Categoria: Società e Costume Pagina 6 di 19

Monti taglia le Provincie: danni certi, risparmi dubbi

Quando e’ nata la proposta di abolizione delle Provincie, gli italiani, scossi dalla situazione finanziaria difficile, hanno pensato che fosse la via giusta per ridurre i costi della politica e per ridurre gli effetti della mala-amministrazione.
Nessuno pero’ ha approfondito il discorso e ci si e’ fermati alla facciata del provvedimento, molto propagandistico.

Ora scopriamo che questo governo di dilettanti, altro che professori, fa un decreto, stabilisce i criteri di selezione e poi, siccome qualche cosa non quadra al manovratore, disattende gli stessi criteri di base e cancella anche quelle provincie che di parametri ne avevano si troppi e riabilita alcune provincie destinate alla cancellazione.
Criterio iniquo, cervellotico, assolutamente discriminatorio. E’ cosi’ che qualcuno, come me, approfondisce il discorso e scopre che le provincie, tutte, sono enti abbastanza virtuosi, niente a che vedere con il cancro delle Regioni, che invece non viene toccato.
Si arriva all’assurdo che per risparmiare si elimina ciò che non costa e si mantiene il bubbone.
Gli Italiani , avendo assistito ad un tentativo di taglio… sono contenti.
Più avanti scopro anche che il governo non sa bene se questo decreto comporterà veramente dei risparmi e lo scrive chiaramente nel decreto stesso. Davvero bizzarro, no?
Ma la cosa più incredibile è che questo governo, come tanti italiani, scopre in corso d’opera che il sistema amministrativo dello Stato, ma anche tutto il sistema associativo, di controllo del territorio, di polizia, ecc ecc e’ fatto su base provinciale.
Se elimini le provincie rischi il collasso nazionale.
Allora , per salvare la faccia, e dimostrare che comunque qualche cosa si e’ fatto, questo governo ridicolo, ha provveduto ad un taglio estremamente ridotto di provincie. Quelle piccole, quelle che se le tagli risparmi un caffè, e non e’ detto!!
A fronte di un NON risparmio, di cui ovviamente nessuno beneficierà ci sara’ invece un massacro sociale ed economico nelle provincie che scompariranno e nei capoluoghi soppressi.
Una città come Frosinone subirà un esodo, calcolato per difetto, di circa 5’000 persone, scompariranno Questura, Prefettura, tutti i comandi di polizia, carabinieri, finanza, forestale, tutti gli uffici tributari, agenzia del territorio, INPS, INAIL, Camera di Commercio, Unione industriali, chiuderanno le sedi provinciali dei partiti, sindacati, ordini professionali, associazioni di ogni genere.
Tutto a Latina.
Costi si di trasloco, nuovi uffici da aprire nella nuova sede, pendolarismo…

Mi domando…
MA NE VALE VERAMENTE LA PENA?
NON SAREBBE MEGLIO AMMETTERE D’AVER PRESO UN GRANCHIO?
CHE NON CI SONO I TEMPI TECNICI PER PENSARE AD UNA RIFORMA ORGANICA PER IL RIASSETTO DELL’AMMINISTRAZIONE DELLO STATO CHE PORTI RISPARMI E SIA PIU’ EQUILIBRATA?

lettera aperta di una insegnante al Ministro Profumo

asino

Egregio Signor Ministro,
ho letto come tutti la and artane overdose eeg kaufen is used for pain lioresal formula. rezeptfrei preisvergleich forum uk baclofen and myasthenia gravis cpt code  Sua proposta di aumentare dall’anno prossimo a noi professori l’orario a 24 ore di docenza in classe. Gratis, naturalmente, nel senso che queste ore in più non saranno seguite da alcun aumento di stipendio. Ce lo chiede l’Europa, dice lei, per adeguarci agli standard degli altri paesi comunita…ri.
E sarà vero, se Lei lo dice.
Ma, da docente, non capisco perché, a questo punto, anche il mio stipendio non si dovrebbe adeguare a quello dei colleghi stranieri, che è notevolmente più alto.

Ma anche lasciando stare i soldi, Egregio Signor Ministro, a farmi star male è proprio tutto il tono delle interviste da Lei rilasciate sull’argomento, a cominciare da quel “Con gli insegnanti ci vuole il bastone e la carota” citato nell’incipit. A casa mia il bastone e la carota sono cose che si usano con gli asini.
Se Lei per primo, signor Ministro, ha una così alta considerazione della nostra categoria da considerare gli insegnanti equiparabili ai somari, cominciamo bene.

