il magico parco di Bomarzo

Vicino a Viterbo, tra Firenze e Roma (qui la mappa), profondamente nascoste nel verde del bosco, si nascondono da circa cinque secoli, creature straordinarie e mostri colossali.
Giuro!!!
…dovete andarci!
E’ un posto assolutamente magico!
E sarebbe ancor più magnifico e straordinario andarci senza sapere cosa ci si troverà davanti agli occhi. Quindi consiglio fortissimamente agli “organizzatori” della gita di non spiegare nulla ai figli/compagni/amici etc…

qui il sito ufficiale del parco dei mostri
qui la scheda wiki con alcune info
qui un pò di foto dei “mostri”

Precedente

Cache-pot, strumento dai mille usi

Successivo

stampa i fogli anche sul retro

  1. guest

    Il cosiddetto Parco dei Mostri o Sacro Bosco di Bomarzo, in provincia di Viterbo, è un complesso monumentale situato alle pendici di un vero e proprio anfiteatro naturale. Il vero nome è il Sacro Bosco ma è conosciuto in tutto il mondo come il Parco dei Mostri di Bomarzo. É situato a circa un chilometro dall’abitato nella vallata sottosante il palazzo Orsini. L’ideatore e realizzatore di questa opera altamente alternativa fu il Principe Pier Francesco Orsini coadiuvato dall’architetto Pirro Logorio. La simbiosi tra i due diede vita nel 1552 al Bosco di Bomarzo. La leggenda vuole che il Bosco fosse dedicato al grande amore della vita del Principe, sua moglie.

    Storia del parco

    L’architetto e antiquario Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini (detto Vicino Orsini) progettò e sovraintese alla costruzione, nel XVI secolo, il parco elevando a sistema, nelle figure mitologiche ivi rappresentate, il genere del grotesque. Alcuni studiosi, erroneamente, facevano risalire la “regia”, a Michelangelo (E. Guidoni), mentre altri, in particolare per il Tempio citavano il nome di Jacopo Barozzi detto “il Vignola”. La realizzazione delle opere scultoree fu probabilmente affidata a Simone Moschino. L’Orsini chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese (non l’omonima concubina del papa Alessandro VI). Vi sono anche architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche che rappresentano forse le tappe di un itinerario di matrice alchemica.

    Iscrizioni sui monumenti stupiscono e confondono il visitatore. Forse questa era l’intenzione del principe:

    « Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi. »

    Ci sono anche implicazioni morali:

    « Animus quiescendo fit prudentior ergo. »

    O forse il complesso fu fatto semplicemente “per arte” in un doppio senso della parola:

    « Tu ch’entri qua con mente parte a parte et dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte.»

    Scienziati storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi di spiegare il labirinto di simboli, e hanno trovato temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale, per esempio del Canzoniere di Petrarca, dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e dei poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso (in quest’ultimo compare ad esempio un dragone d’acciaio con una stanza all’interno, e dalla cui bocca uscivano amazzoni a cavallo). Sono rimasti, però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo universale, alla fine, forse non potrebbe essere trovato; su un pilastro, però, compare la possibile iscrizione-chiave “Sol per sfogare il core“. John Shearman, che cita più volte il parco nel suo Mannerism, parla di “incredibili, piacevoli e soprattutto manifeste finzioni – prodotti d’evasione artistica e letteraria“. Nel 1585, dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e nella seconda metà del Novecento fu restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, i quali sono sepolti nel tempietto interno al parco, che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese.

    I “Mostri” sono ricavati da blocchi di pietra vulcanica e posti senza un preciso ordine organico, ma seguendo gli spunti che il terreno offre.

    Da nominare per ultimo ma non per importanza ma soltanto perché è stato l’ultimo monumento inserito nel bosco è il Tempietto o Mausoleo.

    Costruito vent’anni dopo il termine del Parco dei Mostri, è stato dedicato alla moglie Giulia Farnese; l’interno del tempietto non è visitabile e all’esterno troviamo i segni zodiacali disposti non secondo lo zodiaco ma secondo il sistema solare a testimonianza di valide conoscenze astronomiche ed astrologiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Powered by Cubosphera.net