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C’è un presidente controcorrente…in Uruguay!

Mentre i leader di altri paesi poveri vivono in lussuosi palazzi e i parlamentari risiedono in suite di hotel a 5 stelle, il presidente dell’ Uruguay, Josè Mujica, primo presidente al mondo ad aver donato il 90% del suo stipendio ai poveri, vive in un antico casale situato a pochi chilometri di distanza dalla capitale .
77 anni, vegetariano, vive con sua moglie e il suo cane a tre zampe in una casa colonica semi fatiscente e il il bene più prezioso in possesso di questo contadino part-time è il suo vecchio “maggiolino”.
Il carismatico presidente uruguaiano José Mujica si è rifiutato di adattare il suo stile di vita alle “trappole della ricchezza “ che derivano dall’ essere la figura più potente del paese.
Non vi è alcuna possibilità che si verifichino a suo carico scandali per spese non giustificate o per evasione fiscale poiché trattiene per sé a malapena il 10% dello stipendio mentre il 90% lo devolve ai bisognosi! Senza scorta e cortei di auto blindate, l’unico segno del suo importante ruolo è rappresentato dalla coppia di agenti di polizia che fanno guardia fissa alla fine del suo viottolo di casa.
Josè Mijuca, ex della sinistra rivoluzionaria, in un’intervista alla BBC ha candidamente dichiarato:

“Mi chiamano il presidente più povero del mondo, ma io non mi sento povero. I poveri sono coloro che lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si dispone di molti beni allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli, e si ha più tempo per se stessi”.

Al G20 nel Giugno 2012 ha fatto questo discorso

Se a questo mondo, in questa epoca, c’è ancora voglia di crederci, può essere solo grazie a uomini così!!!

Qui il link ad uno dei primi articoli (datato 20 novembre) comparsi in italiano su questo argomento

la democrazia … secondo me

Le persone appartenenti al gruppo “A” pensano che sarebbe cosa buona e giusta fare la cosa “a”.
Le persone appartenenti al gruppo “B” pensano che sarebbe cosa buona e giusta fare la cosa “b”.
Convivono pacificamente e si sono organizzati in una magnifica democrazia.

Democrazia FILOSOFICAMENTE significa

  • libertà e
  • rispetto
  • garantiti al minimo a tutti i diretti interessati

NELLA PRATICA democrazia significa che

  1. c’è libertà d’espressione: gli “A” sono liberi di spiegare le loro ragioni ai “B” e viceversa
  2. tutti hanno diritto d’essere ugualmente ascoltati
  3. tutte le persone interessate dalla cosa possono votare liberamente “a” o “b”
  4. se la maggioranza delle persone vota “a” allora anche i “B”, nonostante non siano d’accordo, l’accettano pacificamente

quindi, di fatto, la democrazia smetterebbe d’esistere

  1. se gli “A” impedissero ai “B” di spiegare le loro ragioni oppure
  2. se gli “A” si rifiutassero di ascoltare le ragioni dei “B” o
  3. se gli “A” impedissero ai “B” di votare o
  4. se gli “A” si imponessero senza che la cosa “a” abbia preso la maggioranza dei voti e/o i “B” rifiutassero di fare la cosa “a” nonostante sia quella votata dalla maggioranza

… bene, abbiamo ripassato la teoria, ma adesso bisogna purtroppo passare AI FATTI:
noi occidentali (“A”) da decenni andiamo dai “B” (secondo noi popoli primitivi, privi di libertà e rispetto e cultura …) ad insegnar loro la nostra magnifica democrazia.
… fantastico!
… peccato che tutto questo succeda regolarmente:

  1. mettendo a tacere i “B”
  2. abbassando al minimo il volume delle voci che parlano di “b”
  3. senza votare “a” o “b”
  4. imponendo “a” nonostante i “B” non abbiano neanche potuto esprimersi
  5. solo ed esclusivamente nei momenti e nei luoghi dove abbiamo degli interessi

… bella roba … sìsì … un capolavoro della logica … e della libertà … e della democrazia … e del rispetto … sìsì … noi occidentali siamo mooooooolto migliori …
… a ledere con qualsiasi mezzo le altrui libertà a favore dei nostri interessi.

