I pericoli del “pensiero leggero”

TELEVOTO E POLITICA
I pericoli del “pensiero leggero”

In questo paese è in corso una regressione culturale profonda e potenzialmente devastante.
Le “semplificazioni del pensiero” aprono le porte a pericolosissimi elementi autoritari.
Si parla di abolire il senato con la stessa (assenza di) serietà e responsabilità con cui si sceglie chi eliminare dalla casa del grande fratello televisivo.

Come illustrato brevemente nel post precedente, sono certamente minimo 10 anni che il volere politico del popolo italiano viene completamente ignorato dalle forze politiche che siedono illegittimamente e incostituzionalmente nelle camere.
Nonostante questa realtà gravissima il parlamento continua a legiferare!

Tra le tante leggi scritte e presentate (da parlamentari illegittimi) ed infine promulgate (dal presidente Napolitano che negli ultimi anni ha firmato sempre tutto) il parlamento ha approvato a marzo 2014 la “nuova” legge elettorale (italicum) nonostante (o forse proprio per questo motivo?!?) presenti gli stessi profili certi di incostituzionalità del porcellum (la legge elettorale Calderoli con la quale Berlusconi andò al governo nel 2008 ma dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale a fine 2013):
I – liste bloccate e assenza delle preferenze cioè con i deputati scelti dai capi di partito,
II – un sistema di premio di maggioranza tale da stravolgere completamente il volere degli elettori e trasformare de facto la legge elettorale da proporzionale a maggioritaria ed impedire la presenza in parlamento di tutti tranne le prime due forze politiche.

Con l’italicum, una popolazione ipoteticamente composta da

  • 10’000’000 avvocati,
  • 10’000’000 dottori,
  • 9’000’000 fattorini e
  • 21’500’000 tra baristi, ingegneri, professori, spazzini, autisti, disoccupati, casalinghe, studenti etc

verrebbe rappresentata in parlamento da

  • 55 avvocati e
  • 45 dottori

con buona pace dei diritti degli oltre 30 milioni tra fattorini, baristi, ingegneri, professori, spazzini, autisti, disoccupati, casalinghe, studenti etc

Questo governo (Renzi-Berlusconi/PD-FI) nonostante sia illegittimo, continuando a fare scempio della democrazia rappresentativa, oltre a proporre leggi elettorali incostituzionali sta cercando disperatamente di
I – riformare profondamente la Costituzione,
II – abolire il senato e
III – potenziare i poteri del presidente del consiglio.

La Costituzione non prevede la dittatura del premier: cioè il modello mostruoso che esce dalla combinazione dell’italicum, della controriforma del senato e del premierato forte.
Se si cancellerà il senato e si comporrà la camera con un sistema iper-maggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della repubblica parlamentare che sta in costituzione.

E dovremmo stare zitti e…sereni???!!!…

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le migliori cuffie al mondo sono?…

