Autore: africa Pagina 2 di 5

Senegal: diritti umani avanti tutta

La Repubblica del Senegal dichiara che la Schiavitù e la tratta dei neri in tutte le sue forme sono dei crimini contro l’Umanità. Questa legge è stata già approvata dalla Camera dei deputati e dovrebbe avere l’approvazione del Senato fra pochi giorni! La legge prevede ugualmente che il 27 aprile di ogni anno, dovrebbe essere celebrata la Commemorazione per la fine della tratta. La stessa legge sottolinea che i libri scolastici dovrebbero dare un importanza speciale a questo crimine vergognoso che gli africani hanno subito per secolo, permettendo cosi alle generazioni future di conoscere meglio la storia africana. Il Senegal è il primo paese Africano ad adottare una tale legge. Speriamo almeno che gli altri paesi africani lo seguano…Bravo!

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70’000 ebrei in Sud Africa da 2’500 anni

È stato scoperto un popolo africano che vive in Sud Africa, Malawi, Zimbabwe, Mozambico con le stesse tradizioni del popolo Ebraico. Infatti si tratta del gruppo etnico Lemba composto da circa 70.000 persone. Questa scoperta è stata fatta da un squadra di scienziati britannici sotto la direzione del Professore Tudor Parfitt, che hanno fatto dei test genetici dimostrando che i Lemba hanno geni semitici. Si sono stabiliti nell’Africa Australe circa 2500 anni fa dopo la distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme. Molti si sono convertiti al Cristianesimo, ma continuano a mantenere le tradizioni ebraiche come per esempio il fatto di non mangiare il maiale o di praticare la circoncisione maschile. Poi hanno sui vari simboli locali, il disegno della stella di Davide.
Lo stato ebraico ha intrapreso le procedure amministrative per la costruzione delle sinagoghe nelle zone abitate dal popolo Lemba.

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NIGERIA: LE RAGIONI DI UN MASSACRO!

