Aborto in caso di malformazione dell’embrione/feto

CuboSphera come luogo di scambio. E’ dunque qui che mi rivolgo a voi per conoscere le vostre idee ed opinioni su un argomento piuttosto delicato. L’aborto in caso in di malformazione dell’embrione/feto.

Cosa ne pensate a riguardo? Se durante la gravidanza scoprite che il vostro embrione/feto avra’ malformazioni fisiche o mentali alla nascita, secondo voi quali potrebbero essere le vostre reazioni?

Quali sarebbero i fattori influenzanti le vostre decisioni?

Certamente nessuno vuole una vita difficile per il proprio figlio e per se stessi, ma e’ quasi automatico pensare a persone come Stephen Hawking ed altri con problemi gravi che conducono una vita molto attiva.

Adottereste voi un bambino con problemi?

Piu’ volte ho sentito amici/conoscenti esprimere preferenze per la procreazione dei propri figli rispetto l’adozione. Questo suffragato dal fatto che con l’adozione non si sa mai quali geni il figlio adottivo possa portare con se. E’ questa una opinione condivisa da molti? La domanda che mi sorge istantaneamente e’: cosa mi fa pensare che i miei geni siano migliori di quelli di un altro individuo? Sapete rispondere?

Grazie per condividere le vostre opinioni.

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  1. cassandra

    Ciao Andrew,

    fai domande molto intime, richiedi coraggio, ma non esprimi cosa faresti tu. Mmmmm… Scusami quindi se puntualizzo, prima di risponderti, su questo aspetto! 🙂

    Venendo alle tue domande (che aprono un mondo), partendo dal fatto che io sono per la libertà di scelta di far nascere un figlio o meno, e sono anche a favore dell’eutanasia, credo fortemente che certi vissuti non si possono giudicare e nemmeno preventivare come saranno affrontati.
    Io che personalmente ci sono passata nell’avere problemi fisici, non gravissimi, ma che comunque mi hanno condizionato alcuni aspetti della mia vita, sapendolo prima, non rifarei, né per me stessa, né per mio figlio, certi percorsi.
    Occorre conoscere prima di tutto i propri limiti.
    Non penso, mi metterei mai nelle condizioni di crescere un figlio, voluto, dentro di me, sapendo prima di poter arrivare alla scelta di abortire o meno al 5 mese di gravidanza.
    Oggi e per fortuna esiste la diagnosi pre-impianto che è importantissima per alcuni problemi genetici. In Italia, non è ammessa, ma in tantissimi altri paesi dell’Europa sì.
    E nel caso, non potessi saperlo prima di eventuali anomalie, la mia scelta di abortire o meno dipenderebbe da tante cose; se i problemi fossero cmq gravi, penso che abortirei.
    Ma, ripeto, rimane una scelta personalissima che dipende da tanti fattori, un conto è pensarlo prima, un conto è starci, e un conto poi è come si vive e si decide in coppia una cosa simile, prima, durante e dopo.
    Il mio è solo uno dei tanti vissuti, che pretendo e difendo con forza il suo rispetto, come io rispetto chi fa la scelta di far nascere un figlio con problemi fisici o mentali gravi.
    Di certo ammiro di più chi adotta un bambino con simili problemi, essendo quest’ultimo già nato, di chi si mette nel rischio, sapendolo prima, di farlo nascere con simili problemi. Ma è sempre un giudizio razionale esterno, i vissuti emotivi dal di dentro di chi vive un’esperienza simile sono tutt’altra cosa, spesso dolorosissimi.
    Occorre avere rispetto del dolore, tanto di chi decide di far nascere, tanto di chi decide di interrompere una nascita.

    Parli di Stephen Hawkins, una persona con dei problemi fisici notevoli, ma soprattutto con una mente eccezionale e che sta in un paese dove i talenti vengono premiati!
    Nel mezzo ci sono tantissime persone comuni che, qua in Italia, ad es., campano o dovrebbero campare con una miserrima pensione per l’invalidità.
    E’ importante, e non solo per chi ha problemi fisici o mentali, in che luogo e in che famiglia si cresce!
    Poi tutto chiaramente è possibile, ma diventa più possibile, dove ci sta un terreno più fertile.
    I geni con cui si nasce contano, secondo recenti studi, solo per il 20%, rispetto all’ambiente di crescita, nella formazione della personalità e anche nello sviluppo dell’intelligenza di base.