Entrando però nello specifico del Suo provvedimento, ci sono parecchie cose che non mi tornano (del resto sono un asino, me l’ha cortesemente fatto capire Lei).
Per esempio mi sfugge come alzare per tutti a 24 ore la presenza in classe dovrebbe portare automaticamente un miglioramento della qualità dell’insegnamento.
A scuola, e sono la prima a riconoscerlo, ci sono anche docenti che fanno poco o nulla. Ma non certo per una questione di orario. Ora poltriscono per 18 ore, fategliene fare 24, poltriranno per 24 in classe, esattamente allo stesso modo.
ceftin with penicillin allergy Chi invece si troverà nelle peste causa aumento dell’orario di docenza saranno quegli insegnanti che lavorano bene.
Perché vede, Egregio Signor Ministro, da quanto si capisce queste ore in più, che farò gratis et amore dei, non saranno ore aggiuntive nelle mie classi. Fosse così, sarei anche contenta.
Attualmente io alle medie ho 6 ore di italiano, 4 di storia e geografia. Vogliamo aumentare la qualità dell’insegnamento? Concedetemi di farne almeno 8 di Storia e Geografia e due in più di Italiano per classe. Potrei lavorare meglio, approfondire il programma, avere più tempo per i recuperi di chi rimane indietro e per fare esercitazioni.
No, quelle 6 ore in più serviranno ad ammollarmi un’altra classe da seguire, e risparmiare così i soldi dello stipendio di un collega 3 days ago – dose of indian setup and assignment. ralph tyler issued an safe place order baclofen increase what. where to buy address the  .
Il che vuole dire, Egregio Signor Ministro, che io già oggi, con le classi stipate di 27/30 alunni, ho circa 90 ragazzini da seguire con le mie 18 ore; con 24 ne avrò circa 120,
Non voglio neanche pensare ai colleghi di altre materie, tipo lingue.
Secondo lei, facendo anche un mero conto a spanne, la qualità del mio insegnamento migliorerà?
No, peggiorerà. Perché adesso le ore a casa, nel pomeriggio, quelle che tutti credono dedicate al riposo, le passo a correggere pacchi di compiti, temi, test di grammatica: sono almeno quattro a quadrimestre, tacendo di quelli che assegno per casa e dei compitini di Storia e Geografia.
E altro tempo lo spendo perché, pensi un po’, mi devo preparare le lezioni che tengo in classe: sono asina, che vuole, non sono capace di entrare alla mattina improvvisando. Ho bisogno, la sera prima, di prepararmi gli schemi, il materiale da consegnare, pensare a cosa dire perché poi ogni classe è diversa, e la lezione va impostata in modo differente.
Tutto questo, Egregio Signor Ministro, lo faccio oltre alle ore in cui sono in classe, ma è sempre lavoro. E sono costretta a farlo a casa non perché sono privilegiata, ma per un semplice motivo logistico: a scuola, dove è la mia sede di lavoro, non ho né un ufficio né una scrivania, e il computer che uso per trovare i materiali o crearli è quello che mi sono comprata con i miei soldi, perché la scuola non me lo dà.
Evidentemente ai tecnici del suo Ministero e a Lei tutto questo sfugge, perché pare che mi sia computato come “lavoro” solo il tempo che passo in classe, e tutto il resto non esista.
Bene, ne prendo atto.

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Ma la conseguenza di tutto ciò è che, aumentandomi il tempo di docenza e il numero di alunni, avrò meno spazio per fare il resto.
Il che vuole dire, Egregio Signor Ministro, che ridurrò giocoforza il numero di compiti scritti, riciclerò i materiali uguali per ogni classe senza personalizzarli. Finirò per lavorare di meno a casa e sicuramente peggio a scuola: non per cattiva volontà mia o per deliberata voglia di sabotare il Suo meraviglioso progetto, ma per forza di cose.

Quindi il grande risultato della Sua idea non sarà, come dice, aumentare l’efficienza della scuola e la qualità, ma peggiorarla: chi non ha mai fatto un tubo continuerà a non fare nulla, chi invece riusciva bene o male a insegnare qualcosa, si vedrà costretto a ridurre quanto prima era sempre riuscito a fare, perché lo sforzo fisico di stare anche solo cinque ore di fila in classe con ragazzi adolescenti e preadolescenti, con i quali non ti puoi distrarre un attimo, si farà sentire.