La Nigeria è il paese più popolato del continente africano con circa 150 milioni di abitanti. È una repubblica federale composta da 37 stati con tre grandi gruppi etnici e circa 250 sotto gruppi.
I tre principali gruppi etnici sono: gli Haussa – Fulani che vivono nel nord del paese e sono in maggioranza di religione musulmana, poi ci sono i Yoruba che vivono nel sudovest dove più della metà di essi sono di religione cristiana e l’altra meta islamica e animista, infine ci sono gli Ibo che vivono nel sud-est e sono in maggioranza cristiani. Questi grandi gruppi debbono convivere in un mosaico demografico difficile. Oltre alle lingue tradizionali proprie di ogni gruppo, l’unica lingua in uso tra i vari gruppi etnici rimane l’inglese che è anche la lingua ufficiale della Nigeria. Tuttavia, esiste una versione “africanizzata” dell’inglese detta comunemente “Broken English” o “Pidgin English” molto diffusa tra le varie comunità.
L’economia della Nigeria è principalmente basata sulle esportazioni petrolifere che rappresentano il 30% del Pil, l’85% delle esportazioni e approssimativamente il 65% delle entrate statali. L’agricoltura è purtroppo limitata in molti casi alla sola sussistenza e i raccolti non riescono a soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione sempre in crescita.
Prima del triste caso della città Jos, questo paese aveva già subito tra il 1967 e il 1970, una cruenta guerra di secessione tra gli Ibo, condotti dal Colonnello Odumegwu Emeka Ojukwu e l’esercito federale. Questa sanguinosa guerra fece più di 2 milione di morti. Le cause del massacro di Jos nello stato del Plateau sono di natura economica, sociale e religiosa.
Economica perché nonostante la Nigeria sia il primo produttore africano di petrolio con una produzione giornaliera di più di 2 milioni di barili, le ricchezze provenienti dalla vendita petrolifera non migliorano il livello di vita della popolazione, ma vanno nelle tasche di una ristretta classe politica, affaristi e compagni petrolifere straniere che ne godono ai danni di una popolazione rimasta nella miseria più assoluta. Questa triste situazione ha spinto la popolazione ad arrangiarsi come può per migliorare le proprie condizioni di vita.
Sociale perché la Nigeria ha una crescita demografica veloce. La popolazione è passata rapidamente dai 31 milioni nel 1960, anno della sua indipendenza, ai 149 milioni dei giorni nostri. Una crescita demografica pari a 3% l’anno. Se le migrazioni avvenivano inizialmente all’interno di ogni area etnica e geografica, oggi si sono estese rapidamente fuori da ogni confine geografico dei tre principali gruppi etnici che compongono la popolazione nigeriana. Le ragioni sono da attribuire a una cattiva politica dei vari governi ( Militari e civili ) che si sono susseguiti in Nigeria. Questi governi non hanno saputo sviluppare né industrializzare molte zone rurali e urbane, per fermare una popolazione in continua crescita, pronta ad emigrare in zone maggiormente ospitali e con maggiore possibilità di lavoro. Cosi la città di Jos al confine tra il Nord Musulmano e il Sud Cristiano nello stato di Plateau è diventata la meta di molti migranti. Inoltre la città è una grande zona agricola in cui sono presenti anche giacimenti minerali. Tutte queste attività hanno creato ricchezza e lavoro! I primi ad emigrare nella la zona furono i Haousa del nord, che iniziarono a fare commercio. Poi furono altri popoli del nord, i Fulani, pastori che avevano bisogno dei pascoli per il loro bestiame. L’arrivo di questi nuovi migranti non è sempre stato visto bene dagli autoctoni di maggioranza cristiana, composti da popoli Birom, Jarawa e gli Anaguta. Questa diffidenza verso gli “stranieri” ha creato nella città, delle zone residenziali separate tra questi e i nativi dove ogni gruppo si è costituito una milizia di auto difesa.
Infine la terza ragione è religiosa. Tuttavia bisogna specificare che la religione in questo contesto è molto strumentalizzata per fini politici. È vero che il popolo Hausa e Fulani emigrati dal Nord sono musulmani e che i nativi di Jos sono cristiani, ma non è la religione la causa principale del conflitto, come afferma Monday Mongwat, storico all’Università di Jos: “le cause principali delle tensioni a Jos sono innanzitutto di carattere etnici ”. Si possono commettere massacri su un gruppo solo per il bestiame rubato, per la violazione della terra alla ricerca dei pascoli per bovini. I nativi cristiani della località di Jos massacrati nella note di domenica 7 marzo potevano essere anche di fede musulmana, ciò non avrebbe impedito la loro triste fine.
Dopo questa strage, gli osservatori si pongono alcune domande : i colpevoli di questa atrocità che ha fatto più di 200 vittime saranno individuati e puniti? Quali sono le misure prese dalle autorità nigeriane per evitare che un tale carneficina non si ripeta più in futuro? Difficile dare risposte concrete a queste domande. Comunque sia, chi vivrà vedrà, chi seguirà saprà , wait and see!

Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!!!

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l’Africa ed il riscaldamento globale

Ecco elencati alcuni danni ecologici ed ambientali di cosa potrebbe succedere in Africa se entro 2100, niente non sarà fato per combattere il surriscaldamento del pianeta.

• I ghiacci del Kilimanjaro, la più alta montagna dell’Africa (5895 metri ) si stanno sciogliendo. Lo scioglimento normale durante l’anno di questi ghiacci alimenta molti fiumi della regione che hanno come sorgente questa montagna. Con il surriscaldamento del pianeta, questi ghiacci si scioglierebbero in blocco e provocherebbero l’esondazione di questi fiumi. I danni potrebbero essere enormi per tutta la regione.

• Il bacino del fiume Congo è il secondo “polmone verde” del pianeta dopo quello del Rio delle Amazzoni. Il bacino copre una superficie di 3.730.500 chilometri quadrati ed attraversa 10 paesi dell’Africa subsahariana. Se la deforestazione non controllata continuasse come avviene attualmente, tutta la zona verrà colpita da un rialzamento delle temperature.

• Il surriscaldamento provocherà nei paesi del Maghreb ( Tunisia, Marocco, Libia, Mauritiania, Algeria ) la diminuzione delle precipitazioni del 29% in tutte la costa mediterranea. Il periodo di siccità si allungherebbe per una zona già attraversata dal deserto del Sahara con temperature caldissime e secche.