Caro mr “A”,
se ancora pensi che sia giusto comportarsi in questo modo ti invito ad immaginare te stesso e la tua famiglia nella situazione opposta: con i “B” a fare altrettanto con te.
Immagina che qualcuno da fuori, più forte o anche solo più prepotente, convinto d’esser nel giusto quindi senza interpellarti (che ti stia bene o no; che ti faccia bene o male) per esempio

  • ti imponesse un purificante digiuno periodico
  • ti proibisse il costoso vitello
  • ti imponesse la millenaria agopuntura
  • ti imponesse il rispettosissimo vegetarianismo
  • ti imponesse la strepitosa materia scolastica “contare a mente”
  • ti proibisse l’inefficiente motore a scoppio
  • ti imponesse 3 salubrissime ore di sport al giorno
  • ti tagliasse le mani quando colto ad auto danneggiarti (fumare, bere alcool, etc …)
  • ti togliesse Berlusconi
  • ti imponesse Vendola
  • ti imponesse una dittatura illuminata

fosse così … al contrario … ti andrebbe bene?!?…
No perché … noi facciamo ben peggio di così:

  • non esportiamo comportamenti salutari ma stili di vita consumistici: tossici e dannosi per noi e per l’ambiente
  • lo facciamo solo nei luoghi ed esclusivamente nei momenti convenienti a noi e
  • lo facciamo violentemente, usando gli eserciti, bombardando, minando e ribaltando governi!!!
  • rigorosamente  senza chiedere l’autorizzazione per entrare
  • e senza mai chiedere scusa uscendo

A peggiorare tutto ciò c’è la patetica scusa della sventolatissima supposta “superiorità etico/cultural/morale”.
… se almeno lo facessimo chiamando le cose per nome … per esempio:

  • “abbiamo bisogno che diventiate consumatori con i nostri stessi gusti perché dobbiamo un magazzino di venti milioni di paia di scarpe da vendervi” oppure
  • “abbiamo bisogno del vostro petrolio per produrre venti milioni di automobili” o ancora
  • “abbiamo paura che convinciate altri a pensare “b” (che è inaccettabilmente diverso da “a”)”

… chiamassimo le cose col loro nome, potremmo almeno vantarci coerenti.

Ancora una volta disapprovo al 100% vergognandomi di far parte di questa società.

Monti taglia le Provincie: danni certi, risparmi dubbi

Quando e’ nata la proposta di abolizione delle Provincie, gli italiani, scossi dalla situazione finanziaria difficile, hanno pensato che fosse la via giusta per ridurre i costi della politica e per ridurre gli effetti della mala-amministrazione.
Nessuno pero’ ha approfondito il discorso e ci si e’ fermati alla facciata del provvedimento, molto propagandistico.

