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fuori i carabinieri italiani, dentro la polizia europea

eurogendfor

Carabinieri. Inizia lo scioglimento dell’Arma…La legge n.84 del 12 giugno 2010 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compiti dell’Eurogendfor

La cessione di parti di sovranità procede a passo spedito.
Ogni giorno di più mi convinco che questa Europa è una stupidaggine molto pericolosa.
Stiamo rinunciando a pezzi di storia e di sovranità, ad una delle poche istituzioni che funzionava davvero, stiamo mettendo a comune parti di Stato senza avere uno Stato e neppure un progetto. Siamo dei pazzi sconsiderati.
La polizia comune sarà un organo sovranazionale di controllo che sfuggirà alla sovranità del popolo e non essendoci un unico Stato, con rappresentanti eletti, sarà guidata come tutti gli organi europei da un commissario ad hoc, eletto da nessuno, nominato dai soliti.
A me sembra di vivere dentro un romanzo di Orwell, o dentro ad un film come Matrix, mi sembra di vivere un incubo.

Ci fanno di tutto e sopportiamo di tutto.
L’Europeo è uno zombi.
E’ morto ma nessuno glielo ha ancora comunicato!!

storia e scienza del reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanza

Pochi sanno che il reddito di cittadinanza, sbandierato ai quattro venti come mirabile intuizione di Beppe Grillo, fu argomento di proposta di legge presentata proprio di Teodoro Buontempo il 18 maggio del 2006.

Proposta di legge per la proprietà popolare della moneta e distribuzione di un reddito di cittadinanza.
Questa proposta non nasce ovviamente da M5S, come qualche giornalista/giornalaio ha tentato di far credere, ma fa parte di un filone politico/economico che appartiene alle proposte di fiscalità monetaria di gente come Ezra Pound e del prof. Auriti, intese come critica al capitalismo finanziario e per il superamento delle sue distorsioni.

L’idea nasce dalla considerazione che la fiscalità sulla produzione e sul consumo finisce per incidere sui prezzi e diminuisce il potere d’acquisto.
Questo genera tra l’altro un circolo vizioso sul debito pubblico in quanto le entrate dello Stato dipendono direttamente dalla tassazione su produzione di reddito e consumi e quindi spostare l’imposizione fiscale sul possesso di denaro diventa lo strumento più efficace per l’abbattimento del debito stesso.
Pound ed Auriti non si conobbero, ma furono legati dalle stesse idee.
Pound aveva capito che la moneta non è una merce ma l’espressione di un accordo, di una convenzione, per cui il credito deve essere affidato non già alle banche ma allo Stato, che lo garantisce con l’onestà e il lavoro dei suoi cittadini.
«Il tesoro di una nazione è la sua onestà.» E nei “Cantos” esprime il pensiero sull’usura: «Con usura nessuno ha una solida casa / di pietra squadrata e liscia / per istoriarne la facciata, / (…) / Carogne crapulano / ospiti d’usura. » (Contro l’usura, Canto XLV)

Ezra Pound pose cinque domande alle quali non aveva mai risposto nessuno:
moneta,
credito,
interesse,
usura e
circolazione;
Giacinto Auriti ne “Il Paese dell’Utopia” offre ai quesiti di Pound risposte precise. Una continuità ideale che li unisce nella scuola degli economisti eretici.
“Chi crea il valore della moneta – dice Giacinto Auriti – non è chi la stampa, ma il popolo che l’accetta come mezzo di pagamento”, mentre i banchieri, i grandi usurai, si appropriano del valore monetario, usandolo come mezzo di dominazione ed imponendo all’umanità il signoraggio del debito.
Ed ecco allora la geniale soluzione del problema: la proprietà popolare della moneta, che restituisca al popolo il maltolto dei valori monetari che esso crea.
L’auspicio è che siano i governi a gestire l’emissione monetaria ed a ripartire gli utili, come diritto di cittadinanza, a tutti i cittadini.
Tornando a Buontempo, è pleonastico dire che quel Parlamento, come tutti i parlamenti precedenti e successivi, più vicino agli interessi del Banche che a quelli del Popolo, quel disegno di legge non lo prese neppure in considerazione.

comprare italiano per risollevare l’economia nazionale

made in italy

Un paese con struttura industriale basata su piccole e medie imprese vive di mercato interno.
L’export aiuta, ma le piccole aziende non reggono la concorrenza delle grandi multinazionali e quindi sono destinate a settori di nicchia, idee e qualità, che non bastano per risollevare l’economia.
Da noi, invece, accade esattamente il contrario, ci comportiamo come quei paesi che hanno al contrario grandi gruppi industriali e finanziari che rendono solo se proiettati sui grandi scenari mondiali.
La nostra é una realtá diversa, che si perde se messa a confronto con produzioni di massa, di basso costo e scarsa qualitâ. Per rilanciare la nostra economia, viste le rigide regole imposte dalla moneta unica di possibilitâ quasi non ce ne sono.

Una, indicata da qualche illuminato, consiste nella trasferire la fase di finanziamento alle imprese dal privato al pubblico, dalle banche alla Cassa depositi e Prestiti, alla tedesca per fare un esempio, ma questa è una scelta “POLITICA”, una scelta di autonomia, che necessita tra l’altro di un potenziamento della stessa Cassa fino ad una dimensione maggiore di 3-4 volte quella attuale.

C’é anche un altro metodo, interessante ma altrettanto complesso, che un Governo per non infrangere le regole della Concorrenza non puo’ indicare, è semplice come l’uovo di Colombo: l’Autarchia come scelta individuale.
Cominciamo a COMPRARE ITALIANO, SOLO ITALIANO. Almeno per il breve-medio periodo , per il tempo necessario che le nostre imprese si riprendano, e che torni ad esserci lavoro. Anche a costo di ulteriori sacrifici, COMPRIAMO ITALIANO, basta stoffe, attrezzi, elettrodomestici cinesi, basta prodotti della concorrenza europea, basta straniero, almeno per un po’, almeno in parte.