• Il Nilo con i suoi 6.650 km è probabilmente tra i fiumi più lunghi del mondo. Il suo bacino idrografico copre una superficie di 3.254.555 chilometri quadrati (quasi 11 volte l’Italia ), circa 10% della superficie dell’Africa. Il Nilo attraversa 10 paesi della regione. Questo fiume permette l’irrigazione dei campi che consente di alimentare più di 200 milioni di persone. Se il surriscaldamento continuasse, il livello delle acque si abbasserebbe di molto e tutta la regione ne risentirebbe. Solo in Egitto per esempio, il raccolto degli alimenti di base come il riso diminuirebbe del 11% e quello del grano turco del 28% per una popolazione che passerà da 83 milioni a 129 milioni entro 2050.

• Nel golfo di Guinea, si potrebbe assistere all’esondazione delle acque nell’oceano atlantico, provocata a sua volta dallo scioglimento dei ghiacci nel pacifico. Tutto ciò provocherebbe danni enormi nelle principali città della Costa d’Africa Occidentale che sono: Accra ( Ghana ), Lomé ( Togo), Lagos, Port Hacourt (Nigeria), Malato ( Guinea Equatoriale), Duala ( Camerun ), Libreville e Port – Gentil ( Gabon )

• Il lago Ciad è il settimo lago più grande del mondo e confina con Camerun, Nigeria, Niger e Ciad. Fondamentale per l’agricoltura e la pesca alle popolazione dei confini. Con il surriscaldamento, questo lago potrebbe scomparire totalmente. Dal 1963 la sua superficie si è ridotta da più di 90%. Passando da 25.000 Chilometri quadrati a 1500. 

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A chi tocca? La miseria dell’informazione in Italia!!!

Il Consiglio di Amministrazione Rai ha deciso di sospendere per quattro settimane tutti i talk show fino alle elezioni regionali del 28-29 marzo in base alle nuove regole sulla par condicio. La decisione ha provocato un indignazione nel mondo giornalistico e non solo. Molti hanno visto in questa decisione, la volontà dei politici di voler imbavagliare ancora una volta l’informazione, impedendo cosi ai giornalisti di esercitare liberamente la loro professione. È preoccupante per l’Italia! Impedire per 4 settimane ai conduttori di talk show di non mandare in onda i loro programmi. È un fatto grave ed allarmante per la libertà d’informazione. Personalmente, la decisione del Cda Rai mi ha lasciato due stati d’animo: indifferenza e preoccupazione.
Indifferenza perché il sistema dell’informazione italiana è un sistema anomalo. Il giornalismo è “violentato” nella sua forma dalla maggior parte dei suoi addetti! Molti fanno un informazione di parte schierandosi apertamente a sinistra o a destra. Chi segue per esempio programmi televisivi come “Anno zero”, “Porta Porta” o i telegiornali di Rai 3 o Tg4 sa gia come vengono trattati vari argomenti! Se per i media privati si può comprendere questo atteggiamento senza che venga accettato dall’etica giornalistica, nelle reti pubbliche invece, le cose dovrebbero essere diverse. Queste rete hanno il compito di fare un servizio pubblico imparziale. Purtroppo la Rai è tutta altra cosa!
In molte redazioni giornalistiche italiane, i giornalisti che sono bravi vivono un inferno tremendo. Hanno difficoltà a lavorare liberamente. Che danni !!!
Il servilismo, la manipolazione e soprattutto la grande tendenza ad ignorare le notizie sono pratiche correnti nel mondo dell’informazione italiana. La decisione del Cda Rai di sospendere i talk show è una cosa non degna di un paese democratico. Tuttavia, prima che le voci si alzino per condannare legittimamente l’atto vergognoso del Cda Rai, le stesse voci dovrebbero chiedere ai giornalisti in generale di cambiare anche loro, il modo di trattare l’informazione! Questa volta però è toccato anche a loro essere censurati e sentire le frustrazioni che si vivono quando uno viene ignorato e ostacolato ingiustamente. Quante notizie vengono ogni giorno ignorate o diffuse in modo da infangare terzi?Quante persone valorose e dinamiche per esempio nel campo artistico in Italia, questi stessi giornalisti ignorano senza dargli nessun opportunità? La tristezza e la rabbia che stanno vivendo molti giornalisti questi giorni dopo la sospensione dei talk show, molti hanno già vissuta prima di loro, dopo essere stati censurati o ignorati ingiustamente dagli uomini dei mass media. Questa è la ragione per la quale in un primo momento ho manifestato un indifferenza. È toccato anche a loro!!!
Il mio secondo stato d’animo era la preoccupazione! Stiamo assistendo di frequente alla violazione dei diritti d’informazione in Italia. Ogni occasione è buona per violare i diritti dell’informazione. Circa due settimane fa, era una sentenza di un tribunale di Milano che condannava Google per non avere impedito nel 2006 la pubblicazione di un video su You Tube. Ogni giorno c’è sempre qualcosa che si escogita nei palazzi politici per limitare la libertà di informazione su internet e su Facebook. L’Italia assomiglia sempre di più a paesi come Cina, Iran dove l’informazione è controllata e limitata dal regime. Nemmeno i giornalisti non sono da meno in tutte queste pratiche vergognose. Dobbiamo rifiutare e combattere queste ingiustizie in tutte le sue forme!!!

Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!!!

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Africa & colonie

L’Africa delle indipendenze! Cinquanta anni dopo!!!

Erano 17 i paesi africani ha celebrare nel lontano 1960 la loro indipendenza. Già nel passato, alcuni paesi avevano avuto la loro sovranità nazionale: Il Ghana nel 1957, il Marocco (1956), la Tunisia (1956), la Libia (1951), l’Egitto (1922), ed infine la prima nazione indipendente d’Africa, la Liberia nel lontanissimo 1847, celebrato dopo il rimpatrio in Africa degli ex schiavi con il divieto della pratica della schiavitù in America nel XIX secolo. Oggi la Liberia è governata dal 16 gennaio 2006 da Ellen Johnson Sirleaf, prima donna del continente eletta democraticamente come Presidente della Repubblica.

L’indipendenza dei paesi africani nel 1960 avrebbe permesso ad ogni nazione del continente di assumere la propria autonomia. Purtroppo in molti casi, l’indipendenza fu soltanto una parodia di sovranità. In realtà, le potenze occidentali scelsero e favorirono l’ascesa al potere tra i popoli colonizzati, personaggi che potevano continuare a favorire i loro interessi. Cosi, in molte nazioni africane, giunsero al potere capi di stato “marionette” e al servizio dei colonizzatori. Tuttavia, non fu sempre una cosa facile per gli occidentali raggiungere questi obiettivi. Infatti, molti africani valorosi, pieni di orgoglio e di dignità, s’opposero fermamente a questa occupazione coloniale in Africa. Cosi, si formarono in ogni paese del continente, dei movimenti di resistenza nazionale guidati da carismatici leader come per esempio, Um Nyobe in Camerun o Patrice Emery Lumumba in Congo. Purtroppo, questi dignitosi combattenti africani furono sconfitti da un esercito coloniale dotato di artiglieria pesante. Morirono con grande onore!!!

Il periodo post coloniale permise agli africani di occupare posizioni di comando nei loro paesi, ma solo a chi era disposto a servire gli interressi dei paesi colonizzatori. Chiunque, una volta giunto alla guida del suo paese, si rifiutava di continuare questa politica era semplicemente deposto dal suo incarico da un colpo di stato o peggio ancora ammazzato. La storia africana è ricchissima di questi tristi episodi. La gestione dell’Africa da parte degli africani fu come del resto oggi, disastrosa. Molti capi di stato continuarono a perseguitare la popolazione, mettendo sotto silenzio tutti coloro che gli si opponevano. In molti paesi, furono costruite delle prigioni sgradevoli e lugubri per racchiudere tutti gli oppositori del Presidente Sovrano. Fu per esempio, il caso della prigione di “Camp Boiro” in Guinea o di “Taoudénit” in Mali. A questa pratica oppressiva, si aggiunse anche la cattiva gestione del paese, il clientelismo, la corruzione e soprattutto l’arricchimento illecito ai danni della popolazione rimasta ancora oggi nella misera la più assoluta. L’Africa è ridotta alla povertà, alla fame dai suoi stessi figli ( una minoranza ), con la complicità delle nazioni occidentali che continuano a “spogliarla” di tutte le sue ricchezze !!! Cinquanta anni dopo, non sono più 17 stati ad essere indipendenti come nel 1960, ma 53 paesi oggi in tutta l’Africa.

