Mese: Marzo 2010 Pagina 2 di 8

Senegal: diritti umani avanti tutta

La Repubblica del Senegal dichiara che la Schiavitù e la tratta dei neri in tutte le sue forme sono dei crimini contro l’Umanità. Questa legge è stata già approvata dalla Camera dei deputati e dovrebbe avere l’approvazione del Senato fra pochi giorni! La legge prevede ugualmente che il 27 aprile di ogni anno, dovrebbe essere celebrata la Commemorazione per la fine della tratta. La stessa legge sottolinea che i libri scolastici dovrebbero dare un importanza speciale a questo crimine vergognoso che gli africani hanno subito per secolo, permettendo cosi alle generazioni future di conoscere meglio la storia africana. Il Senegal è il primo paese Africano ad adottare una tale legge. Speriamo almeno che gli altri paesi africani lo seguano…Bravo!

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70’000 ebrei in Sud Africa da 2’500 anni

È stato scoperto un popolo africano che vive in Sud Africa, Malawi, Zimbabwe, Mozambico con le stesse tradizioni del popolo Ebraico. Infatti si tratta del gruppo etnico Lemba composto da circa 70.000 persone. Questa scoperta è stata fatta da un squadra di scienziati britannici sotto la direzione del Professore Tudor Parfitt, che hanno fatto dei test genetici dimostrando che i Lemba hanno geni semitici. Si sono stabiliti nell’Africa Australe circa 2500 anni fa dopo la distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme. Molti si sono convertiti al Cristianesimo, ma continuano a mantenere le tradizioni ebraiche come per esempio il fatto di non mangiare il maiale o di praticare la circoncisione maschile. Poi hanno sui vari simboli locali, il disegno della stella di Davide.
Lo stato ebraico ha intrapreso le procedure amministrative per la costruzione delle sinagoghe nelle zone abitate dal popolo Lemba.

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ROBERTO SAVIANO – Per un VOTO ONESTO servirebbe l’ONU

 Per un voto onesto servirebbe l'Onu

“LA DISPERAZIONE più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo”. È una riflessione che Corrado Alvaro, scrittore calabrese di San Luca, scrisse alla fine della sua vita. E io non ho paura a dirlo: è necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un’affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un’esagerazione, sappia che l’Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?

Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c’è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L’ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l’orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità.

Il senso del “è tutto inutile” toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un’Italia così, a un’Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all’Osce, all’Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare.

Ciò che riusciamo a valutare, a occhio nudo, sono i ribaltoni, i voltafaccia, i casi eclatanti in cui per ridare dignità alla cosa pubblica un politico, magari, si dovrebbe fare da parte anche se per legge può rimanere dov’è. Ma non riusciamo a esercitare un controllo che costringa la politica italiana a guardarsi allo specchio veramente, perché lo specchio che usiamo riesce a riflettere solo gli strati più superficiali della realtà. Ci indigniamo per politici come l’imputata Sandra Lonardo Mastella che dall’esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro. Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all’ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell’Udc. Così sui manifesti c’è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.

Ci indigniamo per la vicenda dell’ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, Roberto Conte, candidatosi nuovamente nonostante una condanna in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e per giunta questa volta nel Pdl. Ci indigniamo perché il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, su cui pende un mandato d’arresto, mantiene la propria posizione senza pensare di lasciare il suo incarico di sottosegretario e di coordinatore regionale del Pdl.

Ci indigniamo perché è possibile che un senatore possa essere eletto nella circoscrizione Estero con i voti della ‘ndrangheta, com’è accaduto a Nicola Di Girolamo, coinvolto anche, secondo l’accusa, nella mega-truffa di Fastweb. Ci indigniamo, infine, perché alla criminalità organizzata è consentito gestire locali di lusso nel cuore della nostra capitale, come il Café de Paris a via Vittorio Veneto.
Ascoltiamo allibiti la commissione parlamentare antimafia che dichiara, riguardo queste ultime elezioni, che ci sono alcuni politici da attenzionare nelle liste del centrosinistra.