Se possibile COMPRATE ITALIANO.

Quote latte

Quando parliamo di quote latte, indichiamo delle soglie ben precise (espresse in kg) riguardanti la produzione del latte che variano di Paese in Paese all’interno dell’Unione Europea. Oltre questi limiti, la produzione viene fortemente tassata con delle imposte disincentivanti.

Ogni acquirente di latte all’ingrosso (un caseificio per esempio) deve tenere uno specifico registro delle consegne da parte dei produttori, una volta superata la specifica quota latte, sarà trattenuto il prelievo stabilito dalle norme comunitarie, sottraendolo dai pagamenti periodici per il latte acquistato.

Lo scopo delle quote latte è quello di evitare una abbondanza dell’offerta di latte, al fine di tutelare il mercato stesso e scongiurare il fallimento di numerosi produttori. L’idea, oltre a stabilizzare i redditi del settore, rappresenta un salvagente per i piccoli produttori e soprattutto un notevole risparmio di sovvenzioni pubbliche che altrimenti verrebbero versate per salvare i produttori più deboli incapaci di sopravvivere alle fluttuazioni dei redditi.

In Italia, siamo nel 1984, venne assegnato il valore della produzione di latte riferita all’anno precedente, ossia 8823 migliaia di tonnellate di latte, da ripartire adeguatamente fra i produttori sul territorio nazionale. Questo valore subì diverse modifiche nel corso del tempo, sino ad arrivare ad un aumento del 5% nel 2009. Nonostante ciò, fin’ora l’Italia ha complessivamente pagato oltre 4,5 milardi di € di multe (di cui 1,7 miliardi della totalità pagati dallo Stato) per aver più volte superato la quota latte assegnata, e questo ha scatenato una netta opposizione da parte dell’Unione Europea, la quale  sostiene che l’ingerenza dello Stato in questi casi, oltre a rappresentare una vera e propria sovvenzione per i produttori, vanifica lo scopo principale dell’istituzione delle quote latte.

R. The Rabbit

il debito pubblico italiano

Credo che molti italiani, anche fra gli addetti ai lavori, ignorino quando è nato il debito pubblico italiano.

La tabella successiva fa un pò di chiarezza (con Nomi, Periodo ed Entità).
Andamento del rapporto Debito Pubblico/PIL in Italia dal dopoguerra ad oggi.

1950 – 1970 media 30 %
1970 – 1975 media 44%
1976 -1981 Andreotti – Cossiga – Forlani – Spadolini stabile fra 54 e 55%
1982 – 1989 Fanfani – Craxi – Goria – DeMita 93% ( in 7 anni + 38%)
1989 – 1994 Andreotti – Amato – Ciampi 121,8 % ( in 5 anni + 28,8 %)
1994 – 2001 Berlusconi – Dini – Prodi – D’Alema – Amato 108,8% ( in 7 anni -13 %)
2001 – 2006 Berlusconi 106% ( in 5 anni -2,8 %)
2006 – 2008 Prodi 103,6 % (in 2 anni -2,4 %)
2008 – 2011 Berlusconi 119% (in 4 anni +15,4 %)
2011 – 2012 Monti 126,1% (in 1 anno +7,1 %)

5 le tappe significative, (la seconda e l’ultima quelle più significative):
1) Nel 1970 vengono istituite la regioni . In 5 anni il debito subisce una prima impennata (+10%)
2) Nei 12 anni che vanno dal 1982 al 1994 , ovvero gli anni della fine del miracolo italiano, della Milano da bere , dello scoppio di tangentopoli, il debito subisce un’impennata drammatica + 67% (+5,5 all’anno di media). Questo è il periodo in cui viene sancito l’inizio del declino dell’Italia
3) Segue un periodo di discesa, lento, ma continuo, dal primo governo Berlusconi, al secondo governo Prodi, pari a -18,2 %
4) Ultimo governo Berlusconi , il debito torna a 119 %
5) Il record dei record spetta ( sorprendentemente ) a Mario Monti che in un anno realizza la straordinaria performance di un +7,1 %, mai riuscita a nessuno. Prima di Monti il record spettava ad un altro supertecnico Azeglio Ciampi (121,8 %)

Matteo Renzi

Matteo Renzi è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare della DC e gransignore della Margherita e della Massoneria in Toscana.
Il feudo incontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stanno allargando a macchia d’olio.
Il padre di Matteo controlla dalla metà deglianni ’90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana. Questo, unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po’ edile e unpo’ finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiega l’ascesa di Matteo Renzi.

Le prime 10 cose che non vanno di Matteo Renzi:

