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storia e scienza del reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanza

Pochi sanno che il reddito di cittadinanza, sbandierato ai quattro venti come mirabile intuizione di Beppe Grillo, fu argomento di proposta di legge presentata proprio di Teodoro Buontempo il 18 maggio del 2006.

Proposta di legge per la proprietà popolare della moneta e distribuzione di un reddito di cittadinanza.
Questa proposta non nasce ovviamente da M5S, come qualche giornalista/giornalaio ha tentato di far credere, ma fa parte di un filone politico/economico che appartiene alle proposte di fiscalità monetaria di gente come Ezra Pound e del prof. Auriti, intese come critica al capitalismo finanziario e per il superamento delle sue distorsioni.

L’idea nasce dalla considerazione che la fiscalità sulla produzione e sul consumo finisce per incidere sui prezzi e diminuisce il potere d’acquisto.
Questo genera tra l’altro un circolo vizioso sul debito pubblico in quanto le entrate dello Stato dipendono direttamente dalla tassazione su produzione di reddito e consumi e quindi spostare l’imposizione fiscale sul possesso di denaro diventa lo strumento più efficace per l’abbattimento del debito stesso.
Pound ed Auriti non si conobbero, ma furono legati dalle stesse idee.
Pound aveva capito che la moneta non è una merce ma l’espressione di un accordo, di una convenzione, per cui il credito deve essere affidato non già alle banche ma allo Stato, che lo garantisce con l’onestà e il lavoro dei suoi cittadini.
«Il tesoro di una nazione è la sua onestà.» E nei “Cantos” esprime il pensiero sull’usura: «Con usura nessuno ha una solida casa / di pietra squadrata e liscia / per istoriarne la facciata, / (…) / Carogne crapulano / ospiti d’usura. » (Contro l’usura, Canto XLV)

Ezra Pound pose cinque domande alle quali non aveva mai risposto nessuno:
moneta,
credito,
interesse,
usura e
circolazione;
Giacinto Auriti ne “Il Paese dell’Utopia” offre ai quesiti di Pound risposte precise. Una continuità ideale che li unisce nella scuola degli economisti eretici.
“Chi crea il valore della moneta – dice Giacinto Auriti – non è chi la stampa, ma il popolo che l’accetta come mezzo di pagamento”, mentre i banchieri, i grandi usurai, si appropriano del valore monetario, usandolo come mezzo di dominazione ed imponendo all’umanità il signoraggio del debito.
Ed ecco allora la geniale soluzione del problema: la proprietà popolare della moneta, che restituisca al popolo il maltolto dei valori monetari che esso crea.
L’auspicio è che siano i governi a gestire l’emissione monetaria ed a ripartire gli utili, come diritto di cittadinanza, a tutti i cittadini.
Tornando a Buontempo, è pleonastico dire che quel Parlamento, come tutti i parlamenti precedenti e successivi, più vicino agli interessi del Banche che a quelli del Popolo, quel disegno di legge non lo prese neppure in considerazione.

Il tormentone immigrati!