  1. Ferdinando Imposimato oggi:
    La riforma liberticida del Senato e le mancate riforme per l’eguaglianza. Uno dei maggiori esperti di democrazia , James Harrington , vissuto nel 1600, definì gli elementi essenziali delle democrazie . Harrington ricavò la convinzione che lo stato più stabile è quello in cui sia raggiunto un equilibrio perfetto tra il potere dei governanti e quello dei governati. “Il migliore metodo per creare e mantenere questo equilibrio è la istituzione di due organi legislativi in contrasto; un Senato e una camera rappresentativa ” ( John Clark Adams Il Ponte di Calamandrei Il Ponte editore p19). Ma per Harrington il Senato resta elettivo. Anche secondo Aldo Moro e Giovanni Leone, i due maggiori costituenti, doveva valere il principio della parità delle due Camere Nella seduta del 24 settembre 1947 , Leone sostenne che il Senato dovesse avere poteri uguali alla prima. A suo avviso è fondamentale importanza il principio della parità tra Senato e Camera . Soggiunse che assai più numerose sono le Costituzioni che riconoscono la parità delle funzioni delle due Camere, che non quelle che la negano”( seduta del 24 settembre 1946)
    Invece secondo il disegno di legge costituzionale del marzo 2014 del Governo , alla Camera delle Autonomie, come viene definito il nuovo Senato di nominati, in certi campi sono dati poteri di scelta più ampi di quelli della Camera. Ad essa spetterebbe un groviglio di competenze sugli stessi principi fondamentali concernenti le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Infatti per ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati , la CdA ha il potere di esprimere un parere nei trenta giorni successivi all’approvazione da parte della Camera dei Deputati, che può decidere entro i successivi trenta giorni ( art 70 legge di riforma). Impressionante è la farraginosità del sistema escogitato per disciplinare i rapporti tra Camera dei Deputati e CdA nella formazione delle leggi. Essa infatti “concorre alla funzione legislativa” e ha una “durata che coincide con la durata degli organi ai quali appartengono”. Un guazzabuglio di competenze incrociate che porta alla paralisi del Parlamento ed alla disgregazione del Paese. In tale sistema si annida il pericolo di una grave stasi legislativa: una riforma per aumentare i conflitti , mentre compito della democrazia è di evitare i conflitti, di comporli, di sedarli.
    La Camera delle Autonomie, che corrisponde al Senato federale della riforma Berlusconi, indebolisce la funzione di Governo.“ Nominata – non eletta- in parte dal Presidente della Repubblica in un periodo non coincidente con la elezione della Camera politica, e con sistema diverso, potrebbe avere una composizione politica diversa da quella della Camera e non sarebbe legata ad un rapporto fiduciario con il Governo e non soggetto a scioglimento anticipato”. In materie rilevanti come le materie di competenza normativa della Unione Europea ( art 55 legge di riforma) l’ “assemblea delle autonomie” sarebbe chiamato a decidere in via definitiva .
    La CdA avrebbe “funzione legislativa con la Camera dei deputati in materia di “revisione della Costituzione e di altre leggi Costituzionali” ( art 70 della legge di riforma); cioè legifera in materie che intaccano i principi di garanzia tra cui la indipendenza della magistratura, il diritto al lavoro dignitoso, il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto alla libertà, il diritto alla informazione e l’eguaglianza dei cittadini nell’accesso alle cariche elettive.
    In nessun paese a regime federale sono attribuiti alla seconda Camera poteri di condizionamento della funzione di Governo paragonabili a quelli costruiti per la Camera delle Autonomie italiana. Esso dovrebbe occuparsi con la Camera dei Deputati in via definitiva di “ di coordinare la finanza pubblica ed il sistema tributario. L’esperienza ci dice l’impossibilità di distinguere tali materie e l’importanza che esse assumono per la politica dei governi “ art 117 Costituzione”.
    Si tratta di un progetto disgregatore dello Stato che abbiamo il dovere di arginare con tutte le nostre forze , informando i cittadini sui pericoli che corre la nostra fragile democrazia. Della stessa idea era il Presidente Giorgio Napolitano . Egli, il 25 novembre 2004 , al convegno promosso dagli ex parlamentari a proposito della riforma federale, dopo avere definito “inaccettabile il dilatare in modo abnorme i poteri del primo ministro, secondo uno schema che non trova l’eguale in altri modelli costituzionali europei e lo sfuggire a ogni vincolo di pesi e contrappesi, di equilibri istituzionali e di regole da condividere”, concluse sul senato federale, “non resta che fare appello ai cittadini perché impediscano la promulgazione di una legge di riforma sconvolgente ,contraddittoria, produttrice di conflittualità e di paralisi nei rapporti con le istituzioni.”
    E quali garanzie offrirebbero i nominati dai Presidenti delle Giunte Regionali , dalle province autonome , dai consigli regionali e da tre Sindaci eletti da una assemblea dei sindaci della Regione; un pateracchio inestricabile, che renderebbe persino impossibile legiferare con prontezza?
    Le riforme da fare sono quelle che riguardano la eliminazione dei privilegi della casta e la sottoposizione a controllo della Corte dei Conti delle società partecipate, tra cui ENEL, Ferrovie dello Stato , TAV, ENI, Finmeccanica e
    tute le società per azioni create da Regioni , Province e Comuni che divorano mailiardi di euro. E gli affitti ingiustificati fonti di corruzione per miliardi. Queste riforme darebbero danaro per i giovani e i disoccupati

