Domenico Di Zanobi detto Maestro della natività Johnson

Santa Maria del Soccorso di Domenico Di Zanobi
Santa Maria del Soccorso di Domenico Di Zanobi

Fortunatamente, col pretesto del lavoro, da 35 anni frequento Firenze e tutte le occasioni sono buone per rendere omaggio all’immenso patrimonio artistico della città. Anni fà visitai la Chiesa di Santo Spirito ed in così vasta e varia esposizione di opere “grandi” anche per dimensioni una catturò la mia attenzione e mi obbligò ad una lunga osservazione. Passato del tempo sento la necessità di tornare per una osservazione meno casuale della precedente. Santa Maria del Soccorso, Domenico di Zanobi XV° Sec. maestro della Natività Johnson, dice la targa posta a fianco. Compero alcune cartoline intenzionato ad approfondire la ricerca, certo di trovare i dati necessari sul retro, ma tornato a casa, constato che la didascalia dice:Ignoto Fiorentino XV° Sec. L’indomani torno per prendere appunti, ma avvicinandosi l’ora delle funzioni, la zona è delimitata e non è possibile accedere. Sul’orlo della disperazione mi raccomando ad un giovane custode, che mi mostra un volume guida che conferma l’anonimo fiorentino, imploro il priore che mi concede l’accesso. Lungi dal voler essere una polemica, nella convinzione che le Chiese sono luoghi di culto e solo incidentalmente gallerie d’arte, questa è la cronaca dell’evento a lieto fine. Ma se fossi ripartito il giorno dopo per la Papuasia?

Precedente

ECOsia: il motore di ricerca ecosostenibile

Successivo

DrunkSimulator

  1. thalia

    …il discorso delle attribuzioni è lungo e complesso. Ancora di più lo diventa in una città d’arte come Firenze, ricchissima di opere e artisti del passato! Molto spesso mancano i dati, le fonti, i documenti che permettano di attribuire con certezza le opere ad un certo autore. Anche su di lui poi, mancano spesso le informazioni sufficienti che ci permettano di conoscerlo, di sapere i suoi spostamenti, le sue scelte artistiche nel tempo o di avere semplici dati biografici. A volte capita che dopo anni di ricerca si facciano nuove scoperte, vengano alla luce nuove informazioni e questo rischia, a volte, di ribaltare completamente conoscenze precedentemente acquisite e date come sicure e attendibili. Potrebbe essere tranquillamente il caso di questa pala d’altare!
    Alla luce di tutto questo, diventa difficilissimo aggiornare costantemente e soprattutto capillarmente tutte le targhe nelle chiese, i libri, le cartoline, ecc. ecc.
    Niente di grave dunque, gli studiosi del settore lo sanno e se lo aspettano. Per loro diventa una sfida a meglio ricercare e approfondire (a volte si dedicano intere tesi di laurea ad una sola opera, ad un solo caso come questo!)
    Ai visitatori attenti e appassionati come Robyars non resta che farsene una ragione e magari cogliere l’occasione per un maggiore approfondimento, come infatti è accaduto… 🙂

  2. robyars

    Cara thalia, grazie per la spiegazione, approfitterei della tua conoscenza per chiederti una analisi di questa opera che mi sembra particolare per l’uso dei colori, la tipologia dei fondali, l’atteggiamento di Maria, le due figure che mi ricordano Balthus………ecc.
    Insomma una bella analisi logica.
    Grazie in anticipo.

  3. thalia

    …accetto con molto piacere l’invito! che mi permette di rimettere il naso in argomenti abbandonati mi accorgo ormai da anni ma che ai tempi dell’università furono assai amati e a lungo studiati!
    Per un’analisi adeguata bisognerà fare una piccola ricerca che non potrà esaurirsi consultando internet (del tutto insufficiente!) o i normali manuali di storia dell’arte nei quali il nostro autore non compare (ho già controllato).
    Per il momento posso solo dire che si tratta di un allievo e poi collaboratore del ben più noto fiorentino Filippo Lippi (c. 1405-1469) (http://images.google.it/images?rls=ig&hl=it&source=hp&q=filippo+lippi+opere&btnG=Cerca+immagini&gbv=2&aq=f&oq= ) e che l’identificazione del maestro della “Natività Johnson” (http://lci.micc.unifi.it/mm4all/museo-casa-siviero-firenze/Files/Pages/nativit-johnson) con Domenico di Zanobi è avvenuta ad opera della studiosa Annamaria Bernacchioni.
    Detto questo, prima di passare ad una “lettura d’immagine”, mi sembra opportuno dare qualche indicazione di carattere generale:
    Il XV secolo si caratterizza per la riscoperta della classicità e per una rinnovata fiducia dell’uomo nelle proprie capacità. L’uomo (inteso come l’intellettuale, l’uomo di cultura) si rimette al centro dell’universo, controlla la natura, la riordina e la domina.
    Tutto questo in pittura si traduce in:
    -Forte uso di un’architettura di gusto classicheggiante.
    -Scelta di soluzioni spaziali sempre più complesse e articolate, capaci di dimostrare quanto l’uomo fosse in grado di muoversi nello spazio dominandolo, appunto. Si fa soprattutto uso della prospettiva centrale (proprio per le ragioni sopra dette) adottata, a volte, in modo talmente serrato da risultare innaturale.
    -La rappresentazione della natura si sottomette totalmente alle necessità dell’uomo, assolvendo anche solo a scopi puramente ornamentali e decorativi, oppure diventa il pretesto per ostentare raffinate conoscenza botaniche.
    -Altissimo è anche il livello di eleganza e cura nella riproduzione di panneggi, tessuti, gioielli, abbigliamento e acconciature (gli italiani e i fiorentini in particolare erano famosi in tutta Europa, all’epoca, per questo!).