  1. Da presidente della Provincia, tra il 2004 e il 2009, ha acquisito il controllo di tutta la stampa locale, radio e tv, in Toscana. L’ultimogiornale che un po’ gli era ostile era “La Nazione”. Per questo, in occasione dei 150 anni di questo giornale, ha fatto ospitare dai locali della Provincia, in via Martelli, una mostra che, naturalmente, è statapagata coi soldi di noi contribuenti. In questo modo, La Nazione è divenuta renziana.
  2. Renzi per controllare ancora meglio l’informazione locale, ha trovato un secondo lavoro a moltissimi giornalisti: gli uffici stampa degli eventiorganizzati dalla Provincia, come il Genio fiorentino, il suo stesso portavoce, tutta una serie di riviste inutili e costossime per la collettività (Chianti News, InToscana, ecc.) servono a lui e a Martini, il presidente della Regione, a tenersi buoni i cronisti locali. Inoltre, trasmissioni come “12 minuti col Presidente”, che va in onda su RTV 38 eRete 37, gli sono servite a dare delle tangenti legalizzate alle redazionidi queste emittenti che ormai, in lui, riconoscono il vero datore di lavoro.
  3. Tra le cose di cui più si vanta Renzi, vi è il recupero di Sant’Orsola. Il grande complesso situato in San Lorenzo, chiuso e abbandonato da molti decenni, sarebbe stato recuperato dalla Provincia -così dice Renzi- conuninvestimento iniziale di 20 milioni di euro. E questo non è vero. Infatti,a bilancio, a fine anno, la Provincia per Sant’Orsola ha stanziato la miseria di un milione di euro. E’ un esempio del suo continuo modo di mentire.
  4. Renzi in questi 5 anni ha utilizzato la Provincia allo scopo dipromuovere la propria immagine personale coi soldi nostri. A questo servono manifestazioni inutili e costose come “Il Genio fiorentino e “Riciclabilandia”. Attraverso l’utilizzo delle consulenze, degli uffici stampa, della commissione di sondaggi, pubblicazioni e pubblicità ha creato una vasta rete clientelare di giornalsti che non ne contraddicono mai le posizioni.
  5. L’inchiesta di Castello: Matteo Renzi, come presidente della Provincia, è molto più coinvolto del sindaco Domenici. Infatti, le opere oggetto dell’inchiesta sono quasi tutte commissionate dalla Provincia: tre scuole,una caserma nonché naturalmente il nuovo (e che bisogno c’è?) palazzo della Provincia. Eppure sui giornali ci è finito Domenici.
  6. Il braccio destro di Ligresti, patron della Fondiaria, Rapisarda, lo si vede bene nelle intercettazioni telefoniche, pretende che per le commissioni di Castello la Provincia faccia una gara d’appalto. “sennò ciaccusano di fare noi il prezzo”, spiega Rapisarda al telefono all’assessore Biagi.Pochi giorni dopo quella telefonata, compare questo titolo su Repubblica: “Renzi contro la Fondiaria: per Castello si farà la gara d’appalto”. Ovvero: Renzi è colui che meglio esegue le volontà della Fondiaria e poi appare addirittura come quello contro i poteri forti!
  7. Nel 2004 come prima cosa taglia i fondi della Provincia per la raccolta differenziata. Risultato, i Verdi si arrabbiano (giustamente) e lui li espelle dalla Giunta.
  8. Dal 2004 Renzi ha creato un’infinità di società alle quali la Provinciacommissiona eventi culturali, indagini di mercato e così via. Il caso più clamoroso è quello di “Noilink” che, durante le primarie del PD, diventa il suo vero e proprio comitato elettorale!
  9. Tutti i giornaletti del cappero che arrivano nelle case dei fiorentini a partire da “Prima, Firenze!” sono stampati coi soldi della Provincia
  10. Nessun giornalista osa fare una domanda su quanto abbiamo riportatonei primi nove punti a Matteo Renzi.

Le vittime innocenti di tutte le Mafie: NOMI e COGNOMI da NON DIMENTICARE

Le vittime innocenti di tutte le Mafie:

NOMI e COGNOMI da NON DIMENTICARE

1893
EMANUELE NOTARBARTOLO

1896
EMANUELA SANSONE

1905
LUCIANO NICOLETTI

1906
ANDREA ORLANDO

1909
JOE PETROSÌNO

1911
LORENZO PANEPINTO

1914
MARIANO BARBATO
GIORGIO PECORARO

1915
BERNARDINO VERRO

1916
GIORGIO GENNARO

1919
GIOVANNI ZANGARA
COSTANTINO STELLA
GIUSEPPE RUMORE
GIUSEPPE MONTICCIOLO
ALFONSO CANZIO

1920
NICOLO’ ALONGI
PAOLO LI PUMA
CROCE DI GANGI
PAOLO MIRMINA
GIOVANNI ORCEL
STEFANO CARONIA

1921
PIETRO PONZO
VITO STASSI
GIUSEPPE CASSARA’
VITO CASSARA’
GIUSEPPE COMPAGNA

1922
DOMENICO SPATOLA
MARIO SPATOLA
PIETRO SPATOLA
PAOLO SPATOLA
SEBASTIANO BONFIGLIO
ANTONINO SCUDERI

1924
ANTONINO CIOLINO

1944
SANTI MILISENNA
ANDREA RAJA

1945
CALOGERO COMAIANNI
NUNZIO PASSAFIUME
FILIPPO SCIMONE
CALCEDONIO CATALANO
AGOSTINO D’ALESSANDRO
CALOGERO CICERO
FEDELE DE FRANCISCA
MICHELE DI MICELI
MARIO PAOLETTI
ROSARIO PAGANO
GIUSEPPE SCALIA
GIUSEPPE PUNTARELLO

1946
ANGELO LOMBARDI
VITTORIO EPIFANI
VITANGELO CINQUEPALMI
IMERIO PICCINI
ANTONINO GUARISCO
MARINA SPINELLI
GIUSEPPE MISURACA
MARIO MISURACA
GAETANO GUARINO
PINO CAMILLERI
GIOVANNI CASTIGLIONE
GIROLAMO SCACCIA
GIUSEPPE BIONDO
GIOVANNI SANTANGELO
VINCENZO SANTANGELO
GIUSEPPE SANTANGELO
GIOVANNI SEVERINO
PAOLO FARINA
NICOLO’ AZOTI
FIORENTINO BONFIGLIO
MARIO BOSCONE
FRANCESCO SASSANO
EMANUELE GRECO
GIOVANNI LA BROCCA
VITTORIO LEVICO

1947
ACCURSIO MIRAGLIA
PIETRO MACCHIARELLA
NUNZIO SANSONE
EMANUELE BUSELLINI
MARGHERITA CLESCERI
GIOVANNI GRIFO’
GIORGIO CUSENZA
CASTRENZE INTRAVAIA
VINCENZINA LA FATA
SERAFINO LASCARI
GIOVANNI MEGNA
FRANCESCO VICARI
VITO ALLOTTA
GIUSEPPE DI MAGGIO
FILIPPO DI SALVO
VINCENZO LA ROCCA
VINCENZA SPINA
PROVVIDENZA GRECO
MICHELANGELO SALVIA
GIUSEPPE CASARRUBEA
VINCENZO LO IACONO
GIUSEPPE MANIACI
CALOGERO CAJOLA
VITO PIPITONE
LUIGI GERONAZZO