    Parlando in termini concreti di adozione, in primo luogo, penso che un figlio non sia di chi lo fa, ma di chi lo cresce con amore, cura e attenzione. Avendo coscienza, in secondo luogo, che un figlio, biologico o meno, è dal primo momento che lo si tiene tra le braccia, altro da sé.
    Non esistono in un’eventuale adozione solo problemi fisici o mentali, ma anche nel caso di adozione di un cosiddetto bambino “sano” sono molto frequenti i problemi psicologici. Occorre avere consapevolezza che conta tantissimo l’età in cui viene adottato un bambino e il suo background: più il bambino è grande, più si porterà con sé un suo vissuto, traumatico o meno, che avrà in qualche modo influenzato la sua personalità.
    Questo può essere un problema per chi investe nel figlio aspettative proprie elevate, spesso edulcorate, soprattutto quella che si possa da subito stabilire un forte legame. Non sono rari i casi di coppie che hanno rispedito il bambino al mittente dopo un fallimentare periodo di vissuto insieme, riaprendo nel piccolo ferite terribili di abbandono e non accettazione.
    Di conseguenza, penso che adottare un figlio debba essere un atto di amore e di enorme responsabilità, anche superiore al fatto di procrearlo. E ammiro e ho sempre voluto far parte di quei genitori che hanno fatto questa scelta con saggezza e coscienza.
    Ma capisco anche chi preferisce procrearlo e farei, se potessi, anche questa scelta :-), cavolo!
    Procreare è un po’ come non morire biologicamente, un qualcosa di sé che sopravviverà nel figlio. Fare l’amore con l’idea di concepire un figlio con la persona che si ama, penso sia una cosa bellissima. C’è un po’ l’idea di fusione con l’altro, forse il raggiungimento ideale del massimo dell’intimità con il proprio compagno.
    Ma un figlio è prima di tutto, nel migliore dei casi, qualcosa che nasce dall’amore di coppia, al di là del rapporto sessuale, e scegliere in comune di adottare un bambino, penso sia come partorirlo assieme: altrettanto meraviglioso!
    Non si trasmette inoltre solo il proprio corredo biologico, ma ben altro, che è molto ma molto più significativo per se stessi e per il figlio.
    Ci sono inoltre persone che adottano e/o accettano con amore i figli dei propri compagni di vita, è anche questo penso sia una grande prova di amore verso il compagno, ma soprattutto verso quel piccolo essere riconosciuto e per questo amato nella sua esclusiva identità. Quanto più un figlio è riconosciuto come persona unica, tanto più porterà riconoscenza al genitore, adottivo e non.
    Un figlio, biologico o meno, porterà con sé sorprese, lungo la sua crescita, bellissime e alle volte purtroppo spiacevoli, che mai potremmo, nell’uno e nell’altro caso, conoscere tutte prima, ma questa è la vita nella sua interezza.

    Fuori dalla mia finestra, in questo momento che ho finito di scriverti, c’è un bellissimo arcobaleno, un arco perfetto, che sembra un ponte di collegamento tra un albero e l’altro… Cosa di più emblematico di quanto discusso? 🙂

    Ciao

  2. thalia

    caro andrew, mi pare che tu stia chiedendo opinioni su più di un quesito: 1)l’aborto in caso di malformazione, 2)l’adozione di un bimbo con problemi, 3)l’adozione in generale in alternativa alla procreazione.
    -punto 1): è davvero difficile per me dare una risposta univoca. sono situazioni che “intender non le può chi non le prova”. credo che la scelta dipenda da infiniti fattori, per esempio quanto è grave la malformazione? quanto ci sentiamo forti e in grado di affrontare, io e il mio compagno, una situazione “anomala”?; ci sarebbero cure da affrontare? e se si quanto care? ce le potremmo permettere? in ogni caso, credo che la decisione andrebbe presa in due, in completo accordo con il proprio partner e proprio non riuscirei a giudicar male chi, di fronte alle domande sopra elencate, scegliesse per l’aborto, inclusa me naturalmente.
    – punto 2) e 3): su questi punti per me varrebbero gli stessi interrogativi del punto 1) dal momento che il discorso “geni” NON varrebbe nella maniera più assoluta. a dare forza, valore e senso ad una famiglia è ben altro. è solo una questione d’amore e l’amore ha un valore universale, la genetica non c’entra proprio nulla!! se io e il mio compagno non potessimo avere dei figli ma li desiderassimo o se la vita mi mettesse, per qualche ragione, difronte alla possibilità di fare una scelta in tal senso io la farei, adotterei un bambino e lo crescerei come se fosse il mio figlio biologico. (questo almeno è quello che sento e penso oggi. non ho figli e al momento non ho un compagno con il quale pensare di affrontare l’argomento).
    …e tu come la pensi riguardo a tematiche tanto delicate e difficili?? 🙂

  3. Andrew

    Thalia e Cassandra,

    Grazie per le vostre opinioni. Era mia intenzione cominciare una discussione senza dire come la penso io a riguardo, anche se so di esserci riuscito solo limitatamente.
    Cerchero’ di rispondere alle mie stesse domande per dire la mia opinione. Non e’ mia intenzione giudicare nessuno, questo scambio di idee e’ nato come “arricchimento personale”.