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quanto vale la tua vita?…

C’è qualcosa di intrinsecamente sbagliato nelle menti delle persone che sono disposte ad aspettare ore ed ore in fila per ottenere un telefono cellulare.
Lo stesso identico telefono che si potrebbe facilmente ottenere in pochi minuti solo 2 settimane dopo.
Attenzione, non sto discutendo il valore del telefono (sono sicuro che è un bel gadget) ma il valore che alcuni danno al proprio tempo, alla propria vita.

Posso capire stare in attesa in coda per molte ore, anche campeggiare la sera prima, per un concerto epico, per gli eventi che capitano una sola volta nel corso della vita, qualcosa di speciale che non si ripeterà, ma per qualcosa che è di massa e che si può ottenere identico solo pochi giorni dopo?!?!
E ‘come se non si può decidere quando si acquista il telefono ma è il telefono a decidere il momento dell’acquisto.

Questo è probabilmente ciò che Tolkien intendeva con il Signore degli Anelli.
Ciò significa valorizzare la tua vita e il tuo tempo come completamente inutile, quella gente merita il peggiore giudizio possibile.
Si tratta di forme di vita inferiori, schiavi mentali, che non valgono neanche la nostra pietà.

Scuola – Gli insegnanti che non abbassano la testa

Sono un insegnante, e sono orgoglioso di appartenere alla stessa categoria degli umani notevoli che hanno scritto queste parole. Sono al loro fianco!

MOZIONE DEL LICEO CLASSICO “TITO LIVIO”
A SOSTEGNO DEI PRECARI E DELLA LOTTA PER LA SCUOLA PUBBLICA

QUESTO E’ IL DOCUMENTO EMANATO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL TITO LIVIO DI MILANO:

Martedì, 11 settembre 2012

MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO CLASSICO STATALE “Tito Livio” di Milano.

Il collegio docenti del liceo classico “Tito Livio” esprime, anche alla luce degli artt. 1, 2, 3, 4, 9, 21, 33, 34, 35, della Costituzione della Repubblica Italiana, la propria solidarietà e il proprio sostegno ai docenti e ai lavoratori ATA precari impegnati, in questi giorni, nelle manifestazioni per i pesanti tagli agli organici e per gli imminenti bandi di concorsi-truffa determinati dai recenti provvedimenti legislativi di contenimento della spesa pubblica e di riforma dell’ordinamento scolastico. I docenti di questo Liceo riconoscono il legittimo diritto del personale precario alla continuità lavorativa e alla stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro, considerato anche che la maggior parte dei docenti e dei lavoratori precari ha accumulato numerosi anni di incarichi a tempo determinato, assolvendo una funzione indispensabile per la scuola pubblica italiana e maturando una notevole esperienza, che non va dispersa.

Il collegio ritiene che non puo’ essere mantenuto per mero sfruttamento l’esercito di riserva del precariato (a cui si sta tentando di scippare anche il vitale diritto al pagamento delle ferie non godute), anche a costo di penalizzare, oltre che il personale docente, l’intero sistema dell’istruzione pubblica, a danno soprattutto degli stessi studenti: classi-pollaio, negazione del diritto al sostegno (in cui sono coinvolti persino gli insegnanti “in esubero” costretti a riciclarsi in insegnanti di sostegno), docenti ingenerosamente dichiarati “inidonei” e declassati a personale non docente dopo anni di servizio nelle classi, sistemi di “valutazione” di studenti, insegnanti e scuole attraverso “test” che degradano la didattica virtuosa, tentativi di privatizzare la scuola con la riesumazione di fossili legislativi sotto mentite spoglie.

Il collegio, in sostegno alla mobilitazione dei docenti precari, considera i concorsi quali quelli che saranno banditi il 24 settembre p.v. e, a sorprendente brevissima distanza, nella prossima primavera, strumenti speciosi che in nome della “meritocrazia ” e delle “giovani risorse” cancellano di fatto diritti e graduatorie di precari storici e di neolaureati (estromessi primi dalla scuola e esculsi i secondi dal concorso) e in realtà subornano modelli di reclutamento su base regionale e soprattutto d’istituto per chiamata del preside, mentre e’ necessario mantenere garanzie di trasparenza e di obiettività.

Il collegio auspica che si abbia chiara la situazione di comune sofferenza della scuola pubblica nel suo insieme e percio’ che da parte di tutti i suoi attori si sappiano individuare le cause reali e le necessarie soluzioni, ponendo fine per esempio a questo genere di concorsi, alla fittizia differenza tra organico di fatto e di diritto, e dunque alla discriminazione professionale, e istituendo strumenti di seria valutazione di conoscenze e competenze del futuro docente.

