medaglia. Abbiamo scelto quale faccia vogliamo e l’illusione della scelta, del cambiamento, è stata creata. Ma il mondo rimane lo stesso.
Non riusciamo a capire che i politici non sono al servizio degli elettori ma servono coloro che li finanziano al potere.

Abbiamo bisogno di leader, non di politici.
Ma in questo mondo di “followers”, ci siamo dimenticati di osservare noi stessi.
Bisogna smettere di aspettare il cambiamento ed essere il cambiamento che vogliamo vedere.
Non siamo arrivati fin qui stando seduti ad aspettare.
La razza umana non è sopravvissuta perché più veloce o più forte, ma perché abbiamo lavorato insieme.
Siamo diventati esperti ad uccidere. E’ ora di diventare bravi nella gioia di vivere.

Non si tratta di salvare il pianeta. Il pianeta sarà qui con o senza di noi.
La Terra c’è da miliardi di anni mentre ognuno di noi sarà fortunato se arriverà ad ottanta.
Siamo un lampo nel tempo, ma il nostro impatto è per sempre.
Spesso ho desiderato vivere in un’epoca prima dei computer, quando non avevamo schermi a distrarci.
Ma poi mi rendo conto che c’è una ragione per cui questa è l’unica vita che voglio vivere: perché oggi abbiamo un’opportunità che non abbiamo mai avuto prima…internet.
Internet ci ha dato il potere di condividere un messaggio e unire milioni di persone in tutto il mondo.
Finché siamo ancora in grado dobbiamo usare i nostri schermi per unirci, non per allontanarci.

Nel bene e nel male, la nostra generazione determinerà il futuro della vita su questo pianeta.
Possiamo scegliere se continuare a servire questo sistema di distruzione fino a dimenticarci chi siamo, oppure svegliarci.
Rendiamoci conto che non stiamo evolvendo verso l’alto ma verso il basso.
Abbiamo gli schermi davanti agli occhi e non vediamo dove stiamo andando.
Questo preciso istante presente è frutto di ogni passo, ogni respiro ed ogni morte passata.
Noi siamo i volti di tutti coloro che sono venuti prima di noi.
Ed ora è il nostro turno.
Possiamo scegliere di ritagliarci il nostro percorso o seguire la strada che innumerevoli altri hanno già preso.

La vita non è un film.
La sceneggiatura non è già scritta. Noi siamo gli autori.
Questa è la tua storia, la loro storia, la nostra storia.

trasporto pubblico gratuito…si può fare

free transport

TRASPORTO PUBBLICO GRATUITO? SI PUÒ FARE! VE LO DIMOSTRIAMO SCIENTIFICAMENTE

“Ormai da due anni in Italia sta nascendo un movimento di opinione che ha come obiettivo la realizzazione del trasporto pubblico gratuito.
Detta così sembra un’assurdità.
La prima obiezione che viene da fare è: chi paga? Perchè io, che non prendo mai il mezzo pubblico, debbo pagare per una persona che lo prende?
Domande giuste, obiezioni corrette.
Analizziamo scientificamente il problema.

Da un punto di vista finanziario abbiamo studiato alcuni conti economici di società che si occupano di trasporto pubblico.
Nello specifico abbiamo studiato la società che si occupa del trasporto pubblico in Trentino, la quale ha la sua attività sia nell’ambito urbano sia extraurbano.
Il conto economico di Trentino Trasporti Esercizio ha un valore della produzione pari a 93,7 milioni di Euro.
Questo dato è sostanzialmente il fatturato totale dell’azienda di trasporto, che si compone di:

77,3 milioni di €: contributi da enti pubblici (Contributi in Conto Economico);
1,3 milioni di €: ricavi vari non meglio specificati;
15,1 milioni di €: ricavi delle vendite e prestazioni.
Andando più nel profondo quest’ultima voce si compone di:
2,6 milioni di €: servizi urbani turistici e noleggi;
12,5 milioni di €: incassi dalle linee.
Possiamo quindi dire che i biglietti contribuiscono nel sistema gestito da TTE, che comprende i trasporti urbani, extraurbani del Trentino e la ferrovia Trento-Malè, per circa il 13,3% del totale del costo di esercizio.
Un calcolo fatto, che è sicuramente per difetto, indica che i costi per la produzione, distribuzione e controllo dei biglietti possa aggirarsi intorno ai 6 milioni di €.
I ricavi dalle linee risultano quindi intorno ai 6,5 milioni di €.
Un misero 6,9% del totale del costo operativo del trasporto pubblico deriva dall’emissione dei biglietti.
Possiamo quindi affermare che il trasporto pubblico in Trentino gravi sulle tasse dei cittadini per il 93,1 %.
Tale dato non deve stupire, è circa lo stesso dato che riscontriamo in tutte le società di trasporto pubblico locale. Siamo riusciti ad effettuarlo in Trentino in quanto la società pubblico sul proprio sito i dati da cui si evincono i calcoli effettuati.
Andando a vedere il costo sociale dei soli incidenti in provincia di Trento, approssimativamente raggiungiamo la ragguardevole cifra di 150 milioni annui. Solo per gli incidenti automobilistici.
Gli studi dimostrano che una diminuzione del traffico implica una diminuzione esponenziale degli incidenti, e quindi dei costi sanitari legati.
Le città che hanno implementato il trasporto pubblico gratuito hanno ottenuto un aumento fino a 3 volte dei passeggeri trasportati con una diminuzione del 30% del traffico urbano in pochi anni di esercizio.
Città come Hasselt e comunità come Aubagne hanno cambiato la propria immagine e l’urbanistica grazie all’utilizzo di tale procedura.
Minor traffico, minore inquinamento, possibilità di trasformare le strade in giardini e piste ciclabili. Maggior sicurezza per pedoni e ciclisti, aumentata consapevolezza di un uso sociale del trasporto.
Tutto questo ha trasformato le relazioni. Ha aumentato la sicurezza sugli autobus, in quanto più affollati, e ha permesso alle città di investire maggiormente sul trasporto pubblico rispetto ad asfaltare terreni e a creare parcheggi.
L’economia delle città ne è risultata rivitalizzata, in quanto le persone acquistano più volentieri in un contesto tranquillo e senza traffico, e il valore degli immobili è cresciuto.
Certo occorre sperimentare, ma vista l’esiguità dell’investimento, occorrerebbe più coraggio nelle amministrazioni affinchè il trasporto pubblico diventi il vero asse portante di una mobilità sostenibile del territorio.
Il trasporto pubblico deve diventare il trasporto primario dei cittadini, in quanto è il vero sistema per diminuire il consumo del territorio, dei combustibili fossili ed è l’unico metodo per abbattere immediatamente l’inquinamento da traffico permettendo la libertà di movimento ai cittadini.
Se anche un’impresa automobilistica come la Ford sta guardando al mercato del trasporto pubblico come ad un settore su cui investire e in crescita vuol dire che anche per le imprese automobilistiche inizia ad essere una realtà da seguire con attenzione”.

Paolo Vergnano

Mobilità sostenibile: Torino vince il bando europeo per il progetto Opticities

Con questa iniezione di liquidità, speriamo venga qualche buona idea e vantaggi per tutti i cittadini.

L’obiettivo è mettere a punto un navigatore multimodale che integri i dati sulla viabilità con quelli sul trasporto pubblico, carpooling e mobilità ciclistica.

Torino vince ancora: dopo i recenti premi per la sostenibilità del suo aeroporto o per le iniziative di mobilità sostenibile, il capoluogo piemontese questa volta ha superato le selezioni per far parte nel progetto europeo Opticities.

Opticities è un progetto che supporta le città europee nell’affrontare il percorso verso la mobilità sostenibile, sia per le persone che per le merci. Nasce dall’accordo fra 23 partner provenienti da otto paesi dell’Unione Europea e sviluppa forme di partenariato tra pubblico e privato per la sperimentazione di sistemi intelligenti di trasporto (ITS), per la mobilità alternativa e “intermodale”.

Il progetto di Torino avrà un budget di 1 milione e 147 euro, 835 mila circa dei quali finanziati dall’Ue. L’obiettivo è creare un sistema che integri i dati della viabilità come quelli sul traffico, sulle limitazioni alla circolazione, sugli accessi delle auto, con quelli del trasporto pubblico, dei servizi per la mobilità ciclistica e del carpooling. Il sistema sarà sperimentato grazie a 150 volontari che useranno il navigatore multimodale messo a punto. Gli utenti, grazie ad uno smartphone registreranno i dati sul buon funzionamento del navigatore e del sistema informativo generale.