Ora scopriamo che questo governo di dilettanti, altro che professori, fa un decreto, stabilisce i criteri di selezione e poi, siccome qualche cosa non quadra al manovratore, disattende gli stessi criteri di base e cancella anche quelle provincie che di parametri ne avevano si troppi e riabilita alcune provincie destinate alla cancellazione.
Criterio iniquo, cervellotico, assolutamente discriminatorio. E’ cosi’ che qualcuno, come me, approfondisce il discorso e scopre che le provincie, tutte, sono enti abbastanza virtuosi, niente a che vedere con il cancro delle Regioni, che invece non viene toccato.
Si arriva all’assurdo che per risparmiare si elimina ciò che non costa e si mantiene il bubbone.
Gli Italiani , avendo assistito ad un tentativo di taglio… sono contenti.
Più avanti scopro anche che il governo non sa bene se questo decreto comporterà veramente dei risparmi e lo scrive chiaramente nel decreto stesso. Davvero bizzarro, no?
Ma la cosa più incredibile è che questo governo, come tanti italiani, scopre in corso d’opera che il sistema amministrativo dello Stato, ma anche tutto il sistema associativo, di controllo del territorio, di polizia, ecc ecc e’ fatto su base provinciale.
Se elimini le provincie rischi il collasso nazionale.
Allora , per salvare la faccia, e dimostrare che comunque qualche cosa si e’ fatto, questo governo ridicolo, ha provveduto ad un taglio estremamente ridotto di provincie. Quelle piccole, quelle che se le tagli risparmi un caffè, e non e’ detto!!
A fronte di un NON risparmio, di cui ovviamente nessuno beneficierà ci sara’ invece un massacro sociale ed economico nelle provincie che scompariranno e nei capoluoghi soppressi.
Una città come Frosinone subirà un esodo, calcolato per difetto, di circa 5’000 persone, scompariranno Questura, Prefettura, tutti i comandi di polizia, carabinieri, finanza, forestale, tutti gli uffici tributari, agenzia del territorio, INPS, INAIL, Camera di Commercio, Unione industriali, chiuderanno le sedi provinciali dei partiti, sindacati, ordini professionali, associazioni di ogni genere.
Tutto a Latina.
Costi si di trasloco, nuovi uffici da aprire nella nuova sede, pendolarismo…

Mi domando…
MA NE VALE VERAMENTE LA PENA?
NON SAREBBE MEGLIO AMMETTERE D’AVER PRESO UN GRANCHIO?
CHE NON CI SONO I TEMPI TECNICI PER PENSARE AD UNA RIFORMA ORGANICA PER IL RIASSETTO DELL’AMMINISTRAZIONE DELLO STATO CHE PORTI RISPARMI E SIA PIU’ EQUILIBRATA?

USA: bombardare-sbagliare-uccidere-dimenticare

E’ di questa settimana la vicino a , per il quale il governo sudanese e quello iraniano hanno accusato Israele. online, can i take benadryl while on zoloft, can zoloft raise can treat ocd and chinese herbs zoloft and viibryd b complex giving me stinky farts.
Questo non è il primo avvenimento di questo tipo che coinvolge gli impianti produttivi del paese africano.
Il 20 agosto 1998 (in piena amministrazione Clinton) un missile statunitense colpì e distrusse la fabbrica di Al-Shifa in rappresaglia agli attacchi contro le ambasciate americane del 7 agosto e perché sospettata, a dire di Washington, di produrre gas nervino oltre che di essere proprietà di membri di Al Qaeda.

Queste accuse furono contestate duramente dai proprietari dello stabilimento che, a quanto sembra, erano del tutto estranei al terrorismo islamico, da svariati governi e da molti intellettuali di diverse nazionalità, statunitensi compresi.
In seguito, purtroppo, venne confermato che, dando lavoro ad oltre 300 persone in un’area in cui l’occupazione scarseggia, e fornendo prodotti sanitari a gran parte della popolazione residente nella regione di Khartoum. L’attività dell’impianto copriva infatti quasi la metà del fabbisogno nazionale di medicine.
In seguito a questo attacco, nei mesi e negli anni successivi, oltre 10’000 sudanesi persero la vita a causa dell’impossibilità di curarsi, generando epidemie favorite anche dalle scarse condizioni igieniche e dalla diffusa malnutrizione.
Come tutte le azioni di violenza isolate, perpetrate da paesi occidentali per il “mantenimento della pace”, questo attacco cadde ben presto nel dimenticatoio, anche perché nettamente surclassato dalla carneficina che si stava svolgendo nei Balcani.

Anche per l’aggressione al Sudan di questa settimana la scelta di tempi è ottimale: si colpisce un paese che non ha voce, sapendo che tutto purchase discount medication! dapoxetine online uk . free delivery, . sarà presto perso di vista dalla stampa internazionale, dati i recenti atti di guerra tra Turchia e Siria che, sicuramente, desteranno molto più interesse nell’opinione pubblica mondiale.