1948
EPIFANIO LI PUMA
PLACIDO RIZZOTTO
GIUSEPPE LETIZIA
CALOGERO CANGELOSI
MARCANTONIO GIACALONE
ANTONIO GIACALONE
ANTONIO DI SALVO
NICOLA MESSINA
CELESTINO ZAPPONI
GIOVANNI TASQUIER

1949
CARLO GULINO
FRANCESCO GULINO
CANDELORO CATANESE
MICHELE MARINARO
CARMELO AGNONE
QUINTO REDA
CARMELO LENTINI
PASQUALE MARCONE
ARMANDO LODDO
SERGIO MANCINI
ANTONIO BUBUSA
GABRIELE PALANDRANI
GIOVAN BATTISTA ALCE
ILARIO RUSSO
GIOVANNI CALABRESE
GIUSEPPE FIORENZA
SALVATORE MESSINA
FRANCESCO BUTIFAR

1952
FILIPPO INTILE

1955
SALVATORE CARNEVALE
GIUSEPPE SPAGNUOLO

1957
PASQUALE ALMERICO
ANTONINO POLLARI

1958
VINCENZO DI SALVO
VINCENZO SAVOCA

1959
ANNA PRESTIGIACOMO
GIUSEPPINA SAVOCA
VINCENZO PECORARO
ANTONINO PECORARO

1960
ANTONINO DAMANTI
COSIMO CRISTINA
PAOLO BONGIORNO

1961
PAOLINO RICCOBONO
GIACINTO PULEO

1962
ENRICO MATTEI

1963
GIUSEPPE TESAURO
MARIO MALAUSA
SILVIO CORRAO
CALOGERO VACCARO
PASQUALE NUCCIO
EUGENIO ALTOMARE
GIORGIO CIACCI
MARINO FARDELLI

1966
CARMELO BATTAGLIA

1967
GIUSEPPE PIANI
NICOLA MIGNOGNA

1968
FRANCESCO PIGNATARO
GIUSEPPE BURGIO

1969
ORAZIO COSTANTINO

1970
MAURO DE MAURO

1971
PIETRO SCAGLIONE
ANTONINO LORUSSO
VINCENZO RICCARDELLI

1972
GIOVANNI SPAMPINATO

1974
ANGELO SORINO
EMANUELE RIBOLI

1975
CALOGERO MORREALE
GAETANO CAPPIELLO
FRANCESCO FERLAINO

1976
GERARDO D’ARMINIO
GIUSEPPE MUSCARELLI
PASQUALE CAPPUCCIO
CATERINA LIBERTI
SALVATORE FALCETTA
CARMINE APUZZO
SALVATORE LONGO
SALVATORE BUSCEMI

1977
ROCCO GATTO
STEFANO CONDELLO
VINCENZO CARUSO
GIUSEPPE RUSSO
FILIPPO COSTA
ATTILIO BONINCONTRO

1978
UGO TRIOLO
GIUSEPPE IMPASTATO
ANTONIO ESPOSITO FERRAIOLI
SALVATORE CASTELBUONO

1979
FILADELFIO APARO
MARIO FRANCESE
MICHELE REINA
GIORGIO AMBROSOLI
BORIS GIULIANO
CALOGERO DI BONA
CESARE TERRANOVA
LENIN MANCUSO
GIOVANNI BELLISSIMA
SALVATORE BOLOGNA
DOMENICO MARRARA
VINCENZO RUSSO
GIULIANO GIORGIO
LORENZO BRUNETTI
ANTONINO TRIPODO
ROCCO GIUSEPPE BARILLA’
GIUSEPPE MARTURANO

1980
DOMENICO MARTURANO
PIERSANTI MATTARELLA
GIUSEPPE VALARIOTI
EMANUELE BASILE
GIANNINO LOSARDO
PIETRO CERULLI
GAETANO COSTA
CARMELO JANNI’
DOMENICO BENEVENTANO
MARCELLO TORRE
VINCENZO ABATE

1981
VITO JEVOLELLA
SEBASTIANO BOSIO
ONOFRIO VALVOLA
LEOPOLDO GASSANI
GIUSEPPE GRIMALDI
VINCENZO MULE’
DOMENICO FRANCAVILLA
MARIANO VIRONE

1982
LUIGI D’ALESSIO
SALVATORE STALLONE
ANTONIO FONTANA
NICOLÒ PIOMBINO
ANTONIO SALZANO
PIO LA TORRE
ROSARIO DI SALVO
GENNARO MUSELLA
GIUSEPPE LALA
DOMENICO VECCHIO
RODOLFO BUSCEMI
MATTEO RIZZUTO
SILVANO FRANZOLIN
SALVATORE RAITI
GIUSEPPE DI LAVORE
ANTONINO BURRAFATO
SALVATORE NUVOLETTA
ANTONIO AMMATURO
PASQUALE PAOLA
PAOLO GIACCONE
VINCENZO SPINELLI
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
EMANUELA SETTI CARRARO
DOMENICO RUSSO
CALOGERO ZUCCHETTO
CARMELO CERRUTO
SIMONETTA LAMBERTI
GIULIANO PENNACCHIO
ANDREA MORMILE
LUIGI CAFIERO
GRAZIANO ANTIMO
GENNARO DE ANGELIS
ANTONIO VALENTI
LUIGI DI BARCA
GIOVANNI FILIANO

1983
GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO
PASQUALE MANDATO
SALVATORE POLLARA
MARIO D’ALEO
GIUSEPPE BOMMARITO
PIETRO MORICI
BRUNO CACCIA
ROCCO CHINNICI
SALVATORE BARTOLOTTA
MARIO TRAPASSI
STEFANO LI SACCHI
SEBASTIANO ALONGHI
FRANCESCO BUZZITI
FRANCESCO IMPOSIMATO
DOMENICO CELIENTO
CRISTIANO ANTONIO
NICANDRO IZZO
FABIO CORTESE
SALVATORE MUSARO’
OTTAVIO ANDRIOLI