Articolo copiaincollato da GreenEnergyJournal.it

grazie a GreenPeace proteggere il mare dall’uomo diventa legge

GreenPeace vs Rotte a Rischio

GreenPeace ha vinto ancora una volta! Grazie a 34’571 mail di sostegno, il decreto sulle rotte a rischio è stato emanato dal ministro dei Trasporti, Passera, in collaborazione con il ministro dell’Ambiente, Clini.
Il decreto garantirà che disastri come quello della Costa Concordia non minaccino più aree protette.
Dal 1 marzo 2012 navigazione, ancoraggio e sosta per tutte le navi merci e passeggeri di stazza superiore alle 500 mila tonnellate saranno vietati in una fascia di mare che si estende per due miglia marine dai limiti esterni di parchi e aree protette a livello nazionale, sia marine che costiere.
Non è tutto.
Tra le norme ce n’è anche una che riguarda il Santuario dei Cetacei, dove il triste naufragio della Concordia è accaduto: l’obbligo di specifici sistemi di ritenuta di carichi pericolosi per tutte le navi in transito nell’area, ricca di balene e delfini.
È in assoluto la prima importante misura di tutela per un Santuario che da anni chiediamo venga seriamente protetto.

Il decreto garantirà che disastri come quello della Costa Concordia non minaccino più aree protette.
Dal 1 marzo 2012 navigazione, ancoraggio e sosta per tutte le navi merci e passeggeri di stazza superiore alle 500 mila tonnellate saranno vietati in una fascia di mare che si estende per due miglia marine dai limiti esterni di parchi e aree protette a livello nazionale, sia marine che costiere.
Non è tutto.
Tra le norme ce n’è anche una che riguarda il Santuario dei Cetacei, dove il triste naufragio della Concordia è accaduto: l’obbligo di specifici sistemi di ritenuta di carichi pericolosi per tutte le navi in transito nell’area, ricca di balene e delfini.
È in assoluto la prima importante misura di tutela per un Santuario che da anni chiediamo venga seriamente protetto.
Il decreto garantirà che disastri come quello della Costa Concordia non minaccino più aree protette. Dal 1 marzo 2012 navigazione, ancoraggio e sosta per tutte le navi merci e passeggeri di stazza superiore alle 500 mila tonnellate saranno vietati in una fascia di mare che si estende per due miglia marine dai limiti esterni di parchi e aree protette a livello nazionale, sia marine che costiere. Non è tutto. Tra le norme ce n’è anche una che riguarda il Santuario dei Cetacei, dove il triste naufragio della Concordia è accaduto: l’obbligo di specifici sistemi di ritenuta di carichi pericolosi per tutte le navi in transito nell’area, ricca di balene e delfini. È in assoluto la prima importante misura di tutela per un Santuario che da anni chiediamo venga seriamente protetto.
Ha vinto la difesa del Mediterraneo.
…ma ci voleva GreenPeace + il disastro del Giglio per legiferare sul traffico marittimo nei parchi naturali?!?…

INTO ETERNITY the movie (by Michael Madsen)

Ho avuto la fortuna di vedere al Festival Cinemambiente di Torino in giugno 2011 il premiatissimo documentario Into Eternity del regista danese Michael Madsen, sul gigantesco sito di stoccaggio di scorie nucleari di Onkalo, in Finlandia.
Uscito dalla proiezione ero completamente vuoto, depresso, immerso nello sconforto e nel pessimismo più totale…quindi il documentario è fatto VERAMENTE BENE.
Il messaggio che porta è semplicissimo: l’essere umano ad oggi dimostra d’essere completamente cretino e la questione dell’energia e delle centrali nucleari lo DIMOSTRA immediatamente e drammaticamente.
Un giudizio senza appello il mio: il documentario è STREPITOSO e l’uomo COMPLETAMENTE IMBECILLE.

