Categoria: Buone Notizie Pagina 3 di 6

vendere i rifiuti…si fa anche così

Cattura

L’immondizia ha un valore economico reale. Bisogna VENDERLA a chi di dovere.
Norvegia, Germania…e iniziano a comparire anche in Italia i “distributori automatici” di “buoni acquisto” in cambio di spazzatura.
Il funzionamento è semplicissimo: si inseriscono nella “macchinetta” le bottiglie di plastica e le lattine vuote, la macchina le “mangia”, fa la somma di tutta l’immondizia raccolta e alla fine emette una ricevuta spendibile al supermercato (o al bar etc…).

Speriamo che la cosa diventi diffusissima su tutto il territorio…capillare…sarebbe un notevole passo avanti 😉 nel rispetto dell’ambiente e del valore del riciclaggio e delle “materie prime seconde“.

La filiera corta come risposta al caro carburante

Liberalizzazioni, aumento dei costi dei carburanti e dei pedaggi autostradali sono la scintilla che ha innescato le proteste di 80 mila tra contadini, autotrasportatori e commercianti siciliani che da giorni bloccano strade, ferrovie e porti dell’Isola. Da una Sicilia ormai a secco – distributori di carburante chiusi, scaffali dei supermercati vuoti, scorte di acqua ormai terminate – si innalza la protesta del movimento “Forza d’Urto” che chiede maggiore attenzioni dalla politica siciliana e nazionale sull’economia locale, già da tempo in ginocchio e ulteriormente piegata dai nuovi rincari.

In questi mesi in cui la produzione agricola siciliana è al suo picco massimo, soprattutto per gli agrumi, i blocchi del trasporto di alimenti deperibili come arance e ortaggi stanno creano danni stimati intorno al milione di euro. Oltre ai danni immediati la Sicilia – ovvero la prima regione italiana per numero di operatori e superfici bio – rischia un vero e proprio cortocircuito di sistema: la mancata consegna delle derrate alimentari ai distributori “continentali” rischia di far saltare accordi commerciali e favorire così le importazioni.

Questo danno potrebbe in parte essere arginato da politiche volte alla promozione di canali commerciali a filiera corta. Un canale di distribuzione definito spesso ‘alternativo’, ma che è sempre più apprezzato dai cittadini/consumatori.
Non a caso da una recente indagine di mercato svolta da AIAB sull’acquisto dei prodotti biologici è emerso che il 71,70% dei consumatori è interessato agli acquisti diretti, ed il 75,47% gradisce l’ipotesi di partecipare ad gruppo di acquisto.

Oltre a ridurre il numero degli intermediari, infatti, i canali della filiera corta e della vendita diretta favoriscono il consumo di prodotti locali, riducendo l’impatto dei carburanti sul prezzo delle derrate alimentari e riducendo l’impatto delle stesse sull’ambiente. Promuovere il consumo di prodotti locali sarebbe un’opportunità strategica per gli oltre 7mila produttori biologici siciliani, che ancora non possono contare nella propria regione su un consumo bio consolidato e diffuso ai livelli che si registrano al centro e nord Italia.

La filiera corta e la vendita diretta riducono lo spreco di cibo e favoriscono l’accesso allo stesso anche da parte dei cittadini più vulnerabili (cosi come richiesto da una risoluzione approvata ieri dal Parlamento Europeo) ed una giusta remunerazione al produttore.

In conclusione, vorrei rivolgere un invito ai cittadini siciliani affinché in questo momento di crisi, e di scaffali vuoti, supportino i produttori locali consumando in via preferenziale le produzioni biologiche prodotte localmente.
Un invito va anche al governo, che come sottolineato dallo stesso ministro Catania, deve “ripensare” il prelievo fiscale sul settore primario e favorirne la crescita con misure che incentivino il ritorno alla terra, l’accesso dei giovani al settore e la salvaguardia del territorio, sostenendo l’agricoltura biologica, ovvero l’agricoltura sostenibile per eccellenza.

Eduardo Cuoco
Coordinatore nazionale AIAB

…qui il link ad un articolo su greenme.it per approfondire la questione delle proteste siciliane (e non solo) di inizio 2012.

