Tag: plastica

Acqua in plastica

Acqua in bottiglia.
Siamo un paese pieno di acqua potabile, la sprechiamo con le fontanelle a getto continuo, scarichiamo il wc con acqua potabile, eppure beviamo acqua in bottiglia. Bottiglie di plastica. Ma quante? Quanta plastica consumiamo in Italia per bere acqua potabile quanto quella del rubinetto?

La piemontese “Fonti di Vinadio Spa” con il marchio Sant’Anna è il primo brand sul mercato italiano ed ha una quota (del settore delle acque minerali) superiore al 14% ed un fatturato di oltre 230 milioni di euro nel 2013 (triplicato rispetto a dieci anni prima) ed è passato da 60 milioni all’anno di bottiglie vendute del 2000 ai circa 750 milioni.

Fonte: pagina linkedin della Sant’Anna quindi ritengo affidabili questi dati.
Li ho interpolati e questi sono i risultati:

750’000’000/0.14 = 5’357’142’857 bottiglie di acqua consumate in Italia in 1 anno
Cioè circa 2 bottiglie a settimana a testa (che, contando la ristorazione etc mi sembra effettivamente ragionevole)
Una bottiglia di plastica da 1.5 litri pesa circa 35 grammi. In totale quindi consumiamo circa 175k tonnellate di plastica all’anno.

L’italia butta nell’immondizia ogni anna 5 miliardi di bottiglie di plastica solo ed esclusivamente per l’acqua.

Voglio smettere

25 consigli per ottimizzare la conservazione del cibo

Spreco Alimentare

Spreco Alimentare: per ogni consumatore di Europa e Nord America finiscano in pattumiera, ogni anno, dai 95 ai 115 chili di cibo.
In italia il cibo sprecato ha un valore economico pari al 0.5% del PIL nazionale.
Imparare a consumare e conservare correttamente il cibo è fondamentale per ridurre al minimo questa imbarazzante forma di spreco.

1) CIPOLLE
Messe in un paio di vecchi collant (puliti!) e appese in un luogo asciutto, fresco e buio, come un armadio o una soffitta, le cipolle dureranno fino a 8 mesi. Inseritele una a una nelle “gambe” delle calze, e separate un ortaggio dall’altro con un nodo. In questo modo saranno libere di “respirare” e prolungheranno la loro vita. Quando ve ne servirà una, sarà sufficiente tagliare con un paio di forbici lo scomparto della cipolla più bassa.

2) PATATE
In ogni caso, tenete le cipolle della dispensa lontano dalle patate: i gas prodotti dalle prime fanno germogliare le patate più velocemente.
Meglio, invece, conservare le patate accanto alle mele: rimarrano più a lungo senza germogli (fino a 2 mesi). Su questo punto, però, non tutti sono d’accordo: alcuni esperimenti scientifici hanno dimostrato che l’etilene, un gas inodore prodotto dalle mele durante il processo di maturazione, fa germogliare le patate più velocemente.

3) ASPARAGI
Per mantenere gli asparagi freschi e croccanti più a lungo vanno tenuti come i fiori: tagliate di un centimetro i gambi, e riponete l’intero “mazzo” in un vaso pieno d’acqua fresca. Così come sono potete metterli in frigorifero, magari coperti da una busta di plastica. Cambiate l’acqua quando quella del vaso vi sembra un po’ torbida. Così dureranno per circa una settimana (anche se naturalmente, è sempre meglio mangiarli freschi).

4) AROMI
Lo stesso metodo di conservazione si può sfruttare anche per mantenere fresche le piante aromatiche in foglia – come basilico, prezzemolo, coriandolo ed erba cipollina – appena acquistate. A meno che non decidiate di coltivarle direttamente in vaso, sul balcone.
Le aromatiche dalla foglia più “carnosa”, come il timo, possono essere appese ed essiccate al sole in estate, per poi essere sgranate e conservate in barattoli di vetro durante il resto dell’anno.
Se state per congelare delle erbe aromatiche, potete optare per una soluzione molto pratica (che farà storcere il naso ad alcuni “puristi” della cucina): inserite ciuffetti di basilico, prezzemolo o altre aromatiche in foglia in un dito o due di olio, e congelate. Ricaverete pratici “cubetti” da utilizzare per condire al momento qualunque piatto.