È solo dopo la caduta del muro di Berlino nella notte del 9 novembre 1989 e dopo con la fine del Comunismo in tanti paesi dell’Europa dell’Est, che in molti stati africani le cose hanno cominciato a cambiare. Infatti, a partir del 1990 si cominciò a parlare delle Conferenze Nazionali Sovrane in molti paesi africani. Queste conferenze erano delle tribune politiche, che servivano non solo a dibattere i mali del paese, ma anche soprattutto ad instaurare la democrazia. Cominciò il grande vento democratico, condotto dai vari governi di transizione nominati durante queste conferenze nazionali !!! Era commuovente vedere i manifestanti in molti paesi africani gridare dappertutto lo slogan: democrazia, democrazia!!! Fu solo da quel momento che cominciò un cambiamento. Alcuni capi di stato cavalcarono da soli la nuova ondata democratica senza aspettare l’avvenimento di queste Conferenze Nazionali Sovrane nei loro paesi.

Oggi, ci sono ancora molte cose da fare a livello democratico e Politico. Molti paesi sono sempre governati da dittatori e c’è ancora tanta miseria in molte zone. Tuttavia, bisogna riconoscere che qualcosa sta cambiando. C’è la speranza!!! Ci sono vere alternanze politiche e democratiche in alcuni paesi come per esempio in Mali, Benin, Zambia, Senegal, Bostwana, Liberia, Ghana, Sud Africa. Alcuni paesi come il Ruanda, il Bostwana, la Guinea Equatoriale hanno raggiunto una crescita economica soddisfacente. Inoltre, sono arrivati nuovi operatori economici come la Cina e l’India nel paesaggio africano. La cosa non è molto gradita dagli occidentali della la presenza di questi nuovi partners venuti dall’oriente. Gli europei avevano sempre pensato che l’Africa facesse parte del loro “patrimonio” economico. Purtroppo la loro presenza in terra africana non ha mai migliorato le condizioni degli africani anzi…

Oggi con la globalizzazione, la concorrenza è ormai partita e nessuno può pretendere di avere il monopolio dell’Africa. Gli accordi di cooperazione economica si fanno con chi offre di più. Questa è la regola della competizione imposta dalla globalizzazione !!! I cinesi e gli indiani hanno capito bene questo…

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colpo di stato in Niger

Il Presidente del Niger, Mamadou Tandja è stato rovesciato nella giornata di giovedì 18 febbraio da un Colpo di Stato organizzato dai militari. Tandja era al potere da 10 anni.

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50 anni fa la fine delle colonie africane

Nel 2010, 17 paesi africani festeggeranno il cinquantesimo compleanno della loro indipendenza. Infatti è nel lontano 1960, che la Francia, il Belgio e l’Inghilterra, potenze occidentali colonizzatrici di quel tempo, concedettero, dopo guerre civili, oppressioni, violenze, delitti politici e mille trattative diplomatiche le prime indipendenze alle nazioni africane.

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Africa: speranza di vita + 17 anni (dal 1950)

Il progresso della medicina, dell’alimentazione e dell’igiene ha migliorato la speranza di vita in molti paesi africani. Nel 1950 la speranza di vita media in Africa era di 37 anni, nel 2010 è salita a 54 anni.

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petrolio Ghanese, si inizia a estrarre

Dal settembre di questo anno, inizieranno le prime estrazioni del petrolio in Ghana. Si comincerà con una produzione di 120.000 barili al giorno, per arrivare ai 200.000 entro un anno. Le riserve petrolifere scoperte sono stimate a 1,8 miliardi di barili.

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