E ad oggi il centrosinistra non ha dato risposte. Si tratta di Ottavio Bruni candidato nel Pd a Vibo Valentia. Sua figlia fu trovata in casa con un latitante di ‘ndrangheta. Si tratta di Nicola Adamo candidato Pd nel Cosentino, rinviato a giudizio nell’inchiesta Why not. Di Diego Tommasi candidato Pd anche lui nel Cosentino e coinvolto nell’inchiesta sulle pale eoliche. Luciano Racco candidato Pd nel Reggino, che non è indagato, ma il cui nome spunta fuori nell’ambito delle intercettazioni sui boss Costa di Siderno. Il boss Tommaso Costa ha fornito, per gli inquirenti, il proprio sostegno elettorale a Luciano Racco in occasione delle Europee del 2004 che vedevano Racco candidato nella lista “Socialisti Uniti” della circoscrizione meridionale. Tutte le intercettazioni sono depositate nel processo “Lettera Morta” contro il clan Costa ed in quelle per l’uccisione del giovane commerciante di Siderno Gianluca Congiusta.

A tutto questo non possiamo rimanere indifferenti e ci indigniamo perché facciamo delle valutazioni che vanno oltre il  –  o vengono prima del  –  diritto, valutazioni in merito all’opportunità politica e alla possibilità di votare per professionisti che non cambino bandiera a seconda di chi sta alla maggioranza e all’opposizione. Trasformarsi, riciclarsi, mantenere il proprio posto, l’antica prassi della politica italiana non è semplicemente una aberrazione. È ormai considerata un’abitudine, una specie di vizio, di eventualità che ogni elettore deve suo malgrado mettere in conto sperando di sbagliarsi. Sperando che questa volta non succeda. È un tradimento che quasi si perdona con un’alzata di spalle come quello d’un marito troppo spensierato che scivola nelle lenzuola di un’altra donna.

Ma si possono barattare le proprie attese e i propri sogni per la leggerezza e per il cinismo di qualcun altro?
Oramai si parte dal presupposto che la politica non abbia un percorso, non abbia idee e progetti. Eppure la gente continua ad aspettarsi altro, continua a chiedere altro.

Dov’è finito l’orgoglio della missione politica? La responsabilità di parlare a nome di un elettorato? Dov’è finita la consapevolezza che le parole e le promesse sono responsabilità che ci si assume? E la consapevolezza che un partito, un gruppo politico, senza una linea precisa, non è niente? Eppure proprio questo è diventata, nella maggioranza dei casi, la politica italiana: niente, spillette colorate da appuntarsi al bavero del doppiopetto. Senza più credibilità. Contenitori vuoti da riempire con parole e a volte nemmeno più con quelle. A volte si è divenuti addirittura incapaci si servirsi delle parole.

Quando la politica diviene questo, le mafie hanno già vinto. Poiché nessuno più di loro riesce a dare certezze  –  certezza di un lavoro, di uno stipendio, di una sistemazione. Certezze che si pagano, è ovvio, con l’obbedienza al clan. È terribile, ma si tratta di avere a che fare con chi una risposta la fornisce. Con chi ti paga la mesata, l’avvocato. Non è questo il tempo per moralismi, poco importa se ci si deve sporcare le mani.

Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso  –  meno crudele, certo, ma meno forte e solido  –  solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un’alternativa vera e vincente.
Anche nei paesi dominati dalle mafie è possibile essere un’alternativa.
Lo sono già i commercianti che non si piegano, lo sono già quelli che resistono, ogni giorno.

Del resto, quello che più d’ogni altra cosa dobbiamo comprendere è che le mafie sono un problema internazionale e internazionalmente vanno contrastate.
L’Italia non può farcela da sola. Le organizzazioni criminali stanno modificando le strutture politiche dei paesi di mezzo mondo. Negli Usa considerano i cartelli criminali italiani tra le prime cause di inquinamento del libero mercato mondiale. Sapendo che il Messico oramai è divenuto una narcodemocrazia la nostra rischia di essere, se non lo è già diventata una democrazia a capitale camorrista e ndranghetista.

Qui, invece, ancora si crede che la crisi sia esclusivamente un problema legato al lavoro, a un rallentamento della domanda e dell’offerta. Qui ancora non si è compreso davvero che uscire dalla crisi significa cercare alternative all’economia criminale. E non basta la militarizzazione del territorio. Non bastano le confische dei beni. Bisogna arginare la corruzione, le collusioni, gli accordi sottobanco. Bisogna porre un freno alla ricattabilità della politica, e come per un cancro cercare ovunque le sue proliferazioni.

Sarebbe triste che i cittadini, gli elettori italiani, dovessero rivolgersi all’Onu, all’Unione Europea, all’Osce per vedere garantito un diritto che ogni democrazia occidentale deve considerare normale : la pulizia e la regolarità delle elezioni.
Dovrebbe essere normale sapere, in questo Paese, che votare non è inutile, che il voto non si regala per 50 euro, per un corso di formazione o per delle bollette pagate. Che la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere. Che restare in Italia, vivere e partecipare è necessario. Che la felicità non è un sogno da bambini ma un orizzonte di diritto.