1984
GIUSEPPE FAVA
RENATA FONTE
COSIMO QUATTROCCHI
FRANCESCO QUATTROCCHI
COSIMO QUATTROCCHI
MARCELLO ANGELINI
SALVATORE SCHIMMENTI
GIOVANNI CATALANOTTI
ANTONIO FEDERICO
PAOLO CANALE
LEONARDO VITALE
GIOVANBATTISTA ALTOBELLI
LUCIA CERRATO
ANNA MARIA BRANDI
ANNA DE SIMONE
GIOVANNI DE SIMONE
NICOLA DE SIMONE
LUISELLA MATARAZZO
MARIA LUIGIA MORINI
FEDERICA TAGLIALATELA
ABRAMO VASTARELLA
PIER FRANCESCO LEONI
SUSANNA CAVALLI
ANGELA CALVANESE
CARMINE MOCCIA
VALERIA MORATELLO
FRANCO PUZZO
MICHELE BRESCIA
SANTO CALABRESE
ANTIOCO COCCO
VINCENZO VENTO
PIETRO BUSETTA
SALVATORE SQUILLACE

1985
PIETRO PATTI
GIUSEPPE MANGANO
GIOACCHINO TAGLIALATELA
SERGIO COSMAI
GIOVANNI CARBONE
BARBARA RIZZO ASTA
GIUSEPPE ASTA
SALVATORE ASTA
BEPPE MONTANA
ANTONINO CASSARÀ
ROBERTO ANTIOCHIA
GIUSEPPE SPADA
GIANCARLO SIANI
BIAGIO SICILIANO
GIUDITTA MILELLA
CARMINE TRIPODI
GRAZIELLA CAMPAGNA
MORELLO ALCAMO
GIUSEPPE MACHEDA
ROBERTO PARISI

1986
PAOLO BOTTONE
GIUSEPPE PILLARI
FILIPPO GEBBIA
ANTONIO MORREALE
FRANCESCO ALFANO
ANTONIO PIANESE
VITTORIO ESPOSITO
SALVATORE BENIGNO
CLAUDIO DOMINO
FILIPPO SALSONE
ANTONIO SABIA
GIOVANNI GIORDANO
NUNZIATA SPINA

1987
GIUSEPPE RECHICHI
ROSARIO IOZIA
GIUSEPPE CUTRONEO
ROSARIO MONTALTO
SEBASTIANO MORABITO
ANTONIO CIVININI
CARMELO IANNÒ
CARMELO GANCI
LUCIANO PIGNATELLI
GIOVANNI DI BENEDETTO
COSIMO ALEO

1988
GIUSEPPE INSALACO
GIUSEPPE MONTALBANO
NATALE MONDO
DONATO BOSCIA
ALBERTO GIACOMELLI
ANTONINO SAETTA
STEFANO SAETTA
MAURO ROSTAGNO
LUIGI RANIERI
CARMELO ZACCARELLO
GIROLAMO MARINO
ANIELLO CORDASCO
GIULIO CAPILLI
PIETRO RAGNO

1989
FRANCESCO CRISOPULLI
GIUSEPPE CARUSO
FRANCESCO PEPI
MARCELLA TASSONE
NICOLA D’ANTRASSI
VINCENZO GRASSO
PAOLO VINCI
SALVATORE INCARDONA
ANTONINO AGOSTINO
IDA CASTELLUCCI
GRAZIA SCIME’
DOMENICO CALVIELLO
GIUSEPPE SALVIA
ANNA MARIA CAMBRIA
CARMELA PANNONE
PIETRO GIRO
DONATO CAPPETTA
CALOGERO LORIA

1990
NICOLA GIOITTA IACHINO
EMANUELE PIAZZA
GIUSEPPE TRAGNA
MASSIMO RIZZI
GIOVANNI BONSIGNORE
ANTONIO MARINO
ROSARIO LIVATINO
ALESSANDRO ROVETTA
FRANCESCO VECCHIO
ANDREA BONFORTE
GIOVANNI TRECROCI
SAVERIO PURITA
ANGELO CARBOTTI
DOMENICO CATALANO
MARIA MARCELLA
VINCENZO MICELI
ELISABETTA GAGLIARDI
GIUSEPPE ORLANDO
MICHELE ARCANGELO TRIPODI
PIETRO CARUSO
NUNZIO PANDOLFI
ARTURO CAPUTO
ROBERTO TICLI
MARIO GRECO
ROSARIO SCIACCA
GIUSEPPE MARNALO
FRANCESCO OLIVIERO
COSIMO DURANTE
ANGELO RAFFAELE LONGO
CATALDO D’IPPOLITO

1991
VALENTINA GUARINO
ANGELICA PIRTOLI
GIUSEPPE SCEUSA
SALVATORE SCEUSA
VINCENZO LEONARDI
ANTONIO CARLO CORDOPATRI
ANGELO RICCARDO
ANDREA SAVOCA
DOMENICO RANDÒ
SANDRA STRANIERI
ANTONINO SCOPELLITI
LIBERO GRASSI
FABIO DE PANDI
GIUSEPPE ALIOTTO
ANTONIO RAMPINO
SILVANA FOGLIETTA
SALVATORE D’ADDARIO
RENATO LIO
GIUSEPPE LEONE
FRANCESCO TRAMONTE
PASQUALE CRISTIANO
STEFANO SIRAGUSA
ALBERTO VARONE
FELICE DARA
VINCENZO SALVATORI
SERAFINO OGLIASTRO
VITO PROVENZANO
GIUSEPPE GRIMALDI
SALVATORE TIENI
NICOLA GUERRIERO