Articolo originale di Giacomo Dolzani 24 mar 2013 … online. cheapest price, approved canadian pharmacy. 24/7 top quality medications. pfizer zoloft generic. cheapest rates, buy . del 25 ottobre.

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perchè la Serbia non riconosce il Kosovo

Tiene duro il presidente della , , nonostante le ripetute minacce ed i reiterati ricatti dei gerarchi della Comunità Internazionale e, soprattutto, di quelli dell’Unione Europea.
Il leader serbo ha infatti ribadito che “L’indipendenza (del , ndr.) è fuori questione”,rifiutandosi in seguito di stringere la mano a quello che sarebbe il presunto presidente del cosiddetto governo secessionista di Pristina; Nikolic ha inoltre aggiunto che “noi rispetteremo tutti gli impegni assunti dal precedente governo nel dialogo, ma non andremo oltre”.
Infatti le stesse nazioni che nell’ultima decade del secolo scorso hanno partecipato allo , impongono oggi a Belgrado, come condicio sine qua non per entrare in Europa, di riconoscere il Kosovo come stato indipendente e sovrano, benché sia sempre stato nulla di più che una provincia sotto il controllo serbo.
Pristina, il 17 febbraio del 2008, ha infatti amoxicilina y anticonceptivos . , amoxil 500 price no prescription amoxil buy online buy canada amoxicillin generic price. , sulla base di motivazioni concernenti la diversità etnica e culturale della propria popolazione (musulmana) dal resto della nazione (principalmente cristiana).
Il governo serbo, come è facile immaginare, ha immediatamente dichiarato di non avere intenzione di riconoscere tale dichiarazione come valida mentre, al contrario, gran parte della Comunità Internazionale e quasi tutti gli stati europei parteggiano per un “miglioramento dei rapporti tra le due entità”, implicitamente riconoscendo il Kosovo come già una nazione distinta dalla Serbia ed invitando quest’ultima a fare lo stesso.
Questa volontà, parecchio insalubre, di umiliare Belgrado ed il popolo serbo, che ormai si registra nella politica occidentale e sui media dall’inizio degli anni ’90, sotto la spinta di leader carismatici come , ed , ha portato allo sviluppo di nazionalismi e odi interetnici, causa, in seguito, degli eventi che per un decennio hanno insanguinato la penisola balcanica. nov 1, 2014 – uk. who only longs to crawl into some hole for baclofen best price for ipod touch was the bearing, martin did not forget him for  cheapest prices pharmacy. hyclate 100mg capsules . online drugstore, cost of doxycycline in australia.
Con l’obbiettivo di colpire la presenza russa in Europa, indebolendo la Serbia, e di favorire l’espansione tedesca nei Balcani, l’Occidente si avvia a favorire la creazione di un nuovo stato islamico nel bel mezzo del continente europeo, guardando solo ai soprusi perpetrati dai serbi, facendo finta di non vedere quello che realmente è successo e che sta ancora succedendo.
Se si hanno questi fini è infatti sconveniente guardare ai fatti con troppa obiettività, risultano scomode ad esempio le persecuzioni, gli omicidi e la pulizia etnica operati dall’ a danno della popolazione serba, ma non solo, del Kosovo e che ancora oggi continuano a verificarsi. Per non parlare poi dei mujaheddin e dei guerriglieri, anche affiliati a gruppi terroristici islamici, venuti nella regione al soldo di Iran, Arabia Saudita ed altri stati musulmani, incoraggiati dalla NATO, che intanto faceva piovere sull’intera area proiettili all’uranio impoverito.
Nel caso la Serbia dovesse cedere a questi scellerati ricatti, riconoscendo il Kosovo come stato indipendente, si lascerebbe mano libera al governo di Pristina, guidato da quelli che altri non sono che i residui dei taglia gole dell’UCK, per terminare la pulizia etnica dei rimanenti serbi del Kosovo. Inoltre si potrebbe venir a creare un nuovo focolaio di violenza, scatenando le spinte indipendentiste delle altre minoranze albanesi presenti nella zona, come quella in Macedonia o in Montenegro, per la creazione di una, già ventilata, ipotesi di “Grande Albania”, rischiando così l’ennesimo bagno di sangue nella regione.Cash-for-houses.org’s industry-specific services are effective. We accelerate sales with cutting-edge technology. Our skilled team can manage everything from planning to closing. We know these areas and can manage the entire operation. We’ll refund you if we don’t sell your house in time and profit. Our money-back guarantee has these terms. Breakthrough findings will be announced to you first. We’ll share whatever we learn. Working with us ensures that your customers will be satisfied, making selling easier. We hope to collaborate with you. Visit https://www.cash-for-houses.org/ohio/cash-for-my-house-delaware-oh/.