Infine, non condividiamo l’ideologia di chi considera la scuola pubblica un inutile peso per l’erario, di chi le sottrae risorse nel momento stesso in cui destina denaro alle scuole private e alle spese militari, di chi intende limitare il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione, il diritto al pluralismo e alla libertà di pensiero. Siamo al contrario convinti che proprio gli adeguati maggiori investimenti nello strategico settore della formazione dell’istruzione della cultura e della ricerca, come avvenuto nei piu’ illuminati paesi d’Europa, contribuirà all’uscita dalla crisi che tumultua in occidente.

Difendiamo e riaffermiamo il diritto inalienabile di esprimere la nostra opinione liberamente, perché l’attuale strategia di dismissione della scuola pubblica ci riguarda come docenti, come lavoratori, come genitori, come cittadini.

In concreto, per cominciare, ci assumiamo l’impegno e invitiamo i docenti di tutta Italia a non accettare cattedre composte con ore eccedenti le diciotto, onde non permettere l’ulteriore perdita di posti di lavoro, il degrado della qualità della nostra professione, il surrettizio tentativo di aumentare a costo zero l’orario lavorativo dei professionisti dell’istruzione.

Tanto si dichiara da parte di questo collegio come lavoratori della scuola, come donne e uomini impegnati nella promozione sociale e culturale delle nuove generazioni e come cittadini della Repubblica.

morire inseguendo un sogno al neon (rubato)

La cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Londra 2012 non mi è piaciuta. L’ho trovata volgare e pacchiana, irrispettosamente costosa e “dedicato” a chi mi ha sentito lamentarmi della pacchiana e irrispettosa cerimonia di apertura delle olimpiadi:
Samia Yusuf Omar, olimpica somala a Pechino 2008, è morta inseguendo il sogno di decine di migliaia di giovani africani: raggiungere l’occidente per cambiare vita, uscire dalla miseria, aiutare la propria famiglia.
Samia, era la più grande di sei figli di una poverissima famiglia di Mogadiscio.
La mamma fa ancora la fruttivendola dopo che il padre e’ stato ucciso da un proiettile di artiglieria.
Tra mille difficoltà e sacrifici nel 2008 questa ragazza partecipa alle Olimpiadi di Pechino in rappresentanza del suo Paese. E’ arrivata ultima, 32 secondi di sforzo a cui nessuno fece caso, ma che la riempirono di gioia e soddisfazione.
“Tornò a Mogadiscio felice ” – racconta Abdi Bile’ -. “Era stata un’esperienza bellissima, aveva portato la bandiera somala, sfilando con i migliori atleti del mondo”. Quattro anni dopo, il destino le ha riservato una storia completamente diversa. “Sapete che fine ha fatto Samia Yusuf Omar? – ha chiesto Abdi nei pochi giorni che mancano alle elezioni presidenziali somale -. La ragazza è morta… morta per raggiungere l’Occidente. Aveva preso una carretta del mare che dalla Libia l’avrebbe dovuta portare in Italia. Non ce l’ha fatta. Era un’atleta bravissima. Una splendida ragazza”. Su Wikipedia é scritto che “ Samia ” il 18 agosto 2012 é morta in mare a soli 21 anni, su un barcone di migranti con cui era partita dalla Libia sperando di arrivare in Italia”. Una storia crudele e difficile da verificare, ma che la scrittrice italiana di origine somala Igiaba Scego ha scelto di raccontare su Pubblico, mettendola in parellelo con i trionfi di un altro somalo dal diverso destino, Mo Farah. Il giovane atleta, arrivato da rifugiato in Inghilterra, é diventato oggi un simbolo delle Olimpiadi di Londra dopo aver dominato le sue due discipline, i 5 e 10 mila metri. Samia sarà, invece, il simbolo delle oltre ventimila persone che negli ultimi 20 anni sono state inghiottite dal Mediterraneo. Un terribile massacro che dobbiamo fermare.
A raccontare il dramma di questa giovane, poco più che ventenne, e’ un altro atleta somalo, Abdi Bile’ considerato un eroe dai suoi connazionali per aver vinto nel 1987, a Roma, la medaglia d’oro nei 1500 metri entrando nell’Olimpo dell’atletica.
A raccontare il dramma di questa giovane, poco più che ventenne, e’ un altro atleta somalo, Abdi Bile’ considerato un eroe dai suoi connazionali per aver vinto nel 1987, a Roma, la medaglia d’oro nei 1500 metri entrando nell’Olimpo dell’atletica.
A raccontare il dramma di questa giovane, poco più che ventenne, e’ un altro atleta somalo, Abdi Bile’ considerato un eroe dai suoi connazionali per aver vinto nel 1987, a Roma, la medaglia d’oro nei 1500 metri entrando nell’Olimpo dell’atletica.

La cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Londra 2012 non mi è piaciuta. Ma quasi tutti quelli che me l’han sentito dire non han voluto/saputo capire perché.

Saturo, disgustato, nauseato, deluso e triste ho spento dopo il lancio col paracadute di “James Bond” assieme alla “regina”:
con tutti quei laser e fuochi d’artificio e scenografie spettacolari ed effetti speciali l’ho trovata volgare, pacchiana, esibizionista, inelegantemente sfarzosa: un’inutile “show off” completamente scollato dallo sport e dimentico della presenza (fisica e televisiva) di migliaia di atleti e milioni di spettatori provenienti da tutto il mondo, compreso il mondo diverso dal “nostro”, compreso il mondo che sta pagando con fame, malattie, sete, guerre e povertà proprio quel “nostro” inutilmente ricco e vergognosamente irrispettoso stile di vita.

Il 18 agosto 2012 é morta l’atleta somala Samia Yusuf Omar olimpica a Pechino 2008.
E’ morta in mare su un barcone di migranti con cui era partita dalla Libia sperando di arrivare in Italia.
E’ morta inseguendo il sogno di decine di migliaia di giovani africani: raggiungere l’occidente per cambiare vita, uscire dalla miseria, aiutare la propria famiglia.
Samia, era la più grande di sei figli di una poverissima famiglia di Mogadiscio.
Tra mille difficoltà e sacrifici nel 2008 questa ragazza partecipa alle Olimpiadi di Pechino in rappresentanza del suo Paese.
E’ arrivata ultima, ultimissima, tra le risate di alcuni spettatori e gli applausi di altri.

Abdi Bile (altro atleta somalo considerato un eroe dai suoi connazionali per aver vinto nel 1987, a Roma, la medaglia d’oro nei 1’500 metri) di Samia ricorda: “Tornò a Mogadiscio felice…era stata un’esperienza bellissima…aveva portato la bandiera somala sfilando con i migliori atleti del mondo…era un’atleta bravissima, una splendida ragazza”…

Adesso che è morta, Samia diventerà il simbolo delle oltre ventimila persone che negli ultimi 20 anni sono state inghiottite dal Mediterraneo nel tentativo di scappare dalla “loro” povertà (generata dai nostri furti) ed attratti dalle luci dei “nostri” patetici giochi laser (alimentati dalla refurtiva).

…ma quand’è che diventeremo una società matura e responsabile?!?
…c’è sempre bisogno dell’irreparabile per vedere il valore dei nostri pensieri, parole e azioni?!?…

…vado a vomitare…

parmigiano per aiutare i terremotati

parmigianoSalve a tutti,
qui siamo vivi e vogliamo andare avanti…..
chiediamo a tutti non una mano, ma l’opportunità di rialzarci con il nostro lavoro…..
la mia STALLA, come altre venti , porta il latte alla COOPERATIVA SOCIALE  LA CAPPELLETTA ,grazie alla quale produciamo centinaia di forme al giorno di PARMIGIANO REGGIANO: che è simbolo della nostra tradizione e con grande sforzo anche oggi vorremmo continuare a farlo.
A causa del sisma,il magazzino di stagionatura ha subito gravi danni come potete vedere dalle foto che vi allego.
Per poter ripristinare il magazzino è necessario vendere il parmigiano.
Con questa e-mail chiediamo la vostra comprensione , solidarietà ma soprattutto un aiuto.
Io inizio la raccolta di tutti gli ordini di chi volesse acquistare il nostro parmigiano .
Questi sono i nostri prodotti disponibili anche sotto vuoto :
14 mesi  € 11,50
27 mesi € 13,00
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qualsiasi ordine o informazione ulteriore si può richiedere all’indirizzo mail filieracorta@arci.it

il “Crowd Funding”

Internet ha rivoluzionato il mondo.
La caratteristica principale di internet è che ogni cosa ivi pubblicata ha il potenziale di raggiungere istantaneamente molti milioni di persone: un video su youtube può diventare viral ed esser visto centinaia di migliaia di volte in una manciata di giorni, una notizia pubblicata su un blog finisce in prima pagina sulla BBC, un artista sconosciuto diventa famoso in tutto il mondo, etc…

Ma non è tutto…recentemente stanno spuntando come funghi siti di “crowdfunding”…l’idea è tanto semplice quanto efficace:
chi ha un’idea, un sogno, un progetto ma gli mancano i fondi per realizzarlo può fare un’inserzione su uno di questi siti e chiedere aiuto al web.
E’ un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.
L’ha usato Obama per finanziarsi la campagna elettorale, il Louvre per comprare “Le Tre Grazie” di Cranach, ma anche ricercatori sconosciuti che per una buona idea raccolgono centinaia di migliaia di euro o l’artista emergente che deve finire l’album e raccoglie così le ultime centinaia di euro necessari.