Il Parlamento italiano ha varato il “Pacchetto Sicurezza” che contiene anche la legge sugli immigrati clandestini! È legittimo che un paese civile deve proteggere la vita dei suoi cittadini e tutti coloro che ci vivono, usando tutti i mezzi necessari a sua disposizione per raggiungere tale obiettivo.
L’Italia è la meta di molti immigrati tra cui numerosi africani. Immigrati giunti nel bel paese per motivi economici, intellettuali o per fuggire dalle persecuzioni politiche nei loro paesi. È ovvio che tutti coloro che vengono in Italia non sono tutti dei santi!!! Il clandestino è sempre stato un problema per l’ordine pubblico, perché non disponendo di risorse economiche, diventa una “preda” facile per l’arruolamento nella mala vita! Non è un caso che molti reati come per esempio lo spaccio di droga, rapine, stupri siano compiuti da loro. I carceri italiani sono pieni di immigrati clandestini che non hanno, nella maggior parte dei casi, nessun dato all’anagrafe del Ministero dell’Interno.
La nuova legge potrà combattere il fenomeno immigrato clandestino? Difficile dare una risposta concreta. Tuttavia viene spontaneo porsi alcune domande: Visto i lunghi tempi processuali in Italia, come farà la giustizia a processare migliaia di immigrati clandestini che si aggiungeranno ai numerosi processi che sono pendenti da anni in Italia? Ci vuole per esempio un minimo di 3 anni per un processo civile e di 6 anni per quello penale! Dove verranno rinchiusi i condannati per reati di clandestinità? Le prigioni italiane sono già affollate. Ecco solo alcune domande a cui le autorità italiane dovranno rispondere per tranquillizzare gli scettici sull’applicabilità e l’efficacia di questa ennesima legge sugli immigrati clandestini. Nel frattempo, si polemizza!
D’altra parte, l’immigrazione e la sicurezza sono temi che portano voti durante gli scrutini elettorali. La destra sa “sfruttare” meglio di chiunque questi temi populisti. Non è un caso che in tutta l’Europa, c’è da preoccuparsi per la crescita delle formazioni politiche xenofobe di estrema destra. Se è vero che ogni paese è libero di fare approvare la legge a lui favorevole per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina, ci chiediamo cosa fa altrettanto quel paese per attuare una vera politica di integrazione? Per ora, gli immigrati regolari che risiedono in Italia vivono il loro inferno quotidiano. Ottenere la cittadinanza italiana diventa un vero incubo. Rinnovare il permesso di soggiorno rimane tuttora un vero calvario per tutti. Per farlo, lo sfortunato di turno dovrebbe alzarsi alle 2 – 3 di notte per recarsi alla questura, fare la fila, per essere servito solo a partire dalle 9 della mattina. Poi deve aspettare più di 2 anni per entrare in possesso del suo prezioso documento, permesso senza il quale, l’immigrato non può uscire dal territorio durante tutto questo lungo tempo di attesa. Inoltre, i figli nati da genitori immigrati devono vivere ininterrottamente in Italia fino all’età di 18 anni, solo in quel momento potranno richiedere la cittadinanza italiana. Prima dei 18 anni, sono senza patria!!!
Con la nuova legge, le cose diventano ancora più complicate anche per gli immigrati che una volta erano regolari. Per mancanza di un’occupazione dovuta alla grande crisi mondiale, molti hanno perso il lavoro e diventeranno clandestini perché al momento di rinnovare loro documenti, non avranno un impiego per giustificare il motivo del permesso di soggiorno. Per questo, gli verrà ritirarato il permesso di soggiorno e non importerà se lo straniero avrà lavorato e contribuito nelle casse dello stato per molti anni. L’immigrato diventerà clandestino, ma verrà soprattutto arrestato e condannato con la nuova legge. Lo straniero è ridotto alla sola forza lavorativa e basta. Se non ha un’occupazione (se capita che il rinnovamento del permesso di soggiorno coincida con il periodo di disoccupazione), perde tutto. La sua integrazione è lontana. Le leggi proposte di frequente non aiutano la loro integrazione anzi!!!
La salvezza degli immigrati verrà soltanto quando ci sarà una legge che permetterà a costoro, il diritto di voto almeno per le elezioni amministrative, per chi lavora e non ha nessuna condanna penale e risiede in Italia da un minimo di tempo. Solo in quelle condizioni, gli stranieri saranno presi in considerazione. L’uomo politico considera solo chi lo può far vincere o dargli il voto. Purtroppo, in Italia, oggi, l’immigrato non ha queste caratteristiche, anzi viene strumentalizzato. La sinistra che è tendenzialmente più vicino agli immigrati, non ha mai avuto il coraggio di fare una tale proposta di legge in Parlamento quando era maggioritaria. Fu l’attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini, allora Presidente della sua defunta formazione politica, Alleanza Nazionale, a parlare apertamente del diritto di voto agli immigrati. Da quando il personaggio politico è diventato la terza carica dello Stato, l’uomo sorprende sempre di più con le sue dichiarazioni pragmatiche, visionarie ed opportuniste. Fini sa bene che prima o poi, per facilitare une vera politica d’integrazione, l’Unione Europea richiederà alle Nazioni membri di concedere il diritto di voto agli immigrati che vi risiedono da un minimo di tempo. In altri paesi come il Belgio e l’Olanda, gli immigrati regolari e senza nessuna condanna possono votare in alcune elezioni. Non mi sorprenderà un giorno se Fini proporrà alla sua coalizione di governo, di approvare un tale proposta di legge. Un atto simile, sarebbe un danno grosso alla politica esitante della sinistra in materia di immigrazione perché gli immigrati che tendenzialmente approvano le politiche immigratorie delle sinistre, potranno cambiare orientamento politico e votare per il gruppo o la coalizione di destra che avrebbe concesso per la prima volta questa grande opportunità di voto. Solo con il diritto di voto, gli immigrati potranno essere trattati dignitosamente e non come accade oggi, dove vengono umiliati, usati e sfruttati ore e ore nelle fabbriche, nei campi, per essere incarcerati quando perderanno dopo il lavoro, se capita che il rinnovamento del permesso di soggiorno coincida con il periodo di disoccupazione. Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi.
Copiright @ Jivis Tegno
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