La Finlandia ha 2 centrali nucleari che producono meno del 30% del fabbisogno energetico nazionale.
Le centrali nucleari producono energia elettrica estraendo e trasformando in un ambiente controllato (il reattore nucleare e la centrale termica), una piccola parte dell’energia prodotta da reazioni nucleari (fissione nucleare) a partire dal metallo radioattivo per eccellenza (l’uranio). Questa (qui infinitamente semplificata procedura) produce degli scarti che si chiamano scorie radioattive. Le scorie devono essere controllate e gestite con attenzione perché tanto tossiche da essere letali. Queste scorie rimarranno pericolosissime per qualsiasi organismo biologico per i prossimi 100’000 anni.
Ad oggi tutte le scorie prodotte da tutte le centrali nucleari del mondo (al 2011 sono attive nel mondo 442 centrali nucleari e (secondo il film) hanno sin ora prodotto qualcosa come 250 mila tonnellate di scorie radioattive) vengono o trattate e mantenute in costosi e pericolosi edifici (impianti di stoccaggio) con dentro persone che 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, controllano i macchinari che tengono “sotto controllo” le radiazioni o smaltite illegalmente e irresponsabilmente da criminali senza scrupoli (vedi bidoni radioattivi gettati in mare o navi intere affondate dolosamente etc).
I finlandesi hanno avuto una idea geniale: sotterriamole e abbandoniamole per i prossimi 100’000 anni!
L’umanità è vecchia di circa 50’000 anni.
Le costruzioni umane più antiche arrivate fino ad oggi (per esempio le piramidi egizie) non arrivano in nessun caso a superare i 10’000 anni.
In questo documentario straordinario il regista ci fornisce quel pò di informazioni utili ad intuire la dimensione della questione per poi proiettarci nel più buio incubo immaginabile: la stupidità umana.

A questo link trovate una recensione approfondita ed in italiano sul documentario.
Questa la scheda di IMDb del film.
Qui il link al sito ufficiale del film dove potete comprare il DVD.

mobilità urbana intelligente e moderna: il Car Sharing

carsharing

Se abiti in una “grande” città italiana
(Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Emilia, Roma, Scandicci, Sesto Fiorentino, Taranto, Torino, Venezia, Viareggio ed altre ancora…informati)
se possiedi una automobile con la quale fai meno di 10’000 km all’anno sappi che esiste un modo più economico e più intelligente e meno inquinante e stressante di muoverti in città: il CAR SHARING.

Come funziona:
L’auto in condivisione è un sistema semplice e conveniente per i tuoi spostamenti urbani.
Acquisti solo l’USO di un’auto anziché l’auto stessa: telefoni, prenoti (sceglie il tipo di vettura, l’ora, il giorno ed il parcheggio di prelievo che dev’essere lo stesso di rilascio), prendi la vettura, la utilizzi normalmente poi la restituisci e a fine mese ti arriva la fattura su carta di credito.
Con il CarSharing paghi l’auto solo quando la usi. Carburante, parcheggio, manutenzione, bolli e assicurazioni…tutto compreso.
Un’auto in car sharing sostituisce ed elimina dalla circolazione in media 10 auto private. Meno auto private in circolazione vuol dire più spazio per i cittadini, più parcheggi liberi, traffico più scorrevole e, di conseguenza, trasporto pubblico più efficiente.
Con il CarSharing PUOI: usare le corsie riservate ai servizi pubblici, circolare durante le domeniche ecologiche e le targhe alterne e nelle zone a traffico limitato!!

Ho la tessera a Torino da tre anni…mi trovo talmente bene che ho “fatto fuori” la mia macchina…spendo molto di meno, posso cambiare auto tutti i giorni (compreso i mezzi commerciali con cui ho fatto due traslochi spendendo circa 20€!! e non ho più la “preoccupazione” di parcheggio, benzina, revisione, bollo, assicurazione, ZTL, meccanico, gommista etc etc
Lo raccomando a chiunque…informatevi…

Quanto costa:
per prima cosa bisogna spendere circa 200€ per fare la tessera (dura 1 anno) poi si paga in ragione dell’utilizzo delle automobili (qui il link alla tabella delle tariffe del mio gestore). Per capirci calcolate di spendere circa 10€ per classica serata pizza-cinema con fidanzata/amici. Se vi sembra tanto provate a calcolare quanto spendete con l’auto privata ma ricordatevi di calcolare l’ammortamento dell’acquisto dell’auto + la benzina + la revisione + il parcheggio + il meccanico + il bollo + l’assicurazione etc…vi costa di più!!!

Qui il link all’associazione italiana che riunisce i vari gestori italiani: IniziativaCarSharing

ENI oscena

ENI (Ente Nazionale (Italiano) Idrocarburi) pare sia il 5° gruppo petrolifero al mondo…una delle 50 aziende più ricche del pianeta.