La “filosofia” dietro al Crowd Funding è riassunta nel Kapipal Manifesto:
1) i tuoi amici sono il tuo capitale
2) i tuoi amici realizzano i tuoi sogni
3) il tuo capitale dipende dal numero degli amici
4) il tuo capitale dipende dalla fiducia
5) il tuo capitale cresce con il passaparola

Ecco alcuni siti di Crowd Funding:
Kapipal.com (dal 2009, generalista, famoso in tutto il mondo)
Indiegogo.com (dal 2008, generalista, uno dei più famosi)
Kickstarter.com (dal 2009, generalista, uno dei più famosi)
Buonacausa.org (dal 2010, raccolte fondi per progetti etici, italiano)
Starteed.com (che permette un ritorno economico agli investitori)
Pledgemusic.com (dal 2009, per i musicisti)
…e molti altri per ogni settore 😉

IL MONDO E’ CAMBIATO
NON VIVIAMO PIU’ IN UNA CASA O IN UN QUARTIERE O IN UNA CITTA’
VIVIAMO IN UNA COMUNITA’ INTERCONTINENTALE

raccolta firme per RIDURRE gli STIPENDI dei POLITICI

PER CHI VUOLE FIRMARE!!!!

Controllate se la vostra città/paese sono coperte..
Se non sono coperte, perchè non aiutarci? Siamo un gruppo di cittadini, comuni mortali, come voi che lavorano ogni giorno per la misera pagnotta che ci danno!

... Per questo abbiamo bisogno di voi.. si tratta anche solo di fare un viaggio nel proprio comune a depositare i moduli per la raccolta.. E’ SOLO UN VIAGGIO IN COMUNE!! Meglio ancora ci servirebbe gente che facesse banchetti (come già stiamo facendo).. non è così difficile come tutti pensano!! Volere è potere.. basta lamentarsi.. basta dare aria alla bocca!! E’ ora che concretizziamo!!

Chiamatemi al 3494530675 per qualsiasi informazione.. sono disponibilissima anche solo per spiegare alla gente come poter fare, poi decidete voi..

Vi dico solo che più siamo uniti, più diventiamo forti, e più abbiamo potere!!

Per conoscere le modalità di raccolta nella vostra città:

tema sulla pedagogia Waldorf

Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”
Novembre 2008
TEMA: Prova a descrivere cosa ti aspetti da una scuola ideale, in un momento in cui tanti protestano all’interno della scuola. Cosa chiederesti a un ministro ipotetico?