©2010 Roberto Saviano/Agenzia Santachiara

Articolo tratto dal sito de “La Repubblica”  http://www.repubblica.it/politica/2010/03/20/news/per_un_voto_onesto_servirebbe_l_onu-2777263/

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Sugo di Carne

Breve premessa: una donna statunitense si ritrova a trascorrere del tempo in compagnia di una tribù di aborigeni australiani nell’Outback…
[…]Si levò improvvisa una folata di vento. L’aria mi accarezzò per pochi secondi il corpo, ruvida come una lingua di gatto sulla mia pelle già tanto martoriata. In quel momento intuii che non sarebbe stato facile onorare anche le tradizioni e i valori che non capivo e che non condividevo, ma che se fossi riuscita nel mio intento ne avrei tratto immensi benefici.
[…] Mi fecero molte domande e io risposi come meglio potei, consapevole dell’attenzione con cui mi ascoltavano. Parlai delle mele e delle varietà ibride che erano state create, della salsa di mele e della buona vecchia crostata. Loro mi promisero di cercarmi delle buone mele selvatiche da assaggiare. La tribù della Vera Gente, seppi, era fondamentelmente vegetariana. Da secoli mangiavano liberamente i frutti spontanei della terra: bacche, patate dolci, noci e semi. Ad essi aggiungevano pesce e uova quando questi alimenti comparivano con il chiaro proposito di diventare parte del corpo dell’aborigeno. Preferivano non mangiare cose che avevano una “faccia”. Avevano sempre macinato il grano, e mangiavano carne solo per necessità, allorchè si allontanavano dalla costa per inoltrarsi nell’Outback.
Io descrissi un ristorante e le guarnizioni con cui vennero serviti i piatti. Li sorprese moltissimo un mio accenno al sugo di carne. Perchè coprire la carne con una salsa?, si chiedevano. Decisi allora di dargliene una dimostrazione pratica. […] Quando la salsa si fu addensata al punto giusto, la versai sui pezzetti di carne che erano stati serviti poco prima, appartenenti ad una strana creatura che risponde al nome di clamidosauro, ossia lucertola col collare. […] Quasi tutto quello che facevamo era fonte di divertimneto, e la preparazione del sugo di carne non fu da meno. Ma data l’importanza che la ricerca spirituale assume in tutte le loro azioni, non rimasi sorpresa quando uno di loro stabili una relazione simbolica tra il sugo e i valori dei Mutanti. Invece di praticare la verità, disse, i Mutanti permettono alle circostanze di seppellire la legge universale sotto un amalgama di materialismo, convenienza e insicurazza.
E’ interessante notare che non percepii nessuna delle loro osservazioni come una critica o un giudizio. La tribù non aveva mai rivendicato il possesso della verità a scapito del mio popolo. […]
 
Brano tratto da: Marlo Morgan, “…e venne chiamata due cuori.”, ed. Sonzogno, Milano, 1994, pp.98-100. Brano tratto dal Capitolo “Sugo di carne”.
…altri brani tratti da audiolibro

perché la vita è fatta per essere vissuta

DJ ICE “Ga El Suv”

La DIVERSITA’ come CRESCITA

Quanta fatica non aver sicurezze assolute, ma quale enorme possibilità!2432085hr5
Facciamo pace?
Non dentro e non fuori.
Se vuoi essermi amico
cammina accanto a me
alla mia stessa altezza.
Tieni per mano la mia differenza.
Non la fuggire
non la giudicare
senza capire.
Non dentro e non fuori.
Tu non sai quanto fa male
qualcuno che si gira per non guardare
o che ti scruta invadente
nell’illusione di sentirsi migliore.
Tu non sai veramente
quanta solitudine
per paura si può creare.
Un abisso di dolore
e di distanza.
Non dentro nella disperazione
e non fuori nella rabbia.
Non dentro l’isolamento
e non fuori nella lapidazione.                                                                                          La DIVERSITA’ come CRESCITA (video)
Camminami vicino amico mio.
Ascolta le parole e i silenzi del mio cuore.
Non ti fermare alla superficie della mia pelle.
Non dentro e non fuori.
Togliti le scarpe quando entri nella mia dimora
Non portare in essa la sporcizia del mondo
e potrai così sentire
la carezza dolce e vellutata
della mia anima.
Non dentro e non fuori.
Che sia un sussurro la tua voce
un fremito il tuo tocco
una foglia che cade leggera
il tuo pensiero sulla mia essenza
un verde germoglio
l’incomprensione
per la nostra conoscenza
Non dentro e non fuori.
E nella scoperta inebriante della vicinanza
dimenticare l’antica distanza.
Marsia 21/03/10