    Di fronte all’eventualita’ di aborto in caso di problemi del feto considererei soprattutto la gravita’ del caso. Per esempio, nel caso in cui il feto fosse affetto da Sindrome di Down, credo preferirei che la gravidanza continuasse. Ma se le malformazioni fossero altre piu’ gravi, allora il caso sarebbe da considerare nella sua unicita’, pur sempre considerando la “malformazione” come una diversita’ e non un handicap.

    Adotterei un bambino con malformazioni? Non sono convinto di voler avere figli odottati o naturali che siano, ma se io e la mia compagna decidessimo di volerne averne, allora non escluderei l’opzione di un’adozione di un bambino con problemi.
    Piu’ volte ho sentito dire da persone a me vicine che non considererebbero l’adozione di un bambino (sano) in quanto non si puo’ sapere quali geni quest’ultimo possa portare con se. Io credo che questa sia una affermazione molto arrogante. Non riesco a capire quale autostima possa far dire ad una persona che i propri geni siano migliori di quelli di altri individui, soprattutto in una societa’ dove non e’ piu’ necessario cacciare per sopravvivere.
    Penso che questo tipo di autostima e la voglia a tutti costi di efficienza porti a bloccare le porte di tante opportunita’ che le persone con problemi potrebbero avere. Questo dovra’ cambiare nell’opinione pubblica in un futuro prossimo.
    In alcuni paesi europei e nell’est Europa le malformazioni sono molto meno tollerate, spesso vissute come una vergogna. Giustamente Cassandra hai sottolineato che Stephen Hawking non avrebbe avuto futuro in un paese diverso dagli Stati Uniti, quindi bisogna decidere quali valori scegliere per la nostra vita.
    Raun Kaufman (http://en.wikipedia.org/wiki/Raun_Kaufman) e’ un uomo affetto da autismo che grazie ai suoi genitori, i quali da poco dopo la sua nascita, lo hanno stimolato cercando di mettersi in contatto con lui, lo hanno portato fino alla guarigione. Grazie ai loro sforzi Raun e’ riuscito a riconnettersi con il “nostro” mondo ed ora e’ il presidente di una associazione per persone autistiche e vive una vita normale. Ora le esperienze di questi genitori sono un programma di trattamento per persone autistiche riconosciuto in tutto il mondo.

    Pochi giorni fa leggevo un articolo che parlava di come un’equipe medica sia riuscita a stabilire un metodo di comunicazione con persone in coma cosiddetto irreversibile sfruttando la risonanza magnetica sul cervello. Questo riapre la discussione su quando una persona e’ da considerarsi pari ad un vegetale oppure no. Non mi spingo oltre.

    Penso che si “demonizzi” l’handicap soprattutto perche’ non sappiamo ancora come affrontare molte delle malformazioni. Persone che fino a poco tempo fa sarebbero state nel silenzio per tutta la vita ora trovano il modo di comunicare grazie ad un computer.

    E qui mi fermo.
    Come si dice.. una volta data la propria opinione, e’ tempo di farsene un’altra.

    Ciao!!!

  4. mio papà mi ha adottato
    mio papà è il papà più bello dell’universo

  5. robyars

    Al di là dei casi estremi,e personali che tanto ci piacciono il problema è il superamento del meccanismo della selezione naturale,che ha permesso all’umanità attraverso millenni di arrivare fino qui,sommata ad un incremento demografico esplosivo.Questo dato, sommato all’invecchiamento della popolazione di continenti interi porta ad uno stato di fatto che in proizione di futuro prossimo porterà a dover considerare questi argomenti non in chiave romantica.Tre fattori inediti forse più gravi da affrontare di altri di maggior successo “politico” .

  6. thalia

    Le considerazioni di robyars aprono spazi per considerazioni interessanti, non sono sicura però di aver capito tutto, ci puoi chiarire meglio il tuo punto di vista?…

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