Sapendo quanto SCHIFO fanno queste gigamegabastardemultinazionali che per dare schifo-macchine (intendo sì le automobili ma pure lo spazzolino elettrico e i condizionatori etc) di futile e patetico lusso a noi ricchi irresponsabili lardosi schifosi vergognosi animali appartenenti alla società “civile”
e loro
merdosi calpestatori dei diritti umani
gigacriminali impuniti
RIESCONO ad avere la FACCIA DA CULO FANTASCIENTIFICA di fare spot di questo genere
VERGOGNATEVI VOI signori ENI & co
ma soprattutto
VERGOGNIAMOCI NOI che lasciamo loro “liberi” di fare robe OSCENE di questa portata

CONSUMO CRITICO
ACQUISTO CRITICO
siamo noi i RESPONSABILI di questo scempio
e ora (con internet) non esiste più l’attenuante di colpa della Ignoranza Inconsapevole
…ora i modi di sapere ci sono…e chi è ignorante VUOLE disinteressarsi…e questa è una GRAVE responsabilità!!!!…assumetevela!!!!…e VERGOGNATEVI.

Animali a rischio ESTINZIONE: ecco la Lista Rossa by IUCN

Ho finalmente scoperto chi, come e quando monitora lo stato di conservazione degli esseri viventi del nostro magnifico pianeta:
la francese IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura; in inglese International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) è l’ente che si fa carico (dal 1948) di questa grandissima responsabilità.
IUCN è considerata la massima autorità al mondo sullo stato di conservazione della natura.

La IUCN definisce annualmente la “Red List” (Lista Rossa) delle specie a rischio estinzione (complessivamente quasi 45mila!!!!).
La Lista Rossa IUCN si basa su precisi criteri di valutazione del rischio di estinzionedi migliaia di specie e sottospecie ed è considerata come il più autorevole e obiettivo sistema di classificazione delle specie a rischio di estinzione.

I dati tecnici e scientifici sono raccolti ed analizzati da una grande quantità di esperti (circa 7’500 in tutto il mondo), generalmente scienziati o esperti nei vari ambiti della zoologia, della botanica o altre discipline affini. Questi esperti, compongono la Commissione per la salvaguardia delle specie (IUCN Species Survival Commission, SSC) e sono volontari.

La Lista Rossa del 2006:
Complessivamente 40’168 specie.
Di queste 16’118 sono risultate minacciate (di esse 7’725 erano animali, 8’390 erano piante e 3 erano funghi e licheni).

La Lista Rossa del 2007:
Complessivamente 41’415 specie
Di queste 16’306 sono state valutate a rischio (188 in più rispetto all’anno precedente).

La Lista Rossa del 2008:
confermata la tendenza globale del rischio di estinzione per un mammifero su quattro (1’141 sulle 5’487 specie note), senza considerare le 836 specie di cui non si hanno dati sufficienti.

NB: infatti questi dati seppure estremamente attendibili non sono assoluti, poiché può accadere che una piccola percentuale di specie considerate estinte venga “riscoperta” come ancora in via di estinzione, o sia dichiarata come non classificabile in mancanza di dati.

Qui il link alla pagina dedicata alla “tragica” galleria fotografica 2010 del sito della Lista Rossa.

il magnifico Albatros

Gli Albatros sono uccelli marini di grandi dimensioni.
Ne esistono una ventina di specie.
L’albatro urlatore e quello reale sono gli uccelli dalla maggiore apertura alare (fino a 3,5 metri) viventi sulla terra.
Vivono principalemente negli oceani meridionali.

Personalmente li ho visti a Taiaroa (NZ) ed è stata una esperienza semplicemente magica che mi ha REALMENTE cambiato la vita.