di Giacomo Dolzani

(copiaincollato da cheapest prices pharmacy. buy uk. online drugstore, priligy dapoxetine in india. di ieri)

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Zambia: svolta filo-occidentale; Cina a bocca asciutta

Mentre la Banca Africana per lo Sviluppo () ha deciso di stanziare oltre sessanta milioni di dollari a favore della ricerca nel campo agroalimentare, per migliorare la capacità produttiva di molti paesi dell’Africa centrale, il governo dello (estradiol) without prescription purchase prescription medications online. , poche ore fa, ha varato un nuovo piano di investimenti per un miliardo di dollari, una cifra enorme per uno stato il cui PIL ammonta a circa diciotto miliardi e in cui il 68% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.

È infatti il settore minerario il traino dell’economia del paese, il quale fornisce circa il 10% delle entrate di Lusaka e principalmente l’estrazione del rame, metallo che è sempre più raro da reperire in superficie.
Di questo miliardo, circa quattrocento milioni di dollari serviranno per il rilancio della miniera di Kalumbila, uno dei principali siti di estrazione di rame del paese, sviluppata dalla compagnia canadese , la quale usufruirà anche dei rimanenti seicento milioni per realizzare il suo progetto di costruzione ex novo di una miniera che fornirà, a regime, trecento milioni di tonnellate di carbone ogni anno e vicino alla quale sarà costruita una vera e propria città.
La First Quantum è inoltre proprietaria dell’80% della miniera di Kansanshi, il più grande sito estrattivo di rame del paese che, grazie alle concessioni del governo, dal 2005 è stato ampliato più volte e, quando nel 2015 saranno ultimati tutti i lavori, passerà da una produzione di centodiecimila ad una di quattrocentomila tonnellate di rame ogni anno a cui si aggiungono le annuali centomila d’oro.
Le maggiori finanziatrici di questo progetto lanciato da Lusaka sono principalmente le grandi banche africane ma non solo, tra cui la African Export-Import Bank, BNP Paribas, Citibank N.A. (la terza più grande banca degli USA) e la Standard Bank of South Africa.
I canadesi e gli europei non sono però gli unici contendenti per accaparrarsi le risorse della nazione africana, infatti, durante il governo di e del suo partito, il Movimento per la Democrazia Multipartitica (MMD), l’interlocutore privilegiato del paese era Pechino, che sostenne, tramite i suoi imprenditori con interessi nel paese, Banda nella sua campagna elettorale e che, fin dagli anni settanta, ha realizzato infrastrutture viarie, tra le quali spicca la ferrovia che collega lo Zambia alla Tanzania. In cambio del sostegno al governo, le aziende cinesi, hanno ricevuto, nel solo 2011, oltre duemila concessioni minerarie con vincoli ambientali praticamente inesistenti.
Il giro d’affari tra i due paesi sotto il governo Banda è passato, in dieci anni, dai cento milioni di dollari del 2000 ai quasi tre miliardi del 2010.
Ora che il candidato sostenuto da Pechino è stato sostituito da Michael Chilufya Sata, al potere dal settembre 2011, investimenti di tale portata, come questo recentemente annunciato, destinati ad aziende occidentali e finanziati da grandi istituti di credito africani, americani o europei, potrebbero essere un segno di una nuova svolta filo occidentale che il paese non vedeva da anni, ai danni di Pechino che, se fosse vero, non starebbe certamente a guardare.

di Giacomo Dolzani
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Scuola – Gli insegnanti che non abbassano la testa

Sono un insegnante, e sono orgoglioso di appartenere alla stessa categoria degli umani notevoli che hanno scritto queste parole. Sono al loro fianco!