industria alimentare: video inguardabili

L’inferno esiste, ma non è sotto ai piedi. E’ sulla Terra: gli animali sono dannati che soffrono in eterno, e noi siamo i demoni.
Ecco le sofferenze che ogni anno infliggiamo a 48 miliardi di animali.

La maggioranza delle industrie alimentari tengono conto solo del profitto economico. Gli animali vengono allevati in condizioni pazzesche e trasformati in cibo nel modo più economicamente efficiente possibile.

Non servono commenti…i video si commentano da soli.
Siate consumatori consapevoli e responsabili.

LaSettimanaDelBaratto.it

Segnalo il sito La Settimana Del Baratto.
E’ incominciato con l’offrire una settimana ben precisa di novembre del 2009 -da parte di alcuni bed and breakfast-la possibilità di avere ospitalità cioe dormire e prima colazione barattando anziche pagando ! ma da lì si è poi camminato e proseguito nella strada onde per cui ora in questo sito si possono tranquillamente visualizzare tutti i bedandbreakfast d’Italia che accettano l’opzione di baratto al posto del pagamento e non solo ..avrete modo guardando la lista dei desideri del gerente del bb di sapere con anticipo cosa desidera o cosa sta cercando o se è disponibile a tutte le offerte e anche di vedere dove si trova ,delle caratteristiche del locale e delle sue camere ,dei servizi compresi o offerti,della località e delle possibilità di svago e quant’altro! quindi se state organizzando di andare via x Pasqua o x le prossime vacanze estive dateci una occhiata!
ciao paola

Heidemarie Schwermer: VIVERE SENZA SOLDI, incontri a Torino il 24 marzo 2010

Voglio segnalarvi un appuntamento URGENTE E IMMANCABILE-IRRINUNCIABILE !!! SPERANDO CHE CONDIVIDIATE LA MIA OPINIONE! copio e incollo qui il VOLANTINO DELL’ARRIVO A TORINO E DELLA CONFERENZA DELLA MITICA Heidemarie Schwermer autrice del libro “Vivere senza soldi” Chi non la conosce avendo letto questo libro si è perso qualcosa di molto importante!

Heidemarie Schwermer, ex pedagogista tedesca sessantasettenne, autrice del libro “Vivere senza soldi” (Terra Nuova Edizioni – 2007, www.aamterranuova.it/article1797.htm) da tredici anni ha eliminato del tutto l’uso del denaro dalla sua vita, decidendo di vivere di scambi e baratto all’interno di una fitta rete di relazioni umane e sociali.

Il Centro Armonia Valgomio (www.centroarmoniavalgomio.it) l’ha invitata a Torino per un incontro all’interno del Progetto Salute 2010 dal titolo “L’energia del denaro e la paura di sopravvivere” che si terrà mercoledì 24 marzo alle ore 20:45 presso l’Aula Magna dell’Ospedale Molinette in Corso Bramante 88 (Ingresso Libero).

Nella stessa giornata, dalle 15:00 alle 17:00, la Schwermer sarà protagonista di un incontro con gli studenti della Facoltà di Scienze Politiche organizzato dal Collettivo Bonobo – Studenti Indipendenti, presso la Palazzina Einaudi di Corso Regina Margherita 60.

Inoltre giovedì 25 marzo, alle ore 14:00, si confronterà con gli studenti della scuola internazionale europea “Altiero Spinelli”. Questa sarà anche l’occasione per approfondire con i più giovani la sua esperienza unica.

La casa di produzione torinese EiE film di Paolo Pallavidino sta lavorando alle riprese di un film documentario sulla storia di Heidemarie: una co-produzione internazionale che vede alla regia la norvegese Line Halvorsen. Il film è già stato acquistato da cinque televisioni europee e ha tra i diversi finanziatori anche il Piemonte Doc Film Fund; l’uscita è prevista per il mese di novembre 2010.

Ufficio Stampa & Comunicazione per EIE
Marta Franceschetti
Via Cavour, 9 – 10123 Torino
e-mail: press@eiefilm.com

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