WheelMap: la mappa online delle barriere architettoniche

Buone notizie per i disabili motori: è nato un sito che mappa tutte le barriere architettoniche presenti nei luoghi di una città. Un certo luogo è accessibile in sedia a rotelle? Un gradino è troppo alto? Quel ristorante avrà il bagno adatto? E quel museo avrà l’ascensore per disabili? Ecco, questo sito aiuta a dare una risposta veloce a domande di questo genere quando ci troviamo nella nostra o in una nuova città.

L’idea è di Raul Krauthausen, un trentenne tedesco in sedia a rotelle, che ha pensato di creare una mappa virtuale dei luoghi accessibili ai disabili per poter vivere meglio la sua città, Amburgo. Tutti possono contribuire ad espandere le informazioni della mappa inserendo le informazioni sui luoghi della propria città, anche tramite smartphone; Anzi, è importante che più persone possibili segnalino i luoghi dove sono presenti barriere architettoniche ed ostacoli per avere una mappa sempre più estesa.

WheelMap serve a catalogare tutti i punti di accesso difficoltoso o impossibile per una persona in carrozzina, ma è utilissimo anche per i genitori con il passeggino. I luoghi vengono segnalati con bandiere di colore diverso: verde, gialla, rossa a seconda del gradi di accessibilità di un punto, ovvero ottima, parziale e offlimits.

cos’è lo “SCONTRINO NON FISCALE”

Se avete in mano uno “scontrino non fiscale” (ai sensi dell’articolo 1 comma 429 legge 311/2004), non stupitevi e non spaventatevi e non arrabbiatevi.
Sta girando online un avviso che dice di arrabbiarsi con il governo che protegge le multinazionali che in Italia non pagano l’IVA.
E’ pura disinformazione!
…infatti…

I supermercati e i grandi magazzini (dall’Ikea all’Auchan) possono optare per la trasmissione telematica (sistema più effciente e puntuale e preciso) all’agenzia delle entrate della somma complessiva degli incassi giornalieri.
L’Italia infatti non é un paradiso fiscale per nessuno e anche le grandissime catene di distribuzione versano l’IVA e pagano le tasse, anche se attraverso modalità diverse.
Quindi non emettono uno “scontrino fiscale” insieme all’acquisto bensì il documento “interno” dell’immagine.
Rimane comunque (ovviamente) l’obbligo di emettere la fattura se il cliente la chiede.

Ecco il comma di riferimento della legge 311/2004:
429. Le imprese che operano nel settore della grande distribuzione possono
trasmettere telematicamente all’Agenzia delle entrate, distintamente per
ciascun punto vendita, l’ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri
delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi di cui agli articoli 2
e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e
successive modificazioni.


altri dettagli
eventuali ulteriori infos
e ancora

ponti di plastica riciclata

La plastica si produce ma, essendo non biodegradabile, non si può smaltire (a meno di inquinare bruciandola).
Allora la si può trasformare in casa, abbandonarla al suo inevitabile destino: inquinare mortiferamente il mare!!!
Oppure buttarla differenziatamente così da permettere le aziende specializzare (come per esempio l’inglese Vertech) di lavorare la materia onde poterla riciclare.
Per esempio, in inghilterra è appena stato inaugurato il più lungo ponte di plastica riciclata.
Il ponte in questione è in inghilterra, è lungo 30 metri ed è capace di sopportare 40 tonnellate di carico.
…ecco il link alla notizia by CNN

Questo non è l’unico ponte di plastica al mondo, ce ne sono altri quattro negli Stati Uniti d’America.
Inoltre è da notare che, non essendo (per ora) la plastica riciclata un materiale certificato per l’edilizia di questo tipo, il ponte in questione è stato costruito su un terreno privato.

Una NUOVA Politica: la RETE ed il MOVIMENTO 5 stelle

PREMESSA

Maggio 1967, una cinquantina di anni fa.
In un paese delle colline fiorentine un insegnante viveva in un casolare con i ragazzi delle campagne, quelli destinati a restare chini, a non sapere, a non alzare la testa, a restare in silenzio. Con loro nel maggio 1967, una cinquantina di anni fa, scriveva questo.