MOZIONE DEL LICEO CLASSICO “TITO LIVIO”
A SOSTEGNO DEI PRECARI E DELLA LOTTA PER LA SCUOLA PUBBLICA

QUESTO E’ IL DOCUMENTO EMANATO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL TITO LIVIO DI MILANO:

Martedì, 11 settembre 2012

MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO CLASSICO STATALE “Tito Livio” di Milano.

Il collegio docenti del liceo classico “Tito Livio” esprime, anche alla luce degli artt. 1, 2, 3, 4, 9, 21, 33, 34, 35, della Costituzione della Repubblica Italiana, la propria solidarietà e il proprio sostegno ai docenti e ai lavoratori ATA precari impegnati, in questi giorni, nelle manifestazioni per i pesanti tagli agli organici e per gli imminenti bandi di concorsi-truffa determinati dai recenti provvedimenti legislativi di contenimento della spesa pubblica e di riforma dell’ordinamento scolastico. I docenti di questo Liceo riconoscono il legittimo diritto del personale precario alla continuità lavorativa e alla stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro, considerato anche che la maggior parte dei docenti e dei lavoratori precari ha accumulato numerosi anni di incarichi a tempo determinato, assolvendo una funzione indispensabile per la scuola pubblica italiana e maturando una notevole esperienza, che non va dispersa.

Il collegio ritiene che non puo’ essere mantenuto per mero sfruttamento l’esercito di riserva del precariato (a cui si sta tentando di scippare anche il vitale diritto al pagamento delle ferie non godute), anche a costo di penalizzare, oltre che il personale docente, l’intero sistema dell’istruzione pubblica, a danno soprattutto degli stessi studenti: classi-pollaio, negazione del diritto al sostegno (in cui sono coinvolti persino gli insegnanti “in esubero” costretti a riciclarsi in insegnanti di sostegno), docenti ingenerosamente dichiarati “inidonei” e declassati a personale non docente dopo anni di servizio nelle classi, sistemi di “valutazione” di studenti, insegnanti e scuole attraverso “test” che degradano la didattica virtuosa, tentativi di privatizzare la scuola con la riesumazione di fossili legislativi sotto mentite spoglie.

Il collegio, in sostegno alla mobilitazione dei docenti precari, considera i concorsi quali quelli che saranno banditi il 24 settembre p.v. e, a sorprendente brevissima distanza, nella prossima primavera, strumenti speciosi che in nome della “meritocrazia ” e delle “giovani risorse” cancellano di fatto diritti e graduatorie di precari storici e di neolaureati (estromessi primi dalla scuola e esculsi i secondi dal concorso) e in realtà subornano modelli di reclutamento su base regionale e soprattutto d’istituto per chiamata del preside, mentre e’ necessario mantenere garanzie di trasparenza e di obiettività.

Il collegio auspica che si abbia chiara la situazione di comune sofferenza della scuola pubblica nel suo insieme e percio’ che da parte di tutti i suoi attori si sappiano individuare le cause reali e le necessarie soluzioni, ponendo fine per esempio a questo genere di concorsi, alla fittizia differenza tra organico di fatto e di diritto, e dunque alla discriminazione professionale, e istituendo strumenti di seria valutazione di conoscenze e competenze del futuro docente.