1992
SALVATORE AVERSA
LUCIA PRECENZANO
PAOLO BORSELLINO
ANTONIO RUSSO
ANTONIO SPARTÀ
SALVATORE SPARTÀ
VINCENZO SPARTÀ
FORTUNATO ARENA
CLAUDIO PEZZUTO
SALVATORE MINEO
ALFREDO AGOSTA
GIULIANO GUAZZELLI
GIOVANNI FALCONE
FRANCESCA MORVILLO
ROCCO DI CILLO
ANTONINO MONTINARO
VITO SCHIFANI
PAOLO BORSELLINO
AGOSTINO CATALANO
WALTER EDDIE COSINA
EMANUELA LOI
VINCENZO LI MULI
CLAUDIO TRAÌNA
RITA ÀTRIA
PAOLO FICALÒRA
PASQUALE DI LORENZO
GIOVANNI PANUNZIO
GAETANO GIORDANO
GIUSEPPE BORSELLINO
SAVERIO CIRRINCIONE
ANTONIO TAMBORINO
MAURO MANIGLIO
RAFFAELE VITIELLO
EMANUELE SAÙNA
ANTONINO SIRAGUSA
LUCIO STIFANI

1993
BEPPE ALFANO
ADOLFO CARTISANO
PASQUALE CAMPANELLO
NICOLA REMONDINO
DOMENICO NICOLÒ PANDOLFO
MAURIZIO ESTATE
FABRIZIO NENCIONI
ANGELA FIUME
NADIA NENCIONI
CATERINA NENCIONI
DARIO CAPOLICCHIO
CARLO LA CATENA
STEFANO PICERNO
SERGIO PASOTTO
ALESSANDRO FERRARI
MOUSSAFIR DRISS
DON GIUSEPPE PUGLISI
RAFFAELE DI MERCURIO
ANDREA CASTELLI
ANGELO CARLISI
RICCARDO VOLPE
ANTONINO VASSALLO
FRANCESCO NAZZARO
LORIS GIAZZON

1994
VINCENZO GAROFALO
ANTONINO FAVA
DON GIUSEPPE DIANA
ILARIA ALPI
MIRAN HROVATIN
ENRICO INCOGNITO
LUIGI BODENZA
IGNAZIO PANEPINTO
MARIA TERESA PUGLIESE
GIOVANNI SIMONETTI
SALVATORE BENNICI
CALOGERO PANEPINTO
FRANCESCO MANISCALCO
NICHOLAS GREEN
MELCHIORRE GALLO
GIUSEPPE RUSSO
COSIMO FABIO MAZZOLA
GIROLAMO PALAZZOLO
LEONARDO CANCIARI
LlLIANA CARUSO
AGATA ZUCCHERO
LEONARDO SANTORO

1995
FRANCESCO BRUGNANO
GIUSEPPE DI MATTEO
FRANCESCO MARCONE
SERAFINO FAMÀ
GIOACCHINO COSTANZO
PETER IWULE ONJEDEKE
FORTUNATO CORREALE
ANTONINO BUSCEMI
GIUSEPPE MONTALTO
GIUSEPPE CILIA
GIUSEPPE GIAMMONE
GIOVANNI CARBONE
CLAUDIO MANCO
FRANCESCO TAMMONE
ANTONIO BRANDI
ANTONIO MONTALTO
ANTONINO MONTELEONE

1996
GIUSEPPE PUGLISI
ANNA MARIA TORNO
GIOVANNI ATTARDO
DAVIDE SANNINO
SANTA PUGLISI
SALVATORE BOTTA
SALVATORE FRAZZETTO
GIACOMO FRAZZETTO
MARIA ANTONIETTA SAVONA
RICCARDO SALERNO
GIOACCHINO BISCEGLIA
ROSARIO MINISTERI
CALOGERO TRAMÙTA
PASQUALE SALVATORE MAGRI’

1997
GIUSEPPE LA FRANCA
CIRO ZIRPOLI
GIULIO CASTELLINO
AGATA AZZOLINA
RAFFAELLA LUPOLI
SILVIA RUOTOLO
ANGELO BRUNO
LUIGI CANGIANO
FRANCESCO MARZANO
ANDREA DI MARCO
AGATINO DIOLOSA’
VINCENZO ARATO

1998
INCORONATA SOLLAZZO
MARIA INCORONATA RAMELLA
ERILDA ZTAUSCI
ENRICO CHIARENZA
SALVATORE DI FALCO
ROSARIO FLAMINIO
ALBERTO VALLEFUOCO
GIUSEPPINA GUERRIERO
LUIGI IOCULANO
DOMENICO GERACI
ANTONIO CONDELLO
MARIANGELA ANZALONE
GIUSEPPE MESSINA
GRAZIANO MUNTONI
GIOVANNI GARGIULO
GIOVANNI VOLPE
GIUSEPPE RADICIA
ORAZIO SCIASCIO
GIUSEPPE IACONA
DAVIDE LADINI
SAVERIO IERACI
ANTONIO FERRARA

1999
SALVATORE OTTONE
EMANUELE NOBILE
ROSARIO SALERNO
STEFANO POMPEO
FILIPPO BASILE
HISO TELARAY
MATTEO DI CANDIA
VINCENZO VACCARO NOTTE
LUIGI PULLI
RAFFAELE ARNESANO
RODOLFO PATERA
ENNIO PETROSINO
ROSA ZAZA
ANNA PACE
SANDRO SCARPATO
MARCO DE FRANCHIS

2000
ANTONIO LIPPIELLO
SALVATORE VACCARO NOTTE
ANTONIO SOTTILE
ALBERTO DE FALCO
FERDINANDO CHIAROTTI
FRANCESCO SCERBO
GIUSEPPE GRANDOLFO
DOMENICO STANISCI
DOMENICO GULLACI
MARIA COLANGIULI
HAMDI LALA
GAETANO DE ROSA
SAVERIO CATALDO
DANIELE ZOCCOLA
SALVATORE ROSA
GIUSEPPE FALANGA
LUIGI SEQUINO
PAOLO CASTALDI
GIUSEPPE MANFREDA
GIANFRANCO MADIA
VALENTINA TERRACCIANO
RAFFAELE IORIO
FERDINANDO LIQUORI