5) AGLIO
L’aglio. In genere se ne usa poco per volta, e conservato per settimane in frigo rischia di germogliare. Per farlo durare più a lungo, gli esperti consigliano di tenerlo al riparo dalla luce in un luogo fresco e asciutto, che abbia una temperatura intorno ai 10 °C (per esempio, in una cantina). Oppure, dopo averlo acquistato, lo si può pelare e congelare, in spicchi separati, in un sacchetto da freezer.

6) AVANZI
Disponeteli sempre in bella vista nella parte centrale del frigorifero. Sarà più facile ricordarsi che, prima di aprire qualcosa di nuovo, occorre finire quelli.

7) CARNE e PESCE
Così come la carne, il pesce deve essere riposto nella parte più fredda del frigo (in genere il comparto più basso). Dopo averlo eviscerato e lavato, sistematelo negli appositi sacchetti da frigorifero e consumatelo entro 24 ore. Altrimenti, meglio congelarlo.

8 ) VETRO meglio della PLASTICA
Tenete da parte i barattoli delle conserve sott’olio e delle marmellate: saranno un ottimo contenitore per gli avanzi, molto più adatti alla conservazione rispetto alle classiche vaschette di plastica: il vetro, a differenza della plastica, è un materiale non poroso e tende a non assorbire odori e colori dei cibi. Approfondimenti sulla plastica e il cibo a questo link.

9) BANANE
Le banane fanno parte dei cosiddetti “frutti climaterici”: frutti, cioè, che continuano a maturare anche dopo essere stati staccati dalla pianta e che nella fase finale della maturazione aumentano la produzione di etilene. In un’ora un chilo di banane lasciato a una temperatura di 15 °C produce 5 microlitri di etilene, e ne bastano pochi microgrammi per accelerare il processo di annerimento dei frutti. Avvolgendo un po’ di pellicola intorno al picciolo si eviterà al gas di diffondersi, facendo maturare prematuramente anche il resto del frutto. Anche conservare le banane separatamente l’una dall’altra e non in un unico casco può prolungare la loro vita.

10) PORRI
Interi e freschi i porri marciscono in fretta. Ma se li tagliate e li mettete in una bottiglia di plastica da mezzo litro, potrete facilmente congelarli, e utilizzarne nelle giuste quantità ogni volta che vi servono.

11) FRAGOLE, MELE (e frutta in genere)
Le fragole? Ecco un consiglio per evitare di buttarne in pattumiera interi cestini. Preparate in un’insalatiera una soluzione con 10 parti d’acqua e una di aceto bianco o di mele. Tuffateci le fragole, mescolate qualche volta, scolate e risciacquate. L’aceto eliminerà batteri e muffe, e la frutta durerà quasi due settimane (senza sapere di aceto, poiché la soluzione è molto diluita).
Una mela ammaccata contagerà le altre più facilmente, poiché l’etilene viene prodotto in grandi quantità quando un frutto è sottoposto a stress e traumi (come una botta): consumatela per prima, dopo aver rimosso la parte scurita e ossidata.

12) ACETO e SALE
Aceto e sale conservano il cibo.
Il sale agisce per via osmotica, disidratando l’alimento e impedendo ai microrganismi di utilizzare l’acqua di cui hanno bisogno per vivere. L’aceto invece riduce il pH del cibo: molti batteri non tollerano l’ambiente acido.