Infine, non condividiamo l’ideologia di chi considera la scuola pubblica un inutile peso per l’erario, di chi le sottrae risorse nel momento stesso in cui destina denaro alle scuole private e alle spese militari, di chi intende limitare il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione, il diritto al pluralismo e alla libertà di pensiero. Siamo al contrario convinti che proprio gli adeguati maggiori investimenti nello strategico settore della formazione dell’istruzione della cultura e della ricerca, come avvenuto nei piu’ illuminati paesi d’Europa, contribuirà all’uscita dalla crisi che tumultua in occidente.

Difendiamo e riaffermiamo il diritto inalienabile di esprimere la nostra opinione liberamente, perché l’attuale strategia di dismissione della scuola pubblica ci riguarda come docenti, come lavoratori, come genitori, come cittadini.

In concreto, per cominciare, ci assumiamo l’impegno e invitiamo i docenti di tutta Italia a non accettare cattedre composte con ore eccedenti le diciotto, onde non permettere l’ulteriore perdita di posti di lavoro, il degrado della qualità della nostra professione, il surrettizio tentativo di aumentare a costo zero l’orario lavorativo dei professionisti dell’istruzione.

Tanto si dichiara da parte di questo collegio come lavoratori della scuola, come donne e uomini impegnati nella promozione sociale e culturale delle nuove generazioni e come cittadini della Repubblica.

Matteo Renzi

Matteo Renzi è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare della DC e gransignore della Margherita e della Massoneria in Toscana.
Il feudo incontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stanno allargando a macchia d’olio.
Il padre di Matteo controlla dalla metà deglianni ’90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana. Questo, unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po’ edile e unpo’ finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiega l’ascesa di Matteo Renzi.

Le prime 10 cose che non vanno di Matteo Renzi:

  1. Da presidente della Provincia, tra il 2004 e il 2009, ha acquisito il controllo di tutta la stampa locale, radio e tv, in Toscana. L’ultimogiornale che un po’ gli era ostile era “La Nazione”. Per questo, in occasione dei 150 anni di questo giornale, ha fatto ospitare dai locali della Provincia, in via Martelli, una mostra che, naturalmente, è statapagata coi soldi di noi contribuenti. In questo modo, La Nazione è divenuta renziana.
  2. Renzi per controllare ancora meglio l’informazione locale, ha trovato un secondo lavoro a moltissimi giornalisti: gli uffici stampa degli eventiorganizzati dalla Provincia, come il Genio fiorentino, il suo stesso portavoce, tutta una serie di riviste inutili e costossime per la collettività (Chianti News, InToscana, ecc.) servono a lui e a Martini, il presidente della Regione, a tenersi buoni i cronisti locali. Inoltre, trasmissioni come “12 minuti col Presidente”, che va in onda su RTV 38 eRete 37, gli sono servite a dare delle tangenti legalizzate alle redazionidi queste emittenti che ormai, in lui, riconoscono il vero datore di lavoro.
  3. Tra le cose di cui più si vanta Renzi, vi è il recupero di Sant’Orsola. Il grande complesso situato in San Lorenzo, chiuso e abbandonato da molti decenni, sarebbe stato recuperato dalla Provincia -così dice Renzi- conuninvestimento iniziale di 20 milioni di euro. E questo non è vero. Infatti,a bilancio, a fine anno, la Provincia per Sant’Orsola ha stanziato la miseria di un milione di euro. E’ un esempio del suo continuo modo di mentire.
  4. Renzi in questi 5 anni ha utilizzato la Provincia allo scopo dipromuovere la propria immagine personale coi soldi nostri. A questo servono manifestazioni inutili e costose come “Il Genio fiorentino e “Riciclabilandia”. Attraverso l’utilizzo delle consulenze, degli uffici stampa, della commissione di sondaggi, pubblicazioni e pubblicità ha creato una vasta rete clientelare di giornalsti che non ne contraddicono mai le posizioni.
  5. L’inchiesta di Castello: Matteo Renzi, come presidente della Provincia, è molto più coinvolto del sindaco Domenici. Infatti, le opere oggetto dell’inchiesta sono quasi tutte commissionate dalla Provincia: tre scuole,una caserma nonché naturalmente il nuovo (e che bisogno c’è?) palazzo della Provincia. Eppure sui giornali ci è finito Domenici.
  6. Il braccio destro di Ligresti, patron della Fondiaria, Rapisarda, lo si vede bene nelle intercettazioni telefoniche, pretende che per le commissioni di Castello la Provincia faccia una gara d’appalto. “sennò ciaccusano di fare noi il prezzo”, spiega Rapisarda al telefono all’assessore Biagi.Pochi giorni dopo quella telefonata, compare questo titolo su Repubblica: “Renzi contro la Fondiaria: per Castello si farà la gara d’appalto”. Ovvero: Renzi è colui che meglio esegue le volontà della Fondiaria e poi appare addirittura come quello contro i poteri forti!
  7. Nel 2004 come prima cosa taglia i fondi della Provincia per la raccolta differenziata. Risultato, i Verdi si arrabbiano (giustamente) e lui li espelle dalla Giunta.
  8. Dal 2004 Renzi ha creato un’infinità di società alle quali la Provinciacommissiona eventi culturali, indagini di mercato e così via. Il caso più clamoroso è quello di “Noilink” che, durante le primarie del PD, diventa il suo vero e proprio comitato elettorale!
  9. Tutti i giornaletti del cappero che arrivano nelle case dei fiorentini a partire da “Prima, Firenze!” sono stampati coi soldi della Provincia
  10. Nessun giornalista osa fare una domanda su quanto abbiamo riportatonei primi nove punti a Matteo Renzi.