Il curioso è che lo stipendio per buttarci fuori ve lo paghiamo noi, gli esclusi.
Povero è chi consuma tutte le sue entrate. Ricco chi ne consuma solo una parte. In Italia, per un caso inspiegabile, i consumi sono tassati fino all’ultima lira. Le entrate solo per burla.
Mi hanno raccontato che i trattati di scienze delle finanze chiamano questo sistema “indolore”. Indolore vuol dire che i ricchi riescono a far pagare le tasse soltanto ai poveri senza che se ne avvedano.

Spesso ci è venuto fatto di parlare del padrone.
Esiste? Sarà un gruppetto di uomini intorno a un tavolo con in mano le fila di tutto: banche, industrie, partiti, stampa, mode?
Noi non lo sappiamo. Sentiamo che a dirlo il nostro scritto prende un che di romanzesco. A non dirlo bisogna fare gli ingenui. È come sostenere che tante rotelle si son messe insieme per caso. N’è venuto fuori un carro armato che fa la guerra da sé senza manovratore.

Una classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo, la guerra, la disoccupazione. Se occorresse “cambiare tutto perché non cambi nulla” non esiterà ad abbracciare il comunismo.

Il meccanismo preciso non lo sa nessuno. Ma quando ogni legge sembra tagliata su misura perché giovi ai pochi e freghi noi non si può più credere nel caso.

Le segreterie dei partiti a tutti i livelli sono saldamente in mano ai figli di papà. I partiti dei lavoratori non si differenziano dagli altri su questo punto, non arricciano il naso davanti ai figli di papà. E i figli di papà non arricciano il naso davanti ai partiti dei lavoratori. Purchè si tratti di posti direttivi. Anzi è fine essere “coi poveri”. Cioè non proprio “coi poveri” volevo dire “a capo dei poveri”.
In conclusione vanno a far leggi nuove quelli cui vanno bene le leggi vecchie. Gli unici che non son mai vissuti dentro le cose da cambiare. Gli unici che non son competenti di Politica.

Oggi sappiamo molto più di quanto sapessero questi contadini incoraggiati a pensare. Il padrone, o meglio i padroni, sono sempre meno velati. Le logiche che li guidano sempre più evidenti anche agli occhi di chi non vuol vedere. Una casta che fa di tutto perché non cambi nulla.
E di fatto da cinquant’anni ad oggi non è cambiato nulla, il sistema è sempre lo stesso, funziona sempre a servizio degli interessi privati della casta e a discapito di noi 99 percento e di quanto ci sia di bello e da salvaguardare al mondo.

Stokely Carmichael è stato in prigione 27 volte. Durante l’ultimo processo dichiarò: “non c’è un solo bianco di cui mi fidi”.

Quando un giovane bianco che aveva speso la vita intera per la causa dei negri gli gridò: “veramente nemmeno uno, Stokely?” Carmichael si voltò verso il pubblico, guardò l’amico e disse: “No, nemmeno uno”.
Stokely Carmichael è stato leader del Student Nonviolent Coordinating Committee e del movimento Black Power negli Stati Uniti. Quelli di Black Power chiedevano il potere perché stanchi di chiedere l’eguaglianza e non ottenerla.

Un passaggio tutt’altro che banale. Che tuttavia si riconduce al comune sentire: nessuno farà per te quel che tu non fai per te.

COSA VUOL DIRE

Cosa vuol dire? Questo è il punto: il potere deve passare di mano. La casta – qualunque partito appartiene alla casta – non farà mai leggi che cambino radicalmente le regole del gioco. E nel passare di mano il potere si deve anche trasformare. Perché è come per la storia dell’anello, l’anello del potere, appunto: non puoi usarlo senza divenire il nemico. Lo scriveva De Andrè: certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza, però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni. Passando di mano il potere si deve trasformare, spezzandosi, così da distruggerlo ai minimi termini. Non lo si può gettare nel Monte Fato, come lo si spezza? Semplice, introducendo regole di tutela che impediscano il concentramento di potere in pochi individui (eliminazione dei conflitti di interesse in ogni loro forma), facendo in modo che le persone referenti di responsabilità limitate lo siano per un numero di anni sufficiente per svolgere un ampio lavoro ma non oltre, e rendendo ogni processo politico trasparente.