13) BROCCOLI
I broccoli andrebbero consumati entro pochi giorni dall’acquisto, perché sono ortaggi che “respirano” (cioè consumano ossigeno e zuccheri per produrre nutrienti utili alle proprie cellule) molto velocemente. Per prolungare la loro vita, può essere utile avvolgerli in un foglio di alluminio, o in una pellicola che li isoli dall’atmosfera, limitando il contatto con l’ossigeno e rallentando di fatto la respirazione. Una valida alternativa è quella di surgelarli, dopo averli lavati bene con acqua, sale e aceto, e dopo un’accurata bollitura. Una volta raffreddati, cotti e insacchettati, dureranno anche nove mesi.

14) FORMAGGI
Cercate di comprarli a piccole dosi, mano a mano che vi servono, evitando scorte eccessive che ammuffiranno facilmente. Avvolgeteli nella carta oleata di confezionamento, separati per tipo, e riponeteli nella parte del frigo più adatta a prevenire essicazione, eccesso di calore o di freddo. I formaggi stagionati andrebbero tenuti a una temperatura di 10-12 °C (nello scomparto più alto), quelli freschi, a 2-4 °C (nella parte bassa del frigo).
Il parmigiano va conservato in frigo a una temperatura di 4-8 °C, possibilmente al riparo da cibi particolarmente odorosi (la parte grassa del formaggio tenderà ad assorbire gli odori). Lo si può lasciare avvolto in una pellicola per alimenti, controllando che il frigo non sia eccessivamente ventilato e mantenga il giusto grado di umidità.

15) ZENZERO
Tenute in freezer, le radici di zenzero saranno più facili da grattuggiare e pelare al momento opportuno, perché meno fibrose di quando lo zenzero è fresco. Unico inconveniente: una volta congelate, saranno difficili da tagliare. Se dovete farlo, meglio dividerle in pezzi prima di riporle in congelatore.

16) FUNGHI FRESCHI
Il classico sacchetto di plastica farebbe inumidire eccessivamente i funghi che ammuffirebbero. Conservateli in una busta di carta, riposti in frigorifero o in un altro luogo fresco e asciutto.

17) PANE
Il pane fresco andrà conservato in un sacchetto di carta, o all’aria (al massimo coperto da un panno pulito): in ogni caso, a una temperatura di circa 20 °C, e in un luogo asciutto. I sacchetti di plastica sono adatti al pane in cassetta, che contiene conservanti e difficilmente ammuffisce. Mentre il pane cotto in forno, tenuto direttamente nella plastica o in frigorifero, tenderà a diventare gommoso e ad ammuffire più facilmente. Meglio, se lo si vuole conservare per due o tre giorni, avvolgerlo prima in un sacchetto di carta (che ne assorbirà l’umidità) e poi nella plastica, che lo terrà al riparo dall’aria. Oppure, lo si può congelare, dopo averlo tagliato a fette e aver rimosso tutta l’aria dai sacchetti da freezer.

18) INSALATA
Un foglio di carta da cucina o un tovagliolo di carta (da sostituire ogni tanto) assorbiranno l’umidità dell’insalata aiutando a conservarla più a lungo. In ogni caso, una volta acquistata toglietela dal sacchetto di plastica e riponetela, insieme alla carta assorbente, in un’insalatiera o in una busta di carta: la plastica fa aumentare la condensa.

19) LATTE
Conserva il latte nella parte intermedia del frigo e non nell’anta laterale, dove rischia di prendere calore ogni volta che apri lo sportello.

20) POMODORI
Per far maturare più velocemente i pomodori conservateli con la frutta: l’etilene accelererà il processo. Quelli già giunti a maturazione andrebbero lasciati a temperatura ambiente, lontani da fonti di calore dirette, col picciolo rivolto verso l’alto (meglio se ancora uniti in un grappolo). In ogni caso il frigorifero ne altera il sapore: se proprio li volete conservare lì (non in buste di plastica!) toglieteli almeno un’ora prima di consumarli.

