
più grande = più povero
…l’immagine tratta da WorldMapper rappresenta la distribuzione della povertà nel mondo.
” In realtà accade che, anche quando il superamento della contraddizione si fa in termini autentici, e gli oppresi aprono la strada a una nuova realtà liberatrice, gli oppressori di ieri non si riconoscano in via di liberazione. Al contrario, si giudicano oppressi. Per loro, “formati” all’esperienza di oppressori, tutto ciò che non sia il loro antico diritto di opprimere significa oppressione diretta contro di loro. Nella loro nuova situazione si sentono oppressi, perchè, se prima potevano mangiare, vestire, comprare scarpe, educarsi, girare il mondo, ascoltare la musica di Beethoven, mentre milioni di altri uomini non mangiavano, non usavano scarpe, non si vestivano, non studiavano e molto meno giravano il mondo e meno ancora potevano ascoltare la musica di Beethoven, qualunque restrizione a tutto questo, in nome del diritto di tutti, sembra loro una profonda violenza fatta al loro diritto di persone. Diritto a essere persone che, nella situazione precedenti, essi non rispettavano in quei milioni di persone che soffrivano e morivano di fame, di dolore, di tristezza, di disperazione.
Per loro, purtroppo, soltanto loro stessi sono persone umane. Gli altri sono quasi delle “cose”. Per loro c’è solo un diritto: il loro diritto a vivere in pace, contro il diritto degli oppressi a sopravvivere; essi non arrivano a riconoscerlo, ma soltanto ad ammetterlo. E tutto questo perchè, in sostanza, è necessario che gli oppressi esistano, affinchè essi possano esistere ed essere “generosi”… ”
Paulo Freire, educatore brasiliano impegnato nella lotta contro la povertà in Sud America, utilizza parole forti, anche se i termini possono sembrarci esasperati. Parlare di oppressione disturba. Il dato che un ventesimo del mondo sfrutti la restante totalità è a tutti noi noto. Il pensiero che a noi possa o debba toccare rinunciare a qualcosa per creare un equilibrio sostenibile è meno accettato. Me lo chiedo quando compro un gelato.. ma la radicalità della scelta mi si scioglie ogni volta in mano.