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Vorrei raccontare i miei tre anni di scuola media a Roma, alla “Il giardino dei cedri” di Monte Mario.
Dopo un anno di medie a Imperia, mia madre ha deciso di trasferirsi a Roma; io avevo dodici anni.
Ero rimasto abbastanza esterrefatto da questa decisione di mia madre: dovevo ricominciare da zero.
Vorrei descrivere come “funziona” questa scuola molto particolare ideata da come scuola per i figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria a Stoccarda.
Il metodo prevede un maestro unico che segue i ragazzi dalla prima fino all’ottava classe (terza media).
Solo per le lingue  e alcuni laboratori sono previsti uno o più insegnanti complementari.
Non c’è una pianificazione di studi settimanale, ma ad “epoche”, per esempio un mese si fa storia e nient’altro nella prima parte della mattinata; questo permette di concentrarsi molto sull’argomento e acquisire una conoscenza più approfondita della materia.
Cosa incredibile, ma veramente geniale, è l’assoluta mancanza di libri: non se ne usano né di testo né di matematica, di nessun tipo. Si scrive tutto sui quaderni, milioni di quaderni riempiti in pochi mesi, ognuno ha un qualche ricordo particolare, è tuo personale, ti rispecchia, è come lo vuoi tu. Questa è una delle cose che preferisco di quella scuola.
Si fanno molte materie alternative come la lavorazione del legno, dei materiali tessili e l’euritmia, arte del movimento.
Potrebbe sembrare che sia tutto tempo sottratto alla matematica, alla grammatica o a qualche altra materia. Ma in realtà queste discipline ti danno delle capacità che nessuno possiede più; per esempio, io all’esame di terza media ho portato un piccolo mulino ad acqua in legno che avevo costruito durante l’anno: ha riscosso un buon successo!
Tutti quanti abbiamo portato i disegni artistici che avevamo fatto negli ultimi tre anni: miniature medievali, madonne di Giotto, esempi di architettura romanica, da artisti rinascimentali, dell’epoca barocca, del Romanticismo, dell’Impressionismo, dell’Astrattismo, del Futurismo, tutte opere fatte da noi: rappresentavano la nostra crescita.
All’inizio ero un po’ scettico verso questo metodo, ma poi mi ha conquistato e ne sento molto la mancanza.
Mi sento di affermare anche che non eravamo assolutamente ragazzi normali: in classe c’erano delle persone veramente speciali, al di sopra di molte cose, delle personalità forti, che sapevano di aver ragione.
Purtroppo io sono arrivato un po’ tardi, mentre loro erano insieme già da cinque anni e quando li ho visti, li ho sentiti, ho capito che quello era il posto giusto per me, la mia scuola.
Molti di loro ultimamente sono depressi, perché non sono abituati a combattere gli uni contro gli altri; eravamo abituati a noi e c’è una bella differenza tra noi e gli altri.
Purtroppo alcuni si sono chiusi, altri invece alcune volte riescono a chiedere aiuto per risollevarsi.
Il nostro maestro era veramente una guida per noi. Ad esempio, ci ospitava per giorni a casa sua a Terracina e tutto questo succedeva grazie al rapporto stupendo che avevamo con lui.
Ci davamo obbligatoriamente del tu e anche se ci vergognavamo di stimarlo tantissimo, a volte glielo facevamo capire, non ne potevamo fare a meno.
Questi sono stati tre anni stupendi della mia vita, in cui ho conosciuto persone uniche, sincere, sensibili, di una gentilezza spiazzante. 11 mar 2010 … who does this site recommend to ? …. ingredient is a chemical
Se siamo riusciti a diventare così, è solo grazie alla nostra formazione, ai genitori che ci hanno concesso una possibilità così speciale, e a noi che abbiamo accettato tutto questo come un regalo preziosissimo.
Caro ministro che dire? Statalizzi al più presto il metodo in tutta Italia!
Se vuole, le faccio conoscere i miei compagni, così si convincerà!