  2. guest

    Sono Felice Besostri, un avvocato milanese, uno dei tre che ha ottenuto di ammazzare il Porcellum, Però. come si dice, del maiale non si butta mai via niente e grossi pezzi sono rimasti nella nuova legge, l’Italicum.
    È una legge che presenta gli stessi difetti e in alcuni punti è addirittura peggiorativa, rispetto al Porcellum, specialmente quando le liste coalizzate, che non raggiungono il 4.5%, non eleggono nessuno, ma i loro voti vanno a favore della lista che supera il 4,5%, con l’assurdo che questa lista può prendere il premio da maggioranza da sola, senza averne i voti.
    Se mettiamo insieme questa legge elettorale e l’abolizione delle elezioni per il Senato abbiamo una democrazia plebiscitaria che non ha niente a che fare con la Costituzione Republicana.

    Blog- Avvocato stiamo cercando di fare capire a più persone possibile il perché lìItalicum non vada bene, è contro la Costituzione o comunque politicamente inopportuno, ci aiuti a capire.

    Avv. Besostri- Innanzitutto c’è una distorsione nell’uguaglianza dei voti, perché c’è un premio di maggioranza, l’unica differenza è che questa volta è prevista una soglia, ma è una soglia bassa, del 37% e soprattutto non è vincolata a nessun tasso di partecipazione elettorale. Tutti possono capire che il 37% se va a votare l’80% è un cosa, se va a votare il 50% è un’altra! Questo è uno dei primi punti.
    Secondo c’è la questione delle soglie di sbarramento alte, che addirittura per le coalizioni sono il 12%. Il 12% che supera il 10%, che la Corte europea dei diritti europei dell’uomo di Strasburgo ha posto come limite massimo per fare delle soglie di accesso. Si riferiva alle singole liste, ma in questo caso si può anche applicare a questo.
    Ma la cosa soprattutto grave è quella che le liste che raggiungono il 37% e prendono, perciò, un premio di maggioranza che può arrivare fino da un minimo di 321 a un massimo di 340 seggi lo possono conquistare non vampirizzando i loro alleati, perché dal 2%, che era il limite che ci voleva prima per una lista alleata per eleggere si passa al 4,5%. Perciò, guardando le forze attualmente in campo, sono molto poche quelle che hanno la sicurezza, allora vai da solo e devi raggiungere l’8%. Se ti metti in coalizione devi raggiungere il 4,5%, ma se i voti che dai venissero annullati nessun problema, uno non elegge nessuno, i suoi voti non contano né per raggiungere il 37% né per individuare le due liste più votate che vanno al ballottaggio. Invece qui è il trucco, quei voti dati non servono a eleggere candidati della lista, ma servono a dare il premio di maggioranza a un’altra lista della coalizione.

    Blog- Ma le liste bloccate rimangono?

    Avv. Besostri- Rimangono, e questo è l’altro elemento dove non hanno cambiato nulla ed è sicuramente incostituzionale! Perché non c’entra che adesso le liste sono più corte.
    Le liste lunghe si diceva che incidevano sul voto perché non potendo conoscere i candidati non era un voto cosciente, perciò non era un voto libero, ma se mi fanno le liste più corte che le posso conoscere, se valuto che il primo in lista vale di meno di quello che è al terzo o sesto posto, devo poter scegliere, questa è la democrazia, a meno che si facciano dei collegi uninominali facciano il maggioritario. Quello che è inconcepibile è che la Corte costituzionale gli ha detto se fate un sistema proporzionale questi sono i paletti. Loro vogliono fare un sistema proporzionale, ma non osservare i paletti e la Corte dice “Se non vuoi osservare questi paletti ti fai un bel sistema maggioritario o all’inglese o alla francese, e così hai risolto questi problemi”.
    Le liste bloccate poi sono la via per poter fare accordi con altri partiti che vengono messi nella lista del partito maggiore, perché sono garantiti, perché se ti pongono al primo posto, secondo o terzo hai qualche probabilità di essere eletto. La legge è fatta per non consentire di allearsi liberamente a un altro partito, perché a chi è al limite del 4,5% conviene mandare dei suoi esponenti ospiti della lista del partito maggiore.