21) FRUTTA SECCA
Un buon modo per utilizzare la frutta secca, e non lasciarla abbandonata per ere geologiche in qualche anta della dispensa, è arrostirla nel forno non appena comprata, lasciarla raffreddare e stiparla in barattoli. Sarà così pronta all’uso ogni volta che vorrete utilizzarla in qualche ricetta.

22) UOVA
La temperatura ideale di conservazione delle uova in frigorifero è di 4-5 °C, pertanto meglio evitare di tenerle nella porta del frigo, dove alloggia l’apposito contenitore, e riporle nel ripiano più alto, dove staranno più al fresco. Conservatele nel contenitore d’acquisto, e non a contatto con altri cibi per scongiurare il rischio di contaminazione degli alimenti con il batterio della salmonella, che si può annidare sul guscio. Prima di consumarle, se avete dubbi sulla loro freschezza fate la “prova dell’acqua”: se, messe in un bicchiere d’acqua, galleggeranno, significa che è meglio non mangiarle, perché si è accumulato gas all’interno del guscio. Se invece vanno a fondo, significa che sono freschissime.

23) FRIGORIFERO OTTIMIZZATO
Cerca di tenere il tuo frigo ordinato: nei cassetti in basso, riponi frutta e verdura; nei ripiani più bassi, quelli più freddi, puoi tenere carne e pesce, e prodotti deperibili come i salumi o i formaggi freschi.
Nello spazio più in alto puoi tenere formaggi stagionati e cibi cotti, e le bibite nello sportello.
Evita di tenere il frigo troppo pieno: l’aria fredda non riuscirebbe a circolare e ciò potrebbe compromettere la conservazione del cibo.
Inoltre, faresti fatica ad accorgerti di ciò che hai e rischieresti di far scadere gli alimenti.
Tieni i cibi cotti separati da quelli crudi, per evitare contaminazioni batteriche; e cerca di non sostare a lungo davanti al frigorifero aperto.
Assicurati che non si formi ghiaccio alle pareti, effettua regolarmente le operazioni di sbrinatura e ricordati di pulire il frigo regolarmente (va benissimo una miscela, atossica e disinfettante, di acqua e aceto, o acqua e bicarbonato), e asciugalo con attenzione dopo il lavaggio: il cibo resisterà più a lungo e consumerà meno corrente elettrica.
Un bicchierino di bicarbonato posto in fondo al frigorifero aiuterà a tenere alla larga i cattivi odori.

24) CONGELATORE OTTIMIZZATO
Si possono congelare carne e pesce freschi, frutta e verdura (a patto che non si tratti di ortaggi troppo acquosi come pomodori, insalata, cetrioli, banane o pesche, o – ancora – di patate), cibi cotti, sughi, pane. Una volta scongelato, è bene non ricongelare, per scongiurare contaminazioni batteriche e perdita di sostanze nutrienti. Per evitare passaggi bruschi di temperature, è quasi sempre meglio scongelare usando il frigo (trasferendovi, cioè, i cibi che si trovavano in freezer), anche se occorrerà più tempo.

25) MUFFA sì e no
Dipende. In alcuni formaggi, come il gorgonzola o il camembert, è un elemento caratteristico e di pregio. Se però la muffa si forma in alimenti che non dovrebbero contenerne, ci si può intossicare con le micotossine o le aflatossine prodotte dai funghi microscopici che la costituiscono.
Ecco la guida precisa sui cibi ammuffiti da buttare via:
In generale, si devono eliminare quelli freschi o di consistenza fluida o liquida (come lo yogurt, la ricotta e i succhi di frutta), perché le tossine si propagano facilmente al loro interno.
Per i formaggi stagionati invece è sufficiente togliere la parte cattiva.
Anche le marmellate possono essere consumate dopo aver eliminato la parte ammuffita, perché qui l’elevato contenuto di zucchero impedisce la formazione di tossine.
Si devono invece buttare via il pane ammuffito e la frutta con polpa succosa, come le pesche o i pomodori, mentre dalle mele è sufficiente togliere la parte andata a male.

il magnifico Albatros

Gli Albatros sono uccelli marini di grandi dimensioni.
Ne esistono una ventina di specie.
L’albatro urlatore e quello reale sono gli uccelli dalla maggiore apertura alare (fino a 3,5 metri) viventi sulla terra.
Vivono principalemente negli oceani meridionali.

