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Italia: col lodo Bernardo ridotto il potere delle magistrature

Quasi in silenzio, senza suscitare alcun clamore, di fronte ad un’opinione pubblica sempre meno informata e, dunque, inconsapevole, nel Dl anti-crisi è passato un altro emendamento che riduce l’iniziativa della magistratura, questa volta, della Corte dei Conti.
Stiamo parlando del Lodo Bernardo che prende il nome dal suo promotore, l’ onorevole Pdl, Maurizio Bernardo del Pdl , che, subordinando l’avvio di una indagine ad una “specifica e precisa notizia di danno, impedisce alle procure regionali della Corte dei Conti di attivare indagini sui danni erariali in assenza di una denunzia formale che dovrebbe essere fatta dall’ amministrazione competente che subisce il danno, amministrata dalle persone che il danno l’hanno causato”.
Comportando, così, di fatto, lo svuotamento della funzione del pubblico ministero, il cui potere di direttiva delle indagini viene in tal modo trasferito al Governo.
A creare il danno erariale sono spesso i dirigenti, nominati dai politici-amministratori, e secondo il Lodo Bernardo le denunce le dovrebbero fare i politici-amministratori che hanno nominato i dirigenti.
Sarebbe come dormire sonni tranquilli sapendo che a guardia del pollaio ci sono le volpi.
Si potrebbe opporre che le denunce potrebbero farle i politici-amministratori che, dopo cinque anni, subentrino per avvenuto rinnovo del Consiglio Regionale, provinciale, regionale o comunale. Certamente, ma il reato di danno erariale arrecato allo Stato non sarebbe perseguibile in quanto prescritto, visto che la prescrizione cade dopo 5 anni.
Risultato: nessun controllo né di legalità né di merito né preventivo né successivo, e via libera al saccheggio “legalizzato” delle casse pubbliche. C’è chi sostiene che il Lodo Bernardo abbia un intento punitivo nei confronti della Corte dei Conti che, ha osato promuovere un’azione di risarcimento per danni erariali, per un ammontare di svariati milioni di euro nei confronti dell’ex Presidente della regione Sicilia, Cuffaro e dell’attuale Presidente Lombardo, per l’ingiustificata assunzione di oltre 25 giornalisti dell’ufficio stampa. Cuffaro e Lombardo che ora potranno avvalersi di questa eccellente novità normativa. E c’è chi aggiunge che alla Corte dei Conti non sia stato perdonato di essersi messa di traverso di fronte alle ipotesi di scudo fiscale, di Tremonti, scudo fiscale, divenuto legge con il Dl anti-crisi.
Sta di fatto che il Lodo Bernardo sta già producendo i suoi effetti devastanti, molte amministrazioni, infatti, alla richiesta delle Procure della Corte dei Conti di acquisizione di atti o di note istruttorie, eccepiscono la nullità della richiesta davanti alla sezione giurisdizionale della Corte per mancanza della denuncia di danno erariale.

fonte: condividi la conoscenza

alitalia finanziata dai clienti -ignari- delle altre compagnie

MA IN CHE PAESE VIVO ?!?

Vengo a scoprire leggendo con la lente di ingrandimento su un “vecchio mezzo di informazione” qualcosa tipo:

dal 28 ottobre 2008 TUTTI i passeggeri sui voli in partenza dall’Italia con QUALSIASI compagnia pagano una TASSA di 2 Euro (stabilita dal governo) atta a sovvenzionare Alitalia

COOOOOOSAAAAAAAA?!?!?!?!

Invento un esempio (in un altro settore) usando lo stessa logica: “da un paio di mesi i conti delle cene dei ristoranti italiani è maggiorato di qualche spicciolo. Questa montagna di soldi va a McDonald. Sullo scontrino non è spiegato. Lo ha deciso il governo. Si erano dimenticati di dircelo…vabbeh…tanto ormai è legge”.

Spero di non aver capito…spero sia una barzelletta…non ho neanche voglia d’approfondire l’argomento…certo che troverei solo peggiori e peggiori e peggiori ignobili informazioni.

Semplicemente CERTAMENTE, NON volo con Alitalia, ne ieri, ne oggi, tantomeno domani…nella speranza che questa barzelletta patetica finisca al più presto.

Inoltre mi risulta (ma chiedo agli esperti del settore di pronunciarsi al riguardo) che i dipendenti Alitalia siano tra i meglio pagati, i meno lavoranti, i più scioperanti del settore.

Bene…che bellezza!

perchè la scuola italiana è malata

by Sartori Giovanni (considerato il più grande politologo italiano ed uno dei massimi esperti di politologia a livello internazionale):

LE MALATTIE DELLA SCUOLA

Arrivò il ‘ 68 e da allora vige e impera la demagogia scolastica. Della quale sono finalmente venuti al pettine i nodi.

I fattori distorsivi specifici del cattivo riformismo della scuola sono tre.

Il primo è stato, appunto, il Sessantottismo, che è stato esiziale perché ha predicato l’ ignoranza del passato, così recidendo quella trasmissione del sapere che dovrebbe essere la prima missione dell’ educatore; ed esiziale perché, cavalcando la tigre dell’ antielitismo, ha distrutto il principio del merito producendo la «società del demerito» che premia i peggiori e gli incapaci a danno dei competenti e dei migliori.

Il secondo fattore distorsivo è stato il progressivismo pedagogico (largamente di ispirazione psicoanalitica), che ha infestato tutta la disciplina, ma che ha avuto il suo più dannoso rappresentante nel celebre dottor Benjamin Spock, il guru che ha convertito al permissivismo tutte le madri dell’ Occidente con la dottrina che il bambino non doveva essere frustrato da punizioni. E’ vero che poi Spock ha rinnegato, da ultimo, la sua dottrina; ma era troppo tardi. In passato i genitori erano dalla parte dei maestri; ora li assaltano nel chiedere la promozione ad ogni costo dei loro poveri figli. Prima la scuola media si reggeva sull’ alleanza genitori-maestri. Ora i maestri che resistono all’ andazzo «mammistico» sono lasciati soli e sono vilipesi come «repressivi».

C’ è infine un fattore distorsivo che sfugge ai più: la teoria della società post-industriale come «società dei servizi» fondata sul sapere, o quantomeno su alti livelli di istruzione. D’ accordo; ma il post-industriale non doveva e non poteva sostituire l’ industriale, vale a dire il nocciolo duro della produzione della ricchezza. Senza contare che la società dei servizi si trasforma facilmente in una società parassitaria di «piena occupazione» fasulla (tale anche perché gli economisti misurano bene la produttività industriale, ma assai meno bene la produttività di un universo burocratico). Il punto è, comunque, che è proprio l’ idea della società dei servizi nella quale nessuno si sporca le mani che alimenta la insensata corsa universale al «pezzo di carta» del titolo universitario. Se ogni tanto ci fermassimo a pensare, ci dovremmo chiedere: ma perché tutti devono andare all’ Università? C’ è chi proprio non è tagliato per studi superiori (che difatti si sono «abbassati» per accoglierlo). Nemmeno è vero, poi, che il lavoro «terziario» dia più felicità. Anzi. Più si moltiplicano gli attestati cartacei che creano alte aspettative, e più creiamo legioni di scontenti senza lavoro, o costretti a un lavoro che considerano indegno del loro rango. Fin qui gli antefatti che hanno prodotto la crisi e le malattie della scuola italiana.

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