2001
GIUSEPPE ZIZOLFI
TINA MOTOC
MICHELE FAZIO
CARMELO BENVEGNA
STEFANO CIARAMELLA

2002
FEDERICO DEL PRETE
TORQUATO CIRIACO
MAURIZIO D’ELIA

2003
DOMENICO PACILIO
GAETANO MARCHITELLI
CLAUDIO TAGLIATATELA
PAOLINO AVELLA
MICHELE AMICO

2004
BONIFACIO TILOCCA
ANNALISA DURANTE
STEFANO BIONDI
PAOLO RODA’
GELSOMINA VERDE
DARIO SCHERILLO
MATILDE SORRENTINO
FRANCESCO ESTATICO
FABIO NUNNERI
MASSIMO CARBONE
TONINO MAIORANO

2005
FRANCESCO ROSSI
ATTILIO ROMANO’
GIANLUCA CONGIUSTA
FORTUNATO LAROSA
FRANCESCO FORTUGNO

2006
FEDELE SCARCELLA

… E TUTTI GLI ALTRI INNOCENTI DEI QUALI NON SI E’ ANCORA RIUSCITI A CONOSCERE IL NOME.

Mio padre, la mia famiglia, il mio paese!
Io voglio fottermene!
Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda!
Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo!
Noi ci dobbiamo ribellare.
Prima che sia troppo tardi!
Prima di abituarci alle loro facce!
Prima di non accorgerci più di niente!

(Peppino Impastato)

Marco Olmo

Marco Olmo

180 centimetri
66 chinogrammi
nelle vite precedenti, come dice lui, è stato contadino, camionista, poi operaio
a 50 anni inizia a correre…
un passo dopo l’altro…
30 ultramaratone in 10 anni
17 vittorie

Amore , sofferenza, rivincita.
Un operaio diventato Campione del Mondo di corsa estrema a 60 anni.

Marco Olmo è una leggenda vivente della corsa estrema.
Ha iniziato tardi, quando gli altri smettevano.
Correre è diventata la sua ragione di vita, il modo per riscattarsi da un destino amaro.
A 58 anni è diventato Campione del Mondo di Ultratrail vincendo lUltra Trail du Mont Blanc, la gara di resistenza più importante e dura al mondo:
167 Km attraverso tre nazioni, oltre 21 ore di corsa ininterrotta attorno al massiccio più alto dEuropa.

Uno sport ai limiti dell’immaginabile in cui la preparazione fisica, mentale e le motivazioni personali sono fondamentali.

“Nella vita sono un vinto, sono nato povero e sono povero ancora adesso.
Corro per rifarmi. Corro per vendetta.”
(Marco Olmo, 2008)


Il sito dove comprare il documentario.
Un altro video dove Marco si racconta brevemente.
La scheda wiki con la lista delle ultra fatte.

Wicked Campers (il camper si affitta a 50€ al giorno!)

Per i giovani viaggiatori indipendenti e sorridenti,
esiste una opzione magica e divertente:
affittare un camper…

…lo so lo so…costa un sacco…
…vado subito al sodo:
i Wicked Campers costano tra i 10 e i 100 € a testa al giorno.
Qui potete farvi subito un preventivo per il vostro “wicked”.
La wicked ha sedi in molti paesi del mondo: Australia, Nuovo Zelanda, Italia, UK, Irlanda, Olanda, Germania, Spagna, Austria, USA, Canada, Thailandia, Sudafrica e altri in africa e sud america.

Personalmente ne ho usato uno per un mese intero nel 2008…col “mio” wicked ho fatto 7’000 magnifici km in Nuova Zelanda.

I wicked sono simpatici, caratteristici, efficienti e spartani:
disegni in tecnicolor sulle fiancate, frasi hippie sul retro, interni trasformabili di giorno salotto di notte lettone, niente wc, niente doccia, cucinino gas camping, borsa frigo e via camminare…
…MAGNIFICO!!!!

straconsigliatissimo!!!!

Libertà di Stampa in Italia! È Berlusconi il problema?

L’organizzazione internazionale per i diritti e la libertà di Stampa, Reporters Sans Frontières ha pubblicato nel suo rapporto 2009, la classica mondiale sulla libertà di Stampa.
L’Italia, paese che figura tra le nazioni più ricche del mondo si trova al 40 posto, dietro alcune nazioni in via di sviluppo dell’America Latina come l’Ecuador, Paraguay, Cile e dell’Africa come il Benin e la Namibia.
Questa triste posizione non onora per niente il paese di Michelangelo e di Leonardo da Vinci, dove la libertà di stampa è sancita dall’articolo Art. 21 della Costituzione Italiana.
Molti osservatori attribuiscono la responsabilità al magnate dei media italiani Silvio Berlusconi i cui gruppi hanno la leadership in vari settori delle comunicazioni:
Mondadori controlla più del 50% del mercato delle pubblicazioni letterarie,
Medusa controlla più della metà delle produzioni e distribuzioni cinematografiche,
Mediaset controlla le tre reti televisive a copertura nazionale che hanno in totale circa il 50% d’ascolto televisivo;
Publitalia è la prima concessionaria del mercato pubblicitario Italiano con un fatturato di più di 2 miliardi annuo.
Berlusconi è ugualmente editore, diretto o indiretto, di numerose testate giornalistiche e radio private.
Il Cavaliere, oltre a controllare tutti i settori della comunicazione in Italia, è l’uomo più ricco del paese ed anche il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.
Il mondo dell’informazione in Italia è sempre stato gestito in un modo poco trasparente e democratico.

Il problema della libertà dell’informazione inizia ad essere violato quando si parlò della lottizzazione (ripartizione) delle tre reti pubbliche italiane alle formazioni politiche.
Cosi, Rai1 fu data alla Democrazia Cristiana, Rai2 al Partito Socialista, Rai3 ai Comunisti.
Già da quel momento, l’informazione venne manipolata e “spogliata” della sua imparzialità.
Il problema non si limitò solo sulla lottizzazione. Nelle vari reti pubbliche, il personale fu assunto nella maggior parte dei casi, secondo i criteri d’appartenenza politica. Questa è storia nota!!!
Tuttavia, bisogna sottolineare che il modo attuale della gestione delle tre reti pubbliche non è degno dei paesi democratici.