Personalmente li ho visti a Taiaroa (NZ) ed è stata una esperienza semplicemente magica che mi ha REALMENTE cambiato la vita.

Sono creature maestose e magnifiche…in grado di volare a pochi centimetri dalle onde oceaniche, per centinaia e centinaia di miglia…ininterrottamente .
Trovano nutrimento esclusivamente dal mare e vengono sulla terra ferma solo per nidificare.
Sono immensi ma magnificamente aggraziati, planano senza quasi mai battere le ali sfruttando al meglio i forti venti oceanici.
Sano in grado di volare centinaia di chilometri al giorno per settimane di seguito…un animale con satellitare ha percorso 6’000 km in 12 giorni.
Vivono circa 50 anni ed iniziano a riprodursi non prima dei 5/10.
Da quel momento, per il resto della vita, la coppia è fissa e monogama.
La “rottura” della coppia avviene solo se si manifesta sterilità o se uno dei due non fa ritorno all'”appuntamento uovo”.
L’albatro vive tutta la vita in mare aperto…in totale solitudine ma, regolarmente, puntualmente, la coppia si ritrova nel posto giusto e nel giorno e mese giusto sulla terra ferma per riprodursi.
A volte uno dei due è qualche giorno in ritardo allora il compagno attenderà.
Se il ritardatario non tornerà, l’altro aspetterà per settimane intere poi volerà via e tornerà l’anno successivo.
Se ancora manca il partner allora, forse, si cercherà un nuovo sposo…forse…se il cuore glielo permetterà nuovamente.
Un uovo solo è deposto dalla femmina (di solito ogni due anni) e al “piccolo” serviranno molti mesi (dai 5 ai 10 dipende dalle specie) prima di prendere il volo.
In questo lungo periodo i due genitori vanno a pesca nei “dintorni” del nido e rientrano un paio di volte al giorno per nutrirlo. Ma a volte per cercare cibo stanno via giorni…a volte gli adulti fanno 3000 km per cercare il cibo per il piccolo.
Mentre il pulcino ingrassa (fino anche a 12 kg) i genitori dimagriscono considerevolmente perchè rigurgitano parte del loro pasto per nutrire il figlio.
Nel periodo finale, quando le piume da volo iniziano a farsi vedere, i genitori tengono il figlio “a dieta” per portarlo al “peso forma” di circa 10 kg (per l’albatro reale…quello che ho avuto il privilegio di vedere in NZ).
Un giorno il figlio decollerà, senza avvertire i genitori che troverranno il nido vuoto. Non è dato sapere se in mare si reincontreranno mai…è possibile che il figlio tornerà a nidificare lì dove è nato.

Ingegneristicamente l’albatro è semplicemente straordinario…un autentico capolavoro…
Il notevolissimo allungamento alare (ala molto larga (destra – sinistra) e poco lunga (avanti – dietro)) permette una efficienza da record (perdendo quota fa tantissima strada in avanti).
L’ala infatti è così tanto portante che a volte, quando c’è tanto vento, l’unica possibilità che ha di atterrare è chiudere le ali e lasciarsi “cadere” a terra…se le ali stanno aperte è impossibile andar giù!!!
L’ala è talmente grande che si piega in tre parti…tutti gli altri uccelli in due.
L’albatro ha un sistema osseo unico nel regno animale che blocca, meccanicamente, le ali nella posizione “aperta”. Grazie a questo “trucchetto” l’albatro usa pochissimo i muscoli (ha infatti dei pettorali piccolissimi…fatte le dovute proporzioni).
L’albatro ingerisce troppo sale ma questo viene smaltito grazie ad un organo “magico” (una specie di desalinizzatore) posto alla base del cranio. Qui viene prodotto un liquido saturo di sale che viene espulso attraverso le narici. Il becco dell’albatro è solcato da due scanalature che uniscono le narici alla punta adunca.
In oceano aperto spesso sulla punta del becco si forma una “lacrima”. I marinai hanno per questo motivo creduto per secoli che questo magnifico uccello fosse triste e piangesse per il dolore di una vita passata in solitudine nell’immensità dell’oceano.