Sono creature maestose e magnifiche…in grado di volare a pochi centimetri dalle onde oceaniche, per centinaia e centinaia di miglia…ininterrottamente .
Trovano nutrimento esclusivamente dal mare e vengono sulla terra ferma solo per nidificare.
Sono immensi ma magnificamente aggraziati, planano senza quasi mai battere le ali sfruttando al meglio i forti venti oceanici.
Sano in grado di volare centinaia di chilometri al giorno per settimane di seguito…un animale con satellitare ha percorso 6’000 km in 12 giorni.
Vivono circa 50 anni ed iniziano a riprodursi non prima dei 5/10.
Da quel momento, per il resto della vita, la coppia è fissa e monogama.
La “rottura” della coppia avviene solo se si manifesta sterilità o se uno dei due non fa ritorno all'”appuntamento uovo”.
L’albatro vive tutta la vita in mare aperto…in totale solitudine ma, regolarmente, puntualmente, la coppia si ritrova nel posto giusto e nel giorno e mese giusto sulla terra ferma per riprodursi.
A volte uno dei due è qualche giorno in ritardo allora il compagno attenderà.
Se il ritardatario non tornerà, l’altro aspetterà per settimane intere poi volerà via e tornerà l’anno successivo.
Se ancora manca il partner allora, forse, si cercherà un nuovo sposo…forse…se il cuore glielo permetterà nuovamente.
Un uovo solo è deposto dalla femmina (di solito ogni due anni) e al “piccolo” serviranno molti mesi (dai 5 ai 10 dipende dalle specie) prima di prendere il volo.
In questo lungo periodo i due genitori vanno a pesca nei “dintorni” del nido e rientrano un paio di volte al giorno per nutrirlo. Ma a volte per cercare cibo stanno via giorni…a volte gli adulti fanno 3000 km per cercare il cibo per il piccolo.
Mentre il pulcino ingrassa (fino anche a 12 kg) i genitori dimagriscono considerevolmente perchè rigurgitano parte del loro pasto per nutrire il figlio.
Nel periodo finale, quando le piume da volo iniziano a farsi vedere, i genitori tengono il figlio “a dieta” per portarlo al “peso forma” di circa 10 kg (per l’albatro reale…quello che ho avuto il privilegio di vedere in NZ).
Un giorno il figlio decollerà, senza avvertire i genitori che troverranno il nido vuoto. Non è dato sapere se in mare si reincontreranno mai…è possibile che il figlio tornerà a nidificare lì dove è nato.

Ingegneristicamente l’albatro è semplicemente straordinario…un autentico capolavoro…
Il notevolissimo allungamento alare (ala molto larga (destra – sinistra) e poco lunga (avanti – dietro)) permette una efficienza da record (perdendo quota fa tantissima strada in avanti).
L’ala infatti è così tanto portante che a volte, quando c’è tanto vento, l’unica possibilità che ha di atterrare è chiudere le ali e lasciarsi “cadere” a terra…se le ali stanno aperte è impossibile andar giù!!!
L’ala è talmente grande che si piega in tre parti…tutti gli altri uccelli in due.
L’albatro ha un sistema osseo unico nel regno animale che blocca, meccanicamente, le ali nella posizione “aperta”. Grazie a questo “trucchetto” l’albatro usa pochissimo i muscoli (ha infatti dei pettorali piccolissimi…fatte le dovute proporzioni).
L’albatro ingerisce troppo sale ma questo viene smaltito grazie ad un organo “magico” (una specie di desalinizzatore) posto alla base del cranio. Qui viene prodotto un liquido saturo di sale che viene espulso attraverso le narici. Il becco dell’albatro è solcato da due scanalature che uniscono le narici alla punta adunca.
In oceano aperto spesso sulla punta del becco si forma una “lacrima”. I marinai hanno per questo motivo creduto per secoli che questo magnifico uccello fosse triste e piangesse per il dolore di una vita passata in solitudine nell’immensità dell’oceano.

C’è un problema…un problema grave…gravissimo…mortale:
la maggioranza degli albatri sono a rischio di estinzione.
L’uomo lo sta estinguendo.
Le reti da pesca affioranti, la scarsità di pesce, la distruzione (o anche il “disturbo”) dei luoghi (una manciata in tutto il mondo) di riproduzione, l’alterazione (volontaria o involontaria, consapevole o inconsapevole) degli ecosistemi in generale, e, dagli anni ’60 sempre di pù, l’ingestione di plastica galleggiante.
Gli albatri vivono distanti migliaia di chilometri dall’uomo e nonostante ciò, pescano e mangiano etti e etti di plastica…accendini, sacchetti e tappi di coca cola galleggiano ovunque, anche nei più remoti e selvaggi oceani del sud, e vengono ingeriti dagli uccelli marini che, non potendola digerire, muoiono. Quando “fortunati” muoiono velocemente di blocco intestinale, quando sfortunati muoiono di fame, lentamente, nonostante mangino, perchè lo stomaco, pieno di plastica, non riesce a digerire tutto il pesce.

Qui trovate una carrellata di foto drammatiche.
Qui un buon sito dove potete informarvi, aiutare e anche “supportare” per cercare di salvare questo magnifico animale.

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