FARE POLITICA

Parafrasando quell’insegnante, don Lorenzo Milani: Politica è darsi delle regole per uscire dai problemi tutti insieme, con una peculiarità: partire dagli ultimi.
Fare Politica è semplice. Si parte dal decidere come usare i soldi che raccogliamo tutti gli anni con le tasse. Si continua affidando alla conoscenza condivisa tra esperti dei diversi settori la riflessione e la decisione sulle linee di sviluppo: la legiferazione.

Fare Politica? Ecco un po’ di cose semplici da fare:

Parlamento pulito (nessun condannato può essere parlamentare). Massimo di due legislature (8-10 anni sono più che sufficienti per cambiare un paese). Abolizione di tutti i privilegi della Casta. Introduzione di regolamentazioni per l’eliminazione di ogni possibile conflitto di interesse (in Italia ci sono conflitti di interesse ovunque, un intreccio di ruoli a controllare tutto). Abolizione del monopolio mediatico televisivo. Abolizione dei finanziamenti ai quotidiani. Tassazione equa patrimoniale. Redistribuzione finanziaria: le nostre tasse non devono più andare ai partiti, ai giornali, all’industria militare, alle banche, alle grandi società, alle opere galattiche ed inutili quali il ponte sullo stretto o la TAV, ma alla sanità, all’università, alla ricerca, alla scuola, all’incentivazione dell’imprenditoria del locale e dell’innovazione ecologica in tutti i settori. Revisione delle regolamentazioni contrattuali: è tollerabile che un imprenditore guadagni più di un suo lavoratore nel rapporto di 1:10.000, e che anche quando la società crolla mentre le persone vengono buttate per la strada il loro incremento stipendiale prosegua? Vera liberalizzazione nel mercato del lavoro. Ricalibrazione del sistema finanziario bancario basato sul debito. Cambiamento delle politiche urbanistiche (stop cementazione, ma piuttosto ristrutturazione ed innovazione di quanto già costruito nonché ripensamento della viabilità soprattutto urbana). Lotta concreta all’evasione fiscale (mai più condoni). Demolizione di quelle leggi che favoriscono la criminalità organizzata (dalle intercettazioni all’utilizzo dei beni confiscati alla mafia). Penalizzazione di reati quali il falso in bilancio. Eccetera.

LA RETE E IL MOVIMENTO 5 STELLE

Sono cose difficili da pensare, da condividere? Sono talmente elementari da lasciare sconcertati. Ma possiamo anche solo lontanamente immaginare vengano messe in atto dall’attuale classe politica? Sappiamo benissimo quali cose devono essere fatte, ma manca una classe politica che possa realizzarle.

Possiamo farlo noi, coordinandoci con un Movimento che non ha nulla a che fare con i partiti e con tutte le loro logiche del potere, che sono solo da ignorare e rimuovere.

Oggi abbiamo una cosa che l’umanità non ha mai avuto prima: la rete! La conoscenza è sempre più alla portata di tutti, e ci raggiunge alla velocità della luce.
Ma conoscere NON È SUFFICIENTE. Si deve AGIRE. La rete deve arrivare in Parlamento. Il processo è già iniziato. Mosso da un buffone (Grillo), che come i buffoni di tutti i tempi ha dovuto e deve lottare per non farsi inchiodare la lingua. Sollevato dalla rete di informazioni prima e poi di azioni concrete.

Si tratta: 1) di coordinarsi in Rete per l’elaborazione delle idee di sviluppo, basata sulla condivisione delle conoscenze professionali e 2) di eleggere rappresentanti che decisionalmente parlando valgono 1 (come gli altri partecipanti al movimento) e che – divenuti cariche istituzionali – semplicemente siano portavoce di tali idee e al tempo stesso terminali interni per la messa in rete trasparente di tutti i processi che avvengono in quei luoghi che siamo abituati a sentir chiamare stanze del potere e a vedere come luoghi inaccessibili, e che invece sono per logica natura aperti alla conoscenza poiché proprio in essi si prendono le decisioni che influiscono sulla vita di tutti.