C’è un problema…un problema grave…gravissimo…mortale:
la maggioranza degli albatri sono a rischio di estinzione.
L’uomo lo sta estinguendo.
Le reti da pesca affioranti, la scarsità di pesce, la distruzione (o anche il “disturbo”) dei luoghi (una manciata in tutto il mondo) di riproduzione, l’alterazione (volontaria o involontaria, consapevole o inconsapevole) degli ecosistemi in generale, e, dagli anni ’60 sempre di pù, l’ingestione di plastica galleggiante.
Gli albatri vivono distanti migliaia di chilometri dall’uomo e nonostante ciò, pescano e mangiano etti e etti di plastica…accendini, sacchetti e tappi di coca cola galleggiano ovunque, anche nei più remoti e selvaggi oceani del sud, e vengono ingeriti dagli uccelli marini che, non potendola digerire, muoiono. Quando “fortunati” muoiono velocemente di blocco intestinale, quando sfortunati muoiono di fame, lentamente, nonostante mangino, perchè lo stomaco, pieno di plastica, non riesce a digerire tutto il pesce.

Qui trovate una carrellata di foto drammatiche.
Qui un buon sito dove potete informarvi, aiutare e anche “supportare” per cercare di salvare questo magnifico animale.

cortesemente rifiuta il sacchetto di plastica

I sacchetti della spesa sono quasi tutti fatti di polietilene.
Il polietilene è una materia plastica molto economica versatile e stabile. E’ derivata del petrolio, non esiste in natura ed è stata scoperta per caso nel 1898.
Il sacchetto di plastica ha iniziato a diffondersi prepotentemente in sostituzioni dei sacchetti di carta negli anni ’70 e da quel giorno ne sono stati prodotti un numero incalcolabile…pare in media, nel mondo se ne usino 150 a testa all’anno (probabilmente quindi noi “ricchi” ne usiamo almeno il doppio…diciamo ragionevolmente uno al giorno a testa!)
Il sacchetto di plastica infatti è una delle cose più “usa e getta” che ci sia: normalmente viene usato una sola volta e per pochi minuti (tipo dal carrello al bagagliaio e dal bagagliaio al tavolo della cucina) poi viene buttato.
E’ vero…costano pochissimo (fino a pochi mesi fa nei supermercati italiani non li facevano nemmeno pagare!) e sono comodissimi: occupano pochissimo spazio, sono notevolmente resistenti, pesano niente.
Inoltre…udite udite…pare (secondo questo articolo di National Geographic) che alla fine dei conti inquinino meno degli equivalenti sacchetti di carta!
Quando buttiamo via i sacchetti:

  • nella migliore delle ipotesi finiscono in una discarica cittadina e lì restano per decenni o secoli o millenni (non si sa quanto tempo ci metta il polietilene a degradare…alcune ricerche dicono 500 anni, altre mille)
  • nella peggiore delle ipotesi finiscono nello stomaco di un Albatros Reale, uccidendolo

Ma…è veramente necessario un sacchetto a testa al giorno?!?
…cioè…
Per portare a casa la vaschetta di gelato serve il sacchetto?
Per trasportare gli acquisti non si può riciclare un vecchio scatolone?
Per portare a casa il DVD serve il sacchetto?
Per il panino da portare in treno serve il sacchetto?