    Blog- Ma l’elettore almeno ha la certezza di votare il primo della lista che vede sulla scheda?

    Avv. Besostri- No, assolutamente no, non ha questa certezza! Perché i seggi possono trasmigrare, se in un collegio plurinominale, specialmente se è piccolo, cioè quello con tre candidati, non quello con sei, gli elettori di quel collegio votano in modo massiccio per partiti che restano sotto soglia, sia dell’otto o per coalizioni che restano sotto il 12, o per una lista alleata che resta sotto il 4,5, quel collegio può non eleggere nessuno, perché i migliori coefficienti elettorali vanno in quei collegi dove sono votati i partiti che superano le soglie.
    È vero che vanno distribuiti all’interno della stessa circoscrizione, cioè la stessa regione, ma fa una bella differenza se io sono in Valtellina di dovere eleggere uno del Mantovano, che mi interessa?

    Blog- Ma resta pure la possibilità di candidature plurime? È così?

    Avv. Besostri- Sì, certamente! Inizialmente si doveva proibire le candidature plurime, come è nella maggioranza dei sistemi elettorali europei, dove è vietato candidarsi in più posti, alla fine hanno trovato un compromesso rispetto a candidarsi in tutte, che era quello che voleva Berlusconi, di candidarsi in otto circoscrizioni, ma anche così vuole dire che il candidato dovendo scegliere per un collegio, in realtà sette deputati sono eletti da lui e ancora una volta non dagli elettori.

    Blog- E neppure è previsto un quorum per la lista principale della coalizione…

    Avv. Besostri- Certamente, qui c’è un problema che fa sì che una soglia esiste per le coalizioni, il 37%, ma non c’è una soglia effettiva per il partito più grosso all’interno di una coalizione, paradossalmente uno può prendere l’intero premio di maggioranza, con una percentuale inferiore a quella che era necessaria per il premio di maggioranza con il Porcellum.

    Blog- Cioè quindi chi aggrega più liste ha più possibilità di vincere.

    Avv. Besostri- Ha più possibilità di vincere e di arrivare al 37%, ma se aggrega delle liste piccole questi non eleggono nessuno e lui vampirizza i voti dei suoi alleati…

    Blog- Dando qualche posto nella lista principale magari agli alleati..

    Avv. Besostri- Sì, qualche capo, che come al solito non viene eletto dai suoi, ma dal Partito principale, che tra l’altro decide chi, quanti e dove candidarli, e sempre lontano da dove questi vivono, in modo che non si facciano un radicamento.

    Blog- Quindi è probabile che con l’Italicum si vada al ballottaggio, e poi che cosa accade al secondo turno?

    Avv. Besostri- Che si vada al ballottaggio è altamente probabile, stando alla situazione attuale delle proiezioni, nessuna delle due coalizioni, centrosinistra o centrodestra, ha più del 37%.
    Non è previsto nessun quorum di partecipazione di elettori al ballottaggio, se paradossalmente vanno a votare addirittura meno persone di quelle che hanno votato per le due liste portato al ballottaggio, per esempio chi non ha eletto nessuno non è certo invogliato a andarsene, queste due liste una delle due si prende l’intero premio di maggioranza, ma se la partecipazione è stata bassa possiamo tranquillamente pensare che il 53% dei seggi possa andare a chi non ha neanche il venti per cento dei voti degli elettori iscritti.

    Blog- Quindi anche l’Italicum andrà dritto alla Consulta?

    Avv. Besostri- Cercheremo di mandarcelo il più rapidamente possibile, ma il vero pericolo è un altro, con questa Corte costituzionale il destino dell’Italicum è segnato, deve essere annullato come il Porcellum, ma si stanno già dando da fare, perché quest’anno scadono ben quattro giudici della Corte costituzionale, due eletti dal Parlamento in seduta comune e due nominati dal Presidente della Repubblica. Non sapremo chi sarà il Presidente al momento della nomina, però è chiaro che i favorevoli dell’Italicum gli faranno l’esame del sangue.
    Chi non è preventivamente particolare all’italicum non ha speranza di diventare giudice della corte costituzionale.