L’umanità non ha fatto un solo passo avanti, non uno solo, grazie a quelle persone che non sono capaci di sognare, vedere avanti, quelli che dicono “è sempre stato così e così sarà sempre”. Non uno. Quindi se sei uno di quelli, gira pagina oppure chiudi proprio il libro; gli altri lavoreranno anche per te, come al solito. Se invece appartieni agli altri, guarda qui.
Raccolgo una manciata di video del MOVIMENTO 5 STELLE che mi sembrano significativi. Ascoltali.
Ecco, io mi domando COSA si possa dire di più vero, sentito, sensato, COME si possa contrastare, se non in mala fede.
C’è tutto il nostro ragionare in questa rete.
È a questa rete che le associazioni di medici, di ingegneri, di insegnanti si agganciano già ora per portare conoscenza ai cittadini e fare Politica vera, AGIRE.
È l’entrare in questo MOVIMENTO DI RETE il modo di trasformare la conoscenza che dalla rete ci arriva in AZIONE politica vera, democratica, intelligente. Ho sempre meno dubbi.

Intervista (pessima come nello standard delle interviste televisive) ad alcuni ragazzi del Movimento 5 Stelle

Grillo insegna economia agli economisti, in presenza del premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus

Grillo parla alle persone vicino casa mia (Vado Ligure)

Vaccino per la malaria by GSK ottiene 47% di successo

Una prima serie di test clinici ha dimostrato l’efficacia di un vaccino contro la malaria e fa ben sperare i ricercatori, che da anni studiano il modo di renderci immuni dalla malattia alla base di circa 780mila morti ogni anno in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Circa metà dei bambini che hanno ricevuto il vaccino sono sopravvissuti al contagio.

Il vaccino si chiama RTS,S ed è stato realizzato dalla società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK). Ha richiesto più di 25 anni di sviluppo e negli ultimi tempi parte delle ricerche sono state finanziate dalla Bill and Melinda Gates Foundation, l’organizzazione messa in piedi dal cofondatore di Microsoft insieme con la moglie.

I test clinici, spiegano sul New York Times, andranno avanti fino al 2014 e comprenderanno esami e verifiche su circa 15mila bambini. Ieri, nel corso di una conferenza a Seattle (Washington), i ricercatori hanno mostrato i primi dati segnalando come la somministrazione di tre dosi abbia protetto il 47 per cento dei 6000 bambini tra i 17 mesi e i 5 anni. I dati saranno pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine e sono definiti incoraggianti, anche se sarà necessario ancora molto tempo prima di verificare l’effettiva efficacia del vaccino.

Solitamente i vaccini vengono distribuiti quando nei test clinici arrivano intorno al 90 per cento di protezione, il farmaco contro la malaria si ferma per ora al 47 per cento, ma secondo i ricercatori della GSK si tratta di un risultato ugualmente importante. In pochi anni un vaccino con questa efficacia potrebbe comunque salvare diverse milioni di vite, ha detto l’amministratore delegato della società farmaceutica.

Realizzare un vaccino contro la malaria è un’operazione molto più complessa rispetto alla creazione di vaccini per gli altri virus. La malaria è causata da parassiti, protozoi appartenenti al genere Plasmodium, che causano febbre alta con complicazioni e in molti casi la morte, specialmente tra i pazienti più deboli. Questi parassiti si spostano dal sangue al fegato e poi nuovamente nel sangue, cambiando caratteristiche, ed è difficile creare un farmaco che li possa fermare. La principale via di contagio sono le zanzare del genere Anopheles e per questo motivo le tecniche di prevenzione sono solitamente tese a ridurre le popolazioni di questi insetti nelle aree molto abitate, soprattutto in Africa, America del Sud e parte dell’Asia.

Fino a ora GSK ha speso circa 300 milioni di dollari nella ricerca per RTS,S, che sarà probabilmente commercializzato con il nome Mosquirix. La società spenderà almeno altri 100 milioni di dollari nei prossimi anni per i test clinici. Il vaccino potrebbe offrire grandi opportunità commerciali per la società, che tuttavia ha deciso di venderlo al costo di produzione nei paesi poveri dove è molto presente la malattia, con un cinque per cento aggiuntivo sul prezzo finale per finanziare nuove ricerche contro la malaria.