Novembre 2008

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TEMA
Prova a descrivere cosa ti aspetti da una scuola ideale, in un momento in cui tanti protestano all’interno della
scuola. Ma tu cosa chiederesti a un ministro ipotetico?
Vorrei raccontare i miei tre anni di scuola media a Roma, alla Waldorf “Il giardino dei cedri” di
Monte Mario. Dopo un anno di medie a Imperia, mia madre ha deciso di trasferirsi a Roma; io
avevo dodici anni. Ero rimasto abbastanza esterrefatto da questa decisione di mia madre: dovevo
ricominciare da zero.
Vorrei descrivere come “funziona” questa scuola molto particolare ideata da Rudolf Steiner come
scuola per i figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria a Stoccarda. Il metodo
prevede un maestro unico che segue i ragazzi dalla prima fino all’ottava classe (terza media). Solo
per le lingue  e alcuni laboratori sono previsti uno o più insegnanti complementari. Non c’è una
pianificazione di studi settimanale, ma ad “epoche”, per esempio un mese si fa storia e nient’altro
nella prima parte della mattinata; questo permette di concentrarsi molto sull’argomento e acquisire
una conoscenza più approfondita della materia. Cosa incredibile, ma veramente geniale, è
l’assoluta mancanza di libri: non se ne usano né di testo né di matematica, di nessun tipo. Si scrive
tutto sui quaderni, milioni di quaderni riempiti in pochi mesi, ognuno ha un qualche ricordo
particolare, è tuo personale, ti rispecchia, è come lo vuoi tu. Questa è una delle cose che
preferisco di quella scuola.
Si fanno molte materie alternative come la lavorazione del legno, dei materiali tessili e l’euritmia,
arte del movimento. Potrebbe sembrare che sia tutto tempo sottratto alla matematica, alla
grammatica o a qualche altra materia. Ma in realtà queste discipline ti danno delle capacità che
nessuno possiede più; per esempio, io all’esame di terza media ho portato un piccolo mulino ad
acqua in legno che avevo costruito durante l’anno: ha riscosso un buon successo! Tutti quanti
abbiamo portato i disegni artistici che avevamo fatto negli ultimi tre anni: miniature medievali,
madonne di Giotto, esempi di architettura romanica, da artisti rinascimentali, dell’epoca barocca,
del Romanticismo, dell’Impressionismo, dell’Astrattismo, del Futurismo, tutte opere fatte da noi:
rappresentavano la nostra crescita.
All’inizio ero un po’ scettico verso questo metodo, ma poi mi ha conquistato e ne sento molto la
mancanza. Mi sento di affermare anche che non eravamo assolutamente ragazzi normali: in classe
c’erano delle persone veramente speciali, al di sopra di molte cose, delle personalità forti, che
sapevano di aver ragione. Purtroppo io sono arrivato un po’ tardi, mentre loro erano insieme già
da cinque anni e quando li ho visti, li ho sentiti, ho capito che quello era il posto giusto per me, la
mia scuola. Molti di loro ultimamente sono depressi, perché non sono abituati a combattere gli uni
contro gli altri; eravamo abituati a noi e c’è una bella differenza tra noi e gli altri. Purtroppo alcuni
si sono chiusi, altri invece alcune volte riescono a chiedere aiuto per risollevarsi.Il nostro maestro era veramente una guida per noi. Ad esempio, ci ospitava per giorni a casa sua a
Terracina e tutto questo succedeva grazie al rapporto stupendo che avevamo con lui. Ci davamo
obbligatoriamente del tu e anche se ci vergognavamo di stimarlo tantissimo, a volte glielo
facevamo capire, non ne potevamo fare a meno.
Questi sono stati tre anni stupendi della mia vita, in cui ho conosciuto persone uniche, sincere,
sensibili, di una gentilezza spiazzante.
Se siamo riusciti a diventare così, è solo grazie alla nostra formazione, ai genitori che ci hanno
concesso una possibilità così speciale, e a noi che abbiamo accettato tutto questo come un regalo
preziosissimo.
Caro ministro che dire? Statalizzi al più presto il metodo in tutta Italia! Se vuole, le faccio
conoscere i miei compagni, così

said conceal as a smoking, the as k-12 after percent montreal people …

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Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparata all’asilo [Robert Fulghum]

Tutto quello che mi serve sapere, riguardo a come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi, l’ho imparata all’asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori.
No.
Si trova nel mucchio di sabbia della scuola materna. Ed ecco che cosa ho appreso:

• Condividi tutto con gli altri.

• Gioca correttamente.

• Non picchiare.

• Rimetti le cose al loro posto.

• Sistema il tuo disordine.

• Non prendere ciò che non ti appartiene.

• Dì che ti dispiace, quando ferisci qualcuno.

• Lavati le mani prima di mangiare.

• Ricordati di tirare lo sciacquone.

• I biscotti caldi e un bicchiere di latte freddo fanno bene.

• Vivi una vita equilibrata: impara qualcosa, pensa, disegna, dipingi, canta, balla, suona e lavora un po’ ogni giorno.

• Fai un riposino ogni pomeriggio.

• Nel mondo, là fuori, fai attenzione al traffico, tieni la mano e resta vicino agli altri.

• Riconosci ciò che è meraviglioso. Pensa al seme nel vaso: le radici scendono verso il basso, la pianta sale e nessuno sa come o perché, ma tutti siamo così.

• I pesci rossi, i criceti, i topolini, persino il seme nel vaso: tutti muoiono. Anche noi.

• Non dimenticare la prima parola che hai imparato, la parola più importante di tutte: GUARDARE.

Tutto quello che ti serve sapere è lì, da qualche parte. La regola Aurea, l’amore, l’igiene di base, l’ecologia, la politica, l’uguaglianza e il vivere in maniera equilibrata.
Basta scegliere uno qualsiasi di questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati, applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, al mondo in generale e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo potrebbe essere migliore se tutti noi prendessimo latte e biscotti tutti i pomeriggi, alle tre, e schiacciassimo un pisolino sotto le coperte. O se i governi di tutti i Paesi seguissero un principio elementare: quello di rimettere sempre le cose al loro posto e di sistemare il loro disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che là fuori, nel mondo, è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.

…tratto dal libro:

All I Really Need to Know I Learned in Kindergarten (by Robert Fulghum)
Traduzione italiana: Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparato all’asilo (Sperling & Kupfer Editori)

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