    Blog- Ma in sostanza con questa legge elettorale nel contesto di una riforma istituzionale più ampia, quale Italia politica viene disegnata?

    Avv. Besostri- Una che non ha niente a che fare con quella disegnata dalla Costituzione repubblicana.
    Un’Italia di una democrazia plebiscitaria, specialmente con questa legge elettorale per la Camera dei Deputati e l’abolizione del Senato o la sua non più elezione da parte degli elettori. Abbiamo di fatto un Parlamento che potrebbe escludere, con queste soglie alte di accesso, da un 20 a un 25 per cento del corpo elettorale, una cosa che è una ferita alla democrazia rappresentativa.

  3. guest

    Luigi Di Maio
    IL BLUFF DELLE RIFORME

    L’Italicum è spacciato. Ormai è chiaro che l’accordo tra Pd e Forza Italia salterà. Era una legge progettata per danneggiare il terzo. Ora la terza forza politica è uno di loro. C’è il rischio (per loro) che il Movimento 5 Stelle faccia il primo risultato alle europee. Berlusconi deve far saltare il banco delle riforme. Per indebolire il Governo Renzi e fregargli qualche voto (provare a fregarli a noi è inutile).

    Il Governo Letta è finito dopo pochi mesi dal suo insediamento perché gli facemmo saltare le riforme costituzionali. Vi ricordate la pompa magna dei saggi? Poi grazie alla nostra battaglia sull’Art.138, saltò la porcata: spostammo di un mese la votazione in Aula, quando Berlusconi se ne era già andato, non garantendogli più i due terzi in Aula per evitare il referendum confermativo. A quel punto iniziarono le fibrillazioni del Quirinale. Poi il tracollo totale del Governo, colpevole di non poter giustificare più il motivo della rielezione di Napolitano: le riforme. (Io lo avevo dichiarato al Fatto Quotidiano a luglio 2013, in tempi non sospetti. Articolo di De Carolis “Di Maio: Letta cadrà sull’Art. 138”.)

    È tutta qui la storia. Napolitano si fece rieleggere Re…Presidente per tutelare i partiti a discapito del Movimento 5 Stelle (che proponeva Rodotà). Per salvare la faccia nel suo discorso di re-insediamento chiese ai partiti le riforme e la legge elettorale. I partiti allora fecero le larghe intese e scoprirono che anche con i due terzi dell’aula erano totalmente incapaci di fare alcunché. Letta venne silurato anche da Napolitano per ovvia incapacità.

    Lo stesso sarà con Renzi. Napolitano ieri lo ha convocato per questo. Per farsi spiegare come mai riforme e legge elettorale si sono impantanate. Avranno sicuramente parlato di Movimento 5 Stelle e della paura per il nostro risultato alle Europee. Renzi gli avrà spiegato che non se la sente di rischiare con l’Italicum finché non sarà chiaro lo scenario elettorale.

    Dall’altra parte Berlusconi sa già di essere spacciato, sarà terzo assoluto alle europee. Quindi sta sabotando le riforme (manifestando mal di pancia sul modello del Senato) e la legge elettorale (ieri ha dichiarato che ormai “è peggio del Porcellum”) per indebolire Renzi. Berlusconi sa bene che dal Movimento 5 Stelle non si riescono a togliere voti (legge i sondaggi anche lui). L’unica speranza che ha è indebolire Renzi per succhiargli consensi.

    In tutta questa storia il Movimento 5 Stelle è l’unico che appoggia delle vere riforme. Il Ddl Chiti farà risparmiare milioni di euro ai cittadini italiani riducendo il numero di parlamentari. A dimostrazione che votiamo le proposte degli altri partiti quando sono buone. Il ddl Chiti è del Pd. Se lo ritirano dimostrano la loro vera natura. Se lo lasciano abbiamo i numeri per farlo passare.

    È incredibile che tutto si stia muovendo intorno a noi. Stiamo dettando l’agenda politica del Paese, semplicemente restando coerenti con noi stessi. Manca un mese alle elezioni. Ne vedremo delle belle.

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