Altre aziende farmaceutiche sono al lavoro per produrre un loro vaccino, ma per ora non hanno ottenuto risultati così incoraggianti. Molto dipende dall’approccio che viene seguito per debellare i parassiti: alcuni ricercatori si concentrano sulle proteine che si trovano sulla superficie di ogni parassita, e che potrebbero dare la chiave per fermarlo, altri cercano di innescare particolari reazioni nel nostro sistema immunitario per rendere innocui i parassiti.

sito di provenienza della notizia: ILPOST

mobilità urbana intelligente e moderna: il Car Sharing

carsharing

Se abiti in una “grande” città italiana
(Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Emilia, Roma, Scandicci, Sesto Fiorentino, Taranto, Torino, Venezia, Viareggio ed altre ancora…informati)
se possiedi una automobile con la quale fai meno di 10’000 km all’anno sappi che esiste un modo più economico e più intelligente e meno inquinante e stressante di muoverti in città: il CAR SHARING.

Come funziona:
L’auto in condivisione è un sistema semplice e conveniente per i tuoi spostamenti urbani.
Acquisti solo l’USO di un’auto anziché l’auto stessa: telefoni, prenoti (sceglie il tipo di vettura, l’ora, il giorno ed il parcheggio di prelievo che dev’essere lo stesso di rilascio), prendi la vettura, la utilizzi normalmente poi la restituisci e a fine mese ti arriva la fattura su carta di credito.
Con il CarSharing paghi l’auto solo quando la usi. Carburante, parcheggio, manutenzione, bolli e assicurazioni…tutto compreso.
Un’auto in car sharing sostituisce ed elimina dalla circolazione in media 10 auto private. Meno auto private in circolazione vuol dire più spazio per i cittadini, più parcheggi liberi, traffico più scorrevole e, di conseguenza, trasporto pubblico più efficiente.
Con il CarSharing PUOI: usare le corsie riservate ai servizi pubblici, circolare durante le domeniche ecologiche e le targhe alterne e nelle zone a traffico limitato!!

Ho la tessera a Torino da tre anni…mi trovo talmente bene che ho “fatto fuori” la mia macchina…spendo molto di meno, posso cambiare auto tutti i giorni (compreso i mezzi commerciali con cui ho fatto due traslochi spendendo circa 20€!! e non ho più la “preoccupazione” di parcheggio, benzina, revisione, bollo, assicurazione, ZTL, meccanico, gommista etc etc
Lo raccomando a chiunque…informatevi…

Quanto costa:
per prima cosa bisogna spendere circa 200€ per fare la tessera (dura 1 anno) poi si paga in ragione dell’utilizzo delle automobili (qui il link alla tabella delle tariffe del mio gestore). Per capirci calcolate di spendere circa 10€ per classica serata pizza-cinema con fidanzata/amici. Se vi sembra tanto provate a calcolare quanto spendete con l’auto privata ma ricordatevi di calcolare l’ammortamento dell’acquisto dell’auto + la benzina + la revisione + il parcheggio + il meccanico + il bollo + l’assicurazione etc…vi costa di più!!!

Qui il link all’associazione italiana che riunisce i vari gestori italiani: IniziativaCarSharing

dentisti solidali e volontari

CopiaIncollato dall’articolo di NICCOLÒ ZANCAN su La Stampa di oggi:

Dottor Mario Ansaldi, perché lo fa? «Perché ci credo. Perché lo ritengo doveroso. Perché è un aiuto concreto in un momento di sofferenza diffusa. Perché, come si diceva una volta: dove c’è posto per un figlio, possono mangiare anche in due». E lei, dottor Ettore Bresci, perché viene qui ad aggiustare il sorriso dei torinesi che non possono pagarsi le cure dentarie? «Perché ho fatto un giuramento come medico. E ho fatto un giuramento anche come massone: assistere i miei fratelli. Non mi nascondo. A chi resta perplesso, rispondo: la massoneria sta alla P2 come il comunismo sta alle Brigate Rosse. Ci sono stati errori e deviazioni, ma questa è un’altra storia».