Il Consiglio di amministrazione Rai, l’organo che gestisce le tre reti pubbliche è amministrato da 9 membri, dei quali 7 vengono eletti dalla commissione parlamentare di vigilanza ( composta da parlamentari della maggioranza e dell’opposizione ), gli altri 2 membri, tra cui il presidente del consiglio di amministrazione Rai, sono nominati direttamente dal Ministero del tesoro con approvazione della commissione. Il consiglio di amministrazione nomina i direttori delle tre reti e delle testate giornalistiche.
Il problema in tutto questo è che la formazione o la coalizione politica che governa il paese detiene quasi sempre la maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione e perciò, influenza di molto ed a suo vantaggio la televisione pubblica.
Inoltre, AGCOM (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ) è un organo “indipendente” che dovrebbe regolarizzare tutto il mercato audiovisivo italiano come per esempio l’assegnazione delle frequenze e le licenze ai nuovi operatori televisivi, controllare l’imparzialità dell’informazione e tutelare il diritto dei giornalisti di informare liberamente.
Purtroppo l’Agcom non è veramente indipendente!!! I membri di questa autorità sono scelti solitamente in proporzione al peso che i vari partiti politici hanno in parlamento. I suoi otto commissari sono eletti per metà dalla Camera dei Deputati e per metà dal Senato. Il suo presidente viene proposto direttamente dal Presidente del Consiglio. Cosi, la maggioranza politica di turno, avrà un influenza notevole nell’Agcom.
Il sistema audiovisivo italiano era già poco trasparente prima dell’impegno di Silvio Berlusconi nella politica. “L’illustre personaggio” ha solo approfittato della permissività e della mancanza di regole ben definite, per costruirsi un grande impero mediatico e controllare tutta l’informazione in Italia.

I vari governi di centro sinistra che durante le varie campagne politiche giuravano di regolare per sempre il problema del conflitto di interesse in Italia, non hanno mai mantenuto le promesse. Una volta giunta al potere, hanno sempre litigato fra loro facendo cadere per due volte i governi in cui erano in maggioranza. Prima nel 1998 con il primo governo Prodi, poi nel 2007 con il secondo governo Prodi.

Dunque il problema reale non è Silvio Berlusconi, ma il sistema che non è efficiente.
In nessuno altro paese sviluppato del mondo, c’è una persona che detiene da solo tutto il potere politico e mediatico come Berlusconi in Italia!

L’altro problema è la mancanza di une vera cultura politica in questo paese, cultura che permetterebbe ai cittadini di evitare che un tale personaggio venga eletto, perché potrebbe essere come si vede oggi un pericolo per la libertà di stampa. Purtroppo, l’uomo da quasi 15 anni è un personaggio onnipresente della vita sociale, politica ed economica italiana, sfruttando la mancanza di regole chiare e di una vera cultura politica per manipolare a suo vantaggio politica ed informazione. Diciamoci la verità, chi al suo posto non avrebbe fatto la stessa cosa per difendere i propri interessi?
D’altra parte, la Federazione Nazionale di Stampa Italiana ( FNSI), che è il sindacato dei giornalisti unitari italiani, organizza una manifestazione per la liberta di Stampa sabato prossimo in piazza del popolo a Roma.
La FNSI sà perfettamente che è difficile parlare della liberta di stampa in Italia, questo perché la maggior parte dei giornali italiani sono controllati da potenti gruppi editoriali, dove sono azionisti delle lobbyes influenti!
Per esempio:
la Stampa è controllata dalla FIAT,
Il Sole 24 ore dalla Confindustria,
la Repubblica dal gruppo Editoriale l’Espresso di cui sono azionisti Carlo de Benedetti, le Assicurazioni generali, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste;
il Corriere della Sera invece è controllato dal Rcs Media Group in cui sono azionisti Medio Banca, Pirelli, Benetton, Intesa San Paolo, Assicurazioni Generali, gruppo Merloni, Toro Assicurazioni ecc.
Ho solo elencato qualche esempio delle lobbyes che controllano l’informazione in Italia.
Sinceramente voi pensate che un giornalista del Corriere della Sera possa dare liberamente un informazione ai danni di Pirelli, società quotata in borsa ed azionista dello stesso giornale? Io vi dico semplicemente no!!!
Ogni gruppo ha la sua linea editoriale, linea che viene seguita all’interno di ogni giornale, dal direttore della pubblicazione, che deve assicurarsi che i giornalisti seguano le direttive stabilite.
Chiunque non segue questa linea, viene semplicemente emarginato, o in qualche caso licenziato.

La storia italiana è ricca di numerosi fatti di cronaca di giornalisti che hanno rassegnato le dimissioni o sono stati costretti a farlo.
La liberta di stampa in Italia esiste solo quando un giornalista scrive un articolo che non può danneggiare gli interessi degli azionisti del suo giornale.
Il mestiere del giornalista è complesso e caratterizzato purtroppo in molti casi da compromessi!
Il vero problema della stampa italiana non è la libertà di stampa, ma la lotta tra i potenti gruppi editoriali impuri, gruppi che vogliono controllare il mercato dell’informazione e perché sanno che, chi ha l’informazione ha il potere e i soldi!!!
Sono editori che non si occupano solo di editoria, ma che hanno interessi in vari settori. Per questo vengono chiamati editori impuri.

La manifestazione di sabato non dovrebbe solo chiedere la libertà di stampa ( cosa difficile da ottenere), ma piuttosto dovrebbe sollevare un problema fondamentale che è la riorganizzazione totale del sistema italiano dei mass media in generale e sull’informazione in particolare, cominciando per modificare innanzitutto la “legge Gasparri”, legge che definisce l’assetto attuale del sistema radiotelevisivo italiano.

Silvio Berlusconi non è la causa del male italiano dell’informazione, ma solo uno dei tanti, che usufruisce di un sistema italiano di comunicazione non degno di un paese democratico e sviluppato.

Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!
Copiryth @ Jivis Tegno
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