    Fatta questa doverosa premessa possiamo passare (tentare) ad un’analisi della pala.

    Innanzitutto partiamo dal FONDALE, lo osserviamo e notiamo che si divide in tre registri sovrapposti:
    – In basso il pavimento traccia le linee guida di una rigorosa prospettiva centrale, approfittando anche della serrata geometria dei decori del pavimento (era spesso un pretesto per dimostrare quanto si fosse abili, precisi, rigorosi, virtuosi della linea insomma!)
    – Al centro un muro molto semplice, evidenziato da cornicioni bianchi in rilievo, sia orizzontali che verticali e con una fascia scura orizzontale che riporta la scritta SANCTA MARIA DEL SOCCORSO (notare che la figura di Maria non disturba la lettura delle parole!)
    – Nell’ultimo registro, quello superiore che è anche il più ridotto, troviamo il cielo, su cui si staglia una fila ordinatissima, innaturale e molto decorativa di alberi che ancora una volta scandiscono lo spazio in modo tanto ritmico quanto serrato.

    Su questo fondo compaiono quattro PERSONAGGI:
    – La figura più grande è quella di Maria, colta appunto nell’atto di prestare soccorso. La grandezza dell’immagine corrisponde alla maggiore importanza che ha il personaggio, un dato questo di facile lettura perchè salta all’occhio in modo immediato. Si tratta anche del personaggio più elegante, ha un abito raffinatissimo e sontuoso e, anche se l’immagine che abbiamo a disposizione non è delle migliori, risulta evidente la grande cura posta dal pittore per la resa dell’incarnato. Sicuramente la figura a cui l’artista ha dedicato più tempo e attenzione!
    – c’è poi un bimbo, una donna vestita in modo sobrio ma nella sua semplicità risulta essere piuttosto elegante (spesso questo tipo di personaggi rappresentati al lato della scena, ed in attegiamenti di aperta devozione, risultano essere i committenti dell’opera ma non saprei se sia questo il caso!)
    – Infine il diavolo. Questo personaggio è il più grande dopo Maria. Brutto nell’aspetto ma allo stesso tempo viene indagato in ogni sua parte con molta attenzione, descritto nei più piccoli dettagli con un piacere quasi perverso (tutto cattolico oserei dire! Ma questa è una considerazione molto personale e del tutto arbitraria che mi concedo perchè siamo fra amici!!! :-))
    – I movimenti di tutti i personaggi sono ampi e teatrali, le braccia di ciascuno e i bastoni, sia del diavolo (che si rivolge solo ai piccoli personaggi giammai alla Vergine!) che di Maria (che si rivolge molto energicamente a satana), segnano lo spazio, quasi lo incidono, tracciano diagonali strettissime che danno conto del movimento dei corpi nello spazio e lo definiscono.

    Circa l’uso dei COLORI anche qui il rigore del pittore emerge
    – L’artista fa uso dei primari: giallo, rosso e blu e solo del complementare verde.
    – C’è anche l’uso di ORO in foglia per definire l’aureola e i decori dell’abito. Nell’aureola ha una funzione astrattizzante, un richiamo alla spiritualità; nei decori dell’abito un richiamo alla ricchezza e raffinatezza della moda dell’epoca ed un modo per rendere omaggio alla santità del personaggio.

    Ecco, mi fermerei qui, spero di essere stata esauriente. Non conoscendo l’opera e dovendomi basare solo su dati di carattere generale non andrei oltre una semplice lettura d’immagine che però spero possa servire da spunto e stimolo per aumentare la nostra soglia di attenzione quando ci troviamo difronte ad un quadro, ci piace ma proprio non capiamo da dove partire per incominciare a leggerlo. OSSERVARE questa è la parola d’ordine! Quasi niente di quello che ho detto va oltre una media conoscenza della storia ed una attenta osservazione! 🙂

    PS: Riguardo al riferimento a Balthus, direi che l’accostamento sia ferratissimo e molto accattivante perchè ci proietta d’un sol colpo nel conteporaneo (che sarebbe l’ambito storico di mia pertinenza, tral’altro…). Si tratta di aprire uno spazio nuovo che merita di essere trattato a se. Prendo anche questo come un invito e mi riprometto di trattarlo in un altro momento…

  4. robyars

    Grazie per questa esauriente analisi. Ti chiedo ancora un commento sulla figura di Maria colta in un atteggiamento punitivo se non addirittura violento. Mi sembra abbastanza inconsueto.

  5. thalia

    …inconsuto, è vero. In genere, infatti, le immagini che rappresentano la Madonna che sconfigge il diavolo raffigurano una Vergine molto composta, quasi impassibile, che con un piede schiaccia satana, rappresentato per lo più come un serpente o un piccolo drago. In questo caso, trattandosi della “Madonna del Soccorso” (come dice la scritta), diventava necessario assumere un atteggiamento più dinamico, interviene prestando un soccorso, appunto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Powered by Cubosphera.net