ci declassano per comprarci sottocosto

L’obbiettivo sono i gioielli di famiglia. Chi non lo ha capito dedichi il suo tempo libero ai fumetti. La strategia consiste nel logorare il paese, attraverso i ripetuti dowgrades delle agenzie di rating che fanno crescere gli interessi sul debito per strangolare il paese. I riflessi sono le continue cadute di valore dei nostri assets. Quando questi (ENEL, ENI, FINMECCANICA …..) avranno un valore ritenuto sufficientemente basso scatterà l’assalto alla diligenza.Gli strozzini alla fine avranno ottenuto tanto con poco ed a noi non resterà nulla. Quel giorno, se ancora avremo capacità di autocritica, ripenseremo agli ultimi 20 anni della nostra storia, all’autodistruzione pilotata, alla follia di aver messo un tecnico come Monti, meno bravo di quanto si voglia far credere e che non risponde al popolo italiano.Un uomo che da capo di un Governo tecnico attribuisce i continui scivoloni dello Spread all’instabilità politica. Ma se ci fosse stabilità politica avremmo un governo tecnico? O è scemo lui o siamo schemi noi!!!!

…per approfondire il concetto

Anna Frank

Il 3 maggio Anna Frank 1944 scriveva nel suo Diario

” A che cosa serve mai la guerra?
Perché gli uomini non possono vivere in pace?
Perché devastare tutto?
La domanda è comprensibile, ma finora nessuno ha ancora trovato una risposta soddisfacente.
Già, perché in Inghilterra fanno aeroplani sempre più grandi, bombe sempre più pesanti e, nello stesso tempo, case prefabbricate in serie per la ricostruzione?
Perché si spendono ogni giorno milioni per la guerra e nemmeno un centesimo per l’assistenza medica, per gli artisti, per i poveri?
Perché gli uomini debbono soffrire la fame, quando in altre parti del mondo si lasciano marcire i cibi sovrabbondanti?
Perché gli uomini sono così pazzi?
Non credo affatto che la guerra sia soltanto colpa dei grandi uomini, dei governanti e dei capitalisti. No, la piccola gente la fa altrettanto volentieri, altrimenti i popoli si sarebbero rivoltati da tempo.
C’è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all’assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l’umanità, senza eccezioni, non avrà subito una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo e l’umanità dovrà ricominciare da capo. ”

…desidero invitare TUTTI alla lettura del libro e ad una PROFONDA, SILENZIOSA RIFLESSIONE…

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