Questa è la storia di un posto unico in città. Asili Notturni Umberto I, via Ormea 119. Dove ogni giorno si dà da mangiare a chi ne ha bisogno: 50 mila pasti caldi l’anno. Dove si offrono 20 posti letto senza chiedere nulla in cambio. Dove dodici medici volontari, in un laboratorio odontoiatrico all’avanguardia, spendono un po’ del loro tempo gratis perché ci credono: 2050 interventi nel 2010. La massoneria, che in quanto tale ancora ha il potere di agitare fantasmi e paure, qui è scoperta. Scopertissima. Ci sono squadra e compasso sulla porta d’ingresso, i simboli dell’ordine. I finanziamenti per il lavoro quotidiano arrivano in parte dal Gran Oriente d’Italia: 50 mila euro nell’ultimo bilancio. Il motto del 1886 – anno di fondazione – è ancora quello di oggi: «Labor, virtus, caritas». Mentre l’anima di tutto questo è un signore che si presenta con un sorriso dolce e ironico insieme: «Sì, sono Sergio Rosso, il massone».

La storia di Rosso merita un capitolo a parte. Nel 2003 viene travolto da un’inchiesta giudiziaria: «Truffa sull’alluvione». È accusato di aver favorito un risarcimento ingiusto per la concessionaria «Autovallere» di Agostino Tocci. Lavorava come consulente dell’assessore regionale Matteo Brigandì. Titoloni sulle cronache: «Storia di Rosso, il massone amico dell’avvocato di Bossi». Risultato: dopo sette anni e tre gradi di giudizio, è stato assolto con formula piena. Ha ottenuto anche un risarcimento danni. «Umanamente è una vicenda che mi ha fatto molto male – racconta – però forse è stato un segno del destino, perché mi ha portato a fare una svolta radicale nella mia vita. Avevo una grossa partecipazione in un’azienda dell’indotto, ho venduto tutto per dedicarmi agli Asili. Ora sono più gratificato. Mi sento utile, le endorfine che produco mi danno gioia». Cosa significa per lei essere un massone? «Cercare di affrontare dentro me stesso i problemi dell’uomo. Cercare i valori universali: fraternità, libertà e uguaglianza. Qui nessuno prende un euro per quello che fa, neppure un rimborso spese. Qui nessuno segue trame di natura politica. Nessuno cerca vantaggi personali. Il bilancio annuale degli Asili non supera i 120 mila euro l’anno, di cui 10 mila euro finanziati dal Comune di Torino».

Non bisogna per forza essere massoni per imbarcarsi nell’avventura. Contano le intenzioni. Come spiega il dentista Maurizio Damonte: «Non so nulla di massoneria. Collaboro anche con i camilliani e presto forse con Emergency. Quello che mi interessa è il rapporto umano che si instaura con i pazienti e con gli altri volontari».

Gli Asili crescono. Oggi verrà presentato l’ampliamento della struttura odontoiatrica, due nuove sale operatorie comunicanti. Alta tecnologia al servizio di chi sta peggio. Fra i pazienti dell’ultimo anno: 95 ammalati con patologie infettive, 65 tossicodipendenti, 16 alcolisti, 3 trapiantati. Anche la squadra di dentisti volontari sta crescendo, da dodici a venti. Fanno i turni per non lasciare giorni scoperti.

La coda che si forma davanti all’ingresso, invece, è per i posti in mensa. Distribuiscono i numeri per evitare discussioni. La gente sta aumentando, perché cresce la povertà e diminuiscono i centri d’accoglienza. Nella città dei santi sociali restano solo due posti dove mangiare gratis di sera. Gli Asili notturni dei massoni e il convento dei frati Cappuccini. Vorrà dire qualcosa?

La banca del tempo

Ne avevo già sentito parlare ma non mi era chiaro il meccanismo,  l’idea è semplice, si offrono servizi, prestazioni, tempo in cambio di tempo, cucini per qualcuno e qualcuno ti guarda il bambino, offri ripetizioni di matematica e chiedi compagnia per una serata a teatro, etc etc.
La provincia di Torino ha attivato questo servizio.

qui il link alla pagina web con le informazioni sulla Banca Del Tempo di Torino

Pagina 3 di 6

Powered by Cubosphera.net