Consiglio a tutti di sforzarsi e cercare di ridurne l’utilizzo al minimo.
Sarebbe veramente opportuno usare i sacchetti (che siano di bio-plastica o polietilene o carta non importa) solo quando veramente utili, riutilizzarli fino alla morte e poi, quando rotti e bucati, trasformarli.

Pacific Trash Vortex: un mare di immondizia

Nell’oceano pacifico settentrionale si sta accumulando da anni una quantità GIGANTESCA di immondizia.


Ormai si tratta di una immensa isola galleggiante composta da spazzatura ovviamente prodotta dall’uomo (principalmente plastica lentissima a decomporsi). Si chiama “Pacific Trash Vortex” o “Great Pacific Garbage Patch”.
Questa spazzatura finisce inevitabilmente nella pancia di pesci, mammiferi marini ed uccelli che, forse, non ne sono proprio entusiasti.
Clicca qua per saperne di più sul Trash Vortex (wikipedia).

NB: il problema ovviamente non è circoscritto al solo pacifico del nord bensì ormai esteso ad ogni oceano, fiume, lago, foresta, isola, ghiacciaio… 🙁

e qui trovi centinaia di altri video sull’argomento

cosa si fa a valle della raccolta differenziata

Con le risorse recuperate da 150 lattine di alluminio raccolte con la raccolta differenziata si può produrre una bicicletta.

 

Con le risorse recuperate da 20 bottiglie di plastica raccolte con la raccolta differenziata si può produrre un maglione in pile.

 

Con le risorse recuperate da 287 latte di acciaio raccolte con la raccolta differenziata si può produrre un carrello della spesa.

 

Con le risorse recuperate da 3 sacchetti di carta raccolti con la raccolta differenziata si può produrre un rotolone di carta.

 

Con le risorse recuperate da 370 grammi di vetro raccolte con la raccolta differenziata si può produrre una bottiglia di vetro.

quando faccio la spesa mi porto i sacchetti da casa

Buona abitudine sarebbe anche, oltre il riciclo della plastica già acquisita, cercare di portarcene meno a casa. Tenete sempre in tasca o in borsa una sacca in tessuto, tessuto xchè è robusto e occupa molto poco spazio, per i piccoli acquisti quotidiani; latte, pane, giornale, etc. Risparmierete così almeno 1 sacchetto al giorno. Per la spesa grossa, ormai tutti i supermercati hanno in vendita, di solito a 1 euro, dei borsoni robusti e capienti, normalmente realizzati a loro volta con materiali riciclati. Lo si acquista la prima volta e poi lo riusi all’infinito, visto che ciascun sacchetto si paga 5 cent. direi che è molto + comodo e furbo.

sant’anna bottiglie ecologiche

L’acqua Sant’Anna vanta in recenti pubblicità l’imminente “entrata in servizio” di bottiglie fatte in “plastica vegetale”.
Insomma…bottiglie “eco-sostenibili”…finchè non vedo non credo ma spero…
Aspettando la Britta fatta in materiali ecologici, se non avete nemmeno la Britta in plasticaccia e proprio dovete comprare le bottiglie…

dai sacchetti di plastica rotti nascono vestiti e tappetini

La mamma di Cd0 sa trasformare magicamente una manciata di ex sacchetti di plastica in un tappetino da ingresso e mi è giunta voce che sappia addirittura tirarne fuori un giubbotto!!!

Il tutto in casa e senza usare attrezzature speciali!

Invito la signora (o la prole) a spiegarci come si fa.

Voi tutti smettete subito di buttare via i sacchetti bucati o coi manici rotti e iniziate a metterli da parte!…se va bene imparate a trasformarli con le vostre mani…se va male li mandiamo tutti alla suddetta signora!!!…ahahahha…

Powered by Cubosphera.net